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    Pechino mette Nvidia nel mirino: aperta un’indagine per sospetto monopolio

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    I punti chiave

    La Cina alza la posta nella competizione globale sui semiconduttori, puntando il dito contro il gigante americano Nvidia. Secondo i media statali di Pechino, la State Administration for Market Regulation, il massimo organismo di regolamentazione del mercato cinese, ha avviato un’indagine antitrust contro Nvidia, leader mondiale nei microchip per l’intelligenza artificiale. L’azienda sarebbe accusata di violare le leggi anti-monopolio della Repubblica Popolare, anche in relazione all’acquisizione della compagnia israeliana Mellanox Technologies. Questo sviluppo non solo minaccia di alterare gli equilibri del mercato globale dei semiconduttori, ma ingigantisce ulteriormente le tensioni economiche tra Cina e Stati Uniti.Le tensioni politicheLe tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina continuano a influenzare il settore tecnologico globale, con Nvidia al centro del dibattito. Nel 2020, Pechino aveva concesso un’approvazione condizionata all’acquisizione da 6,9 miliardi di dollari di Mellanox Technologies da parte del colosso californiano, ma nuove contestazioni sono emerse. La mossa è interpretata come una risposta della Cina alle recenti restrizioni statunitensi sull’export di microchip, che limitano il Dragone nell’accesso alle tecnologie avanzate per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e delle applicazioni a doppio uso, civile e militare. Nonostante l’importanza del mercato cinese, che rappresenta circa il 15,4% del fatturato trimestrale di Nvidia, l’azienda può esportare solo versioni ridotte delle sue tecnologie IA, a causa dei vincoli imposti da Washington per frenare i progressi tecnologici di Pechino.Nvidia a Wall StreetLe incertezze generate da questi sviluppi si riflettono negativamente sul valore di Nvidia a Wall Street, dove il titolo registra un calo del 3,16%. A incidere è anche l’indagine antitrust avviata dalla Cina, che potrebbe rappresentare un ostacolo significativo per l’azienda in un mercato chiave. L’escalation delle tensioni tra le due potenze, tra restrizioni commerciali e controlli normativi, non solo mette a rischio i ricavi di Nvidia, ma evidenzia anche l’interdipendenza strategica tra Stati Uniti e Cina nel settore dei semiconduttori. LEGGI TUTTO

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    Attenzione alla truffa delle scatolette: ecco come difendersi

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    I punti chiave

    La truffa delle scatolette è un inganno vecchio quanto il mondo, ma sempre attuale, specialmente nelle grandi città turistiche. Questo schema, variante del gioco delle tre carte o delle tre campanelle, si basa su un principio semplice ma efficace: illudere la vittima che vincere sia facile. Tuttavia, il risultato è sempre lo stesso: il malcapitato perde il denaro.Come funziona la truffaPer mettere in atto la truffa, è necessario un contesto favorevole: un luogo affollato, un ambiente caotico e una squadra di complici che contribuisca a rendere credibile l’illusione di vittoria. Alcuni fingono di essere spettatori, altri partecipano fingendo di vincere, rafforzando la fiducia del bersaglio nella possibilità di successo. Questa frode è progettata per sfruttare l’avidità e la disattenzione delle vittime. Il principio è apparentemente banale: sotto uno dei tre contenitori viene nascosta una biglia, e il giocatore deve indovinare dove si trova. Tuttavia, l’intera operazione è orchestrata con destrezza e rapidità, rendendo impossibile individuare la posizione corretta.La truffaChi guida il gioco manipola i movimenti con tale abilità da far sparire la biglia senza che l’occhio riesca a seguirne il percorso, creando l’illusione di una possibilità di vincita che in realtà non esiste. I complici, mescolati tra la folla, alimentano l’inganno fingendosi giocatori vincenti, convincendo così gli spettatori a tentare la sorte. L’intento dei truffatori è chiaramente quello di approfittare dell’inesperienza o della fiducia dei turisti, che finiscono per scommettere somme di denaro, ignari del fatto che l’esito sia già deciso. Questo sistema, mascherato da intrattenimento, sfrutta abilmente la velocità dei movimenti e la confusione per attirare le vittime, trasformando un’apparente occasione di fortuna in una perdita sicura. LEGGI TUTTO

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    “Mercosur, Berlino ci svende per sostenere meglio l’auto”

    Ascolta ora Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia. Lei rappresenta il settore agroalimentare italiano: perché sostiene che l’accordo di Bruxelles con il Mercosur è un problema? «Perché con la totale assenza di reciprocità delle regole mette a rischio i produttori e soprattutto i consumatori europei. Alcuni esempi pratici. La normativa sudamericana permette l’utilizzo di […] LEGGI TUTTO

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    Condominio: come funziona il bonus gas

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    Per le famiglie in condizioni economiche di difficoltà è previsto sulle bollette elettriche, tra cui quelle del gas, un bonus a copertura delle spese da sostenere.Nei condomini in cui è presente un impianto centralizzato le spese vengono ripartite (come scritto in un precedente articolo de IlGiornale.It) per millesimi; ma anche in questo caso l’Arera (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente) ha previsto un aiuto economico specifico per gli impianti condominiali che, però, riguarderà solo coloro i quali siano in possesso di determinati requisiti reddituali.Vediamo di cosa si tratta e come richiederlo.Di cosa si trattaSi tratta di un contributo economico statale, gestito dall’Arera, rivolto alle famiglie e persone in difficoltà economiche per abbattere i costi della bolletta condominiale del gas e del riscaldamento domestico.Sono previsti, dunque, dei criteri di accesso che sono legati all’Isee; possono accedere al bonus, difatti, coloro i quali abbiano un Indicatore della Situazione Economica non superiore a 9.530 euro o, nel caso di famiglie con 4 o più figli a carico, un reddito non superiore a 20mila euro.Gli altri requisiti necessari sono che, logicamente, la fornitura condominiale di gas risulti attiva e che riscaldamento sia destinato a locali ad uso residenziale, cioè abitativo.A quanto ammontaCome ricorda l’Arera, Il valore del bonus sociale gas dipende:dal numero di componenti del nucleo familiare indicati nella DSU;dall’uso che si fa del gas (acqua calda sanitaria e/o cottura cibi, uso riscaldamento, oppure entrambi i tipi di utilizzo);dalla zona climatica in cui è localizzata la fornitura.Lo sconto in bolletta dipende, dunque, anche dalla cosiddetta zona climatica, cioè le aree territoriali determinate sulla base dei gradi/giorno calcolati per singolo territorio.Come richiederloPoiché il bonus viene riconosciuto per 12 mesi, per i nuclei che nel 2024 hanno ancora in corso di erogazione il bonus riconosciuto in base all’attestazione ISEE del 2023 (compresa tra 9.530 e 15mila euro), troveranno in bolletta un valore pari all’80% rispetto a quelli indicati nelle tabelle precedenti.Qualora invece non si sia mai richiesto il bonus, la prima cosa da fare è richiedere e presentare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) e ottenere un’attestazione ISEE sottosoglia. LEGGI TUTTO

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    Valle d’Aosta, elisoccorso in prima linea

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    La Valle d’Aosta, meta ideale di chi fugge dal traffico delle città, conquista ogni anno sempre più vacanzieri da ogni parte del mondo, con un’offerta turistica articolata, tra sport invernali ed escursioni in alta quota, proposte culturali ed enogastronomiche.Autentico Tetto d’Europa, è circondata dalle più alte vette d’Europa: il Monte Bianco, il Monte Rosa, il Cervino e il Gran Paradiso. La moltitudine di gente qui attratta non sempre però è preparata ad affrontare le difficoltà inaspettate che l’ambiente alpino può prospettare, cimentandosi spesso in attività al limite delle proprie capacità. Per tale motivo, in questo territorio dove l’intensità e la coesistenza di attività sportive, ricreative o lavorative possono comportare rischi elevati per l’incolumità delle persone, il servizio dell’elisoccorso risulta irrinunciabile.A tal punto da essersi di recente rafforzato: nel novembre 2023, con l’avvio dei voli notturni, e poi, nel luglio 2024, con l’introduzione delle «operazioni speciali» notturne: missioni in aree impervie e prive di spazi sufficienti per l’atterraggio che, per permettere lo sbarco del personale in prossimità del paziente da soccorrere, richiedono l’utilizzo del verricello (un argano dotato di una lunga fune, capace di reggere fino a tre persone).Valerio Segor, Capo della Protezione civile regionale, l’ente che mette a disposizione gli elicotteri per le attività di pronto intervento affidate al Soccorso Alpino Valdostano, sottolinea un significativo potenziamento del servizio: «In cinque mesi abbiamo ridotto i tempi d’intervento, fattore cruciale in situazioni in cui occorre agire con massima rapidità. Dal primo gennaio a oggi abbiamo portato a termine oltre 1.700 missioni, di cui 180 notturne. Nell’ultimo decennio, gli interventi annuali sono aumentati del 150%: un miglioramento epocale per la sicurezza del territorio valdostano, dove operiamo a una quota media di 2.500 metri».L’equipaggio dell’elisoccorso, composto da un pilota, un tecnico verricellista, un medico e due tecnici specializzati di Soccorso Alpino (a cui si aggiunge, in caso di valanga, l’unità cinofila), è preparato per operare in situazioni estreme. Paolo Comune, direttore del Soccorso Alpino Valdostano, specifica che: «Per diventare tecnico specializzato di Soccorso Alpino occorre portare a termine un programma di addestramento altamente selettivo, a garanzia dei più elevati standard di sicurezza: dall’arrampicata su roccia, al canyoning, ai recuperi su ghiacciai, fino al training su elicottero».In Regione, l’elisoccorso può contare su due elicotteri AW139 (denominati SA1 e SA2, dove SA significa Soccorso Aereo), prodotti da Leonardo ed operati da Airgreen, società piemontese specializzata in attività HEMS. SA1 è attivo tutto l’anno, mentre SA2 entra in scena nei periodi di maggior afflusso turistico. Entrambi totalmente dedicati alle attività sanitarie d’emergenza e a quelle di ricerca e salvataggio, gli AW139 sono in grado di effettuare interventi complessi, come la ricerca in valanga e il recupero di escursionisti bloccati in parete, e di garantire prestazioni eccellenti anche con meteo avverso e alle altitudini riscontrabili in Valle d’Aosta, dove la complessità del sorvolo in quota è estrema e il mezzo con cui si interviene fa la differenza. LEGGI TUTTO

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    Leonardo guida la flotta degli aiuti in Italia. Ecco gli elicotteri al lavoro nel nostro Paese

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    Il territorio italiano è suddiviso in venti regioni, ognuna delle quali è responsabile dell’organizzazione e della gestione del proprio servizio di elisoccorso. Le circa 50 basi Hems (Helicopter Emergency Medical Services) condividono vari aspetti organizzativi e operativi, come l’equipaggio, composto da personale aeronautico (uno o due piloti), sanitario (un medico e un infermiere) e tecnico (un operatore d’elisoccorso e, laddove applicabile, un verricellista) ed i modelli di elicottero utilizzati, tra cui gli AW139 e AW169 prodotti da Leonardo, il colosso dell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza.In Italia, l’industria dell’elisoccorso è andata via via evolvendosi verso una sempre maggiore specializzazione, attraverso mezzi appositamente progettati per tale missione. Si è passati da aeromobili spogli, utili al solo trasporto di persone, a elicotteri allestiti come sale di rianimazione.La prima azienda a comprendere tale cambiamento è stata Leonardo, dedicando, all’inizio degli anni 2000, ingenti investimenti allo sviluppo tecnologico dei suoi elicotteri. Ne sono esempio l’AW139, campione di vendite, con ordini per oltre 1.400 unità in tutto il mondo, e l’AW169, più piccolo dell’AW139, da cui ha però ereditato caratteristiche hi-tech all’avanguardia. Il contributo di Leonardo per la salvaguardia delle comunità non si limita agli elicotteri. Per supportare e rendere più efficaci le missioni di ricerca e salvataggio, l’azienda ha infatti sviluppato un algoritmo d’intelligenza artificiale: G4SAR (Ganimede for Search and Rescue), impiegato dai droni del Soccorso Alpino Valdostano. LEGGI TUTTO

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    I big esteri sempre più a guida italiana

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    I cacciatori di teste guardano sempre più all’Italia. Il genio tricolore spopola oltreconfine non solo per ottenere posti di lavoro maggiormente remunerati, ma anche perché capace, nei posti chiave e di comando delle imprese estere, di risollevarne spesso le sorti. Ad essere apprezzata è, in particolare, la flessibilità e la capacità di adattamento a contesti diversi dei nostri manager, che più degli altri sono capaci di integrarsi con culture aziendali a volte agli antipodi.Moda e lusso sembrano essere gli ambiti in cui il manager italiano è più ambito. «Creatività, istinto e passione sono la marcia in più che fa la differenza e ciò che rende così appetibili i manager italiani all’estero», raccontava Donatella Versace. E lo sanno bene aziende come Audemars Piguet, Yves Saint Laurent, Kering, Dior, Stuart Weitzman ed Estée Lauder che, negli anni, hanno deciso di affidare la gestione a professionisti italiani. Da Alessandro Bogliolo a Francesca Bellettini, da Fabrizio Freda (che dopo 16 anni come ceo, nel 2025 diventerà advisor del gruppo) e Pietro Beccari, che è il primo manager italiano alla guida di Louis Vuitton.In particolare, Francesca Bellettini si è rivelata per Yves Saint Laurent una carta vincente, ed è ricordata come la manager che ha portato il gruppo a superare la soglia dei mille milioni di ricavi. Non a caso, dal 2023 Bellettini è deputy ceo del gruppo Kering. Alessandro Bogliolo, dal canto suo, dopo aver guidato Tiffany, è stato fortemente voluto dal marchio di orologi di lusso svizzero Audemars Piguet.Fuori dalla Moda, Luca Maestri – che a fine anno lascerà il suo ruolo e che sarebbe tra i candidati per guidare Stellantis nel post Carlos Tavares – è uno dei principali rappresentanti del fare impresa all’estero, avendo contributo ai tanti successi di Apple come direttore finanziario. Tra i più navigati e noti anche Luca De Meo, dal 2020 ad del gruppo Renault. Sempre nel mondo auto, Antonio Filosa, cinquantenne manager nato a Napoli è il primo italiano a guidare Jeep; Rolando D’Arco, dopo essere stato country manager e amministratore delegato in Francia per Fca Capital France, dal 2021, è stato nominato ceo di Leasys. Un italiano, Carlo Mearelli, è anche alla guida della Fict, la Federazione europea dei manager dei trasporti.Se si scorre la classifica di Forbes delle maggiori società quotate mondiali si vede che, esclusi i gruppi asiatici, negli altri il tasso di italianità è importante: dieci delle prime 51 società hanno nei loro vertici massimi almeno un manager nato nella Penisola. In alcuni casi, come Vodafone, si tratta del capo mondiale: Margherita Della Valle è l’amministratore delegato del big delle tlc dall’aprile del 2023.L’Italia vola alto anche in Spagna dove Il nuovo comandante alla guida della spagnola Iberia, una delle compagnie più profittevoli in Europa, è Marco Sansavini. Nella finanza, che ha spesso visto italiani in posizione chiave in gruppi mondiali, Mario Greco, è da quasi tre anni amministratore delegato del gruppo assicurativo svizzero Zurich, dopo aver guidato la concorrente Generali. LEGGI TUTTO

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    L’asse Amundi-Allianz finisce in stallo. Scontro sulla governance

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    Mentre Generali stringe sulle trattative con la francese Natixis e vorrebbe arrivare a chiudere entro la fine di gennaio, un altro importante tassello del risiko del risparmio gestito europeo conosce una battuta d’arresto. I colloqui tra la francese Amundi (di proprietà del Credit Agricole, che si sta mettendo di traverso alla scalata che Unicredit ha lanciato su Banco Bpm) e Allianz Global Investors, per la creazione di un super colosso del risparmio da 2.800 miliardi di asset in gestione, si sarebbero incagliati dopo un anno di trattative, a questo punto non si sa se momentaneamente o definitivamente. Secondo le ricostruzioni di Financial Times e stampa tedesca, i due gruppi non sarebbero riusciti a trovare una quadra sulla struttura e la governance che avrebbe dovuto assumere la nuova società: il vero punto è sul chi avrebbe dovuto comandare la nuova realtà allargata. Probabilmente i tedeschi di Allianz, che hanno una divisione di gestione patrimoniale da 560 miliardi di asset, non avrebbero voluto consegnarsi totalmente ai francesi di Amundi, anche se questa realtà ha un portafoglio da 2.200 miliardi. Sta di fatto che Allianz sta cercando un partner per aumentare la massa critica nel risparmio gestito e, alla fine, non è escluso che il dialogo possa ripartire oppure che qualcuno possa inserirsi. Del resto, l’industria dei fondi – attaccata sui margini dall’avvento di robo-advisor ed Etf – ha bisogno di aumentare la dimensione dei gruppi per recuperare marginalità. LEGGI TUTTO