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    Regionali in Veneto: nel braccio di ferro tra Fdi e Lega anche premierato e legge elettorale

    Ascolta la versione audio dell’articoloDetto, fatto. Avanti tutta con la separazione delle carriere, che sarà in Aula a Montecitorio già oggi 16 settembre, dopo che il presidente azzurro della commissione Affari costituzionali della Camera Nazario Pagano avrà fatto votare il mandato ai relatori: l’obiettivo è il sì entro settimana. Si tratta della prima delle due “letture conformi” previste. Camera e Senato (quest’ultimo entro fine anno), dopo i primi due via libera a gennaio e luglio 2025, devono infatti esprimersi con un sì o con un no senza più possibilità di emendare, e già a giugno 2026 si potrà celebrare il referendum confermativo previsto per le modifiche costituzionali approvate con meno dei due terzi dei voti.D’altra parte la riforma della giustizia è l’unica che mette d’accordo tutti i partiti del centrodestra e, secondo i sondaggi, anche la maggioranza degli italiani. Ma la novità della Capigruppo che il 10 settembre scorso ha stabilito l’agenda dei lavori parlamentari dopo la pausa estiva è la comparsa, o meglio la ricomparsa, della “madre di tutte le riforme” cara a Giorgia Meloni, ossia quel Ddl Casellati per l’elezione diretta del premier e il rafforzamento dei suoi poteri che era stato approvato a giugno 2024 dal Senato ed era poi finito su un binario a scartamento ridotto: dopo il lungo sonno il premierato è spuntato nel calendario d’Aula di novembre.Loading…Dopo il sì alla riforma della giustizia, ritorna in pista il premierato: in Aula a novembreCerto, non c’è una data precisa e la scadenza potrà essere spostata, visto che Meloni ha già deciso che il referendum confermativo sul premierato si terrà dopo le prossime elezioni politiche del 2027, ma la comparsa nel calendario d’Aula è segno che qualcosa si muove sul fronte delle modifiche che, a detta di tutti nella maggioranza, andranno apportate al testo Casellati uscito da Palazzo Madama. Due i punti sotto la lente: il sistema di elezione del premier e il peso degli elettori all’estero, il cui voto nel caso di elezione diretta varrebbe per “testa” e non potrebbe più confluire nelle circoscrizioni apposite che eleggono 4 senatori e 8 deputati. Su quest’ultimo punto si sta pensando di prevedere un meccanismo di perequazione in Costituzione in modo che i 5 milioni di elettori all’estero possano esprimere il loro voto senza rischiare ribaltare il risultato in patria. Quanto al sistema elettorale, il Ddl Casellati prevede che «la legge disciplina il sistema elettorale delle Camere secondo i principi di rappresentatività e governabilità e in modo che un premio, assegnato su base nazionale, garantisca il 55 per cento dei seggi in ciascuna delle due Camere alle liste e ai candidati collegati al presidente del consiglio dei ministri». Ma visto che la Consulta, nel bocciare il Porcellum nel 2014 e l’Italicum nel 2017, ha stabilito il principio che il premio deve essere ragionevole e non superare il 15%, una soglia di almeno il 40% per farlo scattare andrà prevista. E visto anche che l’unico modo di “garantire” la maggioranza è prevedere il ballottaggio se nessuno raggiunge il 40% e che il ballottaggio è da sempre inviso alla Lega, la parola “garantisca” del testo Casellati andrà sostituita con “favorisca”.La partita del superamento del Rosatellum: premio e indicazione del premier sulla schedaFin qui le modifiche da apportare alla riforma costituzionale. Ma è ormai sul tavolo l’ipotesi di cambiare comunque il Rosatellum, in attesa che il premierato venga approvato dagli italiani nella prossima legislatura, disegnando un “abito” che possa poi andare bene, con le dovute modifiche, anche per l’elezione diretta prevista dal Ddl Casellati: riaprire il file delle modifiche alla riforma costituzionale significa di fatto aprire anche il confronto nella maggioranza sulla riforma elettorale. Lo schema sul tavolo di Palazzo Chigi fin da gennaio è quello di superare la lotteria dei collegi uninominali (il 37% del totale) adottando un sistema a base proporzionale con premio di maggioranza del 55% dei seggi per la coalizione che supera il 40% dei voti e con indicazione del nome del candidato premier sulla scheda elettorale: vincitore sicuro (basta un solo voto in più) e scelta diretta del premier da parte degli elettori anche in assenza di premierato. Con l’attuale legge elettorale, infatti, il rischio per Meloni è quello di una non vittoria: nel 2022 le opposizioni sono andate alle urne addirittura divise in tre ed è questa la principale ragione della vittoria netta del centrodestra con la conquista dell’80% dei collegi uninominali.Le resistenza della Lega (e le perplessità di Fi) a cambiare la legge elettoraleEbbene, su questo fronte le maggiori resistenze al progetto meloniano sono venute e vengono, ancora una volta, dalla Lega. Restii ad abbandonare i collegi uninominali che esaltano il peso specifico del partito al Nord con una sovra rappresentazione in Parlamento, i leghisti sono poi preoccupati di un altro possibile effetto: con l’indicazione del nome del premier (cioè Meloni) sulla scheda elettorale c’è il possibile drenaggio di voti interni alla coalizione in favore di Fratelli d’Italia (qualcuno ha calcolato un possibile drenaggio di 700-800mila voti). Effetto, quest’ultimo, che per la verità preoccupa anche Forza Italia: non a caso nelle scorse ore il vicepremier e leader azzurro Antonio Tajani ha espresso pubblicamente le sue perplessità («ogni partito dovrebbe poter indicare il suo candidato alla guida del governo, poi è chiaro che sarà il partito della coalizione che prenderà più voti ad esprimere il premier»). More

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    Vannacci accusa la sinistra, Tajani evoca Calabresi: si incendia lo scontro sulla violenza politica

    Ascolta la versione audio dell’articoloLe reciproche accuse tra centrodestra e centrosinistra, di alimentare un clima di violenza che si dispiega soprattutto sui social, irrompono anche nella campagna elettorale per le regionali. Oggi ci ha pensato Roberto Vannacci, eurodeputato e vicesegretario della Lega, a margine della presentazione delle liste per le elezioni regionali in Toscana, a riattizzare lo scontro. «Il clima che si respira dopo l’omicidio dell’attivista conservatore statunitense Charlie Kirk è una cosa vergognosa: e purtroppo, l’ho scritto anche sui miei social, devo constatare che la violenza è sempre a sinistra» ha detto l’ex generale. «Il minuto di silenzio negato all’Europarlamento di Bruxelles, con tutto l’emiciclo sinistro dell’aula che applaudiva per questa negazione, è stato un indicatore vergognoso della situazione che si è venuta a creare», ha aggiunto Vannacci, secondo cui «questa è la situazione, il clima di violenza è sempre da una stessa parte: noi andiamo avanti, sicuri che il nostro sia l’atteggiamento giusto. Mai una volta abbiamo taciuto di fronte alla violenza, di qualsiasi colore essa fosse stata».Salvini: odio su social, io non augurerei mai morte D’accordo con Vannacci si è detto il leader della Lega Matteo Salvini: «Basta scorrere i social in questi giorni o accendere ahimè anche la tv, con gente che dice che Charlie Kirk se l’è cercata. Io al mio peggior nemico non augurerei né di morire né nessun male».Loading…Tajani: clima da Br? Ricordiamoci l’omicidio Calabresi Ma la giornata è stata segnata anche dall’intervento del leader azzurro Antonio Tajani. Rispondendo ad una domanda sul parallelo fatto dal ministro Luca Ciriani, responsabile dei Rapporti con il Parlamento, tra il clima attuale e quello delle Brigate Rosse, il vicepremier di Forza Italia ha rilanciato: «Si è iniziato col criminalizzare le persone, ricordiamo la storia del commissario Calabresi» e «fu tutta una campagna orchestrata contro questo funzionario di polizia» che dopo «venne assassinato». Di qui il monito: «Bisogna stare attenti ad aizzare l’opinione pubblica perché non è detto che sia per forza un militante politico a compiere atti criminali»La presa di posizione di MeloniNel centrodestra, del resto, dopo l’omicidio Kirk, è tutto un levare gli scudi. A partire dalla premier. Un passaggio ampio dell’intervento alla festa dell’Udc è stato dedicato alle reazioni nel mondo politico all’omicidio dell’attivista politico repubblicano negli Usa. «Odio e la violenza politica stanno tornando drammaticamente una realtà, facendo venire molti nodi al pettine» ha denunciato Meloni che ha ricordato di provenire «da una comunità politica che spesso è stata accusata di diffondere odio, guarda un po’ dagli stessi che festeggiano e giustificano l’omicidio intenzionale di un ragazzo che aveva la colpa di difendere con coraggio le sue idee». Di qui l’affondo: «Io credo che sia arrivato il momento di chiedere conto alla sinistra italiana di questo continuo minimizzare o addirittura di questo continuo giustificazionismo della criminalizzazione, della violenza nei confronti di chi non la pensa come loro. Perché il clima anche qui in Italia sta diventando insostenibile ed è ora di denunciarlo ed è ora di dire chiaramente che queste tesi sono impresentabili, pericolose, irresponsabili e antitetiche a qualsiasi embrione di democrazia». More

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    Crosetto: siamo impreparati ad un attacco russo e di altri paesi

    Ascolta la versione audio dell’articolo«Non siamo pronti né ad un attacco russo né ad un attacco di un’altra nazione, lo dico da più tempo. Penso che abbiamo il compito di mettere questo Paese nella condizione di difendersi se qualche pazzo decidesse di attaccarci: non dico Putin, dico chiunque». Così il ministro della Difesa Guido Crosetto, rispondendo ai cronisti a margine della presentazione a Roma del bilancio del tour mondiale del Vespucci. «Non lo siamo perché non abbiamo investito più in difesa negli ultimi vent’anni e quindi i vent’anni non si recuperano in un anno o in due anni».«Fianco Est? Abbiamo anche quello Sud»Il ministro ha aggiunto: «Siamo tra i primi contributori in assoluto nella Nato sul fianco est. Ma abbiamo anche il fianco sud e quindi credo che il contributo dato finora su quello Est sia abbastanza. Se poi dovremmo incrementarlo ci verrà formalmente chiesto: su questo ad oggi ho visto solo una dichiarazione di Rutte, ma non una formale richiesta all’Italia. Se ci verrà chiesto decideremo».Loading… More

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    Pd, l’appello di Schlein agli alleati: lavoriamo insieme, non aspettiamo l’ultimo minuto

    Ascolta la versione audio dell’articolo«Abbiamo seguito testardamente un obiettivo, unità, unità, unità, testardamente unitari. Grazie a questo lavoro paziente, siamo riusciti a chiudere la stessa alleanza progressista in tutte le regioni al voto, avanti insieme, non succede da 20 anni». E ancora: «Dico a Giorgia Meloni: abituatevi, uniti e compatti vi batteremo, prima alle regionali e poi alle politiche, non ve lo faremo più il favore di dividerci».Schlein rivendica l’unità, Conte frena: «Non è vera alleanza, non siamo cespugli»Elly Schlein sale sul palco della Festa nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con l’orgoglio di chi, nonostante le molte critiche alla strategia del “testardamente unitari”, può dire che finalmente una coalizione di centrosinistra pronta a sfidare la destra al governo c’è. Nonostante i distinguo del leader di Giuseppe Conte, che torna a parlare di «progetto per contrastare questa destra estremista» precisando che non si tratta di vera e propria «alleanza» e che il M5s «non è un cespuglio», ora c’è: Pd, M5s, Avs, Più Europa e financo la renziana Italia Viva, sulla quale fino a poche settimane fa ancora pendeva il veto di Conte. Un indubbio successo per la segretaria del Pd, che ora guarda con più fiducia alle prossime politiche e spera, senza dirlo, di poter correre da candidata premier («quella della premiership non sarà mai una questione di ambizione personale mia o di qualunque altro componente del M5s», rassicura da parte sua Conte).Loading…I nodi: futura premiership e posizione sulla guerra in UcrainaMa i nodi, certo, restano ancora da sciogliere: oltre alla questione della guida della coalizione nel caso in cui Meloni riuscisse a riformare la legge elettorale introducendo l’indicazione del nome del candidato premier sulla scheda elettorale (primarie di coalizione, come spera Schlein, o accordo tra i leader su un terzo nome?), la divaricazione più grande tra Pd (e centristi) da una parte e M5s e Alleanza Verdi/Sinistra dall’altra resta la posizione sulla guerra in Ucraina. Sarà per questo che nel suo lunghissimo discorso davanti al popolo dem raccolto a Reggio Emilia (oltre un’ora e mezza) Schlein, dopo aver iniziato con una diretta dalla missione Freedom Flottiglia, si dilunga sulla condanna dei «crimini contro l’umanità» commessi dal premier israeliano Benjamin Netanyahu a Gaza e in Cisgiordania – denuncia che unisce tutte le opposizioni – e accenna solo alla questione ucraina. Sottolineando, accanto alla condanna dell’invasione «criminale» della Russia di Vladimir Putin, anche la necessità di coltivare gli sforzi diplomatici.Dal Pd barra dritta su Kiev e integrazione UeMa i riformisti dem presenti in platea possono tirare un respiro di sollievo: il sostegno alla resistenza ucraina resta, sia pure accompagnato da un secco no al riarmo dei singoli Stati europei così come proposto dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, così come resta l’europeismo tradizionale del Pd: sì al superamento del voto a maggioranza, cooperazione rafforzata tra i Paesi che vogliono procedere nell’integrazione, messa in comune del debito per investimenti nella doppia transizione digitale ed ecologica che nessun Paese europeo può affrontare da solo, una vera politica industriale europea con investimenti comuni annui di 800 miliardi, e draghianamente continuando.«Giù il costo dell’energia, restituzione del fiscal drag»Sul fronte interno, inoltre, Schlein rilancia la denuncia dell’immobilismo del governo nei confronti delle imprese e ripropone la ricetta già illustrata al Sole 24 Ore prima della pausa estiva: ripristino di Industria 4.0, abbassamento del costo dell’energia tramite il disaccoppiamento del presso dell’energia da quello del gas, restituzione al ceto medio delle perdite dovute al drenaggio fiscale (“la pressione fiscale è al livello più alto dal 2020, il governo ha incassato dal ceto medio 22 miliardi di tasse in più, è il drenaggio fiscale: questo aumento ha più che mangiato quello che il governo aveva messo per ridurre le tasse. Hanno preso 22 miliardi e ne avevano dati 17. Meloni dovrebbe cominciare da qui, restituire a lavoratori e pensionati queste risorse”). More

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    Un caso gli insulti a Zangrillo. Meloni, giù i toni

    Ascolta la versione audio dell’articoloPoteva essere una prova tecnica di dialogo ed è diventata una bagarre. Protagonista di un botta e risposta con il pubblico il ministro Paolo Zangrillo, sfociato anche in fischi e insulti durante un dibattito, sabato sera alla Festa dell’Unità a Torino.Il titolare della Pubblica Amministrazione ha ricevuto la solidarietà del suo partito, Forza Italia, ma anche della premier Giorgia Meloni, che ha invitato tutti ad “abbassare i toni” e dei presidenti di Senato e Camera.Loading…Replica il Pd locale: “L’approccio del ministro al dibattito ci ha molto sorpresi. Non ci aspettavamo un susseguirsi di provocazioni”. Zangrillo era stato invitato sabato sera alla Festa dell’Unità per discutere con la vicepresidente del Senato Anna Rossomando (Pd) di ius scholae: un tema su cui, come aveva detto lui stesso prima di cominciare, le posizioni fra i due partiti non sono molti distanti.Ma gli animi si sono riscaldati quando il ministro ha cominciato a parlare della situazione di Torino dal punto di vista della sicurezza urbana: “Non dobbiamo rendere impossibile la vita ai cittadini, corso Giulio Cesare è così pericoloso che ho vietato a mia figlia di andarci, l’unica cosa che ha fatto il sindaco Lo Russo per le periferie è stata legalizzare Askatasuna”.Dal pubblico, composto per lo più da simpatizzanti Dem un po’ attempati (ma nessun militante del centro sociale), in molti hanno cominciato ad alzare la voce, a rumoreggiare e a battibeccare con il ministro (’e allora CasaPound?, ’cosa fa Piantedosi?’, ’siete sempre quelli dell’olio di ricino’), il quale ha tenuto botta con decisione e ha anche risposto a un ’si vergogni’ con un ’si vergogni lei’. More

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    Nasce a Trapani-Birgi la scuola per Top gun sugli F35: sarà la prima fuori dagli Usa

    Ascolta la versione audio dell’articoloNascerà a Trapani-Birgi, in Sicilia, il nuovo polo di addestramento globale dei caccia F-35 e sarà la struttura gemella di quella già operativa nella Luke Air Force base in Arizona, negli Stati Uniti. A confermarlo è il presidente della commissione Difesa della Camera dei deputati, Nino Minardo (Forza Italia). Era stato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che lo scorso luglio aveva annunciato che la Sicilia sarebbe stata il primo luogo al di fuori degli Stati Uniti «dove verranno formati i piloti degli F-35».Lavori da terminare entro la primavera 2028«I lavori a Trapani-Birgi inizieranno la prossima primavera e si concluderanno entro la primavera del 2028», spiega il presidente della commissione Difesa Nino Minardo, evidenziando che il progetto «porterà significative ricadute economiche per la Sicilia, grazie a un indotto che coinvolgerà non solo il comparto militare e civile, ma anche aziende strategiche come Leonardo e Lockheed Martin». Per il deputato la realizzazione del nuovo centro «comporterà la creazione di nuovi posti di lavoro, specializzazione tecnologica e opportunità per le imprese locali». «È un investimento che rafforza il ruolo della Sicilia come piattaforma avanzata per il settore della difesa e dell’industria collegata, un comparto in forte crescita – conclude Minardo – e che si integra perfettamente con lo sviluppo della portualità e delle infrastrutture. L’Isola potrà così diventare un hub strategico nel Mediterraneo, con benefici concreti per l’economia e l’occupazione».Loading…Il centro di assemblaggio a CameriL’Italia è anche uno dei due Paesi al mondo (l’altro è il Giappone), fuori dagli Usa, dove vengono assemblati gli F-35. La FACO (Final Assembly and Check Out) di Cameri, in Piemonte, gestita da Leonardo, produce tutti i velivoli F-35A (CTOL) e F-35 (STOVL-Short Take Off and Vertical Landing) destinati rispettivamente all’Aeronautica Militare e alla Marina Militare e tutti gli esemplari ordinati dall’ Olanda. A fine 2014, lo stabilimento italiano è stato prescelto dal Dipartimento della Difesa americano come centro principale per l’Europa per tutte e attività di Heavy Airframe Maintenance Repair, Overhaul and Upgrade (MRO&U) degli F-35Stop della SpagnaLe tensioni con gli Usa, non ultimo il fattore dazi, hanno spinto alcuni Paesi a ragionare sulla possibilità di rivedere l’acquisto dei caccia americani. I primi mesi di Donald Trump alla Casa Bianca li hanno convinti a rimettere mano alle proprie strategie di difesa e sicurezza. L’ultimo in ordine di tempo è stato il governo spagnolo. Madrid ha deciso di puntare su caccia europei per il rinnovamento della propria aviazione militare, scegliendo l’Eurofighter e il futuro sistema Fcas escludendo così l’acquisto degli F-35 statunitensi, caccia di quinta generazione.Il programma italiano sugli F35Il Documento programmatico pluriennale (DPP) per il periodo 2024-2026 prevede l’acquisizione di ulteriori 25 velivoli F35 e dei relativi motori, equipaggiamenti, aggiornamento periodico e supporto logistico fino a prevedibilmente il 2035, portando la flotta nazionale ad un totale di 115 velivoli. Le ulteriori 25 macchine sono suddivise in 15 F-35A e 10 F-35B, di cui quelle nella versione cosiddetta convenzionale (CTOL, Conventional Take-Off Landing) sono destinate all’Aeronautica Milaitare mentre della versione STOVL (Short Take-Off Vertical Landing) cinque sono destinate alla stessa Forza Armata e cinque alla Marina Militare. Il fabbisogno dell’operazione è pari a 7 miliardi di euro. More

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    Riforma professione commercialisti: nuove regole e opportunità per giovani

    Ascolta la versione audio dell’articoloIl Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge di delega al governo per la riforma della disciplina dell’ordinamento della professione di dottore commercialista e di esperto contabile, il cui esame era stato rinviato nella riunione di una settimana fa. Il ddl è stato predisposto sulla spinta della riforma approvata dal Consiglio nazionale della categoria.Ok anche all’esame preliminare di un decreto legislativo con integrazioni e correttivi sulla disciplina dei regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Sul tavolo, sempre in esame preliminare, anche uno schema di decreto del presidente della Repubblica sulla struttura e il funzionamento dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur).Loading…Le novitàLa necessità di una riforma della disciplina dell’ordinamento della professione di dottore commercialista e di esperto contabile viene spiegata nella relazione informativa al Ddl: in 18 anni i commercialisti under 40 iscritti all’albo sono diminuiti del 32,3%, mentre gli over 60 sono aumentati, anche per via dell’innalzamento dell’età pensionabile, del 64,3%; l’età media è passata da 47,4 a 52,5 anni e quelli che scelgono di svolgere il tirocinio professionale e di sostenere l’Esame di Stato per diventare commercialista sono diminuiti del 63,5 per cento. La riforma cerca, quindi, di rendere più attrattiva la professione per i giovani, consentendo lo svolgimento dei 18 mesi di tirocinio, necessari per poter accedere all’esame di Stato per iscriversi alla sezione A dell’albo, nel corso del biennio professionalizzante.Lo svolgimento dell’attività in forma aggregataLa riforma ha tra gli obiettivi quello di favorire lo svolgimento dell’attività in forma aggregata, una formula che permette di offrire una gamma di servizi più ampia e registrare introiti 2,4 volte maggiori rispetto a chi lavora da solo. Da qui la decisione di disciplinare in modo organico l’esercizio della professione sia in forma associata sia in forma societaria.Viene introdotto nell’ordinamento il principio dell’equo compenso per le prestazioni professionali, anche svolte in forma associata o societaria con l’aggiornamento dei parametri (fermi da tredici anni). More

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    Tajani: pronti a valutare proposte Ue di sanzioni a Israele, inutile riconoscere la Palestina senza condizioni

    Ascolta la versione audio dell’articoloQuello che succede a Gaza «continua a rappresentare una ferita aperta per tutta la comunità internazionale. Voglio essere chiaro: quello che accade nella Striscia è sempre più inaccettabile». Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani nell’informativa al Senato su Ucraina, Medioriente e commercio internazionale. «Lo abbiamo ribadito in tutte le sedi e lo voglio ribadire anche qui in quest’Aula: siamo fermamente contrari – ha spiegato – al piano israeliano di occupazione della città di Gaza e a ogni ipotesi di trasferimento forzato dei palestinesi dalla Striscia». E ancora: «Da tempo diciamo che le scelte del governo Netanyahu sono andate ben oltre una reazione proporzionata violando i principi fondamentali del diritto internazionale umanitario. Troppe vittime, troppi bambini sono morti e continuano a morire a Gaza City e nelle altre parti della Striscia dove Hamas continua a farsi scudo della inerme popolazione civile. Questa carneficina deve finire subito».Tajani: pronti a valutare proposte Ue di sanzioni a IsraeleNon solo. «Siamo anche pronti a valutare, non appena verranno presentate in Consiglio, le ulteriori nuove proposte di sanzioni preannunciate dalla Presidente della Commissione Europea von der Leyen nel discorso di ieri a Strasburgo» ha aggiunto Tajani ricordando che «alla riunione dei ministri degli Esteri Ue a Copenaghen della scorsa settimana, con la Germania abbiamo proposto di infliggere nuove severe sanzioni ai coloni violenti. Siamo disponibili a inasprire le misure restrittive contro chi assalta i villaggi palestinesi, arrivando a colpire le comunità cristiane»Loading…«Quanto accaduto a Doha non sia pretesto per far saltare il banco»«Occorre resistere alla tentazione di forzare una conclusione della crisi con atti unilaterali dagli effetti imprevedibili; auspichiamo che quanto accaduto a Doha martedì non offra un pretesto a chi vuole far saltare il banco» ha poi puntualizzato Tajani nella sua informativa al Senato parlando del raid israeliano a Doha nel Qatar contro la leadership di Hamas.«Legittime critiche a Israele non alimentino antisemitismo»«Le legittime critiche nei confronti» delle azioni di Israele «non devono mai alimentare un nuovo antisemitismo in Italia e in Europa come quello che portò alla Shoah» ha chiarito però il ministro degli Esteri.«Inutile riconoscere la Palestina senza condizioni»Il ministro ha inoltre scandito che il governo «lavora concretamente, in maniera operativa» «senza sventolare bandiere di comodo, per la nascita di un vero Stato palestinese, creando in questo modo le premesse per la soluzione a due Stati». Ma ha specificato che «riconoscere uno Stato senza prima creare le condizioni per la sua nascita non produrrebbe alcun effetto, se non quello di allontanare la pace». E ha concluso: «Voglio ribadire qui con forza che l’Italia è a favore della nascita di uno Stato che permetta al popolo di Palestina di realizzare il proprio sogno: vivere in sicurezza a casa propria» More