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    Ucraina, manovra e rebus regionali: inizia il settembre “caldo” della premier Meloni

    Ascolta la versione audio dell’articoloLe trattative internazionali sulle garanzie di sicurezza per l’Ucraina, e quelle interne al centrodestra sulla manovra: sono i due tavoli su cui sono destinate a concentrarsi le attenzioni di Giorgia Meloni a settembre. Che si annuncia un mese decisamente caldo, considerando che si chiuderà con il voto nelle Marche, dove la premier è attesa per l’evento finale della campagna elettorale con gli altri leader di centrodestra. E prima, con Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi, dovrà sedersi per definire il quadro dei candidati per le altre sfide Regionali, a partire dal Veneto, su cui si avvicina l’ora delle scelte.Ucraina, gli spazi di azione dell’Italia L’ultima giornata di agosto della presidente del Consiglio è cominciata con un post su Facebook: un messaggio semplice, «buona domenica», accompagnato da un selfie, con occhiali da sole e cappellino con la scritta “Italia original 1861” (l’anno dell’unità), che molti sui social hanno interpretato come la risposta meloniana ai berretti da baseball sfoggiati da Donald Trump. La settimana si aprirà con un vertice degli europei che partecipano alla coalizione dei volenterosi, ma al momento l’appuntamento non risulterebbe nell’agenda di Meloni, che la scorsa settimana ha chiarito ai partner i margini di manovra accettabili per l’Italia: monitoraggio con aerei radar e sistemi satellitari, addestramento delle truppe ucraine, ed eventualmente sminamento dei fondali, ma tutto al di fuori dei confini terrestri e marittimi dell’Ucraina. E senza truppe italiane sul terreno. Un concetto su cui da settimane insiste Matteo Salvini. «Che tutti ascoltino le parole del Santo Padre!», esorta il leader della Lega, commentando l’appello alla pace in Ucraina lanciato dal Papa all’Angelus, con l’invito ai «responsabili» affinché «rinuncino alla logica delle armi e imbocchino la via del negoziato». Gli scenari su questo fronte saranno fra i temi al centro dell’incontro che Meloni avrà giovedì con il nuovo presidente della Polonia Karol Nawrocki, il conservatore che a giugno ha battuto il filo-europeista, Rafał Trzaskowski.Loading…Nodo regionali La crisi ucraina, quella di Gaza e il dossier dazi sono inoltre le questioni di politica estera su cui le opposizioni chiedono di avere un confronto parlamentare in Aula con la premier, il ministro degli Esteri Tajani e quello degli Affari europei Tommaso Foti, come hanno sollecitato i capigruppo di Pd, M5s, Iv e Avs in una lettera al presidente del Senato Ignazio La Russa, che li incontrerà martedì pomeriggio a Palazzo Madama. Il governo invece si riunirà giovedì per il Consiglio dei ministri, e non è escluso che possa essere anche la giornata per un vertice dei leader di centrodestra sulle regionali.Il perimetro della manovraNei prossimi giorni è poi atteso uno fra Meloni, i vicepremier e Roberto Calderoli, da cui lo stesso ministro per gli Affari regionali si attende la definizione delle pre-intese sull’Autonomia differenziata con Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria, da chiudere «prima del 21 settembre». Ovvero prima della tradizionale festa della Lega a Pontida. L’altra data cerchiata in rosso la prossima settimana è quella del 5 settembre, quando arriveranno i dati sulle entrate di luglio, utili a capire quale potrebbe essere l’andamento anche dei mesi successivi e ricavarne le proiezioni per l’anno prossimo. Un elemento fondamentale per iniziare a definire il perimetro di risorse della manovra, di cui inevitabilmente parlerà fra una settimana il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.Previdenza e costi energeticiTra FdI, Lega e FI è già iniziato il confronto, e una delle direttive condivise dovrebbe essere il rafforzamento della previdenza complementare. Tra gli obiettivi a breve termine fissati da Meloni, come ha spiegato al Meeting di Rimini, c’è poi un intervento a sostegno delle imprese per «l’abbassamento strutturale del costo dell’energia che pesa come un macigno sulla competitività». Lo strumento sarà un decreto legge a cui sta lavorando il ministero dell’Ambiente, che potrebbe arrivare nelle prossime settimane in Consiglio dei ministri. More

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    Pronto il bando per il Leoncavallo, esposti di Lega e FdI

    Ascolta la versione audio dell’articoloA una settimana dallo sgombero del Leoncavallo sta per arrivare il bando che potrebbe dargli una nuova sede. Il Comune di Milano ha approvato le linee guida (propedeutiche alla pubblicazione del bando) per cedere un immobile di sua proprietà in via San Dionigi, zona Porto di Mare, nella periferia sud della città. Un’area per cui già lo scorso marzo l’associazione Mamme antifasciste del Leoncavallo aveva presentato una manifestazione di interesse, per cercare di regolarizzare la posizione dello storico centro sociale che però nel frattempo è stato sgomberato da via Watteau, dove stava da oltre 30 anni.Il bando del ComuneIn concreto, il bando del Comune prevedrà la cessione del diritto di superficie dell’immobile per un massimo di 90 anni. Potranno partecipare diverse realtà, dalle organizzazioni di volontariato, ad associazioni, imprese e cooperative sociali, enti del terzo settore, società sportive. Chi decide di partecipare dovrà presentare un progetto con finalità di interesse pubblico e un piano economico-finanziario, con gli interventi di riqualificazione previsti. Infatti gli immobili sono in pessime condizioni e necessitano di interventi di ristrutturazione e bonifiche (circa 300 mila euro solo per l’amianto e l’allacciamento alla rete fognaria). A partecipare al bando con tutta probabilità sarà la Fondazione creata nel 2004 dal Leoncavallo, anche se sarà da capire l’aspetto economico, perché sono previsti investimenti ingenti per la ristrutturazione dell’immobile e questo può rappresentare un problema.Loading…La protesta di Lega e FdIDopo la pubblicazione del documento arriva però la protesta di Lega e FdI che annunciano esposti alla Procura e alla Corte dei Conti l’affidamento di uno spazio pubblico al Leonka. «E’ un’indecenza inaccettabile – spiegano la vicesegretaria del partito Silvia Sardone e il segretario della Lega a Milano Samuele Piscina – Siamo pronti a presentare un esposto in Procura e alla Corte dei Conti». Anche il deputato di Fratelli d’Italia Riccardo De Corato annuncia un esposto a Procura e Corte dei Conti «per l’ennesimo sfregio alla città e ai milanesi».Corteo nazionale il 2 settembreIn attesa di confrontarsi sulla partecipazione al bando i militanti dello storico centro sociale si preparano per l’assemblea pubblica del 2 settembre, in preparazione del corteo nazionale indetto per il 6 contro lo sgombero, per cui sono già arrivate “parecchie adesioni”, con una prima stima che ipotizza circa 70 mila presenze More

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    Chiude il sito sessista dopo le foto delle politiche finite online. Roccella: presto misure Governo contro questa barbarie

    Ascolta la versione audio dell’articoloIl sito “Phica.eu”, sul quale sono state postate e commentate foto di attrici, influencer, cantanti, giornaliste, politiche ha deciso di chiudere. Con un comunicato apparso sulla homepage del forum lo staff ha annunciato «con grande dispiacere» di avere deciso di «chiudere e cancellare definitivamente tutto ciò che è stato fatto di sbagliato». «Phica – scrivono – è nata come piattaforma di discussione e di condivisione personale, con uno spazio dedicato a chi desiderava certificarsi e condividere i propri contenuti in un ambiente sicuro. Purtroppo, come accade in ogni social network, ci sono sempre persone che usano in modo scorretto le piattaforme, danneggiandone lo spirito e il senso originario.È successo con Facebook, con i gruppi su Telegram, ed è successo anche qui. Nonostante gli sforzi, non siamo riusciti a bloccare in tempo tutti quei comportamenti tossici che hanno spinto Phica a diventare, agli occhi di molti, un posto dal quale distanziarsi piuttosto che sentirsi orgogliosi di far parte».Le frasi sessisteLoading…Secondo lo staff del sito «la violenza di qualsiasi tipo è stata sempre vietata, bloccata e denunciata. I contenuti pedopornografici mai tollerati. Le offese verso le donne, i linguaggi da branco e gli atteggiamenti denigratori vietati, bloccati e denunciati». Eppure, ci si è trovati davanti a frasi sessiste e incitamenti allo stupro. Il sito Phica.eu è attivo dal 2005. Vi si trovavano foto di ragazze di tutti i tipi e nelle situazioni più varie: sedute al bar, all’uscita da scuola o in attesa alla fermata dell’autobus, in costume a bordo piscina, o in una città d’arte. E sotto, i commenti raccapriccianti. Gli scatti più diffusi sono quelli al mare: ragazze che prendono il sole in topless o in altre situazioni private. Di recente anche alcune attrici e influencer hanno denunciato di aver trovato loro foto sul forum. Dopo il gruppo Facebook “Mia Moglie” in cui oltre 30.000 uomini pubblicavano foto intime delle consorti, spesso ignare, mostra ora di essere sempre più fiorente questo sottobosco web di pornografia non consensuale.Foto rubate dai socialNella rete sono finite anche alcune donne impegnate in politica. Le loro foto sono state rubate dai social e messe sul web, accompagnate da commenti spesso osceni. A trovarvi proprie immagini sono state, tra le altre, l’eurodeputata del Pd Alessandra Moretti, la capogruppo Dem al consiglio comunale di Latina e vicesegretaria del Pd Lazio Valeria Campagna e l’ex sottosegretaria dem al Mise e candidata alle elezioni regionali nelle Marche Alessia Morani, la deputata dem Lia Quartapelle More

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    Meloni rientra in scena, prima volta da premier al Meeting di Rimini: tra guerre e dazi

    Ascolta la versione audio dell’articoloGiorgia Meloni è ospite oggi al Meeting di Rimini. E’ la sua prima “uscita pubblica” dopo la pausa estiva, che la leader di Fdi ha trascorso tra le isole greche e gli ulivi della Puglia, con in mezzo la missione a Washington per i colloqui sull’Ucraina con Donald Trump e i leader europei. Per la premier si tratta della prima volta al Meeting nelle vesti di capo del governo. L’ultima partecipazione risale all’estate 2022, durante la campagna elettorale per le politiche, in un panel con gli altri leader di centrodestra e centrosinistra: all’epoca il segretario del Pd era Enrico Letta, principale sfidante di Meloni nella corsa che portò il centrodestra al governo.L’intervento della premierL’intervento della premier è previsto alle 12, introdotto dal presidente della Fondazione Meeting, Bernhard Scholz. Dal suo discorso ci si attendono riferimenti alla difficile situazione internazionale – Ucraina, Gaza, dazi e rapporti con gli Usa – oltre ai dossier interni, in particolare le misure della prossima manovra su ceto medio e famiglie, temi particolarmente cari alla platea riminese.Loading…Atteso anche SalviniLa giornata di oggi sarà anche quella di Matteo Salvini. Il vicepresidente del Consiglio e leader della Lega interverrà alle 17.30 su infrastrutture e “deserti” della modernità, insieme ad Alfredo Maria Becchetti, presidente di Infratel, e Stefano Antonio Donnarumma, Ad e Dg del Gruppo Fs, in un panel moderato dal direttore della Fondazione Meeting, Emmanuele Forlani. Il ministro dei Trasporti è stato protagonista di alcuni dei passaggi più movimentati dell’estate politica, dalla polemica con Emmanuel Macron – sfociata in una mini-crisi diplomatica – al botta e risposta con Antonio Tajani sul dossier banche.I nodi da sciogliereSul tavolo della maggioranza, però, non ci sono soltanto i temi del Meeting. Restano aperte questioni spinose: dal caso vaccini, con la revoca della Commissione Nitag da parte del ministro della Salute Orazio Schillaci dopo le polemiche sulla presenza di medici considerati critici sulle immunizzazioni – decisione non concordata con Palazzo Chigi e che avrebbe irritato la premier – al complicato puzzle delle regionali. Dopo l’investitura del sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi come candidato governatore in Toscana, mancano ancora diversi tasselli. La partita più delicata è quella del Veneto. Nonostante alcune aperture da Fdi sull’ipotesi di un candidato leghista, la scelta resta congelata in attesa di un vertice dei leader del centrodestra. Restano da definire anche Campania e Puglia: in Campania tra i nomi più accreditati restano quelli di Edmondo Cirielli e Giosy Romano, mentre in Puglia Forza Italia spinge per il deputato Mauro D’Attis. More

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    Campania, ok allo scambio: De Luca junior leader del Pd regionale e Fico candidato presidente

    Ascolta la versione audio dell’articoloSembra chiuso l’accordo in Campania nel centrosinistra. Con il patto siglato dalla segretaria Elly Schlein con il “governatore-sceriffo” Vincenzo De Luca. Il pentastellato Roberto Fico sarà il candidato presidente in cambio del via libera al ruolo di segretario regionale per Piero De Luca, figlio del potente presidente campano (non più ricandidabile), che avrebbe chiesto anche una lista a suo nome per far rientrare in Consiglio regionale almeno una parte della sua classe dirigente.Fico candidato Campania, Conte atteso per annuncio a NapoliL’annuncio ufficiale di Fico candidato presidente dovrebbe arrivare nei prossimi giorni quando a Napoli è atteso il leader pentastellato Giuseppe Conte. Gli incontri avuti dal commissario del Pd campano Antonio Misiani con Fico e con il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, e la strada spianata a Piero De Luca verso la segreteria regionale del Pd rendono ormai sicura la candidatura dell’ex presidente della Camera dei Deputati, in una campagna elettorale che sarà lanciata in città dal leader del M5s.Loading…Verso De Luca jr candidato unico segreteria Campania Schlein ha incontrato questa mattina i componenti campani della segreteria nazionale Sandro Ruotolo e Marco Sarracino. La segretaria ha fatto appello all’unità del partito e della coalizione verso una elezione unitaria del nuovo segretario dem in Campania che dovrebbe essere Piero De Luca. A questo punto Ruotolo e Sarracino stanno consultando i sostenitori della mozione Schlein per arrivare già questa settimana all’indicazione della candidatura unitaria di Piero De Luca segretario regionale del Pd, elemento essenziale nell’intesa con il governatore uscente a sostegno della candidatura di Roberto Fico.I malumori dem L’incontro al Nazareno della segretaria Schlein con Sarracino e Ruotolo è servita a superare in chiave unitaria i malumori registrati in una parte dei dem campani di fronte all’ipotesi di eleggere il deputato Piero De Luca alla segreteria regionale del partito, da tempo commissariata nelle mani del senatore Antonio Misiani. Si era ipotizzata una candidatura a segretario di Sandro Ruotolo, sostenuta da Sarracino, ipotesi poi rientrata nelle ultime ore a sostegno della scelta unitaria. A parte l’irritazione Ruotolo, che era pronto a candidarsi e che si è dovuto piegare alla “ragion di Stato”, c’è da registrare però la protesta di una pasdaran della minoranza riformista come Pina Picierno («pongo alcune domande semplici alla mia comunità politica: dopo anni di commissariamento, è dignitoso che il congresso regionale della Campania diventi solo moneta di scambio per accordi decisi altrove?»). La scelta del figlio di Vincenzo De Luca alla guida del partito campano è del resto elemento cruciale nell’intesa che si sta cercando di costruire da mesi per indurre il governatore uscente a sostenere la candidatura del Cinquestelle Roberto Fico alla sua successione.Calenda: prima di consegnarla a Fico mi taglio maniCosì come in Toscana, Marche e Calabria, Azione si sfila però subito dal campo progressista. «Azione non c’è. Io prima di mettere la Campania in mano a Fico mi taglio le mani. Non ha mai avuto nessuna responsabilità gestionale, tranne quella di aver preso l’autobus da primo giorno da presidente della Camera, poi era con la scorta. Ci sono dei consiglieri regionali che lo supportano, li perderò: io non lo supporto». Così il leader di Azione Carlo Calenda intervenendo al Caffè della Versiliana. More

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    Puglia, i dem stringono sul candidato: oggi la segreteria regionale

    Ascolta la versione audio dell’articoloDomani i leader di Pd, M5S e Avs si ritroveranno di nuovo faccia a faccia, dopo la pausa estiva, sul palco del Monk di Roma. Per quella data la speranza è che le due grane del centrosinistra per le prossime regionali, le candidature in Puglia e Campania, siano alle spalle. Nella Regione guidata da Michele Emiliano, il suo successore in pectore Antonio Decaro per scendere in campo ha messo un pesante veto sulle candidature in consiglio dello stesso Emiliano (giocando sul terreno dem) e dell’ex governatore Nichi Vendola (sconfinando in casa Avs). Una mossa che da un lato ha irritato profondamente l’Alleanza Verdi Sinistra, dall’altro ha creato un vero e proprio caso all’interno del Pd: come convincere un big del calibro di Emiliano a farsi da parte?Il nodo dei tempi per il NazarenoFino ad ora Elly Schlein ha lavorato nelle retrovie, affidando la patata bollente al fidato Igor Taruffi, ma se la vicenda non verrà risolta in ambito locale in tempi ragionevoli, potrebbe essere necessario un coinvolgimento più diretto del Nazareno. Politicamente ancor più spinoso è il no a Vendola che Avs non è intenzionata ad accettare: in questo caso il messaggio che i democratici avrebbero recapitato a Decaro è che l’alleanza con i rossoverdi – considerata solida e affidabile in tutta Italia – non può essere messa in discussione e che, se è intenzionato a candidarsi, sarà suo compito dirimere la matassa: convincere personalmente l’ex governatore a non correre o accettarne la corsa. Oggi è prevista la riunione di una segreteria del partito regionale, che prelude ad un tavolo di coalizione. Obiettivo esplicitato: «Tenere un confronto per tutelare l’unità del centrosinistra nel percorso verso le elezioni regionali». «A noi sta la responsabilità, all’interno dei nostri organismi, di lavorare per una composizione di un quadro unitario», afferma il segretario Domenico De Santis. Se poi la composizione non riuscirà, la palla passerà di nuovo, ufficialmente, al Nazareno. Che, comunque, è già al lavoro con i suoi pontieri. «Spero che il Pd o Decaro risolvano velocemente una questione che loro hanno creato, noi siamo degli alleati che non possono ricevere dei veti», dice lapidario Angelo Bonelli (Avs).Loading…Verso una schiarita in CampaniaIl tempo stringe e lo sanno benissimo anche i dem: «Qual è la deadline pugliese? Ieri…», risponde chi sta lavorando al dossier. Una battuta che sintetizza efficacemente la preoccupazione per una vicenda che si sta rivelando più lunga del previsto, alimentando gli scenari più disparati, conditi da qualche veleno: tra chi ipotizza, tra le altre strade percorribili, una candidatura in Parlamento per Emiliano e chi intravede in Decaro un futuro sfidante per Schlein. «Chi tra Elly e Antonio, alla fine di questa giostra, perderà la testa, o meglio la poltrona?», punge Fratelli d’Italia. In Campania, invece, si andrebbe verso una schiarita sulla scelta di Roberto Fico. Giornata di incontri per il commissario regionale del Pd Antonio Misiani, che vede prima l’ex presidente della Camera e poi il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. Dal dialogo con il primo cittadino emerge l’accordo per la candidatura di Fico che dovrebbe essere annunciata ufficialmente nei prossimi giorni. Qui si attende la convocazione del congresso regionale che servirà ad eleggere il prossimo segretario: se la scelta cadesse su Piero De Luca, deputato campano e figlio del presidente della Regione uscente, anche le ultime resistenze su Fico potrebbero venire meno. La sfida che si profila è tra De Luca jr e il parlamentare dem Sandro Ruotolo. More

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    Toscana, centrodestra ufficializza il candidato: è il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi

    Ascolta la versione audio dell’articoloAlessandro Tomasi, sindaco di Pistoia, è il candidato Presidente della Regione Toscana per il centrodestra: lo afferma una nota dopo la riunione odierna dei vertici regionali dei partiti della coalizione per le Regionali. «La coalizione, composta da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati, ha indicato in maniera unanime e convinta il nome di Alessandro Tomasi come candidato alla presidenza della Regione Toscana – si legge – Alla riunione, che ha sancito la sintesi di un lavoro proficuo avviato da tempo, hanno preso parte il vicecoordinatore regionale di FdI e deputato Francesco Michelotti, il sottosegretario Patrizio La Pietra, il coordinatore della Lega Luca Baroncini, l’eurodeputato Roberto Vannacci, il coordinatore regionale di Forza Italia Marco Stella e il deputato di Noi Moderati Alessandro Colucci col suo vice Luca Briziarelli.Patto Pd-M5s con 23 puntiIn Toscana si voterà il 12 e 13 ottobre. Tomasi se la vedrà con il governatore uscente Eugenio Giani. Il tavolo della coalizione di centrosinistra comprende, oltre al Pd, M5s Avs, Iv, +Europa, Socialisti. Per volontà del suo leader Carlo Calenda, Azione invece si è sfilata accusando il Pd di aver stretto con il M5s un patto «con tanti desiderata ideologici». Il 18 agosto Partito Democratico e Movimento 5 Stelle hanno siglato oggi a Firenze il patto di coalizione in 23 punti a sostegno della ricandidatura di Eugenio Giani a presidente della Regione Toscana. Fra i punti contenuti nel patto, un sistema di reddito di cittadinanza regionale; interventi per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario e la riduzione della settimana lavorativa; il raddoppio ferroviario della linea Firenze-Pisa; la chiusura del rigassificatore Snam di Piombino; revisione del piano rifiuti e del piano cave, con il recupero dei principi della legge Marson sul governo del territorio; no alla base Nato di Firenze e all’ipotesi di insediamento militare nell’area di San Rossore. Nei 23 punti avanzati dal M5s viene inoltre ribadita la contrarietà al Masterplan di potenziamento dell’aeroporto di Firenze, e la volontà di trovare soluzioni di gestione in house per la Multiutility.Loading…Il no di CalendaIl tavolo della coalizione di centrosinistra comprende, oltre al Pd, M5s Avs, Iv, +Europa, Socialisti. Per volontà del suo leader Carlo Calenda, Azione invece si è sfilata accusando il Pd di aver stretto con il M5s un patto «con tanti desiderata ideologici». «Non sosterremo in nessun modo Giani, e non mi importa di che cosa faranno i vertici locali di Azione, il partito nazionale non sarà di questa partita e i nostri elettori sono liberi di fare quello che credono. La scena umiliante di Giani che si inchina a Taverna è una cosa che non si può vedere» ha dichiarato Calenda. Dopo la decisione di Azione di non appoggiare il campo largo alle prossime elezioni regionali, il segretario regionale di Azione, contrario alla scelta, si è dimesso More

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    Tajani si smarca da Salvini: «I rapporti con la Francia li teniamo io e Meloni. Ma non invieremo le nostre truppe a Kiev»

    Ascolta la versione audio dell’articoloLa tensione tra Francia e Italia dopo l’attacco del vicepremier e leader leghista Matteo Salvini al presidente Emmanuel Macron sulle truppe in Ucraina («Macron s’attacca al tram, si metta l’elmetto e ci vada lui»)? «La politica estera la fanno il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri. Se si devono far valere delle ragioni, si vince con la forza delle idee, non con la violenza delle parole». La proposta del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti di utilizzare i profitti delle banche derivanti dal calo dello spread per aiuti alle famiglie? «La caccia alla banca significa dare la caccia al sistema industriale e imprenditoriale italiano. No a blitz o operazioni strane». Salvini continua a parlare genericamente di pace sorvolando sulle garanzie per Kiev? «In queste ore con i miei colleghi del G7 abbiamo dato un forte segnale politico di sostegno al ministro degli Esteri ucraino per raggiungere una pace giusta e duratura, fondata sulle decisioni sovrane ucraine. Lavoriamo per solide garanzie di sicurezza, che dovranno favorire la pace e la stabilità in Europa».Ucraina e banche, a Rimini duello a distanza tra Forza Italia e LegaAntonio Tajani si presenta al Meeting di Rimini, come ormai da tradizione, con la ferma intenzione di ribadire tutti i paletti di Forza Italia nei confronti dell’alleato leghista. E il duello a distanza tra i due vicepremier è destinato a durare ancora, visto che Salvini è atteso a Rimini per martedì. Il tutto mentre la premier Giorgia Meloni, che fonti di Palazzo Chigi descrivono irritata dalle nuove uscite antifrancesi di Salvini a pochi giorni dal vertice di Washington sull’Ucraina e in generale dai toni del dibattito politico all’interno della maggioranza, resta ancora qualche giorno nel suo buen retiro pugliese prima di riprendere le attività chiudendo a sua volta la sfilata dei politici al Meeting mercoledì sera.Loading…I paletti di Tajani: no a truppe in Ucraina ma aiuto per lo sminamentoPartiamo dalla politica estera, di cui Tajani è responsabile. I distinguo da Salvini non arrivano naturalmente, in linea con la strategia della stessa Meloni, a sposare la linea di Macron. Il no alle truppe italiane in Ucraina resta, ma resta anche la proposta di estendere all’Ucraina l’articolo 5 della Nato e dunque la disponibilità a intervenire con gli alleati in caso di attacco. «Si stanno facendo dei passi in avanti anche nella proposta italiana di avere una garanzia modello art.5 della Nato, con la presenza americana – dice Tajani -. Noi non siamo per inviare truppe ma potremmo dare un contributo importante vista la grande esperienza che abbiamo per lo sminamento sia marittimo che terrestre. Poi si vedrà come andranno le cose. Si sono fatti dei passi in avanti anche dal punto di vista del coordinamento su questo tipo di ipotesi». Quanto all’incidente con Macron, che dopo l’attacco di Salvini ha convocato l’ambasciatrice italiana a Parigi, Tajani prova a gettare acqua sul fuoco: «Non c’è nessuna crisi diplomatica con la Francia, con il mio omologo Jean-Noël Barrot mi sono parlato a lungo ieri, abbiamo preparato il G7 degli Esteri. Mi pare sia giusto ricordare che le relazioni di politica estera le tengono presidente del Consiglio e ministro degli Esteri e i colloqui tra la premier e il presidente francese così come i miei con il ministro degli Esteri francese sono frequenti».Lo stop a Giorgetti: giù le mani dalle banche e dalle casse di previdenzaSul fronte economico, così come già accaduto nei mesi scorsi di fronte alle ipotesi di una tassa sugli extraprofitti delle banche, il muro di Tajani è altrettanto alto. «Le banche sono imprese, non credo serva dare “pizzicotti” alle banche ma serve parlare con loro, perché un Paese come il nostro non può fare a meno di un sistema bancario forte. Devono pagare le tasse come tutti gli altri, ma sono contrario al principio degli extraprofitti». E ancora: «Attenzione: la caccia alla banca significa dare la caccia al sistema industriale e imprenditoriale italiano». Lo stesso vale «per le casse di previdenza» dei professionisti che «finché ci sarà Forza Italia al governo non entreranno mai nell’Inps». Un progetto che al momento non sarebbe nei piani, mentre starebbe maturando sul fronte previdenziale la sterilizzazione dell’età pensionabile, che senza alcun intervento aumenterebbe di tre mesi nel 2027. «Ne ho parlato con Giorgetti, c’è la sua disponibilità a inserire il provvedimento nella legge di Bilancio», fa sapere il sottosegretario leghista al Lavoro Claudio Durigon, anche lui alla kermesse di Cl. More