Arriverà non prima dell’estate 2026 o al massimo, salvo sorprese, entro l’ottobre successivo, la sentenza nel processo milanese che vede imputata la ministra del Turismo Daniela Santanchè, assieme ad altre 15 persone, per il presunto falso in bilancio di Visibilia, il gruppo editoriale da lei fondato e da cui ha dismesso le cariche. Questa mattina in aula il presidente della seconda Sezione penale, Giuseppe Cernuto, ha fissato con le parti il calendario di udienze fino al prossimo giugno (con una serie di date di riserva che arrivano, appunto, fino al 29 ottobre 2026).
Le richieste di prove
La corte ha accolto tutte le richieste di prove orali e documentali presentate dalla Procura e dalle difese, compreso l’esame in aula della ministra in data ancora da fissare. I pm Maria Giuseppina Gravina e Luigi Luzi hanno rinunciato a chiedere l’acquisizione di una mail inviata per conoscenza alla ministra che potenzialmente avrebbe potuto creare problemi come nel processo per la presunta truffa ai danni dell’Inps sospeso in attesa che la Consulta si pronunci sul conflitto di attribuzione. Unico tema di discussione tra Procura e difesa è stato quello relativo alla convocazione al dibattimento di alcuni operatori della Guardia di finanza che nel 2016 si occuparono di Visibilia rilevando che “non vi erano irregolarità gestionali”. I giudici hanno accolto la richiesta di ascoltarli, su ripetute richieste dei legali Salvatore Pino e Nicolò Pelanda, che assistono la ministra Santanché, nonostante l’opposizione dei pubblici ministeri.