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”Non mi riprenderò mai completamente, non tornerò come prima”: Platinette spiega in tv la sua situazione dopo l’ictus

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  • Il 69enne è stato ospite nel salotto di Verissimo nel weekend
  • E’ tornato in tv dopo l’ictus celebrale che l’ha colpito nel 2023

Platinette, all’anagrafe Mauro Coruzzi, è tornato in tv a distanza di quasi 2 anni dall’ictus celebrale che l’ha colpito nel 2023. Ospite nel salotto di Verissimo ha raccontato come sta affrontando la riabilitazione e la logopedia: ”Non perdo l’ironia, ma so che non mi riprenderò mai completamente” ha spiegato.

L’artista ha spiegato: ‘’Immagina se da un giorno all’altro tu perdessi delle capacità che tu credevi fossero tue per sempre, per uno come me he ha iniziato lavorando alla radio 50 anni fa a Parma, trovarsi all’improvviso senza parlare, senza riuscire a muoversi passando giorni e giorni in una completa oscurità. Cosa faccio anche se sopravvivo? La mia vita è comunicazione, cercare di capire gli altri facendo capire me stesso. Tu ti trovi improvvisamente bloccato, come un giocatore senza gambe. Il ricovero è stato lunghissimo, due mesi abbondanti e la rieducazione è stata sia fisica che a livello di parola. Per molte settimane potevo solo scrivere ‘Ho sete’, ‘Grazie’ e poi c’è una componente emotiva forte quando penso con troppa intensità a quello che mi è accaduto. Succede che si ritorna bambini, la logopedia mi sta insegnando a tornare a parlare, ma ho sbalzi d’umore”.

Coruzzi è lucidissimo sul suo futuro: Non so più fare niente, non posso più fare niente. So che non mi riprenderò mai completamente, non tornerò come prima. Io non ho mai perso conoscenza quindi so cosa è successo: stavo facendo fisioterapia mentre mi preparavo per il musical Hairspray. Il fisioterapista ha capito cosa stava accadendo perché non sono riuscito a salutarlo, non uscivano le parole. Lui ha allertato il 118 e dopo 40 minuti ero al Niguarda. L’ictus è la seconda causa di morte in Italia dopo il cancro, bisogna stare attenti a peso e pressione, ma soprattutto bisogna tenere d’occhio lo stress. Io avevo troppo lavoro, troppi lavori insieme e troppa preoccupazione per farli bene. Io non ho una vita privata soddisfacente e la mia realizzazione avveniva solo nel lavoro.’’


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