- Era il 2016, il percorso per superarlo è stato lungo: “Mi sono sentita paralizzata”
- Lei, oggi 34enne, aveva solo 26 anni: la sua carriera televisiva stava appena iniziando
Oggi è Ambassador di Meta per la sicurezza. Diletta Leotta a Vanity Fair parla del trauma che le ha stravolto l’esistenza. “Pensavo che la mia vita fosse finita”, svela. Nel 2016 alcune sue foto intime sono state diffuse, senza il suo permesso in Rete. Online è finito pure il numero del suo cellulare. “Mi sono sentita paralizzata”, racconta.
E’ stata un’amica a riferirglielo, poi il suo telefono ha iniziato a squillare incessantemente. La siciliana aveva solo 26 anni: la sua carriera tv era appena all’inizio. “Avevano rubato alcune immagini intime e, insieme a quelle, diffuso anche il mio numero di telefono in una cartella su Dropbox. Nel giro di pochi minuti ho ricevuto centinaia di chiamate e messaggi. Il telefono si è bloccato. In quel momento ho capito che stava succedendo qualcosa di grave. Ero sola, avevo 26 anni, mi sono sentita paralizzata: fragile e violata nella mia identità, nella mia libertà, nella mia privacy”, rivela Diletta.
La Leotta confida qual è stata la sua reazione: “All’inizio totale sconforto, un senso di solitudine incredibile. Non sapevo cosa fare. Poi ho trovato il coraggio di andare alla polizia postale a denunciare. Non è stato facile: ero giovanissima, da sola a Milano, e non avevo nemmeno un telefono funzionante per chiamare i miei genitori. Loro hanno saputo subito cosa stava succedendo, ma ricordo la paura di quei momenti”.
In quegli anni non esisteva ancora una legge che la tutelasse appieno. La Leotta spiega: “Mi sono ritrovata a combattere contro un gigante invisibile, senza strumenti né leggi che mi tutelassero. A 26 anni non hai i mezzi per affrontare una cosa simile. Pensavo che la mia vita fosse finita. E’ stato difficile, ma parlarne mi ha aiutato: raccontare quella ferita è stato il primo passo per guarire”.
E’ stato complesso andare avanti: “Difficilissimo. Raccontare un dolore così intimo è complicato ancora adesso. Ma oggi mi sento molto più forte. Sono orgogliosa di quella ragazza di 26 anni che ha trovato la forza di reagire, anche se non pensava di averla. Oggi sono la donna che sono anche grazie a quella forza”.
La conduttrice sottolinea: “La colpa non è mai della vittima, ma di chi viola la sua privacy”. Invita a denunciare immediatamente. A starle particolarmente vicino è stato il papà. Anche tornare al lavoro immediatamente l’ha aiutata. “Camminavo tra i corridoi e avevo la sensazione che tutti mi guardassero nuda, attraverso quelle immagini. Non era il loro sguardo a essere sbagliato, era la mia percezione”, rivela. Ma con la diretta ha trovato il coraggio di andare oltre.
“Non hanno mai trovato la prima persona che aveva violato il mio iCloud e diffuso le foto. Dopo quattro o cinque anni hanno chiuso il caso”, fa sapere Diletta. E aggiunge: “E’ una ferita che resta aperta, anche se oggi so che si può e si deve reagire”.
Oggi la Leotta è molto attenta alla privacy: “Subito dopo quell’episodio vivevo il telefono come uno strumento che non sapevo più gestire. Oggi invece so usarlo in modo consapevole, uso l’intelligenza artificiale e tutti gli strumenti tecnologici a disposizione, ma con molta più attenzione. Non scatto più certe foto, perché quella è una ferita che fa parte di me”.
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