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    Mattarella: «Scuola pilastro della Repubblica, ora risorse adeguate. Disagio giovanile questione nazionale»

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di lettura«Talvolta, questo nostro tempo dominato dall’assillo del presente, del qui e ora, rischia di far dimenticare che l’impegno educativo rappresenta un pilastro fondamentale della vita della Repubblica. Dalla qualità del sistema educativo dipende strettamente il futuro della nostra società. A esso vanno dedicate indispensabili risorse adeguate, e idee, cura, attenzioni. La scuola non è una bolla, un recinto, un mondo a parte. Ma un organismo che vive nella società e concorre al suo progresso». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando al Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele II” di Cagliari nella cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2024-2025. Mattarella: retribuzioni dei docenti spesso non all’altezza Per Mattarella «agli insegnanti, ai presidi, ai docenti, al personale di supporto si chiede molto; talvolta troppo. Anche a fronte di retribuzioni spesso non all’altezza di altri Paesi europei. Si tratta di un aspetto di grande rilievo che va affrontato concretamente». Poi l’elogio. «Tutti loro hanno e devono sempre avere la consapevolezza e l’orgoglio di ricoprire un ruolo prezioso per la nostra società: quello di formare ed educare i cittadini che crescono. Dalla loro opera, spesso silenziosa e non conosciuta, dipende in gran parte il futuro della nostra Italia»Loading…«Disagio giovanile grande questione nazionale»Particolare attenzione poi il capo dello Stato l’ha rivolta al disagio giovanile. «Non possiamo più chiudere gli occhi di fronte a tanti fatti di cronaca, a tanti episodi di varia gravità ma tutti intollerabili» ha detto il presidente della Repubblica. «Il disagio giovanile – ha aggiunto – è una grande e urgente questione nazionale, che va affrontata con tutto l’impegno e i mezzi a disposizione. Senza indulgenze o lassismi, che sono peraltro diseducativi, ma senza nemmeno nutrire l’illusione che tutto possa essere risolto attraverso un’ottica esclusivamente securitaria».«’Europa è l’orizzonte della nostra scuola»Importante poi è che il mondo della scuola conservi un orizzonte europeo. «Va utilizzata al meglio l’occasione offerta dal grande Piano di ripresa europeo, noto come PNRR, e che già ci aiuta a incrementare la sicurezza degli edifici scolastici. E’ necessario proseguire su questo percorso virtuoso, facendo dell’Europa un investitore centrale nei settori strategici che aprono al futuro. La scuola è certamente uno di questi. E l’Europa è l’orizzonte della nostra scuola» ha chiosato Mattarella. LEGGI TUTTO

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    Conte: «Caro Beppe potrei sospenderti i contratti». La lettere che ha fatto infuriare Grillo

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di lettura«Queste esternazioni sono del tutto incompatibili con gli obblighi da te specificamente assunti nei confronti del Movimento con riferimento sia alla malleveria sia ai contratti di pubblicità e comunicazione: ciò mi obbliga a valutare possibili iniziative dirette a sospendere l’esecuzione delle prestazioni a carico del Movimento derivanti dalla malleveria, e il recesso dai contratti di pubblicità e comunicazione». E’ quanto scritto dal leader del M5s nella lettera al garante Beppe Grillo pubblicata dal corriere.it. Stiamo parlando tra l’altro dei 300mila euro di compenso a Grillo per le sue non meglio specificate attività di comunicazioneConte a Grillo: devo valutare recesso da contratti«Vorrei segnalarti che le tue reiterate esternazioni pubbliche stanno accreditando agli occhi della opinione pubblica una concezione ’dominicale’ del Movimento, considerato che una singola persona – per quanto essa sia il meritevole ’fondatore’ – pretende di comprimere il confronto deliberativo all’interno dell’associazione, contrastando in modo plateale il valore fondamentale che ha ispirato la nascita e lo sviluppo del Movimento stesso: il principio democratico e della libera partecipazione dei cittadini ai processi decisionali. Questa tua condotta, che sta alimentando il dibattito pubblico con connessi accenni a futuri contenzioni legali e a potenziali scissioni, rischia di appannare le energie e l’entusiasmo che questo processo costituente sta liberando, con il risultato di compromettere gli sforzi che una intera Comunità sta portando avanti per rilanciare – con forza e decisione – l’azione politica del Movimento, coinvolgendo anche i simpatizzanti non ancora iscritti», recita ancora la missiva.Loading…«Gravi inesattezze e distorsioni su ruolo garante» Conte nella lettera rimprovera a Grillo «gravi inesattezze» contenute nella sua nota del 5 settembre, nonché «evidenti distorsioni sul ruolo e sui poteri del Garante». E questo perché «la custodia dei valori fondamentali dell’azione politica del movimento e il potere di interpretazione autentica, non sindacabile, delle norme statutarie», si risolvono «in una moral suasion, ma di certo non si estendono all’esercizio di un supposto diritto di veto o addirittura alla inibizione della consultazione assembleare su uno o più temi della vita del Movimento. Un insuperabile ostacolo a questa tua visione è il principio democratico su cui si fonda ogni esercizio di attività associativa politica». Per Conte quest’ultimo è «un principio fondamentale del nostro ordinamento giuridico – a prescindere da specifiche previsioni statutarie – che vale per tutti gli organismi associativi, ancor più per le associazioni politiche, e che attribuisce all’Assemblea degli iscritti un potere ’sovrano’», continua. Statuto alla mano per Conte «nessuna preclusione può essere imposta al potere deliberativo dell’assemblea su nessuno dei temi sopra richiamati (dai principi fondativi del Movimento 5 Stelle, al simbolo, al nome, ndr) né tanto meno il tuo potere di veto, come pure scrivi, può estendersi genericamente anche a “ulteriori temi che dovessero emergere e/o risultare all’esito della consultazione tra gli iscritti”», conclude.Nuovo scontro Grillo-Conte   LEGGI TUTTO

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    Meloni con Starmer: soluzioni nuove sui migranti. Il premier inglese: 485 mln sterline di investimenti da Leonardo e Marcegaglia

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di lettura«Siamo d’accordo sul fatto che non bisogna avere timore ad esplorare soluzioni nuove» per la gestione dei migranti, «abbiamo parlato del protocollo Italia-Albania su cui il governo britannico ha molta attenzione, abbiamo offerto elementi per comprendere meglio questo meccanismo». Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nelle dichiarazioni al termine dell’incontro con il primo ministro britannico Keir Starmer a villa Pamphili a Roma . « Siamo anche d’accordo – ha aggiunto Meloni – che la prima cosa da fare è intensificare la lotta al traffico i esseri umani unendo molto più gli sforzi di sicurezza, di cooperazione tra forze di polizia e servizi di intelligence, puntando al cuore di questo traffico: follow the money, come avrebbero detto due grandi giudici antimafia Falcone e Borsellino».Meloni: ancora qualche settimana per avvio progetto Albania Quanto al protocollo Italia-Albania, ha aggiunto Meloni «stiamo lavorando a questo progetto con estrema serietà, richiederà ancora qualche settimana perché sia perfetto, avrei preferito che iniziasse prima ma abbiamo gli occhi del mondo puntati su questa iniziativa se serve qualche giorno in più non mi dispiace». Tanto più che il modello che il governo italiano «ha immaginato di centri per processare le richieste di asilo sotto giurisdizione italiana ed europea in un Paese straniero non era stato sperimentato, se funziona e io credo funzioni tutti capiscono che c’è una chiave di volta anche per l’elemento di deterrenza ad affidarsi ai criminali».Loading…«Diritti umani migranti?In Albania varrà nostra legge»Rispondendo a una domanda sul rispetto dei diritti umani dei migranti che saranno portati in Albania, la presidente del Consiglio ha precisato: «Mi pare di avere ampiamente spiegato che la giurisdizione è italiana ed europea. O si ritiene che la nostra giurisdizione viola i diritti umani dei migranti o questa accusa non trova fondamento». «Con Gb fianco a fianco in alleanza transatlantica» In occasione della visita a Roma del neopremier britannico laburista Keir Starmer, Meloni ha descritto il rapporto dell’Italia con il Regno Unito, parlando di due Paesi che sono «pilastri fondamentali» nell’alleanza transatlantica, «fianco a fianco per cercare risposte strutturali di lungo periodo». E ha aggiunto che «il rafforzamento della nostra relazione strategica può essere decisivo» in questo senso.Starmer a Meloni: grazie per tua leadership su Ucraina «Grazie per la tua forte leadership in particolare sull’Ucraina», ha detto dal canto suo il primo ministro britannico rivolgendosi a Giorgia Meloni in conferenza stampa congiunta a Roma. E ha aggiunto: sul dossier ucraino «lavoreremo insieme fianco a fianco per tutto il tempo necessario». LEGGI TUTTO

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    Regionali, il centrodestra arruola Alternativa popolare del sindaco di Terni Bandecchi

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaIn vista delle prossime partite elettorali, ossia le elezioni regionali che si terranno in Liguria, Umbria ed Emilia Romagna, il centrodestra trova l’accordo con Alternativa Popolare, il partito coordinato dal sindaco di Terni Stefano Bandecchi, patron di Unicusano, e presidente, a tratti vulcanico, della Ternana calcio. In Umbria Bandecchi sosterrà la presidente uscente, la leghista Donatella Tesei, rinunciando così a candidarsi lui stesso alla guida della regione. In Umbria la legislatura terminerà a fine ottobre e le elezioni non sono state ancora fissate. Potrebbe andare al voto per rinnovare il consiglio regionale nelle stesse giornate già decise dall’Emilia Romagna, anche se una data ufficiale ancora non è stata stabilita. La Regione sta valutando infatti una data tra metà novembre e l’inizio di dicembre per le elezioni regionali.L’accordo politico nazionale«Nella giornata di oggi il centrodestra ha raggiunto un accordo politico nazionale con Alternativa Popolare. Grazie a questa intesa Ap porterà il proprio contributo alla coalizione per le prossime elezioni regionali che si terranno in Liguria, Umbria e Emilia Romagna». È quanto dichiarano in una nota congiunta i Responsabili Nazionali dell’Organizzazione del partito, Giovanni Donzelli (FdI), Francesco Battistoni (FI), Alessandro Colucci (Noi Moderati), il Vicesegretario della Lega, Claudio Durigon, il Presidente dell’Udc, Antonio De Poli e il Coordinatore Nazionale di Alternativa Popolare, Stefano Bandecchi. «L’intesa – proseguono – arriva al termine di un lungo e proficuo confronto fra i partiti nel quale si è discusso di come allargare le forze politiche di centrodestra su programmi condivisi con l’obiettivo di ampliare da un lato la base elettorale e, dall’altro, di affrontare con una visione comune di priorità le prossime sfide regionali».Loading… LEGGI TUTTO

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    Open Arms, il pm: diritti umani prevalgono su sovranità. Salvini: ho difeso i confini

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di lettura«La persona in mare è da salvare, ed è irrilevante la sua classificazione: migrante, componente di un equipaggio, passeggero. Per il diritto internazionale della convenzione Sar anche un trafficante di essere umani o un terrorista va salvato poi se è il caso la giustizia fa il suo corso». Così il sostituto procuratore Geri Ferrara durante la requisitoria al processo Open Arms dove è imputato Matteo Salvini per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, in corso nell’aula bunker del Pagliarelli a Palermo, ricostruendo il contesto del diritto nazionale e sovranazionale sui salvataggi in mare.La vicendaMatteo Salvini è imputato per avere impedito, cinque anni fa, lo sbarco a Lampedusa di 147 migranti che erano stati soccorsi dalla ong Open Arms.Loading…Pm: diritti umani prevalgono su sovranitàIl pm ha proseguito: «C’è un principio chiave non discutibile: tra i diritti umani e la protezione della sovranità dello Stato sono i diritti umani che nel nostro ordinamento, per fortuna democratico, devono prevalere». «Tutti i funzionari, tutti i ministri, tutti i testimoni che abbiamo sentito in questo processo hanno detto di non sapere se a bordo della Open Arms ci fossero stati terroristi, armi, materiale propagandistico. Anche i riferimenti ai tentativi di ridistribuzione dei migranti prima del rilascio del pos non può funzionare: non ci può essere subordinazione del rispetto diritti umani e alla ridistribuzione dei migranti. Prima si fanno scendere i migranti e poi si ridistribuiscono: altrimenti si rischia di fare politica su gente che sta soffrendo».Salvini: difendere confini da clandestini non è reatoPronta la replica del leader della Lega, e vice premier: «Oggi a Palermo la pubblica accusa farà le sue richieste al processo che mi vede imputato per sequestro di persona. Rischio fino a quindici anni di carcere per aver mantenuto la parola data agli elettori. Rifarei tutto: la difesa dei confini dai clandestini non è reato. Avanti tutta, senza paura».Pm Ferrara: anche per Piantedosi la Libia non è sicuraDurante la requisitoria il Pm Ferrara ha aggiunto: «Non tutti i Paesi possono essere considerati un porto sicuro, perché non in tutti i Paesi sono vigenti regole democratiche e il rispetto dei diritti umani. La Libia e la Tunisia non sono Paesi in cui si può applicare un pos. Lo dice anche l’attuale ministro degli Interni Matteo Piantedosi che nella sua testimonianza ha riferito che i centri in Libia sono sicuramente centri illegali, mai abbiamo consegnato delle persone ai libici». LEGGI TUTTO

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    Marina Berlusconi incontra Draghi a Milano: politica in fibrillazione

    Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaMario Draghi incontra Marina Berlusconi a Milano. La notizia arriva come un fulmine a ciel sereno e manda subito in fibrillazione la politica. Il colloquio si è svolto nell’abitazione della figlia di Silvio Berlusconi due giorni fa, poco dopo che l’ex presidente del Consiglio aveva presentato il suo rapporto sulla competitività in Europa. Sicuramente, al netto di qualsiasi speculazione, la visita dell’ex governatore della Bce all’imprenditrice cade in un momento delicato per il nostro Paese, anche per le decisioni che saranno prese in vista della legge di bilancio e per la complessa partita che la premier Giorgia Meloni sta giocando con Bruxelles per il ruolo che Raffaele Fitto potrà avere nell’ambito della Commissione Ue.Sia in ambienti di centrodestra, sia in quelli di centrosinistra, c’è la convinzione che sia stato comunque un momento per riflettere sulle implicazioni delle politiche economiche e su come anche il settore privato possa giocare un proprio ruolo nella crescita e nello sviluppo. Temi che probabilmente «Super-Mario» affronterà a Palazzo Chigi, insieme ad altre delicate questioni di attualità, con la presidente del Consiglio che nei giorni scorsi lo aveva invitato per un colloquio a quattr’occhi. Anche se c’è la convinzione in alcuni settori del centrodestra che Meloni non debba aver accolto positivamente la notizia dei colloqui milanesi. Anzi, qualcuno parla di grande irritazione che si aggiungerebbe alla tensione latente che esisterebbe da tempo tra Palazzo Chigi e Mediaset, dopo la vicenda Sangiuliano e lo spazio dedicato dalle tv berlusconiane a Maria Rosaria Boccia. Una situazione che potrebbe far aumentare sensibilmente le diffidenze che serpeggiano tra gli alleati.Loading…I diretti interessati non si espongono, non commentano pubblicamente. Gli unici a parlare sono i portavoce di Marina che, interpellati al riguardo, si esprimono con un laconico concetto: è stato «un incontro di cortesia già pianificato da tempo, oltre che un’occasione di conoscenza reciproca. Rientra nella prassi consolidata di incontri a vari livelli che la Presidente Berlusconi svolge in qualità di imprenditore». Punto. Il resto sono congetture politiche. Alimentate anche dal fatto che all’incontro ha partecipato Gianni Letta, già braccio destro del Cavaliere e inossidabile uomo ombra considerato da tutto il parterre politico nazionale un fondamentale «trait d’union» tra Mediaset, Forza Italia e le realtà economiche e sociali che contano nel Paese. Il «grande tessitore» che è stato visto uscire dalla casa di Marina Berlusconi poco dopo Draghi. In ogni caso, negli ambienti vicini al mondo berlusconiano, si invita a fare poche dietrologie. «Marina Berlusconi è una grande imprenditrice e voleva conoscere l’ex premier», si spiega.Ma è anche vero che la presidente di Fininvest e della Mondadori non ha mai nascosto le simpatie e la stima per il suo ospite: «Ha restituito il giusto peso a valori come serietà, autorevolezza, europeismo», disse in una conversazione con il Corriere della Sera, «con lui ci siamo liberati di molti apprendisti stregoni e siamo tornati all’etica della competenza». E lo stesso Cavaliere ha sempre storicamente tenuto molto in considerazione la figura dell’ex premier, avendolo proposto prima come governatore della Banca d’Italia e poi come presidente della Bce, fino a votare la fiducia al suo Esecutivo presieduto dal febbraio 2021 all’agosto 2022.Così come, negli stessi ambienti, non si nasconde il fatto che l’interlocuzione tra Mario Draghi e Gianni Letta ci sia sempre stata e che proprio negli ultimi tempi si sia particolarmente rafforzata. Ma questo non significa un interesse della famiglia Berlusconi per iniziative politiche dirette. Tant’è – si spiega ancora – che sia Pier Silvio che Marina non hanno mai mostrato la voglia o la disponibilità di scendere in campo. Resta il fatto che l’incontro milanese deve aver spiazzato quei settori del centrodestra vicini alla premier in un momento molto delicato dei rapporti tra i partiti della coalizione di governo. LEGGI TUTTO

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    Libano, intervista al comandante Unifil: tensione crescente tra Israele e Hezbollah, piani di evacuazione aggiornati

    Attualmente la consistenza massima annuale autorizzata dall’Italia per il contingente nazionale impiegato nella missione è di circa 1.200 militari, 350 mezzi terrestri e 6 mezzi aerei.A che punto è il ritorno degli sfollati dai villaggi lungo la linea di demarcazione? Si parla di 90mila persone: mi conferma il numero?Dai colloqui avuti con il sindaco di Tiro, che riveste anche la carica di presidente dell’Unione delle municipalità dell’omonimo distretto, la cifra si aggira intorno alle centomila unità. A queste persone bisognose, che versano in situazioni di particolare disagio poiché costrette ad abbandonare i propri villaggi a causa degli effetti devastanti degli scontri che si protraggono da circa un anno, il 9 settembre è stata destinata un’importante raccolta di beni di prima necessità. Da comandante della Brigata “Sassari” mi sento orgoglioso di questo progetto di cooperazione civile-militare, frutto della grande generosità del popolo sardo e, in particolare, dell’amministrazione comunale di Sant’Antioco. Vale la pena ricordare che Libano e Italia, Libano e Sardegna, Sant’Antioco e Tiro sono orgogliosi della cultura millenaria che li lega sin dai tempi dei Fenici, sentimenti di reciproca vicinanza tra culture, orgogliosamente suggellati con il gemellaggio del 2017 tra la cittadina sarda e la municipalità libanese.Come riuscite a garantire il supporto umanitario alla popolazione, in questa fase in cui le relazioni tra le parti sono così complesse?Come operatori di pace, crediamo che il modo migliore e più immediato per aiutare la popolazione sia quello di proseguire nel dare piena attuazione al mandato e puntare a una de-escalation delle tensioni, in modo che le persone possano tornare alle loro case e ritrovare un po’ di normalità. Confido nei rapporti che noi italiani abbiamo stretto negli anni con le comunità nel Sud del Libano e con le autorità locali. Il successo della strategia d’intervento della componente civile-militare del contingente italiano di Unifil risiede soprattutto nella straordinaria capacità di interazione dei militari italiani con tutte le componenti della società presenti nel variegato mosaico libanese. Quello adottato dai “caschi blu” italiani è un modello d’intervento innovativo ed efficace, che se da una parte punta a un sempre maggiore coinvolgimento di risorse e competenze locali capaci di generare positive ricadute economiche del territorio, dall’altra rafforza la sicurezza e la stabilità nell’area, prevenendo e riducendo possibili tensioni all’interno dell’area di nostra responsabilità.Il Forum tripartito si riunisce regolarmente o l’attuale situazione di crisi ha interrotto il dialogo tra Forza armate israeliane e libanesi?Nell’assenza di relazioni formali tra Israele e Libano, e quindi di un accordo di cessate il fuoco permanente – scopo ultimo della risoluzione Onu – gli incontri tripartito costituiscono l’unico, efficace strumento, cui finora abbiano aderito le parti, per tentare di risolvere delicati aspetti relativi alla sicurezza, attraverso un’opera di mediazione che si attua mediante i rappresentanti di Unifil. L’ultimo incontro, generalmente con cadenza mensile e che viene presieduto dal generale spagnolo Aroldo Lazaro Saenz, capo missione e comandante delle forze di Unifil nel Libano meridionale, si è svolto a settembre dello scorso anno. Continuano, mvece, separatamente, i colloqui bilaterali con entrambe le parti.In quante aree di competenza è suddiviso il Sector West? Quali altri Paesi sono impegnati in questo settore? Qual è l’area di competenza dell’Italia? Le basi sono Shama e Al-Mansouri?Dal 2 agosto la Brigata “Sassari”, alla sua terza missione in Libano con i colori delle Nazioni Unite, ha assunto il comando del contingente italiano e del settore Ovest di Unifil, in cui operano circa 3.500 “caschi blu” di 16 delle 49 nazioni schierate nella regione ovest del “Paese dei cedri”. Il settore Ovest di Unifil è suddiviso in cinque aree d’intervento in cui, oltre al contingente italiano, operano un battaglione della Corea del Sud, uno malese, uno ghanese e uno misto irlandese-polacco. Del contingente multinazionale fanno parte 1.000 militari italiani, oltre 500 dei quali appartenenti alla Brigata “Sassari”, che operano nella basi di Shama, Al Manosuri e nelle basi avanzate UNP 1-31 e UNP 1-32 A ubicate a ridosso della “blue line”.Loading… LEGGI TUTTO

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    Orlando, l’ex «giovane comunista» che vuole riportare la Liguria alla sinistra

    Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaHa rinunciato alla candidatura alle Europee perché la battaglia politica che lo interessa è quella che si consumerà a fine ottobre per il dopo-Toti: così Andrea Orlando, candidato di un “campo largo” per il centrosinistra alle regionali di fine ottobre, riporta il proprio impegno politico dove è cominciata la sua lunga carriera. La Liguria, sua Regione di provenienza. “Liguri, a testa alta” il claim scelto per la sua campagna elettorale.L’esordio con il PciNato a La Spezia, classe 1969, maturità scientifica, Orlando ha esordito nel 1989, ultimo anno del Pci: in quell’anno fu segretario provinciale della Fgci, la federazione dei giovani comunisti. Nel 1990 assume il primo di una serie di incarichi nelle istituzioni che lo porterà a essere tre volte ministro: quell’anno viene letto consigliere comunale della sua città con il Pci. Carica che mantiene, divenendo poi capogruppo al Consiglio comunale, con il Pds alle successive elezioni. Nel 1995 segretario cittadino del Partito e nel 1997 diviene assessore prima alle Attività produttive ed in seguito alla Pianificazione territoriale. Nel 2000 entra nella segreteria regionale dei Ds come responsabile degli enti locali e nel 2001 è segretario provinciale.Loading…L’elezione alla CameraNel 2003 il salto a livello nazionale: entra nella direzione nazionale dei Democratici di sinistra come vice responsabile dell’organizzazione e poi come responsabile degli enti locali (2005). Nel 2006 è responsabile nazionale del partito. Nel 2006 l’esordio in Parlamento con l’elezione da deputato dell’Ulivo. Confluito nel Partito democratico allo scioglimento dei Ds, nell’aprile 2007, ne diviene responsabile dell’organizzazione.Rieletto nel 2008 per il Pd alla Camera, nello stesso anno viene nominato portavoce del partito da Walter Veltroni, incarico che mantiene anche nella segreteria di Dario Franceschini. Nominato nel 2009 da Pierluigi Bersani presidente del Forum Giustizia del partito, diviene membro della commissione Giustizia della Camera (2010). Nel gennaio 2011 commissario del Pd a Napoli. Alle elezioni politiche del 2018 viene rieletto alla Camera e dal 2019 è vicesegretario del Pd. Viene confermato alla Camera alle elezioni politiche del 2022.Quattro volete ministroÈ stato più volte ministro: dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014 alla guida dell’Ambiente, tutela del territorio e del mare del governo Letta. Dal 22 febbraio 2014 al 12 dicembre 2016 ministro della Giustizia del governo Renzi, riconfermato nel governo Gentiloni, fino al 31 maggio 2018. Torna alla guida di un ministero con Mario Draghi che lo sceglie per il dicastero del Lavoro e delle Politiche sociali. LEGGI TUTTO