”Sono stata vicina alla depressione”: dal battito della figlia perso al cesareo d’urgenza, Federica Pellegrini racconta le difficoltà dell’arrivo di Matilde
La campionessa olimpica ha ricordato il “difficilissimo” parto, avvenuto con un cesareo
Nel libro “In un tempo solo nostro” ripercorre col marito Matteo Giunta i momenti più duri
Ha spiegato di essere anche stata vicina alla depressione dopo la nascita della bimba, nel 2024
Federica Pellegrini ha raccontato del suo difficile parto e dei problemi avuti durante i primi mesi dopo l’arrivo al mondo della figlia.
La campionessa olimpica ha avuto Matilde il 3 gennaio del 2024. La piccola è frutto dell’amore con il suo ex allenatore e oggi suo marito Matteo Giunta.
La 37enne, intervistata da “Il Corriere della Sera” a pochi giorni dall’uscita del libro “In un tempo solo nostro” (scritto proprio con Matteo e in vendita dall’11 novembre), ha ripercorso il difficile parto: “Difficilissimo. Forse è quello che ha innescato i problemi venuti dopo. Sono state 48 ore di follia”.
Federica Pellegrini, 37 anni, insieme al marito Matteo Giunta, 43, e a loro figlia Matilde, nata a gennaio del 2024
Adesso riesce a riderci su, ma è stata dura: “Matteo è sempre stato con me, è stato incredibile il suo supporto. Ho avuto contrazioni molto forti. Dovevano essere quelle di preparazione, però erano già molto dolorose. Questa cosa mi sembrava stranissima, perché ho una tolleranza del dolore abbastanza alta. E invece sono partite già potentissime, però erano molto distanti, abbiamo dovuto aspettare tantissimo tempo. E poi… problemi su problemi”.
Ha provato prima col parto in acqua, poi con l’epidurale e infine si è reso necessario un cesareo d’urgenza.
Fede coccola anche i suoi amati bulldog
“A un certo punto si è perso il battito della bambina”, ha spiegato. “E il chirurgo ci ha detto: non ha senso aspettare, andiamo in sala operatoria”.
“Ti prepari a tutto, perché abbiamo fatto il corso preparto insieme; però che accada tutto, e tutto insieme, non lo pensi mai. Avevamo al fianco un super team, per fortuna. La nostra preoccupazione era solo ed esclusivamente legata alla bambina”, ha proseguito.
Quindi ha ammesso di aver avuto il “baby blues” per un paio di mesi dopo il parto. A un passo dalla depressione.
“Sono stata vicina alla depressione. Credo sia iniziato tutto da un parto così complicato: quando ho preso la bambina in braccio ero già stanchissima. È stato un accumulo di stanchezza”. “Quindi i primi due mesi sono stati molto difficili. La prima notte in ospedale, guardando mia mamma, mi sono messa a piangere. Non so perché stessi piangendo, e questa cosa si è protratta nel tempo: sempre la sera, sempre a un certo orario, con accensioni che non capivo neanche da dove venissero. A un certo punto scoppiavo in un pianto dirotto, e non sapevo perché”, ha ricordato.
Federica con Matilde lo scorso Halloween
“Poi abbiamo scoperto che era questo ‘baby blues’, che per fortuna non è mai sfociato in una depressione post partum, ma è appena un gradino sotto. Anche gestire questa cosa non è stato facile. Per fortuna non ho vissuto uno degli effetti della depressione: il rifiuto di mia figlia. Anzi, allattare mi faceva stare meglio; anche se aggiungeva altra fatica. E poi Matilde nei primi due mesi non ha mai avuto sonno”, ha sottolineato. LEGGI TUTTO
