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Decreto Sport, nel pomeriggio in Aula: trattativa a oltranza dopo i rilievi del Quirinale

Il Parlamento sta per chiudere i battenti per la pausa estiva, ma si tratta ancora sul decreto sport. Pesano i rilievi formali filtrati dal Quirinale su due norme aggiunte in corso d’opera e considerate dal Colle poco urgenti per giustificare un decreto.

Le norme nel mirino

Una riguarda Sport e salute, la società governativa a cui passerebbe l’organizzazione e gestione di eventi sportivi che ottengono contributi pubblici sopra i 5 milioni di euro. L’altra sulla Commissione indipendente per la verifica dei conti delle federazioni sportive professionistiche, in primis calcio e basket.

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Ipotesi stralcio

Articoli che potrebbero essere stralciati dalla maggioranza oppure, se restano, certificare un braccio di ferro con il Colle. Pericoloso anche perché sempre più frequente, denuncia l’opposizione. Il “verdetto” nelle prossime ore. Oggi infatti, al Senato, sarà il D-day del decretone che contiene norme clou per l’organizzazione e gestione dei prossimi grandi eventi sportivi: dalle Olimpiadi invernali Milano-Cortina alla Coppa America che si disputerà a Napoli fra due anni.

Decreto atteso nel pomeriggio in Aula al Senato

In mattinata si riunirà la commissione Bilancio per il parere. E’ il primo step di giornata ed è lì che potrebbe concretizzarsi l’eventuale passo indietro del governo. Motivazioni tecniche legate ai conti, sarebbe la formula per uscire elegantemente dall’impasse. Subito dopo, la palla passerà alla commissione Cultura e sport per dare il mandato al relatore e nel pomeriggio il provvedimento è atteso in aula. Sulla carta, è questo l’ultimo passaggio dopo l’ok incassato alla Camera il 29 luglio, già a fatica. Oppure il penultimo nel caso in cui, correggendo il testo, si dovrà necessariamente tornare a Montecitorio per ratificare le modifiche. Per ora fonti di governo si mostrano fiduciose: riflessioni sono in corso, qualche limatura ci sarà – poco consistente o molto più ampia, spiegano – e alla fine lo scontro istituzionale sarà evitato. Del resto già a luglio un incidente con il Colle era stato sventato proprio sul decreto sport. Colpa di un emendamento di maggioranza finalizzato ad allungare al 2033 l’operatività della Simico, la società di gestione delle infrastrutture della Milano-Cortina. Questione poco affine alla decretazione d’urgenza, era emerso dalla presidenza della Repubblica. Alla fine, era stato ritirato ma riapparso poco dopo nel decreto economia.

I nodi da sciogliere

Ora, sullo sport, i nodi sono più complessi. Il più intricato riguarda l’articolo 9 quater con cui Palazzo Chigi impone di fatto la società Salute e sport, dal 2023 guidata da Marco Mezzaroma, subentrando nell’organizzazione e gestione di mega eventi beneficiari di 5 o più milioni di fondi pubblici, come la Coppa Davis o gli Europei del volley 2026. Originariamente, l’emendamento riguardava il coordinamento e monitoraggio delle Atp finals, il torneo di tennis a Torino. Ma sull’ultima versione (più ampia per contenuto) il centrodestra è più restio a cambiamenti, ammettono fonti governative. A costo di costringere il Quirinale, successivamente, a rinviare il decreto alle Camere. Sarebbe invece più disponibile a correggere l’articolo 11 che disciplina la commissione dei “controllori” delle federazioni di professionisti. La novità incide anche sui costi di funzionamento, complessivamente circa 3,5 milioni di cui 1,9 graverebbero sulle federazioni. Se la mediazione riuscirà, i tempi per la conversione in legge (entro il 29 agosto) si allungheranno ma non troppo. Nel passaggio Senato-Camera, la partita si chiuderebbe comunque tra mercoledì e giovedì a Montecitorio. Al massimo il giorno dopo, ma non oltre. E in ogni caso la Camera si limiterebbe a esaminare di nuovo solo le parti del decreto modificate.


Fonte: http://www.ilsole24ore.com/rss/notizie/politica.xml


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