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    Regionali Calabria, affluenza aggiornata al 7,7%

    Ascolta la versione audio dell’articoloL’affluenza al voto alle 12 per le elezioni regionali in Calabria, aggiornata dal sito Eligendo, è del 7,7% (il numero è riferito ora a 2.321 sezioni su 2.406). Il dato è leggermente superiore rispetto alla stessa rilevazione alle precedenti elezioni regionali del 2021 quando alla stessa ora aveva votato il 7,4%. Il dato più alto, al momento, è quello di Catanzaro dove, con 414 sezioni su 425, il dato dell’affluenza risulta all’8,8%.I candidatiLe elezioni si svolgono con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale a causa delle dimissioni, nel luglio scorso, del presidente Roberto Occhiuto, di Forza Italia. Gli aventi diritto al voto sono quasi un milione e 900 mila. I candidati alla presidenza sono tre. Lo stesso Roberto Occhiuto per il centrodestra, sostenuto da Forza Italia, partito di cui é vicesegretario nazionale, Fratelli d’Italia, Lega, Noi Moderati, Unione di centro, Sud chiama Nord e dalle liste Forza Azzurri e Occhiuto presidente. Pasquale Tridico, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, che é appoggiato, oltre che da M5S, da Partito Democratico, Alleanza Verdi e Sinistra, Italia Viva e dalle liste Democratici e Progressisti e Tridico presidente. L’outsider per la presidenza di queste elezioni è Francesco Toscano, di Democrazia Sovrana Popolare, di cui é stato uno dei fondatori, sostenuto dal suo partito.Loading…Tridico non è residente, non può votare«Ho votato assieme ai miei ragazzi. Buon voto a tutti. Viva la Calabria!». Così il governatore uscente Occhiuto postando su Facebook la foto che lo ritrae intento a inserire la scheda nell’urna, insieme ai due figli. Tridico invece non potrà votare: non ha la residenza in Calabria ma a Roma. L’europarlamentare del Movimento 5 Stelle è sostenuto da 6 liste del campo progressista. LEGGI TUTTO

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    Puglia: D’Attis (Fi) rifiuta la candidatura a governatore. L’ipotesi di un civico

    Ascolta la versione audio dell’articoloI partiti di centrodestra, alle prese con l’individuazione del candidato governatore in Puglia, avevano chiuso sul nome del deputato e coordinatore regionale di Forza Italia Mauro D’Attis, che però ha rifiutato. D’Attis avrebbe rifiutato spiegando che è troppo tardi (in Puglia si vota a fine in il 23 e il 24 novembre) e che ormai non ci sono più le condizioni per una sua candidatura. D’Attis avrebbe dunque invitato la coalizione a puntare su un civico. In queste ore, infatti, come candidato da contrapporre al centrosinistra che punta sull’europarlamentare ed ex sindaco di Bari, Antonio Decaro, nel centrodestra circola il nome dell’imprenditore Luigi Lobuono, ex presidente della Fiera del Levante ed ex editore, vicino a Fi.Loading… LEGGI TUTTO

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    Sfida in Aula su Gaza: Meloni chiama a unità su piano Usa, ma M5s e Avs dicono no

    Ascolta la versione audio dell’articoloLa riuscita del piano di Trump per Gaza e le sorti della Flotilla tengono la politica col fiato sospeso. L’appuntamento nell’Aula della Camera è per giovedì con le comunicazioni del ministro Antonio Tajani sulla situazione in Medio Oriente: in quell’occasione i deputati dovranno approvare una o più risoluzioni sul tema che – vista la situazione estremamente fluida – i partiti non hanno ancora chiuso. La premier Giorgia Meloni ha lanciato un appello a un voto unitario sulla mozione sulla Palestina: «Mi piacerebbe che l’Italia votasse votasse compatta per dimostrare che la pace la si vuole davvero» perché «la pace non arriverà perché Landini o Usb indicono lo sciopero» ma «se qualcuno lavora ai tavoli a cui bisogna lavorare a proposte serie e su questo – ha ribadito – davvero mi piacerebbe che lavorassimo insieme». L’invito del governo alle opposizioni è chiaro: «Vorremmo che giovedì in Parlamento tutti insieme sostenessimo questa azione di pace, non dividiamoci», ha affermato anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Il centrodestra giorni fa aveva preannunciato un documento con il riconoscimento della Palestina condizionato all’esclusione di Hamas dal governo della Striscia e al rilascio di tutti gli ostaggi.Aperture dei centristiNella minoranza parlamentare, aperture sono venute dai centristi. Il leader di Azione Carlo Calenda ha sposato la tesi di Meloni: «ritirare le mozioni» dei diversi gruppi e «dire che il Parlamento italiano insieme sostiene il piano» di Trump «come una via di uscita. Sarebbe un atto di responsabilità». Ma il resto del centrosinistra ha respinto l’appello. «Sul piano Trump-Blair sono favorevole – ha aperto Matteo Renzi -. Vediamo. Decideranno i capigruppo».Loading…Conte: non ci sono presupposti per voto compatto su Gaza M5s e Avs sembrano invece granitici nel proseguire per la loro strada. «È davvero ardito chiedere un voto compatto su una risoluzione sulla Palestina dopo che un governo, una maggioranza, ha finto di non vedere un genocidio, 20.000 bambini uccisi. Direi che non ci sono i presupposti per un voto compatto» ha dichiarato il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, stamani all’Università della Calabria a Rende, risponde all’appello lanciato ieri dalla premier Giorgia Meloni ad un voto unitario in Aula domani sulla mozione sulla Palestina.Avs: no a Meloni. Lavoriamo a risoluzione con Pd e 5s Sulla stessa lunghezza d’onde Avs. «Ogni volta Meloni fa proposte senza che ci sia un testo. Noi stiamo lavorando con le opposizioni e in particolare Pd e M5s alla risoluzione unitaria. Ci sono rispetto al piano Trump elementi di valutazione che riguardano tutti ma ci sono impegni rispetto ai quali non vogliamo arretrare. Giro a Meloni la domanda: il governo è pronto a riconoscere senza condizioni lo stato palestinese?». Così il leader di Avs Nicola Fratoianni durante un punto stampa fuori da MontecitorioCautela del PdIl Pd si muove con cautela: «Seguiamo con attenzione il negoziato” e “auspichiamo che si giunga al più presto a un accordo che ponga fine alle atrocità e ai crimini commessi a Gaza e in Cisgiordania”, commenta il responsabile Esteri Peppe Provenzano. L’ala riformista dem, per voce di Alessandro Alfieri, invita ad osare di più: «Oggi non è in discussione che cosa pensiamo di Trump o dei dettagli di quel piano, ma la possibilità di verificare se c’è una possibilità concreta di porre fine ad atroci sofferenze e ad una tragedia devastante», «se c’è» va «sperimentata». I democratici si riuniranno per definire la linea a ridosso dell’appuntamento con le comunicazioni di Tajani e allo stato non si sbilanciano: «Non abbiamo visto nessun testo». Salvo intese bipartisan più ampie, il centrodestra potrebbe decidere di chiedere il voto per parti separate sulla sua risoluzioni per insinuarsi nelle posizioni diverse delle opposizioni LEGGI TUTTO

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    Valle d’Aosta, Union Valdotaine apre i negoziati: segnali di dialogo da Pd e centrodestra

    Ascolta la versione audio dell’articoloAll’indomani del voto in Valle d’Aosta e della netta vittoria degli autonomisti dell’Union valdôtaine, i partiti nazionali guardano con un rinnovato interesse alla piccola regione alpina. L’obiettivo è piantare la propria bandierina ai piedi delle Alpi. In un nord Italia interamente a guida del centrodestra, finora la Valle d’Aosta è rimasta l’ultima enclave “progressista”. Il Pd – fedele alleato dell’Uv nelle ultime legislature – ha già espresso l’auspicio che «si confermi l’attuale alleanza».Ad Aosta ballottaggio il 12 ottobre tra autonomisti-Pd e centrodestraAlleanza che è stata stretta ad Aosta, dove il candidato sindaco della coalizione, l’ingegnere Raffaele Rocco, è in vantaggio di due punti e mezzo (45,2% contro 42,6%) sull’avversario di centrodestra, il commerciante Giovanni Girardini: la sfida si deciderà al ballottaggio del 12 ottobre.Loading…Le sirene di Forza Italia: pronti a governareLe sirene per l’Union valdotaine, però, arrivano in regione anche dal centrodestra. E suonano forte. Il leader di Fi Antonio Tajani chiarisce su X il posizionamento del suo partito: «In Valle d’Aosta abbiamo ottenuto il miglior risultato della nostra storia. Forza Italia è ormai una forza politica consolidata, in grado di rappresentare le categorie produttive, le associazioni, le famiglie appartenenti al ceto medio e anche il mondo autonomista. Pronti a dare il nostro contributo per il governo della Valle d’Aosta». E la coordinatrice regionale degli azzurri, Emily Rini, conferma: «Siamo pronti a parlare con tutte le forze presenti sul territorio». Anche Marialice Boldi, segretario della Lega Valle d’Aosta, si è detta disponibile a sedersi ad un tavolo di trattative.Fdi esclude accordo con UvUn accordo con l’Union valdotaine vorrebbe però dire la fine del centrodestra unito nella regione alpina: difficile immaginare infatti un accordo tra Fratelli d’Italia e il Leone Rampante, per una “incompatibilità” politica accentuatasi in campagna elettorale. «Io non ho motivi per pensare che il centrodestra valdostano non debba rimanere unito, perché sarebbe un po’ un tradimento nei confronti degli elettori. Il fatto che abbiamo raggiunto quasi il 30% come coalizione ci dovrebbe indurre a continuare su questa strada e a contrastare l’Uv o dialogare a seconda degli scenari» osserva Alberto Zucchi, presidente di Fdi Valle d’Aosta. Facile che della questione vengano investiti i vertici nazionali dei tre partiti per trovare una linea comune.Union Valdotaine pronta a trattareIl presidente della Regione, Renzo Testolin, mette le mani avanti, benché – ammette – «sia un po’ prematuro fare delle valutazioni» sulle future alleanze: «Credo che ci sia da fare una riflessione all’interno del movimento innanzitutto – dichiara – e poi costruire un percorso che debba essere quello della maggior stabilità possibile e di una governabilità a tutti i livelli». Nelle sue parole si può forse leggere anche l’interesse a creare un “ponte” con il Governo centrale, la cui assenza nella passata legislatura è stata causa di vari problemi per l’amministrazione valdostana. Finiti i festeggiamenti l’Union valdotaine, all’insegna del motto “ni droite ni gauche”, si prepara ad aprire i tavoli. E a scegliere i prossimi compagni di viaggio LEGGI TUTTO

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    Caso Almasri, Giunta respinge processo per Mantovano, Nordio e Piantedosi

    Ascolta la versione audio dell’articoloLa Giunta per le Autorizzazioni della Camera ha respinto la richiesta di procedere nei confronti dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano in relazione alla vicenda Almasri, il generale libico accusato di crimini contro l’umanità prima arrestato e poi rilasciato e rimpatriato dalle autorità italiane.Presidente giunta: 13 i voti contrati, 6 i sìIn particolare l’organismo parlamentare ha respinto con tre distinte votazioni (tutte concluse con 13 no e 6 sì) la relazione di Federico Gianassi (Pd), che prevedeva l’autorizzazione a procedere. «Dopo la bocciatura della relazione Gianassi – riferisce il presidente della Giunta, Devis Doris (Avs) – ho nominato un nuovo relatore per l’Aula, l’on. Pietro Pittalis, che riferirà in Aula il prossimo 9 ottobre».Loading…Fdi: ministri e Mantovano agito in interesse Stato«Il voto è andato così come prevedevamo, tutta la maggioranza era presente. Abbiamo contestato chiaramente il contenuto della relazione che non abbiamo condiviso per nulla in quanto sia i ministri Nordio che Piantedosi, che il sottosegretario Mantovano, hanno agito assolutamente nell’interesse dello Stato» ha affermato il deputato Dario Iaia, capogruppo di Fdi alla Giunta per le autorizzazioni a procedere dopo il voto sul caso Almasri. «La loro azione è stata ispirata alla tutela della sicurezza nazionale, dell’interesse e della tutela degli italiani in Libia, sia dei cittadini e sia delle imprese che dell’ambasciata italiana», ha aggiunto.Pd: da Giunta salvacondotto per evitare processo La Libia sembra più pronta ad affrontare il caso Almasri di quanto sia stato il governo italiano in base alle ultime notizie» ha affermato Gianassi (Pd) dopo il voto alla Giunta per le autorizzazioni della Camera. «La schiena dritta di cui parla il governo italiano – ha proseguito – si è liquefatta. Il voto di oggi è un chiaro salvacondotto dal processo penale per per i ministri e per garantire l’impunità. Per essendo su questo il mio giudizio molto negativo, almeno abbiamo ottenuto da queste settimane di lavori in giunta la chiarezza che era mancata per mesi: tutte quelle reticenze e omissioni, sono state accantonate. Ora abbiamo preso atto che c’è stata detta una menzogna al Parlamento, agli italiani e il motivo come detto oggi nella dichiarazione di voto della maggioranza, è che i componenti della milizia libica fanno tanta paura al governo da spingerlo a non consegnare Almasri alla Cpi» LEGGI TUTTO

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    Archiviato voto nelle Marche, è rush finale per la Calabria

    Ascolta la versione audio dell’articoloArchiviate le elezioni regionali nelle Marche con la conferma del governatore uscente Francesco Acquaroli del centrodestra, i big della politica danno il via al rush finale per la Calabria dove si voterà domenica e lunedì 5 e 6 ottobre. Una volata che vedrà, nei prossimi quattro giorni, impegnati tutti i leader nazionali delle forze in campo.Meloni, Tajani e Salvini a Lamezia TermeA dare il là alla contesa la premier Giorgia Meloni che oggi alle 16 sarà a Lamezia Terme per una iniziativa elettorale con i due vice Matteo Salvini e Antonio Tajani oltre ai segretari di Noi Moderati Maurizio Lupi, dell’Udc Antonio De Poli e della presidente di Sud chiama Nord Laura Castelli. Con loro, naturalmente, Roberto Occhiuto. Salvini si sposterà poi in serata a Rose (Cosenza) dove alle 20 incontra gli esponenti della Lega.Loading…Schlein a CrotoneE così come accaduto nelle Marche, in concomitanza col centrodestra e in una sorta di confronto a distanza, scende in Calabria anche la segretaria Dem Elly Schlein che sempre oggi, martedì 30 settembre, sarà a Crotone a sostegno del candidato del campo progressista Pasquale Tridico. Insieme a lei, ma in luoghi diversi, anche i vertici di Avs. Angelo Bonelli arriva alle 17.30 a Cosenza per poi spostarsi nella vicina Paola, sul tirreno Cosentino; Nicola Fratoianni sarà invece alle 19 a Catanzaro.Conte all’università della CalabriaMercoledì 1 ottobre, il leader della Lega prosegue il suo tour in Calabria partendo alle 9 da Trebisacce per passare a Cosenza alle 11 e poi trasferirsi a Paola. Nel pomeriggio è prevista anche una tappa nel catanzarese, a Sellia Marina. Sempre per il centrodestra il ministro per lo sport Andrea Abodi alle 12 sarà a Rende (Cosenza) ed alle 15.30 a Crotone. A Rende, all’Università della Calabria, alle 11, è data la presenza del leader 5 Stelle Giuseppe Conte che poi dovrebbe proseguire il suo giro in alcune città del cosentino.Leader del centrosinistra a Reggio CalabriaIl 2 ottobre sarà il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida a rappresentare il centrodestra nelle ultime fasi della campagna elettorale partecipando ad un incontro, alle 16.30, a Soverato, sulla costa ionica catanzarese. Lo stesso giorno, secondo i bene informati, il campo progressista si presenterà unito con Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, dati a Reggio Calabria alle 19. Gli stessi, il giorno successivo, dovrebbero chiudere la campagna elettorale a sostegno di Tridico, con tre iniziative: a Villa San Giovanni alle 11, a Lamezia Terme alle 16 e a Corigliano-Rossano alle 19. Al momento, però, non sembra ancora certa la presenza contemporanea dei quattro leader a tutte le manifestazioni. Sul fronte opposto, la giornata sarà aperta da Arianna Meloni, capo della segreteria politica di Fratelli d’Italia, che parteciperà ad una manifestazione elettorale Vibo Valentia (11.30) per poi spostarsi a Catanzaro alle 16. Anche la Lega sarà presente in Calabra per la chiusura della campagna elettorale, con il leader Salvini, il generale Roberto Vannacci ed il vicesegretario del Carroccio Claudio Duigon che saranno a Reggio Calabria alle 18. Restano da definire gli impegni calabresi di Tajani e di Forza Italia, partito del governatore uscente. Al termine di questo rush finale, sabato silenzio elettorale e da domenica mattina la parola passa agli elettori. LEGGI TUTTO

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    Marche, l’impatto sul Veneto: si avvicina l’intesa sul candidato della Lega

    Ascolta la versione audio dell’articoloLa vittoria del meloniano Francesco Acquaroli nelle elezioni regionali nelle Marche avrà un effetto immediato a livello nazionale: aiuterà sbloccare l’impasse del centrodestra sul Veneto. Incassato il bis del “suo” governatore uscente, la premier Giorgia Meloni può a questo punto cedere più facilmente al pressing della Lega che da settimane rivendica continuità nella regione amministrata da 15 anni dal “doge” Luca Zaia. Nonostante Fdi sia ormai diventato primo partito nella regione alle elezioni politiche ed europee. Il via libera al candidato in pectore Alberto Stefani sembra questione di ore ormai.Verso il via libera al leghista Stefani nel VenetoNon è escluso che possa essere già concordato in occasione del comizio odierno della premier a Lamezia Terme, assieme ad Antonio Tajani e Matteo Salvini per sostenere il bis di Roberto Occhiuto in Calabria. Anche se Meloni, per lasciare il Veneto alla Lega, ha bisogno di una rassicurazione formale, possibilmente scritta, su un «prossimo riequilibrio dei partiti del centrodestra nelle regioni del nord». Una formula che lasci intendere insomma che la Lombardia spetterà a Fdi.Loading…In attesa del voto in Calabria, il centrodestra si appresta dunque a definire i candidati mancanti. Su quello del Veneto (dove le elezioni sono in programma il 23 e 24 novembre) non ci dovrebbero essere sorprese. Tutti pensano ad Alberto Stefani, vice di Salvini e segretario della Liga Veneta. «Il Veneto può andare benissimo a un candidato della Lega», ha spiegato Tajani, pronto a rivendicare per FI il ruolo di «seconda forza del centrodestra». Davanti a una Lega che in Valle d’Aosta crolla e nelle Marche peggiora anche rispetto alle Europee (dall’8,2 al 7,4%), lontanissima dal 22,4% delle Regionali 2020.Di Bari in pole in CampaniaNon a caso Forza Italia mette sul tavolo altre due proposte: l’azzurro Flavio Tosi (che sarà capolista alle Regionali) come candidato del centrodestra a sindaco di Verona; e un civico come front runner in Campania. Una soluzione, spiega Tajani, per intercettare ex Dc ed ex Psi: «C’è malcontento nel centrosinistra campano – assicura Tajani -. Perché c’è uno spostamento a sinistra e noi siamo pronti a offrire il nostro simbolo, le nostre liste a quelli che vogliono scegliere di continuare a essere centristi e non di andare a fare una politica per la campagna di estrema sinistra». Ma quella del civico in Campania è un’opzione bocciata dai meloniani campani, che rilanciano la corsa di Edmondo Cirielli, vice di Tajani agli Esteri. In pole position al momento resta in Campania Michele Di Bari, prefetto di Napoli.In Puglia in corsa D’Attis e Gemmato  LEGGI TUTTO

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    Regionali Marche, ecco come sono andati i partiti: Fdi primo, Pd secondo, in calo Lega e M5s

    Ascolta la versione audio dell’articoloFratelli d’Italia al 27,4%, primo partito nelle Marche, lascia a distanza Forza Italia (8,6%) che sorpassa una assai ridimensionata Lega (7,4%). Il Pd perde ma resta primo partito della coalizione (al 22,5%) con uno stacco netto rispetto al M5s di Giuseppe Conte (5,1%). Avs si ferma al 4,2%. E’ questa la fotografia del risultato dei principali partiti nelle elezioni regionali che hanno visto nelle Marche la riconferma del governatore di centrodestra Francesco Acquaroli, che ha sconfitto il candidato di centrosinistra Matteo Ricci.Il confronto con le precedenti elezioniAlle scorse regionali del 2020, il Pd era primo partito con il 25,11%, seguito dalla Lega con il 22,38% e da Fdi al 18,66%. Mentre M5s era al 7,12% e Forza Italia al 5,89%. Alle politiche del 2022 Fratelli d’Italia è diventato il primo partito in regione con il 29,14%, seguito dal Pd con il 20,37%. Terzo il M5S con il 13,58%. La Lega è precipitata al 7,93% e Forza Italia è salita al 6,78% con Avs al 3,33%. Situazione abbastanza stabile alle europee del 2024, con Fdi che si è rafforzato come primo partito (32,9%) e Pd come secondo (25,5%). In calo il M5s al 9,67%. Lega in leggera risalita all’8,19 e Forza Italia al 7%.Loading…La soddisfazione del centrodestra«Fratelli d’Italia si attesta a primo partito. Questo è un ottimo risultato nonostante la dispersione di liste civiche. Abbiamo sfondato il 27%» ha detto Arianna Meloni in conferenza stampa nella sede elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. Soddisfatti i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini. «Agli insulti e alle polemiche della sinistra, i marchigiani hanno dato una risposta chiara: grazie», si è rallegrato Salvini, leader però di una Lega rimpicciolita, che si è fermata sotto l’8% dopo aver toccato nel 2020 il 22,4% alle regionali del 2020 nelle Marche . «Fi è stata protagonista della vittoria di Acquaroli, siamo in maniera consolidata la seconda forza del centrodestra» ha commentato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, leader di Fi, sottolineando indirettamente il sorpasso sulla Lega.Non sfonda il campo largo«Non c’è alternativa» al campo progressista, blinda la linea della segretaria Pd Elly Schlein che a sua volta promette: «L’impegno unitario continua con determinazione». Ma al momento il campo largo non viene percepito dagli elettori come un’alternativa e lo rimarca il leader del M5S Giuseppe Conte: «Dobbiamo prendere atto che la nostra proposta non ha convinto». Ma intanto Schlein conquista il diritto a sfidare la Meloni a Palazzo Chigi con il Pd che perde ma resta primo partito della coalizione, con uno stacco netto rispetto al M5s di Giuseppe Conte. LEGGI TUTTO