”E’ stato l’inferno”: Sonia Bruganelli svela la sua ferita più grande, quella che non dimenticherà mai
La 51enne si mette a nudo, come ha fatto nel suo libro, “Solo quello che rimane – Autobiografia di una lettrice”
Affronta ancora una volta il tema delicato della nascita della primogenita Silvia, 22 anni
Spesso oggetto di critiche feroci, Sonia Bruganelli ha deciso di togliersi la corazza e raccontarsi senza filtri nel suo libro, “Solo quello che rimane – Autobiografia di una lettrice”. A Chi, in una lunga intervista, la 51enne svela la sua ferita più grande, quella che non dimenticherà mai. “E’ stato l’inferno”, confessa.
”E’ stato l’inferno”: Sonia Bruganelli svela la sua ferita più grande, quella che non dimenticherà mai
“Quando mia figlia Silvia è nata con una grave cardiopatia che ha richiesto un intervento chirurgico immediato subito dopo la nascita. Purtroppo, una complicanza post-peratoria ha causato un’ipossia cerebrale, che ha provocato danni neurologici permanenti… quella è stata la cosa – confida Sonia – In quel periodo per la prima volta ho letto su Facebook ‘La moglie di Bonolis non prende un braccio la sua bambina in terapia intensiva’. In quel periodo ho sentito, visto e vissuto di tutto, è stato l’inferno”.
Nel libro la produttrice, madre anche di Davide, 21 anni, e Adele, 17, avuti dall’ex Paolo Bonolis, scrive quel che avrebbe detto al medico dopo la venuta al mondo di Silvia: “Se vedi che non ce la fai a sistemare il problema non preoccuparti, rimettila insieme come prima e restituiscimela, la voglio viva, anche se non sei riuscito a guarirla”.
La 51enne si mette a nudo, come ha fatto nel suo libro, “Solo quello che rimane – Autobiografia di una lettrice”
Sonia commenta: “E’ vita, non ho ucciso, né rapinato, né violentato nessuno. E’ solo tutto quello che ho nascosto su Instagram, facendo vedere tutto il superfluo. Allora il fulcro del libro è proprio questo, accettare che la mia prima figlia si chiama Maria Silvia Bonolis. E’ nata il 23 dicembre del 2002. E basta. Tutto il resto, tutto quello che ci ha devastato, ora non c’è più. Non è accaduto in un momento”.
“Lentamente ho capito che mia figlia la stavo ammalando io – aggiunge la Bruganelli – Guardandola ogni giorno con gli occhi del dolore per quello che lei non faceva, senza rendermi conto che lei non sapeva neanche che fosse possibile farlo. Finché è stata lei a dirmi: ‘Perché sei triste se io guardo la televisione, ascolto la musica o mangio il gelato? Perché quando mi guardi sei sempre triste?’. Mi sono detta: ‘Ma fino a quando vorrai ancora punirla questa tua bambina?’”. LEGGI TUTTO
