All’indomani del voto in Valle d’Aosta e della netta vittoria degli autonomisti dell’Union valdôtaine, i partiti nazionali guardano con un rinnovato interesse alla piccola regione alpina. L’obiettivo è piantare la propria bandierina ai piedi delle Alpi. In un nord Italia interamente a guida del centrodestra, finora la Valle d’Aosta è rimasta l’ultima enclave “progressista”. Il Pd – fedele alleato dell’Uv nelle ultime legislature – ha già espresso l’auspicio che «si confermi l’attuale alleanza».
Ad Aosta ballottaggio il 12 ottobre tra autonomisti-Pd e centrodestra
Alleanza che è stata stretta ad Aosta, dove il candidato sindaco della coalizione, l’ingegnere Raffaele Rocco, è in vantaggio di due punti e mezzo (45,2% contro 42,6%) sull’avversario di centrodestra, il commerciante Giovanni Girardini: la sfida si deciderà al ballottaggio del 12 ottobre.
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Le sirene di Forza Italia: pronti a governare
Le sirene per l’Union valdotaine, però, arrivano in regione anche dal centrodestra. E suonano forte. Il leader di Fi Antonio Tajani chiarisce su X il posizionamento del suo partito: «In Valle d’Aosta abbiamo ottenuto il miglior risultato della nostra storia. Forza Italia è ormai una forza politica consolidata, in grado di rappresentare le categorie produttive, le associazioni, le famiglie appartenenti al ceto medio e anche il mondo autonomista. Pronti a dare il nostro contributo per il governo della Valle d’Aosta». E la coordinatrice regionale degli azzurri, Emily Rini, conferma: «Siamo pronti a parlare con tutte le forze presenti sul territorio». Anche Marialice Boldi, segretario della Lega Valle d’Aosta, si è detta disponibile a sedersi ad un tavolo di trattative.
Fdi esclude accordo con Uv
Un accordo con l’Union valdotaine vorrebbe però dire la fine del centrodestra unito nella regione alpina: difficile immaginare infatti un accordo tra Fratelli d’Italia e il Leone Rampante, per una “incompatibilità” politica accentuatasi in campagna elettorale. «Io non ho motivi per pensare che il centrodestra valdostano non debba rimanere unito, perché sarebbe un po’ un tradimento nei confronti degli elettori. Il fatto che abbiamo raggiunto quasi il 30% come coalizione ci dovrebbe indurre a continuare su questa strada e a contrastare l’Uv o dialogare a seconda degli scenari» osserva Alberto Zucchi, presidente di Fdi Valle d’Aosta. Facile che della questione vengano investiti i vertici nazionali dei tre partiti per trovare una linea comune.
Union Valdotaine pronta a trattare
Il presidente della Regione, Renzo Testolin, mette le mani avanti, benché – ammette – «sia un po’ prematuro fare delle valutazioni» sulle future alleanze: «Credo che ci sia da fare una riflessione all’interno del movimento innanzitutto – dichiara – e poi costruire un percorso che debba essere quello della maggior stabilità possibile e di una governabilità a tutti i livelli». Nelle sue parole si può forse leggere anche l’interesse a creare un “ponte” con il Governo centrale, la cui assenza nella passata legislatura è stata causa di vari problemi per l’amministrazione valdostana. Finiti i festeggiamenti l’Union valdotaine, all’insegna del motto “ni droite ni gauche”, si prepara ad aprire i tavoli. E a scegliere i prossimi compagni di viaggio