Il governo lavora per riformare il sistema delle quote e dei click day, che mostrano «limiti evidenti». Obiettivo: allargare le maglie degli ingressi di lavoratori stranieri fuori quota, anche prevedendo «un nuovo canale per i profili più ricercati, detti ad alta tensione lavorativa, che consentirebbe a molti datori e lavoratori di sottrarsi alla competizione sul filo dei secondi». A illustrare la direzione di marcia, anticipata sul Sole 24 Ore del 13 giugno, è stato ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, audito dal comitato parlamentare Schengen. La svolta non sarà immediata. Intanto Mantovano ha auspicato che il Cdm possa deliberare in via definitiva il decreto Flussi 2026-2028 entro metà settembre, in tempo per l’avvio della precompilazione delle domande da ottobre 2025 e ha rivendicato i circa 165mila ingressi autorizzati ogni anno nel prossimo triennio, contro i 48mila del governo Letta, i 31mila dell’era Renzi, Gentiloni e Conte e i 69mila di Draghi.
Ma «coglie nel segno» – ha osservato – la critica di «chi chiede di fare un passo in avanti rispetto al meccanismo di ingresso». Anche se sarà difficile rinunciare del tutto alle quote, «sorta di rubinetto per il controllo delle migrazioni economiche che il governo deve avere la possibilità di aprire e di chiudere», gli esperimenti fuori quota sono aumentati, fino ai 10mila assistenti a disabili e grandi anziani previsti dal Dl 145/2024. Misura che sarà resa permanente senza contingenti numerici, ha confermato Mantovano. Anche il canale per i lavoratori formati nei Paesi d’origine crescerà: dal 2023 sono stati approvati oltre 50 progetti in più di venti Paesi che hanno coinvolto 6mila persone, di cui 1.055 hanno finito il percorso.
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Bene pure le quote riservate alle associazioni datoriali del turismo e dell’agricoltura. Una collaborazione da valorizzare. Qui Mantovano ha citato l’ipotesi del nuovo canale per i profili più ricercati. Solo una volta messa fuori quota buona parte degli ingressi per lavoro «potremmo immaginare per quelli residui criteri alternativi al click day». Ma «non intendiamo allentare i controlli sulle procedure di ingresso», viste le infiltrazioni della criminalità anche nella gestione dei flussi legali. La drastica riduzione di domande dalle 688.200 nel 2024 alle 160.900 «dimostra che siamo sulla strada giusta. Indietro non si torna».