Il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha preso parte all’incontro “Radici d’Italia – Un viaggio nel sacro vivente” allo Spazio Caffè de La Versiliana a Marina di Pietrasanta. Intervistato da Alessandro Sallusti, ha presentato il suo libro “Antico presente. Viaggio nel sacro vivente” parlando dell’eredità della storia passata e dell’attualità in cui stiamo fronteggiando una difficile situazione internazionale a causa delle guerre
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Tra gli ospiti del Festival de La Versiliana c’è anche il ministro della Cultura Alessandro Giuli che ha preso parte all’incontro “Radici d’Italia – Un viaggio nel sacro vivente”. Durante l’appuntamento il ministro ha presentato il suo ultimo libro “Antico presente. Viaggio nel sacro vivente” (Baldini + Castoldi). Intervistato da Alessandro Sallusti, Giuli ha parlato dell’eredità che ci hanno lasciato gli antichi greci e romani e della situazione attuale in cui stiamo fronteggiando una grave crisi internazionale. A tal proposito il titolare della Cultura ha ricordato come “la storia ci stia richiamando ai nostri diritti e doveri”.
Giuli: “Roma è stata la patria del diritto”
Rispondendo alla domanda se l’antica Roma ha ancora qualcosa da insegnarci dal punto di vista geopolitico, Giuli ritiene che la lezione più importante sia il fatto che “Roma è stata la patria del diritto e del concetto di guerra giusta”. Il ministro ha spiegato che la Capitale è stato il luogo in cui si sono incontrate diverse genti “a prescindere dal dato etno biologico” ed è diventata un centro universale. “Quando si parla di Roma non si parla di una città, ma di un’idea, di una forza creatrice e formatrice”, ha detto Giuli. “La lezione di Roma è un’idea di Giustizia – ha aggiunto – di ciò che è sacro e l’idea di una forza che unisce i popoli sotto il dominio della legge”. Qualcosa che ha caratterizzato tutta la cultura occidentale.
Giuli: “La storia ci sta richiamando ai nostri doveri”
Il ministro, guardando alla situazione attuale, ha anche ricordato come nei momenti di estrema difficoltà e di crisi “la storia ci sta richiamando ai nostri doveri e ai nostri diritti”. In questo senso “il nostro dovere – secondo Giuli – è quello di porci un problema basilare: dobbiamo essere consapevoli di doverci difendere da forme di despotismi aggressivi, qualsiasi essi siano, attraverso una politica di relazioni internazionali e di spesa per la deterrenza”. “Tanto si spende per le armi, altrettanto si dovrebbero stornare dei soldi per non utilizzarle” è l’idea del ministro. Giuli ha quindi evidenziato come una sua battaglia sia quella di “destinare il 2% delle spese in armamenti in cultura, perché la cultura è l’antidoto principale alla guerra”.
La tutela del paesaggio e le energie alternative
Il ministro ha poi parlato anche della trasizione ecologica e del problema della tutela del paesaggio. “Il ministero della Cultura nasce anche come ministero del paesaggio, e la difesa del paesaggio e dell’ambiente rientra ovviamente nelle nostre funzioni”, ha sottolineato Giuli ma “la transizione ecologica è ovviamente un dato fondamentale di questa epoca, nel senso che non si può fare a meno di misurarci con la necessità di cercare fonti di energia alternative”. Per la tutela, ha ricordato Giuli, “esistono le sovrintendenze, che si riformano in modo che siano più solerti, che devono risposte più veloci, che non siano rigide. Su questo siamo apertissimi, ci sono delle proposte di legge del partito di cui io sono espressione, Fratelli d’Italia, c’è un dialogo sempre aperto con tutta la coalizione”.