”Dimagrito in modo quasi irrecuperabile, terribilmente invecchiato, muto”: la figlia di Vittorio Sgarbi parla di situazione ‘drammatica’
La 25enne desidera che il 72enne venga curato in una clinica psichiatrica
E’ andata a trovarlo in ospedale dopo mesi che non riusciva neanche a parlargli: “Isolato, quasi catatonico”
Evelina la definisce una “situazione drammatica”. La figlia di Vittorio Sgarbi a Il Graffio parla del critico d’arte 72enne ricoverato al Gemelli di Roma per una grave forma di depressione. “Dimagrito in modo quasi irrecuperabile, terribilmente invecchiato, muto”, sottolinea atterrita.
”Dimagrito in modo quasi irrecuperabile, terribilmente invecchiato, muto”: la figlia di Vittorio Sgarbi parla di situazione ‘drammatica’
La 25enne già in tv, a La Volta Buona, si era detta seriamente preoccupata per le condizioni del papà. Ora rincara la dose. E’ riuscita a vederlo, dopo mesi in cui Vittorio non le rispondeva ai messaggi e, rinchiuso nel suo ‘cerchio magico’, sembrava isolato da lei.
“Quando l’ho visto a settembre 2024, le prime nuvole già cominciavano a comparire sul suo volto, era già molto dimagrito ma parlava e mangiava ancora autonomamente… l’ho rivisto a novembre trasfigurato, dimagrito tantissimo, molto stanco. Mi son chiesta: perché non viene ancora fatto qualcosa di decisivo e importante per la sua salute?”, racconta la ragazza contattata al telefono.
Evelina aggiunge: “A dicembre ho lavorato tutto il mese in una profumeria a Milano. Ho cercato di contattarlo più volte con telefonate e messaggi, senza ottenere alcuna risposta… normalmente dopo qualche tentativo, essendo sempre super attivo, mi rispondeva o richiamava sempre. Preoccupata, ho cercato di chiamare le persone del suo entourage stretto, ma sono riuscita a parlare solo con la sorella Elisabetta, che in quel momento non era con lui e mi ha consigliato di insistere”.
“Solo l’autista ha risposto una volta in maniera evasiva dicendo: ‘non sappiamo cosa faremo per Capodanno, non sappiamo se stiamo a Roma, se saremo in Sardegna o dove andremo. Ci sentiamo più in là’. – prosegue la Sgarbi – Non riuscendo più a mettermi in contatto con lui, avendo avuto dalla stampa notizia della sua situazione, di ritorno da un viaggio all’estero, regalo di compleanno di mio cugino, mi sono precipitata a Roma, al Gemelli, per poterlo vedere”.
Non ha dubbi. “La situazione è’ veramente drammatica – svela Evelina – Molto peggio di quanto avevo letto e mi aspettassi. Ho trovato una desolazione, una solitudine profonda che non riuscivo ad attribuire a mio padre. Dimagrito in modo quasi irrecuperabile, terribilmente invecchiato, muto. Sembrava avesse cento anni. Mi sono domandata: ma come può un uomo come lui, pieno di energia, di voglia di vivere, provocatore, entusiasta della vita e del mondo, sempre circondato, essere ridotto così?”.
Non smette di farsi domande: “Come si è potuto arrivare a tutto questo? Isolato, quasi in stato catatonico, lui, Vittorio Sgarbi, amato o odiato, sempre così attivo, presente ed efficace in tutti i domini della vita pubblica e sociale. Credo che sia necessario farlo seguire in una apposita struttura, specializzata in psichiatria. Senza un intervento decisivo non può guarire e, da figlia, fatico ad accettarlo”.
“Non è sicuramente stato un padre molto presente – chiarisce ancora Evelina – sempre circondato, quasi assediato, da persone. Non sono mai riuscita ad incontrarlo da sola. Sempre gente attorno. E mi chiedo oggi: alla fine è stato protetto o, piuttosto, isolato? Questa sua condizione, decisamente inaspettata, mi ha colto di sorpresa e mi ha decisamente turbata, ma io per lui ci sono e ci sarò per aiutarlo a tirare fuori quella forza che sento che lui, nonostante tutto, possiede ancora”. LEGGI TUTTO