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”E’ una casa che crolla”: Daria Bignardi parla per la prima volta del divorzio da Luca Sofri

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  • La giornalista, conduttrice e scrittrice 64enne e il collega si sono detti addio nel 2017
  • Solo un anno dopo, nel 2018, lei aveva confermato la rottura: nel 2003 da lui ha avuto Emilia
  • E’ madre anche di Ludovico, nato dal suo matrimonio con Nicola Manzoni nel 1997

Daria Bignardi, giornalista, scrittrice e storica conduttrice del primo Grande Fratello, dedica il suo decimo romanzo al tema della solitudine. Il libro si intitola “Nostra solitudine” ed è edito da Mondadori. Su Sette la 64enne in una lunga intervista in cui racconta la genesi del suo manoscritto, parla per la prima volta del divorzio da Luca Sofri, da cui nel 2003 ha avuto Emilia, la sua secondogenita. E’ madre anche di Ludovico, nato dal suo matrimonio con Nicola Manzoni nel 1997. Sulla rottura confessa: E’ una casa che crolla.

La fine del matrimonio con Sofri l’ha segnata. I due si sono separati nel 1017, ma solo nel 2018 lei aveva confermato l”addio. Daria svela: Il divorzio è una casa che crolla: credo sia stato quello ad avermi riportata ai traumi originari. Senza, forse non sarei arrivata a fare i conti con la mia solitudine”.

La Bignardi poi confida un episodio singolare avvenuto dopo l’addio: Mentre ci stavamo separando, in casa ho creato una specie di altare. Un barbagianni impagliato, pelli di coniglio dei nativi americani, una piuma d’aquila, piante, minerali. Poi, in un negozio di giocattoli, ho comprato delle galline gonfiabili e le ho appiccicate tutte per terra, all’ingresso. I miei figli mi guardavano perplessi. Non sapevo perché lo stessi facendo. Ora ne ha forse capito la ragione: “Facendo questo viaggio nella solitudine, mi sono resa conto che forse, in quel momento di crisi, stavo chiedendo protezione al mondo animale”.

Nel ibro parla anche di patriarcato. “Racconto di quando sono nati i miei figli. Lavoravo tanto: scrivo della fatica che facevo nel cercare di essere la madre perfetta, l’angoscia che provavo”, svela Daria. “Nonostante avessi letto tutta Virginia Woolf e le altre femministe, quando ho avuto una famiglia e dei figli sono stata colpita da un incantesimo: ho dimenticato tutto – aggiunge – Non rimprovero nulla agli uomini che avevo a fianco: a me stessa sì. Perché io queste cose le avevo studiate. In tante donne c’è una vocazione all’accudimento rischiosa. Viene meno lo spazio per elaborare i propri vissuti”.

La sua ragazza, Emilia è diversa: “Mia figlia e le sue amiche le vedo attentissime a non farsi incastrare. Riconoscono, nelle loro mamme e nonne, qualcosa da non replicare. Guardandole, come dice Luisa Muraro, sembra davvero che il patriarcato sia al capolinea. Spero poi non vengano colpite anche loro dall’incantesimo”.


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