”Ho aperto Google e ho digitato: il cancro ovarico al terzo stadio è curabile?”: Bianca Balti a un anno dalla scoperta del tumore fa nuove confessioni
La modella 42enne racconta tutto nella newsletter sul canale appena inaugurato su Substack
“Oggi celebro l’essere viva”, scrive, felice del cancro in remissione, era convinta di morire
Bianca Balti a un anno dalla scoperta del tumore alle ovai al terzo stadio fa nuove confessioni. Si mette a nudo nella newsletter pubblicata sul suo canale appena inaugurato su Substack. “Ho aperto Google e ho digitato: il cancro ovarico al terzo stadio è curabile?”, svela.
”Ho aperto Google e ho digitato: il cancro ovarico al terzo stadio è curabile?”: Bianca Balti a un anno dalla scoperta del tumore fa nuove confessioni. Pubblica alcune foto di quando era in ospedale
La top model celebra “l’essere viva”: “C’è un giorno in cui festeggi semplicemente il fatto di essere vivo? A partire da oggi, lo farò. Perché esattamente un anno fa mi è stato detto che avevo un cancro alle ovaie in stadio 3. Ho sempre saputo di essere mortale. Lo sappiamo tutti. Ma non avevo mai sperimentato la mortalità fino a quella notte, al pronto soccorso del Providence St. Joseph’s Hospital di Burbank, quando un medico pronunciò le parole che spezzarono la mia vita in due: Cancro ovarico allo stadio 3. Il tumore si era diffuso oltre la sua sede originaria, fino al diaframma. Non ancora nei polmoni. Non ancora allo stadio 4. Ma quasi”.
“L’unico modo per conoscerne l’estensione completa era aprirmi completamente. Le ovaie vivono in un quartiere affollato di organi, troppo aggrovigliati perché una scansione potesse mapparli – prosegue Bianca – Quella cicatrice sul mio stomaco è il confine tra la vita e la morte”.
Al fianco della 41enne c’erano Alessandro Cutrera, il fidanzato (in foto), i genitori e le amiche più care
La Balti spiega: “Dodici anni fa, quando sono tornato sobria, ho iniziato a costruire una fede che mi apparteneva. Non il cattolicesimo rigido della mia infanzia in Italia, ma una fede più dolce e indulgente. Personale. Privata.Questa fede è stata messa alla prova la notte in cui ho cercato su Google e ho scritto: Il cancro ovarico allo stadio 3 è curabile? La risposta: non sempre. Ma è possibile curarla. Una remissione a lungo termine (cinque anni senza malattia) può essere considerata una cura. Non sempre. Ricordo di aver pensato: sto per morire”.
“Le mie figlie erano a casa con una pizza. Matilde, 17 anni, si prendeva cura di Mia, 9 anni. Pensavo di tornare tra un paio d’ore – continua la modella – Erano le 21:00 quando ho sentito la notizia. Ho aspettato che mio padre si svegliasse in Italia per avere qualcuno da chiamare. Non volevo svegliare le mie amiche, tutte con figli. Non volevo essere di peso al mio nuovo fidanzato. Ma alla fine ho chiesto aiuto”.
La cicatrice della modella dopo l’intervento
“Gli amici organizzavano i turni in modo che non fossi mai sola. Il mio ragazzo è salito su un volo dall’Italia e si è materializzato al mio capezzale dopo l’intervento. I miei genitori, anche loro fragili, hanno attraversato l’oceano per essere lì al mio ritorno a casa”, confida ancora Bianca. Alessandro Cutrera era al suo capezzale, come anche Micol, a cui è legatissima. “La notte dopo l’intervento chirurgico durato sei ore, mi sono svegliato con un dolore che non pensavo fosse possibile”, svela ancora.
“Oggi festeggio l’essere viva – dice la Balti – Perché un anno fa pensavo che sarei morta in un letto d’ospedale e che le mie figlie sarebbero cresciute senza madre. Perché oggi so che l’unica cosa che rende la vita degna di essere vissuta è l’amore. L’amore mi ha aiutato a superare il dolore. L’amore è ciò che rimane quando tutto il resto svanisce. Il cancro ha sempre tormentato la mia storia familiare. E’ sempre stato terribile. Ma era distante, astratto, finché non è diventato mio. Ciò che porto con me ora non è solo paura, non è solo speranza. E’ qualcosa di più complicato. Più umano. Oggi ricorre l’anniversario della mia mortalità e della mia sopravvivenza”. Chiede a tutti i fan di scegliere un giorno in cui festeggiare a loro volta l’essere vivi. LEGGI TUTTO