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Vannacci accusa la sinistra, Tajani evoca Calabresi: si incendia lo scontro sulla violenza politica

Le reciproche accuse tra centrodestra e centrosinistra, di alimentare un clima di violenza che si dispiega soprattutto sui social, irrompono anche nella campagna elettorale per le regionali. Oggi ci ha pensato Roberto Vannacci, eurodeputato e vicesegretario della Lega, a margine della presentazione delle liste per le elezioni regionali in Toscana, a riattizzare lo scontro. «Il clima che si respira dopo l’omicidio dell’attivista conservatore statunitense Charlie Kirk è una cosa vergognosa: e purtroppo, l’ho scritto anche sui miei social, devo constatare che la violenza è sempre a sinistra» ha detto l’ex generale. «Il minuto di silenzio negato all’Europarlamento di Bruxelles, con tutto l’emiciclo sinistro dell’aula che applaudiva per questa negazione, è stato un indicatore vergognoso della situazione che si è venuta a creare», ha aggiunto Vannacci, secondo cui «questa è la situazione, il clima di violenza è sempre da una stessa parte: noi andiamo avanti, sicuri che il nostro sia l’atteggiamento giusto. Mai una volta abbiamo taciuto di fronte alla violenza, di qualsiasi colore essa fosse stata».

Salvini: odio su social, io non augurerei mai morte

D’accordo con Vannacci si è detto il leader della Lega Matteo Salvini: «Basta scorrere i social in questi giorni o accendere ahimè anche la tv, con gente che dice che Charlie Kirk se l’è cercata. Io al mio peggior nemico non augurerei né di morire né nessun male».

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Tajani: clima da Br? Ricordiamoci l’omicidio Calabresi

Ma la giornata è stata segnata anche dall’intervento del leader azzurro Antonio Tajani. Rispondendo ad una domanda sul parallelo fatto dal ministro Luca Ciriani, responsabile dei Rapporti con il Parlamento, tra il clima attuale e quello delle Brigate Rosse, il vicepremier di Forza Italia ha rilanciato: «Si è iniziato col criminalizzare le persone, ricordiamo la storia del commissario Calabresi» e «fu tutta una campagna orchestrata contro questo funzionario di polizia» che dopo «venne assassinato». Di qui il monito: «Bisogna stare attenti ad aizzare l’opinione pubblica perché non è detto che sia per forza un militante politico a compiere atti criminali»

La presa di posizione di Meloni

Nel centrodestra, del resto, dopo l’omicidio Kirk, è tutto un levare gli scudi. A partire dalla premier. Un passaggio ampio dell’intervento alla festa dell’Udc è stato dedicato alle reazioni nel mondo politico all’omicidio dell’attivista politico repubblicano negli Usa. «Odio e la violenza politica stanno tornando drammaticamente una realtà, facendo venire molti nodi al pettine» ha denunciato Meloni che ha ricordato di provenire «da una comunità politica che spesso è stata accusata di diffondere odio, guarda un po’ dagli stessi che festeggiano e giustificano l’omicidio intenzionale di un ragazzo che aveva la colpa di difendere con coraggio le sue idee». Di qui l’affondo: «Io credo che sia arrivato il momento di chiedere conto alla sinistra italiana di questo continuo minimizzare o addirittura di questo continuo giustificazionismo della criminalizzazione, della violenza nei confronti di chi non la pensa come loro. Perché il clima anche qui in Italia sta diventando insostenibile ed è ora di denunciarlo ed è ora di dire chiaramente che queste tesi sono impresentabili, pericolose, irresponsabili e antitetiche a qualsiasi embrione di democrazia».


Fonte: http://www.ilsole24ore.com/rss/notizie/politica.xml


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