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Regionali, rottura tra Renzi e Calenda sull’alleanza con il M5s in Toscana

Il campo largo ha un problema al centro. Carlo Calenda si smarca dall’alleanza in Toscana accusando il Pd di aver stretto con il M5s un patto con «tanti desiderata ideologici». «Il Terzo polo – ha ricordato Calenda ai suoi ex alleati di Italia viva – ha fatto la campagna elettorale per il rigassificatore di Piombino e contro il reddito di cittadinanza. ⁦Caro Matteo Renzi,⁩ siamo in Parlamento perché gli elettori hanno votato questo programma non quello della Taverna. Ad ⁦Azione tanto basta». Non la pensa così Matteo Renzi, che esorta Calenda a soprassedere, in nome del bipolarismo e della necessità di fare fronte comune contro il centrodestra («se crediamo nel bipolarismo è evidente che ci si debba alleare con compagni di strada anche lontani dalle nostre idee»). E dal partito dell’ex premier è arrivato l’invito a «stare tutti insieme» per costruire «una casa comune del centrosinistra: caro Carlo, se continuerai a dividere come con il Terzo Polo, sarà l’ennesima occasione persa».

Lo scontro al centro

Torna quindi il braccio di ferro tra le due anime dell’ormai defunto Terzo polo, una dinamica in cui si inserisce il corteggiamento del centrodestra nei confronti di Azione, soprattutto in Campania e in vista della lunga marcia verso le elezioni amministrative a Milano.

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Tridico candidato del campo progressista in Calabria

In attesa che in Puglia si sblocchi la candidatura di Antonio Decaro, nelle ultime ore c’è stato un confronto fra i leader del centrosinistra, tra cui Elly Schlein e Giuseppe Conte, in cui si è parlato soprattutto di Calabria: sabato si riunirà il tavolo regionale della coalizione e in quella occasione dovrebbe essere ufficializzata la candidatura a governatore di Pasquale Tridico, l’europarlamentare M5s su cui si è ormai costruita una solida convergenza. Con l’eccezione dei dubbi manifestati da Italia viva, che potrebbero cadere alla luce delle parole di Renzi sulla necessità di non abbandonare il campo «per la presenza di Cinque Stelle e Avs», per non regalare «il centrosinistra alla sinistra radicale e il Paese alla trimurti Meloni, Salvini, Lollobrigida».

I dubbi di Forza Italia in Toscana

Il quadro in Toscana dovrà essere chiarito entro la metà della prossima settimana, per quando Eugenio Giani ha convocato una riunione di coalizione, la prima con tutti i partiti che lo sostengono a caccia del bis alle elezioni del 12 e 13 ottobre (il Tar ha respinto il ricorso di Democrazia sovrana popolare contro il decreto che ha indetto il voto). Intanto nello schieramento rivale, Alessandro Tomasi (FdI) deve fare i conti con le perplessità sulla composizione della lista civica che lo sosterrà, sollevate da Forza Italia: «Se deve servire a togliere voti, soprattutto io parlo per il mio partito, non ci convince», ha detto il segretario regionale azzurro Marco Stella.

Verso un nuovo vertice nel centrodestra

Perplessità simili, ma con ricadute ben più significative, permangono sul fronte veneto, dove FdI e FI non vedono di buon occhio una lista di Luca Zaia. Ragionamenti che si inseriscono nel braccio di ferro fra il partito di Giorgia Meloni e quello di Matteo Salvini su chi debba indicare il candidato alla successione del governatore uscente. Servirà un nuovo vertice fra i leader, ma per il momento – assicurano più fonti di maggioranza – non ne è previsto a breve uno in Puglia, dove la premier sta trascorrendo alcuni giorni di vacanza.


Fonte: http://www.ilsole24ore.com/rss/notizie/politica.xml


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