Il disegno di legge si inserisce nel solco delle necessità più volte evidenziate dal ministro della Difesa Guido Crosetto. “Ho conferito mandato agli uffici della Difesa affinché esplorassero tutti i possibili percorsi per attrarre professionalità specializzate” nell’ambito cyber, “individuando soluzioni, anche in termini di remunerazione e incentivazione, a prescindere dai profili di carriera e del grado rivestito, così da evitare sperequazioni incomprensibili”, diceva in un question time alla Camera lo scorso marzo. In quell’occasione parlava dell’obiettivo di creare “una forza specialistica cyber solida, preparata e capace di rispondere alle esigenze di un dominio in continua evoluzione“. E già allora annunciava l’istituzione del “Polo formativo Cyber della Difesa, presso il Centro alti studi della Difesa, che rappresenta il punto di riferimento per la formazione specialistica cyber interforze, e riconosciuto quale struttura a supporto dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale”. Quello che ancora mancava, diceva Crosetto, era la possibilità di “legittimare le Forze armate all’utilizzo degli strumenti cibernetici“.
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