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Regionali, il centrodestra guarda al Veneto con l’incognita Zaia

Archiviata la sconfitta in Toscana data per scontata fin dall’inizio, il centrodestra scalda i motori per il mini-election day di fine novembre in Veneto (vittoria facile), Puglia (sconfitta certa) e Campania (si punta almeno al buon risultato) che andrà guardato in controluce per vedere l’esito della competizione interna tra gli alleati che sostengono il governo Meloni. Le strategie in ciascuna delle tre regioni saranno molto diverse. Intanto la Lega ha fatto la scelta di eliminare “Salvini premier” dai simboli locali: in Campania si presenta come “Lega – Cirielli presidente”, in Puglia con “Lega-Lobuono presidente”. E anche in Veneto, dove l’intesa raggiunta dai leader la scorsa settimana aveva come corollario anche il no al nome di Zaia nel simbolo, dovrebbe comparire “Lega – Stefani presidente”.

Al via la campagna elettorale in Veneto

Alberto Stefani, il giovane deputato, a capo del partito regionale e vice nazionale di Matteo Salvini, si prepara all’apertura ufficiale della campagna mercoledì a Padova, nel palazzetto che di solito ospita i concerti. Il leader leghista sarà con lui sul palco e così farà Luca Zaia. E lì, secondo le attese che si registrano sul territorio, Zaia potrebbe anche finalmente svelare che ne sarà del suo futuro. Nel suo partito e tra gli alleati sono tutti pronti a scommettere che scenderà in campo come capolista per il Consiglio regionale, nonostante le rimostranze che non ha perso occasione di esplicitare negli ultimi giorni.

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L’irritazione di Zaia

«Se sono un problema vedrò di renderlo reale, il problema. Cercherò di organizzarmi in maniera tale da rappresentare fino in fondo i veneti» le parole che va ripetendo. Le sue stoccate dai leghisti vengono attribuite a malumori nei confronti di Fratelli d’Italia – che ha sì ceduto sul governatore ma ha prenotato tutti i posti che contano in giunta e messo il “veto” su l’oramai quasi ex governatore. Non solo non potrà correre con una sua lista ma il suo cognome non comparirà neppure nel simbolo della Lega. Il Doge continua a mantenere il mistero: «Il futuro? lo comunicherò quando sarà l’ora». Ma in tanti continuano a vedere una staffetta Stefani-Zaia in parlamento, visto che il candidato leghista se diventasse presidente (ma nel centrodestra nessuno antepone il se) libererebbe un collegio uninominale per il quale scatterebbero le elezioni suppletive. In Veneto ad ogni modo dove non dovrebbe esserci una lista “Stefani” ma potrebbe esserci una lista “autonomista”.

Gli obiettivi di Fdi

«Salvini recupererà in Veneto» la batosta toscana, dicono gli alleati. Ma sarà da vedere anche il piazzamento di Forza Italia, soprattutto al Sud. Mentre il partito di Giorgia Meloni in territorio veneto conta di fare una buona performance, pur nella consapevolezza di non poter replicare i rapporti di forza delle politiche e delle europee (dove Fdi ha superato il 37%), anche perché «il candidato ha un effetto traino».

La partita in Campania

Lo stesso che i meloniani puntano ad avere in Campania, dove Edmondo Cirielli sta ultimando a sua volta le liste. In corsa, nonostante gli ultimi dinieghi in pubblico e il coté di polemiche, ci sarà quasi sicuramente anche l’ex ministro Gennaro Sangiuliano (probabile capolista a Napoli). La coalizione qui presenterà una lista del presidente e una civica (in sostanza sempre del presidente) o forse due, accanto a quelle dei partiti.


Fonte: http://www.ilsole24ore.com/rss/notizie/politica.xml


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