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Ucraina, manovra e rebus regionali: inizia il settembre “caldo” della premier Meloni

Le trattative internazionali sulle garanzie di sicurezza per l’Ucraina, e quelle interne al centrodestra sulla manovra: sono i due tavoli su cui sono destinate a concentrarsi le attenzioni di Giorgia Meloni a settembre. Che si annuncia un mese decisamente caldo, considerando che si chiuderà con il voto nelle Marche, dove la premier è attesa per l’evento finale della campagna elettorale con gli altri leader di centrodestra. E prima, con Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi, dovrà sedersi per definire il quadro dei candidati per le altre sfide Regionali, a partire dal Veneto, su cui si avvicina l’ora delle scelte.

Ucraina, gli spazi di azione dell’Italia

 L’ultima giornata di agosto della presidente del Consiglio è cominciata con un post su Facebook: un messaggio semplice, «buona domenica», accompagnato da un selfie, con occhiali da sole e cappellino con la scritta “Italia original 1861” (l’anno dell’unità), che molti sui social hanno interpretato come la risposta meloniana ai berretti da baseball sfoggiati da Donald Trump. La settimana si aprirà con un vertice degli europei che partecipano alla coalizione dei volenterosi, ma al momento l’appuntamento non risulterebbe nell’agenda di Meloni, che la scorsa settimana ha chiarito ai partner i margini di manovra accettabili per l’Italia: monitoraggio con aerei radar e sistemi satellitari, addestramento delle truppe ucraine, ed eventualmente sminamento dei fondali, ma tutto al di fuori dei confini terrestri e marittimi dell’Ucraina. E senza truppe italiane sul terreno. Un concetto su cui da settimane insiste Matteo Salvini. «Che tutti ascoltino le parole del Santo Padre!», esorta il leader della Lega, commentando l’appello alla pace in Ucraina lanciato dal Papa all’Angelus, con l’invito ai «responsabili» affinché «rinuncino alla logica delle armi e imbocchino la via del negoziato». Gli scenari su questo fronte saranno fra i temi al centro dell’incontro che Meloni avrà giovedì con il nuovo presidente della Polonia Karol Nawrocki, il conservatore che a giugno ha battuto il filo-europeista, Rafał Trzaskowski.

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Nodo regionali

 La crisi ucraina, quella di Gaza e il dossier dazi sono inoltre le questioni di politica estera su cui le opposizioni chiedono di avere un confronto parlamentare in Aula con la premier, il ministro degli Esteri Tajani e quello degli Affari europei Tommaso Foti, come hanno sollecitato i capigruppo di Pd, M5s, Iv e Avs in una lettera al presidente del Senato Ignazio La Russa, che li incontrerà martedì pomeriggio a Palazzo Madama. Il governo invece si riunirà giovedì per il Consiglio dei ministri, e non è escluso che possa essere anche la giornata per un vertice dei leader di centrodestra sulle regionali.

Il perimetro della manovra

Nei prossimi giorni è poi atteso uno fra Meloni, i vicepremier e Roberto Calderoli, da cui lo stesso ministro per gli Affari regionali si attende la definizione delle pre-intese sull’Autonomia differenziata con Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria, da chiudere «prima del 21 settembre». Ovvero prima della tradizionale festa della Lega a Pontida. L’altra data cerchiata in rosso la prossima settimana è quella del 5 settembre, quando arriveranno i dati sulle entrate di luglio, utili a capire quale potrebbe essere l’andamento anche dei mesi successivi e ricavarne le proiezioni per l’anno prossimo. Un elemento fondamentale per iniziare a definire il perimetro di risorse della manovra, di cui inevitabilmente parlerà fra una settimana il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

Previdenza e costi energetici

Tra FdI, Lega e FI è già iniziato il confronto, e una delle direttive condivise dovrebbe essere il rafforzamento della previdenza complementare. Tra gli obiettivi a breve termine fissati da Meloni, come ha spiegato al Meeting di Rimini, c’è poi un intervento a sostegno delle imprese per «l’abbassamento strutturale del costo dell’energia che pesa come un macigno sulla competitività». Lo strumento sarà un decreto legge a cui sta lavorando il ministero dell’Ambiente, che potrebbe arrivare nelle prossime settimane in Consiglio dei ministri.


Fonte: http://www.ilsole24ore.com/rss/notizie/politica.xml


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