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”Guidavo a velocità elevatissima, Pino mi ha tenuto la mano per tutto il tempo”: Amanda Bonini, ex di Daniele racconta la drammatica corsa verso Roma dopo l’infarto

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  • La 59enne parla per la prima volta nel libro di Pietro Perone dedicato al famosissimo cantautore
  • L’artista è deceduto il 5 gennaio del 2015: aveva 59 anni

Parla per la prima volta. Amanda Bonini, ex di Pino Daniele, racconta la drammatica corsa verso Roma dopo l’infarto. Lo fa nel libro di Pietro Perone dedicato al famosissimo cantautore, “Pino Daniele. Napoli e l’anima della musica, dal mascalzone latino a GioGiò”, edizioni San Paolo 2024. L’artista è deceduto il 5 gennaio del 2015: aveva 59 anni.

Pino viveva con lei, maestra elementare, a Magliano, paesino della Toscana dove si era trasferito e dove ora si trovano le sue ceneri. Lui di Amanda aveva detto, come ricorda il Corriere della Sera, che riporta alcuni stralci del libro: La mia nuova compagna è all’antica come me. Dopo due famiglie non smetto di credere nell’amore perché se smetti di crederci non vivi più. E poi non sono uno che consuma l’attimo, ho bisogno di un futuro fatto di certezze… Mi definisco all’antica. E la mia nuova compagna la pensa esattamente come me”.

La Bonini ripercorre quegli attimi tragici in cui lui aveva deciso di cercare di ‘salvarsi’ a Roma: “Pino era perfettamente cosciente e continuava a chiedere di salire in auto per raggiungere l’ospedale Sant’Eugenio di Roma. Era convinto che solo l’équipe del suo cardiologo lo avrebbe salvato. Lui, e nessun altro, diceva, conosce le condizioni del mio cuore, sa come intervenire. Lo paragonava a quei meccanici che smontano e rimontano per anni lo stesso motore in cui altri non riuscirebbero mai più a raccapezzarsi”. 

La donna svela: Durante il drammatico viaggio, in cui ho guidato a velocità elevatissima, Pino è rimasto vigile, mi ha tenuto la mano per tutto il tempo, fino a quell’ultima doppia stretta, l’estremo saluto, il suo ciao”.

“Hanno detto che ho sbagliato ad assecondarlo, che dovevo impormi e aspettare l’ambulanza. Avrei provocato la sua ira e fatto precipitare la situazione. Piuttosto, ancora oggi non mi spiego perché dal Sant’Eugenio non sia partito un mezzo di soccorso cardio-assistito che ci venisse incontro… ho chiesto più volte di inviare un’ambulanza”, aggiunge Amanda.

L’ho conosciuto in un momento in cui era chiuso dentro di sé, si mostrava guardingo, come un pugile in posizione di guardia, deluso”, racconta Amanda. Con lei Pino desiderava ‘normalità’, così dice: Stava riassaporando il sale della vita di strada, quella della gente comune. Gli piaceva molto questa sensazione, era per lui un tuffo nelle sue origini. La dimensione della metropoli iniziava però ad andargli stretta: non sopportava il traffico, il trambusto sotto casa e dopo poco mi ha chiesto di andare a vivere con lui a Magliano, meno distante dalla mia scuola”. 


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