- Il 49enne ospite de “La Volta Buona” ha ripercorso i suoi problemi alimentari
- La malattia si è presentata dopo la partecipazione all’Isola dei Famosi
- All’epoca, nel 2011, non c’erano i social. Ha mostrato alcune immagini molto forti
Laerte Pappalardo ha ripercorso il suo periodo più buio in tv, raccontando di quando ha toccato il fondo dopo aver partecipato all’Isola dei Famosi.
Il 49enne, figlio di Adriano Pappalardo ed ex marito di Selvaggia Lucarelli (con cui ha il figlio Leon, 20 anni), è stato ospite di “La Volta Buona” oggi, 6 novembre.
Nel programma di Caterina Balivo ha spiegato di aver sofferto di anoressia e di “non aver mangiato per due anni”.
Contava le calorie e ne assumeva appena 270 al giorno. Questo lo ha inevitabilmente portato ad avere importanti problemi di salute che sono sfociati in un intervento d’urgenza.
Prima di partire per l’Honduras pesava 71 kg. Quando è tornato in Italia invece la bilancia segnava 54 kg.
“All’epoca non essendoci ancora i social questa storia non è uscita molto fuori”, ha premesso. Era il 2011.
All’inizio, più magro, si piaceva “da morire”. Era entrato in una spirale “micidiale”.
“E’ una cosa che può capitare a chiunque, anche agli uomini. Parliamo di anoressia”, ha sottolineato.
“Non usavo il metodo classico dell’anoressico che mangia e poi sappiamo cosa fa. Io invece non ho mangiato per due anni”. “Per due anni ho mangiato una scatoletta di tonno e una mela al giorno, 270 calorie”, ha aggiunto lasciando la conduttrice e gli altri ospiti di stucco.
“Ero finito in un loop infernale”, ha proseguito. “Un anoressico si guarda allo specchio e si vede sempre grasso. Ero arrivato alla bellezza di 51 kg”.
Quindi il ricovero si è reso necessario: “Poi mi è scoppiata un’ascite improvvisa. Del liquido è fuoriuscito dentro l’addome per la magrezza. Perché non solo diventi magro, ma fai tanto sport per bruciare tutto ciò che ingerisci”.
Per poter uscire da quel loop ci è voluto tantissimo tempo: “Ci ho messo cinque anni a uscirne”.
Cosa l’ha aiutato? Pensare a suo figlio Leon: “Una dottoressa mi disse che ero rovinato. Mi disse: ‘Vuoi vedere tuo figlio? Comincia a mangiare’”.
“Si riesce ad uscirne, ci vuole forza di volontà e bisogna avere una motivazione”, ha concluso.
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