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    Tony Effe escluso dal concerto di Capodanno per le frasi sessiste: esplode il caso, chi si è schierato con lui e chi contro

    Su X il suo nome è in tendenza, alcuni attaccano gli artisti che si hanno deciso per solidarietà di supportarlo

    Mahmood e Mara Sattei si ritirano dall’evento a Roma, Emma, Noemi, Giorgia, Lazza lo difendono

    Il suo nome è in tendenza perennemente su X. Tony Effe escluso dal concerto di Capodanno al Circo Massimo di Roma per le frasi sessiste contenute nelle sue canzoni fa rumore, tanto. Esplode il caso. Ci sono quelli schierati con il trapper, altri che sono ‘contro’. Il polverone non si placa.

    Tony Effe escluso dal concerto di Capodanno per le frasi sessiste: esplode il caso, chi si è schierato con lui e chi contro. Il post di Mahmood

    Mahmood e Mara Sattei, anche loro invitati dal sindaco Gualtieri a prendere parte al concerto capitolino, si ritirano dall’evento per solidarietà con l’ex membro della Dark Polo Gang. Giorgia, Noemi ed Emma Marrone postano messaggi in favore dell’artista 33enne, eletto “uomo dell’anno” da GQ. Fa lo stesso Lazza, solo per citarne alcuni.

    Le parole di Mara Sattei

    “Trovo che sia veramente un brutto gesto escludere Tony Effe dal concerto di Capodanno a Roma privando un ragazzo dell’occasione di esibirsi nella sua città. Non è una cattiva persona, non ha fatto male a nessuno – scrive la Marrone su Instagram – Ma è altrettanto un brutto gesto nei confronti della musica tutta e dell’arte in generale. Una forma di censura ‘violenta’ che alle soglie del 2025 non si può tollerare e giustificare. Ti abbraccio Tony”.”Censurare gli artisti non è mai la soluzione. L’arte deve restare un luogo di espressione anche quando fa discutere”, le fa eco Noemi. 

    Il post di Emma Marrone

    “La musica è espressione di libertà di chi la fa, ma anche di chi l’ascolta per può scegliere se ascoltarla o no. La censura, la storia lo dimostra, non è mai una soluzione, ma di solito l’inizio di un tunnel che non porta mai alla luce”, sottolinea Giorgia. “Ogni volta che qualcuno del rap viene infilato in una situazione mainstream si cerca sempre di additarlo per qualcosa o farlo passare per coglio*e. Geolier non va bene, è napoletano, canta solo in dialetto. E Geolier ve l’ha messa nel c… e godo. Tony Effe è misogino, è violento, e non va bene. E anche Tony ve la metterà nel c… Smettete di censurare il lavoro degli altri perché non lo ritenete tale e allora cercate delle scuse per darvi ragione, siete voi che non capite”, sbotta Lazza.

    Il post nelle Stories di Giorgia

    Il popolo del web diventa una polveriera. Ci sono quelli che condividono la scelta di aver escluso Effe dall’evento e quindi accusa gli artisti schierati con Tony. Vladimir Luxuria cita nel suo post un verso di un brano Tony Effe: “Mi dici che sono un tipo violento/ Però vieni solo quando ti meno…”. Poi scrive: “Mahmood e Mara Sattei decidono di non partecipare al Capodanno a Roma in solidarietà contro il passo indietro del Campidoglio sull’esibizione del trapper romano. Emma e Giorgia parlano di censura. Quindi da ora in poi sdoganiamo qualsiasi linguaggio misogino, omofobo, contro i disabili perché chi si oppone a questo linguaggio viene tacciato di censura. Si fanno gli interessi delle donne o delle case discografiche?”.

    Lazza è infuriato per la decisione del sindaco Gualtieri

    In molti infatti hanno notato che gli artisti solidali hanno quasi tutti la stessa etichetta del trapper. Tra i follower c’è chi scrive: “Fa ridere che gli artisti che si stanno esponendo per la ‘libertà di espressione’ sono tutti Universal. Non mi sembra si stiano esprimendo così liberamente”. Intanto Tony Effe su Instagram fa sapere: “Sono sempre me stesso, non so fare l’attore. Faccio musica e la musica non può essere censurata, scrivo quello che vedo e vivo quello che scrivo. Grazie a tutte le persone e i miei colleghi che hanno preso posizione. ‘Damme ‘na mano’, ci vediamo a Sanremo”. LEGGI TUTTO

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    ”Siamo corsi fuori, in strada il panico”: Mahmood racconta per la prima volta cos’è successo la notte che la sua casa di Milano è bruciata

    Ha messo tutto in due canzoni del suo nuovo album: il 31enne è ancora traumatizzato
    Era uno degli inquilini di Torre del Moro, palazzo di via Antonini, distrutto dalle fiamme ad agosto 2021

    Si prende con forza la cover di Sette, inserto settimanale del Corriere della Sera. Mahmood è felice del successo di Tuta Gold, brano presentato a Sanremo 2024. La canzone ha conquistato la prima posizione nella classifica singoli di Fimi ed è l’unico brano italiano nella Top 100 global di Billboard. Il suo nuovo disco racconta di lui. Il cantautore in due pezzi parla anche dell’incendio della sua abitazione. Al giornale il 31enne racconta così per la prima volta cos’è successo la notte che la sua casa di Milano è bruciata. “Siamo corsi fuori, in strada il panico”, svela.
    ”Siamo corsi fuori, in strada il panico”: Mahmood racconta per la prima volta cos’è successo la notte che la sua casa di Milano è bruciata
    Alessandro era uno degli inquilini di Torre del Moro, palazzo di via Antonini, distrutto dalle fiamme ad agosto 2021. La costruzione, dove l’artista aveva preso in locazione un appartamento, era considerata avvenieristica e con alloggi di gran lusso, ma qualcosa non ha funzionato. 
    Il giornalista gli domanda: “In due canzoni del disco torna l’immagine della sua casa che brucia, ricordo vero dell’incendio del 2021 al palazzo di via Antonini a Milano in cui viveva. E’ ancora un incubo?”. “Mi ricordo che quella notte. Eravamo al nono piano. Una mia amica è uscita sul balcone e ha visto l’ombra del palazzo con il fumo sul tetto. Siamo corsi fuori e, anche se poi ho scoperto che non si dovrebbe fare, siamo scappati con l’ascensore. Una volta arrivati in strada c’era il panico”, svela Mahmood. A causa dell’incendio ha perso qualcosa di molto caro: “Sì, ma preferisco non dire cosa”. 
    Il 31enne era uno degli inquilini di Torre del Moro, palazzo di via Antonini, distrutto dalle fiamme ad agosto 2021
    Invece di andare a vivere da un’altra parte da solo, ha preferito tornare ad abitare dalla mamma Anna Frau. “E’ stato un po’ peso: per la prima volta avevo raggiunto la mia libertà, la prima casa in affitto. E all’improvviso torni indietro, per quanto il rapporto con mamma sia bellissimo. Adesso però mi sono sistemato di nuovo da solo, ho trovato la pace dei sensi”, precisa. LEGGI TUTTO

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    ”Sono tornato a casa di mia mamma praticamente trentenne”: Mahmood rivela di vivere con il genitore dopo l’incendio del suo palazzo

    L’amore per Anna Frau, sarda di Orosei, è infinito: “Siamo come Cip e Ciop”
    Il padre del cantautore, di origini egiziane, l’ha abbandonato quando aveva 5 anni

    Mahmood torna a Sanremo per la terza volta con il brano Tuta Gold. Nelle due edizioni precedenti ha vinto il festival con Soldi e Brividi, cantata insieme a Blanco. Il 31enne al Corriere della Sera racconta la sua musica. Poi, a sorpresa, rivela: “Sono tornato a casa di mia mamma praticamente trentenne”. Ha scelto di vivere ancora con il genitore dopo l’incendio del palazzo dove aveva presi in affitto un appartamento a Milano.
    ”Sono tornato a casa di mia mamma praticamente trentenne”: Mahmood rivela di vivere con il genitore dopo l’incendio del suo palazzo
    L’amore per Anna Frau, sarda di Orosei, è infinito. Il padre del cantautore, di origini egiziane, l’ha abbandonato quando aveva solo 5 anni. “Sono cresciuto con mia madre, i vicini di casa erano mia zia, i miei cugini: mia mamma ha dodici fratelli, siamo una grande famiglia. Devo tutto a mamma. All’inizio, mi accompagnava lei dal maestro di canto, partendo da Buccinasco, dove lavorava, e portandomi a Baggio. Ogni giorno, un viaggio. Mia mamma non mi ha fatto mai mancare niente, ho studiato e ho preso il diploma. Mi ha fatto da madre e da padre”, aveva raccontato in passato.
    L’amore per Anna Frau, sarda di Orosei, è infinito: “Siamo come Cip e Ciop”
    Al quotidiano Mahmood adesso, parlando del suo brano, confida: “In questi due anni e mezzo in cui ho lavorato al disco, poi, ho viaggiato tanto e dormito in letti diversi, sono persino tornato a casa di mia mamma praticamente da trentenne…”. E spiega: “Avevo conquistato l’indipendenza prendendo la prima casa in affitto ed è bruciato il palazzo… Il ritorno mi andava stretto ma con mamma ci sto bene, siamo Cip e Ciop”. L’artista era uno degli inquilini del palazzo di via Antonini, distrutto dalle fiamme ad agosto 2021. Torre del Moro era considerata una costruzione con alloggi di gran lusso, ma qualcosa è andato storto. Alessandro Mahmoud, invece di andare a vivere da un’altra parte da solo, ha preferito tornare dalla mamma. LEGGI TUTTO