Il presagio di Matteo Renzi, a urne appena chiuse, rischia di avverarsi: «Da domattina Giorgia Meloni proverà a cambiare la legge elettorale. Perché con questa legge lei a Palazzo Chigi non ci rimette più piede». A parte la conferma del Veneto con Alberto Stefani, il centrodestra mastica amaro e corre ai ripari. Le regionali hanno dimostrato che con le attuali regole del gioco e se resta unito, il campo largo può vincere e sfidare il centrodestra alle politiche del 2027.
Fdi spinge per cambiare la legge elettorale
E’ Giovanni Donzelli, uno dei colonnelli di Giorgia Meloni a spingere su una nuova legge elettorale. La giustifica con una maggiore stabilità di governo, chiodo fisso della premier che periodicamente rivendica i record di longevità della sua squadra . «Se si votasse oggi non ci sarebbe la stessa stabilità che abbiamo ora – è la premessa del responsabile dell’organizzazione di Fratelli d’Italia – Noi crediamo che sarebbe utile averla». E rivela: «E’ una riflessione che facciamo anche sulla legge elettorale, non ci sono dogmi ma crediamo che serva stabilità».
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La preoccupazione di Meloni
Insomma la riforma del premierato, che è in letargo in Parlamento, non basta. E ora va cercata una soluzione e magari un confronto. Parla Donzelli e tace Meloni che si limita a un messaggio pubblico ecumenico. La premier si complimenta con i tre neogovernatori e ringrazia i perdenti Edmondo Cirielli e Luigi Lobuono. E sul veneto Alberto Stefani rimarca: «è una vittoria frutto del lavoro, della credibilità e della serietà della nostra coalizione». Nulla di più. Ma è difficile non immaginare, dietro le parole di Donzelli, la preoccupazione della leader di governo.
L’apertura di Tajani
Più esplicita la condivisione di Antonio Tajani. Sull’aereo che lo sta portando in Arabia saudita, il vicepremier azzurro rilancia il sistema proporzionale, su cui è «sempre stato favorevole» e forte della sponda di una parte dell’opposizione altrettanto favorevole. Una legge che immagina simile a quella dell’elezione dei sindaci o dei presidenti di regione con l’obiettivo di «dare più rappresentatività ai territori, perché oggi con i collegi i territori hanno avuto meno rappresentatività».
Schlein: cambiare legge elettorale? Destra teme sconfitta
Frena invece il Pd. «Questa discussione la sta facendo la destra, non c’è ancora nessuna proposta concreta, ma parte dalle due premesse peggiori: c’è la paura di perdere: con la coalizione che abbiamo costruito oggi, nel 2022 non avrebbero vinto e perderebbero nel 2027. Altra premessa sbagliata è il premierato, che continueremo a contrastare duramente. Non siamo disposti a ridimensionare le prerogative del Parlamento e del presidente della Repubblica» attacca Elly Schlein.

