- La giornalista 49enne ha parlato anche del suo privato nel podcast THE BSMT
- Ha spiegato di essere una persona che si commuove facilmente
- Ha un forte senso della giustizia e prova dolore fisico davanti ai soprusi
A dispetto di quello che molti possono pensare, Selvaggia Lucarelli è una persona molto empatica e sensibile. Si commuove spesso.
A raccontarlo è stata lei stessa, ospite nel podcast di Gianluca Gazzoli ‘The BSMT’.
La giornalista 49enne ha parlato di vari temi. Il conduttore a un certo punto le ha domandato se le capita mai di piangere, visto che ha un’immagine molto forte, quasi algida. Almeno dall’esterno.
La realtà non potrebbe essere più diversa.
Selvaggia – nota per le sue tante battaglie e inchieste, non ultima quella sull’ascesa e la caduta dei Ferragnez – ha risposto: “Se io non fossi sensibile non mi batterei così tanto perché ci sia giustizia in tanti campi e non mi accollerei tante rotture di co***oni. A me fa stare male fisicamente assistere alle ingiustizie. Provo un dolore fisico”.
“Farei una vita più comoda se non lasciassi scorrere le cose. Io potrei avere molto di più di quello che ho, perché sono abbastanza intelligente per guadagnare delle cose molto alte senza dover faticare e avere nemici”, ha aggiunto.
“Io ho un sacco di nemici, queste cose mi costano tanto a livello professionale, perché poi mi scartano quando c’è da scegliere il protagonista di una cosa. ‘Quella no perché quella volta ha rotto i co***oni’”, ha continuato.
“Io in realtà sono molto sensibile, piango spesso in realtà, mi commuovo tantissimo, il mio fidanzato lo sa. Io partecipo tanto alle cose degli altri, partecipo tanto al dolore degli altri, la causa animalista mi appassiona moltissimo, non riesco a guardare tante immagini. Empatizzo tanto con le persone”, ha proseguito.
Ha raccontato un recente aneddoto sull’ultimo libro scritto (che non è ‘Il Vaso di Pandoro’, che è già da mesi in vendita): “Un po’ di tempo fa sono andata a presentare il mio nuovo libro ai venditori, che racconta invece una storia drammatica. Ero davanti a tutti questi venditori in una situazione molto formale, in questa sala con questo silenzio gelido e formale. Io inizio a raccontare questa storia e inizio a piangere, perché è una storia che mi ha coinvolta così tanto nella mia vita professionale. Questi mi hanno guardato come se fossi una matta”.
“Avranno detto: allora Selvaggia Lucarelli non è un cyborg. Esiste una sua parte più delicata. Piango tanto, sono molto sensibile. Ma piango più per gli altri che per me, piango per empatia”, ha concluso.
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