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Chi è Antonella Bundu, la candidata di Toscana Rossa alle elezioni regionali

Antonella Bundu, 55 anni, fiorentina, si è candidata con Toscana Rossa alle elezioni regionali 2025 (I RISULTATI IN DIRETTA) contro i candidati di centrodestra Alessandro Tomasi e di centrosinistra Eugenio Giani che, superando il 50% dei voti è stato riconfermato presidente della Regione. Bundu è stata il nome scelto per rappresentare Rifondazione comunista, Potere al popolo e Possibile con l’obiettivo di riportare in Consiglio regionale la sinistra radicale, rimasta esclusa dopo le elezioni del 2020. Dopo aver raccolto le 10mila firme necessarie per la presentazione della lista alle elezioni regionali, la candidata di Toscana Rossa ha superato il 5%, un risultato che lei stessa ritiene soddisfacente “perché quando siamo partiti ci davano allo 0,5%”, ha detto aggiungendo di “aver raddoppiato la percentuale” rispetto a cinque anni fa: “Siamo riusciti a far vedere di essere radicati nel territorio, abbiamo lavorato tantissimo, è un risultato buono ma ancora non sufficiente”. 

La carriera politica

La prima esperienza politica di Antonella Bundu è recente: risale al 2019, quando si è candidata come sindaco a Firenze in una coalizione che comprendeva Sinistra italiana, Potere al popolo e Firenze città aperta. Eletta come consigliera a Palazzo Vecchio, è stata capogruppo per cinque anni. Prima di iniziare la carriera politica, Bundu è stata impiegata in uno studio di architettura. È conosciuta anche per il suo attivismo per i diritti civili, impegno iniziato degli anni ’80 con Oxfam, quando viveva a Liverpool. 


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Origini e idee

Bundu è nata da madre fiorentina e padre della Sierra Leone. Per le sue origini, specialmente nel corso di questa campagna elettorale la candidata di Toscana Rossa è stata più volte oggetto di insulti razzisti sui social. Le sue idee politiche si basano su quattro pilastri che sono pace, ambiente, sanità e lavoro: proprio in questi ambiti Bundu ha più volte ribadito la propria coerenza rimanendo ferma sulle proprie posizioni anche quando si trattava di temi divisivi: ad esempio i suoi no all’ampliamento dell’aeroporto fiorentino di Peretola e al comando Nato a Rovezzano, o il sostegno alla ripubblicizzazione dell’acqua e al salario minimo.


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