- La 56enne, vedova del grande cantautore, si apre per la prima volta nel podcast Gente di Marte, su Radio Marte
- L’artista, quando è scomparso, il 4 gennaio 2015, era con la compagna di allora, Amanda Bonini
Fabiola Sciabbarrasi non nutre alcun dubbio a riguardo. Ospite di Gabriele Parpiglia del podcast Gente di Marte, su Radio Marte, la 56enne afferma: “Le cose tra noi si sarebbero sanate“. Spiega che sarebbe tornata con Pino Daniele se lui non fosse morto. Svela il grande rimpianto legato all’uomo sposato nel 2004 e da cui ha avuto i suoi tre figli: Sara, 28 anni, Sofia, 22, e Francesco, 18.
“Come sai, ho lasciato il più possibile lo scrigno chiuso. Non abbiamo mai dimenticato di essere una famiglia, nonostante il momento di difficoltà che stavamo vivendo. Di parole, ne sono state dette tantissime, anche non vere”, sottolinea la vedova. Quando Pino è morto, il 4 gennaio 2025, era legato ad Amanda Bonini. La Sciabbarrasi, però, pensa che le divergenze che li avevano allontanati erano solo passeggere.
Fabiola parte da lontano e racconta l’incontro con Pino: a fare da Cupido fu Massimo Troisi. Si passa ai ricordi dolorosi. Le viene chiesto come abbia appreso la notizia della sua morte. La Sciabbarrasi confessa: “Ognuno di noi ha le proprie cicatrici. Impariamo a conviverci”.
E prosegue: “Lui si è addormentato, cinque minuti prima della mezzanotte. Quando Pino è scomparso, era nella nostra casa in Toscana, con Sofia e Francesco e con la compagna dell’epoca. Noi ci eravamo allontanati. Ma, sono consapevole che quella fosse solo una fase di transizione. Avevamo smesso di riconoscerci. Io avevo smesso di essere ciò che lui aveva sempre visto, avevo ripreso a lavorare. Lui era diventato ciò che io non ero abituata a vedere e quindi ci siamo scontrati”.
“Le cose si sarebbero sanate e sarebbero tornate come prima se il destino non avesse deciso diversamente – continua Fabiola – Avevamo tutti e due, l’intelligenza di capire che quello che avevamo era qualche cosa di unico e che un frangente importante comunque non ha il potere di cancellare tutto il resto”.
Anche lei era in Toscana, in una spa, per la prima volta: “Mi ha chiamato Sofia dicendomi che papà stava male, le ho detto di passarmi la sua compagna perché sapevo come improntare un’emergenza. Lui aveva una cardiopatia importante, congenita. Io non l’ho mai fatto sentire malato. Ha fatto cose che non aveva mia fatto nella sua vita. Il suo cardiologo mi scrisse un messaggio: ‘Lo stanno portando a Roma, ho già allertato il reparto di cardiologia’. La beffa del destino è che avevamo già predisposto per il giorno dopo, un day hospital per i controlli abituali. E’ arrivato in ospedale otto ore prima già senza vita”.
Quando le si domanda se abbia rimpianti, la Sciabbarrasi svela: “Sì. Il rimpianto di non esserci detti tutto. Il tempo non basta. Non abbiamo avuto il tempo di esserci detti tutto. Questo il grande dolore. C’è bisogno di dirsi tutto, ma soprattutto ‘scusa’, e c’è bisogno di perdonare”.
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