A Siena “non sono stata contestata, sono stata insultata. Non mi hanno detto ‘Bernini la tua riforma fa schifo’, mi hanno insultata con coro da stadio e mi hanno rivolto insulti sessisti mentre stavo parlando con studenti palestinesi che avevo personalmente portato dalla Striscia di Gaza, con un volo della Guardia di finanza da Hammam”. Sono le parole di Anna Maria Bernini, a margine del suo intervento alla festa del Foglio, riferite all’episodio di cui è rimasta vittima nei giorni scorsi. “Io non la chiamerei contestazione ma una marea di insulti: non hanno insultato solo me, ma gli studenti palestinesi e tutta la comunità accademica. Ho parlato col prefetto Romeo, insieme al questore hanno avuto un comportamento eccezionale, non era facile gestire una situazione del genere, con gli studenti palestinesi che guardavano sconvolti: è stata una brutta scena. Erano nel rettorato i contestatori, non so se fossero studenti: sono stati identificati, a questo punto spetterà al rettore decidere se fare o meno denuncia. Il reato esiste”.
“Le occupazioni sono troppe, ho scritto una lettera ai rettori”
“Se siamo di fronte ad un nuovo ’68? Non faccio mai paragoni storici, noi siamo figlie e genitori del nostro tempo”, ha aggiunto. “Le occupazioni sono troppe, ho scritto una lettera a tutti i rettori dell’Università italiane dicendo che dobbiamo provvedere a tutto questo perché un eccesso di occupazione significa privazione di un diritto fondamentale, il diritto allo studio”. E ancora: “Stiamo ricevendo lettere da ricercatori e dottorandi richieste di aiuto perché non riescono più ad aver pagate le borse di studio, siamo al paradosso”, ha aggiunto. “L’università è un luogo dove si può manifestare liberamente, ma dove si deve insegnare, studiare e lavorare”.