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    Elezioni regionali in Veneto, chi sono i 5 candidati alla presidenza per il dopo-Zaia

    Il centrodestra compatto punta sul deputato della Lega Alberto Stefani per mantenere la guida del Veneto. Ha appena compiuto 33 anni: è nato il 16 novembre 1992, a Camposampiero (provincia di Padova). La sua carriera politica inizia giovanissimo, quando a 15 anni si iscrive al Carroccio. Diventa coordinatore provinciale di Padova del movimento giovanile del partito e poi coordinatore regionale del movimento universitario. Prosegue l’attività politica mentre studia Giurisprudenza e a 25 anni, nel 2018, viene eletto alla Camera dei Deputati, conquistando il primato del più giovane parlamentare nella storia della Lega. Un anno dopo è sindaco di Borgoricco, sempre nel Padovano, scegliendo di rinunciare all’indennità di ruolo. Riconfermato alle elezioni parlamentari del 2022, nel 2023 è segretario per la Liga Veneta per Salvini Premier e presidente della Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale. Nel 2024 viene nominato vicesegretario federale, insieme a Claudio Durigon. È il fondatore della scuola della formazione della Liga Veneta, Veneto Domani, e si è fatto conoscere per uno stile che cerca di stare lontano dalla violenza verbale e dai toni accesi che caratterizzano spesso il dibattito politico, di fatto proponendosi come un’alternativa ad esempio a Vannacci.

    Per approfondire: Elezioni Veneto, Zaia: “Sarò capolista in tutte le Province”

    Alberto Stefani – ©Ansa More

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    Elezioni regionali Veneto, alle 9.30 su Sky TG24 il confronto fra Manildo e Stefani

    In vista delle elezioni regionali in Veneto, che si terranno il 23 e il 24 novembre 2025, Sky TG24 prosegue la sua copertura editoriale speciale con un nuovo appuntamento de “Il Confronto”, il format che negli anni ha contribuito a rendere la testata un punto di riferimento per il racconto della politica italiana. Dopo i faccia a faccia già andati in onda per le altre regioni, ora è il turno del Veneto: appuntamento per oggi, lunedì 17 novembre, alle 9.30, in diretta dagli studi di Roma Montecitorio, per seguire il duello televisivo che vedrà fronteggiarsi Giovanni Manildo e Alberto Stefani.

    I due candidati
    Giovanni Manildo, già sindaco di Treviso, guida la coalizione di centrosinistra che riunisce il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra e altre liste civiche, con l’obiettivo di conquistare la presidenza della Regione. Alberto Stefani è il candidato della coalizione di centrodestra guidata da Lega per Salvini Premier, in continuità con la presidenza uscente di Luca Zaia, per cui la posta in gioco è alta: mantenere il governo regionale.
    Il format de Il Confronto
    Il confronto è condotto da Giovanna Pancheri e si svolge secondo il format ormai consolidato: stesso tema di domanda per entrambi i candidati e uguale tempo di risposta, una domanda incrociata e, in chiusura, l’appello finale agli elettori. Al termine del faccia a faccia, con ospiti e commentatori, l’analisi sui temi emersi nel dibattito.

    Il racconto delle elezioni su Sky TG24

    In occasione delle elezioni regionali, Sky TG24 arricchisce la propria copertura con gli Instant Poll realizzati in esclusiva da YouTrend, che fotograferanno in tempo reale le scelte degli elettori alla chiusura delle urne, e con il Trovapresidente, la Voting Advice Application su skytg24.it che consente a ciascuno di scoprire il proprio posizionamento politico e i candidati alla presidenza più vicini e più lontani. Un racconto completato da reportage, approfondimenti e inviati sul territorio per seguire passo dopo passo una delle sfide più significative di questa stagione politica. More

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    Mattarella al Bundestag: oltre il 90% di vittime civili. «Non rimanga ignorato e impunito»

    Ascolta la versione audio dell’articoloQuanti morti occorreranno ancora, prima che si cessi di guardare alla guerra come strumento per risolvere le controversie tra gli Stati, che ne faccia uso per l’arbitrio di voler dominare altri popoli? ’Mai più’ è stata l’espressione adottata nella comunità internazionale per condannare l’olocausto ebraico. Oggi assistiamo a ’di nuovo guerra’. Di nuovo razzismo. Di nuovo grandi disuguaglianze. Di nuovo violenza. Di nuovo aggressione”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando al Bundestag tedesco in occasione della Giornata nazionale del Lutto, parlando di “un accrescimento di crudeltà: con l’era atomica, un solo gesto può cancellare una città e l’innocenza stessa del mondo”.“Oggi, secondo le Nazioni Unite – ha continuato – oltre il 90% delle vittime dei conflitti è tra i civili. Questo non può rimanere ignorato e impunito”. Secondo il rapporto reso noto ad aprile dall’Alto Commissariato dell’Onu i rifugiati erano 122 milioni, in aumento di anno in anno, ha ricordato il capo dello Stato sottolineando che “non si tratta di statistiche. Sono volti, persone in cammino, famiglie cancellate, alle quali viene sottratto il futuro che preparavano”.Loading…Arginare pretesa di nuovi dottor Stranamore di armare bombaPer Mattarella “nessuna circostanza eccezionale può giustificare l’ingiustificabile: i bombardamenti nelle aree abitate, l’uso cinico della fame contro le popolazioni, la violenza sessuale. La caduta della distinzione tra civili e combattenti colpisce al cuore lo stesso principio di umanità”. “Da sempre la guerra ambisce a proiettare la sua ombra cupa sull’umanità – ha aggiunto -. Il Novecento ha trasformato la tragedia dei soldati in tragedia dei popoli. Nei borghi d’Europa e nelle città distrutte dai bombardamenti, nelle campagne devastate, milioni di civili divennero bersagli. Deportazioni, genocidi, hanno caratterizzato la Seconda guerra mondiale. Da allora, il volto della guerra non si riflette soltanto in quello del combattente, ma diviene quello del bambino, della madre, dell’anziano senza difesa. E’ quanto accade, oggi, a Kiev, a Gaza”. E per questo, secondo il capo dello Stato occorre rafforzare il multilateralismo “che non è burocrazia, come asseriscono i prepotenti: è l’utensile che raffredda le divergenze e ne consente soluzione pacifica; è il linguaggio della responsabilità comune”. Anche per arginare i “nuovi dottor Stranamore che si affacciano all’orizzonte, con la pretesa che si debba “amare la bomba”. More

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    Manovra 2026, FdI ritira l’emendamento che limitava gli scioperi

    È stato ritirato il contestato emendamento alla Legge di Bilancio che poneva dei paletti agli scioperi. “Occorre intervenire sulla stortura derivante dalla normativa che attualmente regola gli scioperi nel contesto del trasporto pubblico. Sono consapevole che si tratti di un tema complesso e di grande rilevanza – ha dichiarato in una nota il senatore di Fratelli d’Italia Matteo Gelmetti, che aveva proposto la modifica alla Manovra -. Per questa ragione ritengo opportuno ritirare l’emendamento che avevo presentato alla Legge di Bilancio, dove per ragioni oggettive mancano le condizioni per una discussione approfondita e ampia, ripromettendomi di presentare sull’argomento un disegno di legge più articolato, per il quale sono sicuro che sarà possibile quel confronto che adesso mancherebbe”.

    Gelmetti: “Fenomeno di dumping degli scioperi”

    Secondo quanto ha dichiarato il senatore nella nota, “oggi il solo annuncio di uno sciopero, anche da parte di una sigla sindacale minore, comporta che le aziende di trasporto siano costrette a ridurre del 50 per cento il servizio. Questo qualunque sia il reale livello di adesione allo sciopero stesso. Così capita che ad adesioni sindacali irrisorie corrispondano comunque grandissimi disagi per gli utenti”. Per Gelmetti questo è “un vero e proprio fenomeno di dumping degli scioperi che penalizza soltanto gli italiani e non le aziende, visto che il trasporto pubblico è finanziato con risorse dello Stato. Occorre, quindi, per i servizi essenziali come i trasporti pubblici, introdurre un meccanismo che garantisca un equilibrio tra la riduzione del servizio e la reale adesione agli scioperi, nel pieno rispetto del legittimo diritto dei lavoratori di far sentire la propria voce”. More