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    Si tuffa nel lago di Favogna e non riemerge, ricerche in corso

    L’allarme è stato dato mercoledì nel tardo pomeriggio, e immediatamente sono intervenuti i vigili del fuoco con i sommozzatori e un elicottero.Si tuffa nel lago di Favogna e non riemerge, ricerche in corso- Nanopress.itAl momento la sua identità non è ancora stata resa nota. Si tuffa nel lago di Favogna e non riemerge, ricerche in corsoL’incidente è avvenuto al lago di Favogna, situato su un altipiano sopra Magrè sulla Strada del Vino, in Alto Adige. L’allarme è stato dato mercoledì nel tardo pomeriggio, e immediatamente sono intervenuti i vigili del fuoco con i sommozzatori e un elicottero per pattugliare la zona dall’alto. Le ricerche sono durate circa tre ore, fino al ritrovamento del corpo senza vita della vittima.Al momento la sua identità non è ancora stata resa nota. LEGGI TUTTO

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    Positivo all’alcol e droga, investì e uccise due ragazzi in scooter: disposti i domiciliari | Il padre della ragazza: “Non è giustizia”

    Il duro sfogo dei genitori delle vittime, Lucia Morra – 20 anni – e Francesco Altamura – 23 anni – uccisi dopo un incidente stradale, mentre erano in sella al loro scooter. Francesco Altamura e Lucia Morra – Nanopress.itIl giudice ha disposto gli arresti domiciliari per il 34enne che era alla guida dell’auto che travolse e uccise i due adolescenti. Arresti domiciliari per l’uomo che travolse e uccise due fidanzati in scooter“Compie un omicidio volontario chi alla guida investe e uccide dopo avere assunto droga e alcol”.Non riesce a darsi pace Gianfranco Morra, padre di Lucia Morra, la 20enne travolta e uccisa il 30 settembre scorso, mentre – in sella al suo scooter – insieme al suo fidanzato Francesco Altamura, venne travolta da un’auto. I due fidanzati morirono sul colpo, l’impatto con l’Audi fu devastante. Alla guida della vettura c’era un uomo di 34 anni, che fu immediatamente identificato e fermato e risultò positivo all’alcol e droga.Nonostante indossassero il casco protettivo, per i due giovani non ci fu nulla da fare. Tanta è la rabbia di Gianfranco Morra.“Vorrei parlare con il giudice e dirgli ‘cosa avrebbe dovuto fare per andare in galera uno così? Una strage? Non sono omicidi stradali, perché chi investe e uccide dopo avere assunto e alcol commette omicidio volontario”.Stando a quanto ricostruito dopo l’incidente, la vettura – che procedeva ad alta velocità – avrebbe invaso la corsia opposta, centrando in pieno lo scooter. I due veicoli erano stati entrambi sequestrati. LEGGI TUTTO

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    Morso da un ragno violino: 70enne ricoverato a Modena

    L’uomo si è presentato al pronto soccorso perché quella che sembrava una puntura di zanzara sulla gamba ha iniziato a gonfiarsi e a diventare scura.Morso da un ragno violino: 70enne ricoverato – Nanopress.itNel giro di pochi giorni, si è reso necessario un secondo accesso al pronto soccorso.Morso da un ragno violino: 70enne ricoverato a ModenaUn settantenne di Carpi, in provincia di Modena, ha rischiato di riportare gravi conseguenze dopo essere stato morso da un ragno violino. L’uomo si è presentato al pronto soccorso dell’ospedale di Carpi poiché quella che sembrava una puntura di zanzara sulla gamba ha iniziato invece a gonfiarsi e a diventare scura.Inizialmente, gli è stato somministrato un antibiotico, ma quando l’arto è diventato nero, è stato necessario un secondo accesso al pronto soccorso nei giorni seguenti. Questa volta, all’ospedale di Baggiovara, gli è stato somministrato un antibiotico specifico, e fortunatamente è stato poi dimesso dopo alcuni giorni di ricovero. I sintomi del morso del ragno violinoIl morso di un ragno violino può causare una serie di sintomi, che possono variare da persona a persona. Ecco quali sono i segni comuni da tenere d’occhio:Dolore e bruciore: il morso può essere doloroso e provocare una sensazione di bruciore nella zona interessata.Arrossamento e gonfiore: la zona colpita può diventare rossa e gonfia. Questo è uno dei primi segni visibili.Formazione di una vescica: in alcuni casi, può comparire una piccola vescica o una bolla sulla pelle.Necrosi: questo è il sintomo più preoccupante. Dopo qualche giorno, la zona del morso può diventare nera o violacea, indicando la morte dei tessuti. Se si verifica la necrosi, è importante cercare immediatamente assistenza medica.Febbre e malessere generale: in alcuni casi, il morso può causare febbre, brividi e malessere generale.Dopo essere stati morsi da un ragno violino, è importante seguire alcune azioni immediate: pulire accuratamente l’area del morso con acqua e sapone per ridurre il rischio di infezione, non applicare disinfettanti troppo forti sulla ferita, se il morso coinvolge gli arti, mantienerli sollevati, prestando attenzione alla comparsa di sintomi come arrossamento, gonfiore o formazione di una lesione necrotica. In caso di sintomi gravi, cercate assistenza medica. LEGGI TUTTO

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    Perché in viaggio non si fa la cacca

    Caricamento playerLa “stitichezza del viaggiatore” è una condizione sperimentata da molte persone quando si allontanano da casa per qualche giorno per motivi di lavoro o di vacanza, in particolare in questo periodo dell’anno. Il temporaneo cambiamento di abitudini e di fuso orario, l’ansia da partenza e talvolta i lunghi spostamenti – soprattutto in aereo – possono influire sulla regolarità con cui ci si libera e portare a giornate piuttosto improduttive in bagno. A parte la sensazione poco confortevole, qualche giorno di stitichezza non è solitamente preoccupante, ma le cause di questo disturbo insegnano qualcosa su come siamo fatti nelle parti più recondite del nostro organismo e non solo.
    L’inizio della storia è noto più o meno a tutti: mangiamo qualcosa che nello stomaco si trasforma in poltiglia e che fluisce poi verso l’intestino, dove le varie sostanze nutrienti e l’acqua vengono assorbite dall’organismo. Ciò che resta finisce nell’intestino crasso dove viene recuperato ancora qualcosa, per esempio altra acqua, fino a quando gli scarti si accumulano nell’ampolla rettale in attesa di compiere il loro tuffo finale nel WC. Il processo può richiedere ore o giorni a seconda di cosa si è mangiato e di come è fatto ciascuno di noi, ma può anche essere condizionato da numerosi fattori esterni.
    In linea di massima l’intestino è un tipo abitudinario e gradisce la regolarità sia per quanto riguarda ciò che deve digerire, il tipo di alimenti per esempio, sia gli orari in cui vuotarsi. Spesso chi non va con regolarità in bagno attribuisce il problema al proprio intestino, mentre in realtà la causa sono spesso gli stili di vita e una certa sregolatezza nell’alimentazione. C’è poi naturalmente un’ampia serie di eccezioni legate a chi ha problemi di salute, dalle intolleranze a problemi digestivi e di infiammazione intestinale, ma nella maggior parte dei casi le persone vanno in bagno più o meno sempre nello stesso momento della giornata, anche se con esiti e consistenze alterni.
    In viaggio manca spesso la possibilità di mantenere le proprie abitudini e questo si riflette sull’attività intestinale, con il risultato che per qualche giorno si ha difficoltà ad andare in bagno. Si diventa stitici, anche se la stitichezza ha definizioni che variano molto a seconda dei casi e delle circostanze. Il termine definisce in generale la difficoltà a liberarsi parzialmente o completamente, una consistenza delle feci più dura del solito con la conseguente difficoltà a espellerle e una riduzione dei movimenti intestinali, molto importanti per la trasformazione e il transito attraverso l’apparato digerente dei nutrienti e degli scarti.
    L’intestino crasso è lungo in media 170 cm, circa un quinto dell’intero intestino (Wikimedia)
    Non c’è però un solo tipo di stitichezza: quando si verifica, ognuno sperimenta la propria. La riduzione della frequenza con cui si va in bagno, per esempio, può essere un indicatore, ma deve essere rapportato alla frequenza con cui ci si va di solito, considerato che per alcune persone è normale farla più volte al giorno mentre per altre sono sufficienti tre-quattro volte alla settimana.
    Differenze così significative portano di solito i medici a considerare costipato un paziente se questo segnala un certo disagio, la sensazione che qualcosa non sta progredendo come al solito o l’incapacità di liberarsi. Chi soffre di particolari condizioni come celiachia o sindrome dell’intestino irritabile ha maggiori probabilità di passare periodi di stitichezza e di avere qualche disturbo in viaggio.
    Vari fattori legati al cambiamento di abitudini favoriscono la stitichezza del viaggiatore. Tra i più frequenti c’è la disidratazione dovuta a una minore assunzione di acqua o a una maggiore velocità con cui viene dispersa, attraverso la sudorazione o l’urina. L’acqua è importante per la consistenza delle feci e per favorirne il loro passaggio nelle parti finali dell’intestino. In condizioni normali ne rimane a sufficienza, ma se si beve poco l’organismo prova a recuperare più acqua possibile anche dalle feci prima che queste vengano espulse.
    Durante un lungo viaggio spesso si beve meno perché si teme di non avere sempre la possibilità di fermarsi per fare pipì, oppure perché si avverte meno la sete per esempio se si trascorrono diverse ore in un ambiente con l’aria condizionata accesa, come nel caso di un aeroplano. L’aria nella cabina degli aerei è di solito fredda e molto secca, sia per motivi igienici sia per preservare le strumentazioni elettriche, di conseguenza si avverte meno la perdita di liquidi attraverso la traspirazione. Le feci si induriscono e passano meno facilmente attraverso l’ultimo tratto dell’intestino, spesso complicando il resto dell’attività digestiva che rallenta e diventa più laboriosa.

    – Leggi anche: Non abbiamo mai voluto avere niente a che fare con la nostra cacca

    Nei lunghi viaggi si sta raramente in piedi e ci si muove poco, due attività che nella vita di tutti i giorni sono molto importanti per favorire la motilità intestinale, cioè i movimenti e gli spasmi che permettono alle sostanze di avanzare lungo il tratto digerente. La digestione avviene più lentamente e in modo meno efficace, cosa che sommata alla minore quantità di acqua rende le feci ancora più dure. Nel caso di un volo aereo è poi probabile che il luogo di arrivo sia in un fuso orario diverso rispetto a quello di partenza: il cambio dell’ora rende inevitabili alcune modifiche nei normali orari per svolgere varie attività, comprese quelle in bagno.
    La combinazione di poca acqua, poco movimento e cambio di orari mette spesso le basi per un certo intasamento che si farà sentire nei primi giorni. L’effetto viene poi acuito dai cambiamenti alla dieta che di solito si fanno durante una vacanza, per esempio per provare i cibi locali oppure semplicemente perché si diventa un po’ più indulgenti nel consumo di alcolici o di caffè, se c’è di mezzo un jet-lag da assorbire. Sia l’alcol sia la caffeina hanno effetti diuretici e possono quindi contribuire alla disidratazione, che come abbiamo visto ha un ruolo importante nella stitichezza.
    (Sara D. Davis/Getty Images)
    Quando si è in viaggio non è inoltre sempre semplice assecondare in poco tempo lo stimolo ad andare in bagno, o per mancanza di un WC nei paraggi o per una certa ritrosia di alcune persone a utilizzare i bagni pubblici per liberarsi delle proprie solide realtà. Rinviare e ritardare, talvolta anche di molto tempo, quel momento può indurre o peggiorare la stitichezza: lo spazio nell’intestino crasso è quello che è, di conseguenza col passare del tempo parte dell’acqua delle feci viene recuperata per ridurre il volume complessivo occupato, portando a un loro ulteriore indurimento.
    Alcune persone vivono inoltre con una certa apprensione il pensiero di mettersi in viaggio e di essere per alcuni giorni lontane da casa. Lo stress di preparare le valigie, di dimenticare qualcosa o la preoccupazione di arrivare in aeroporto in tempo possono generare stati d’ansia che si riflettono anche sull’attività intestinale. Il rapporto cervello-intestino è discusso da tempo e non è stato ancora compreso pienamente, ma la tensione derivante dall’ansia ha effetti di vario tipo, in particolare sui movimenti muscolari e dei tessuti che formano parte del tratto digerente.

    – Leggi anche: La vescica è cervellotica

    Non sono necessarie strategie particolarmente elaborate per ridurre il rischio di avere la stitichezza del viaggiatore. Una regola che può essere applicata, consigliata in generale per avere un buon rapporto col proprio intestino, è quella delle “tre F”: fluidi, fibre e fitness. Bere acqua a sufficienza aiuta a prevenire la disidratazione e può essere utile abituarsi ad assumerne un po’ di più a partire dai giorni prima della partenza, così da abituarsi meglio e partire preparati. Il consumo di cibi ricchi di fibre favorisce la formazione di feci di cui liberarsi senza troppo sforzo, quindi ortaggi, legumi e frutta da consumare preferibilmente con la buccia come mele, pere, prugne. Infine, fare attività fisica favorisce la motilità intestinale e il transito delle sostanze nel tratto digerente.
    Il consumo di alcol dovrebbe essere invece moderato proprio per evitare la disidratazione o altri disturbi intestinali, che possono per esempio manifestarsi con il consumo di alcuni alcolici come la birra. Si dovrebbero poi favorire cibi facilmente digeribili evitando le carni troppo grasse, gli alimenti fritti e quelli ricchi di derivati del latte. Questi alimenti richiedono in generale tempi più lunghi per la digestione e potrebbero quindi peggiorare la stitichezza. Rinunciarci quando si è in vacanza potrebbe però non essere semplice per tutti, visto che i periodi di ferie coincidono comprensibilmente con quelli in cui si è più indulgenti soprattutto per quanto riguarda l’alimentazione.
    Infine, cercare di liberarsi il prima possibile quando si avverte lo stimolo può aiutare molto. In alcuni casi ciò implica doversi adattare a condizioni non sempre ideali, specialmente nel caso dei bagni pubblici, che sono percepiti spesso come un’arma biochimica in cui non ci si può che ammalare. In realtà, se utilizzato con qualche cautela è difficile che un WC in cattive condizioni possa causare qualche problema di salute: in alcuni paesi è più probabile che lo faccia un bicchiere d’acqua del rubinetto, limpido e innocuo all’apparenza. A volte l’esatto opposto della stitichezza del viaggiatore, cioè la diarrea del viaggiatore, parte proprio da un po’ di acqua contaminata, ma questa è decisamente un’altra storia. LEGGI TUTTO

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    Saman Abbas, la madre è arrivata in Italia

    Condannata all’ergastolo in primo grado per l’omicidio della figlia, Nazia nega le accuse e sostiene che altri parenti siano i veri responsabili.Saman Abbas, la madre è arrivata in Italia – Nanopress.itOltre a Nazia Shaheen e suo marito Shabbar Abbas, gli altri parenti coinvolti nel caso di Saman Abbas sono: Danish Hasnain, lo zio di Saman, che è stato condannato a 14 anni in primo grado e due cugini di Saman, inizialmente imputati, ma assolti in primo grado. Saman Abbas, la madre è arrivata in ItaliaNazia Shaheen, la madre di Saman, è stata estradata dall’Italia dopo essere stata arrestata in Pakistan. Condannata all’ergastolo in primo grado per l’omicidio della figlia, Nazia nega le accuse e sostiene che altri parenti siano i veri responsabili. Ora che è in Italia, avrà l’opportunità di fornire la sua versione dei fatti agli inquirenti italiani.L’ultima immagine di Saman con la madre risale alla notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021, poco prima che la giovane venisse uccisa per aver rifiutato di lasciare il suo fidanzato, con cui avrebbe voluto presto convolare a nozze. Il caso è ancora in corso e l’appello è previsto per l’autunno. Le dichiarazioni di Nazia potrebbero portare nuovi elementi alla luce.Oltre a Nazia Shaheen e suo marito Shabbar Abbas, gli altri parenti coinvolti nel caso di Saman Abbas sono: Danish Hasnain, lo zio di Saman, che è stato condannato a 14 anni in primo grado e due cugini di Saman, inizialmente imputati, ma assolti in primo grado. LEGGI TUTTO

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    Liliana Resinovich, “anomala discrasia” tra tabulati e memoria del cellulare

    Le discrepanze hanno portato il legale di Sergio Resinovich, Nicodemo Gentile, a richiedere un’estensione della consulenza tecnica per approfondire la questione.Liliana Resinovich, “anomala discrasia” tra tabulati e memoria del cellulare – Nanopress.itLa sua scomparsa è stata seguita da un’intensa ricerca, e il suo corpo è stato trovato alcune settimane dopo in un parco vicino alla sua casa. Liliana Resinovich, “anomala discrasia” tra tabulati e memoria del cellulareÈ stato rilevato che c’è una “anomala discrasia” tra i tabulati telefonici e i dati memorizzati sul cellulare di Liliana Resinovich. Questo significa che ci sono attività telefoniche registrate nei tabulati che non compaiono sul telefono stesso. In particolare, tra le 11:24 e le 13:06 del giorno della sua scomparsa, i tabulati mostrano attività che non sono presenti sul dispositivo.Inoltre, sembra che sia stata cancellata una chiamata effettuata alle 8:22 del 14 dicembre 2021 tra Liliana e il suo amico Claudio Sterpin. Queste discrepanze hanno portato il legale di Sergio Resinovich, Nicodemo Gentile, a richiedere un’estensione della consulenza tecnica per approfondire la questione.Liliana Resinovich era una donna di Trieste, la cui scomparsa e successiva morte hanno attirato molta attenzione mediatica. Aveva 63 anni al momento della sua scomparsa, avvenuta nel dicembre 2021. La sua scomparsa è stata seguita da un’intensa ricerca, e il suo corpo è stato trovato alcune settimane dopo in un parco vicino alla sua casa. La procura ha inizialmente ipotizzato il suicidio, ma ci sono state molte controversie e richieste di ulteriori indagini, soprattutto a causa delle discrepanze nei dati telefonici e altre anomalie rilevate durante le indagini. LEGGI TUTTO

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    Donna trovata morta in casa a Tombolo (Padova): il killer si costituisce

    La vittima è una donna di 56 anni di origini romene. Il corpo è stato trovato nella sua abitazione, nel Padovano.Carabinieri – Nanopress.itIl presunto killer, un 49enne di origini marocchine, si sarebbe costituito, presentandosi nella caserma dei carabinieri di Tombolo, cui ha riferito di aver ucciso la donna, probabilmente soffocandola. Omicidio a Tombolo: donna trovata morta in casaUna donna di origine romene, di 56 anni, è stata trovata morta nella sua abitazione a Tombolo, in provincia di Padova. Sul posto carabinieri e in arrivo il magistrato di turno. Poco dopo il ritrovamento del cadavere, il presunto killer si sarebbe presentato nella caserma dei carabinieri di Tombolo per costituirsi.Si tratta di un marocchino di 49 anni, che pare avesse una relazione con la vittima. Al momento non ci sono altre informazioni a riguardo.Notizia in aggiornamento. LEGGI TUTTO

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    Bimbo morto in piscina a Orosei, il pm chiede la condanna per i proprietari dell’hotel

    Il bambino – Riccardo Mulas, 7 anni – rimase intrappolato nel bocchettone di scolo della piscina di un albergo a Orosei, provincia di Nuoro. La piscina in cui è morto il piccolo Riccardo – Nanopress.itPer i due proprietari della struttura ricettiva l’accusa è di omicidio colposo. Bimbo morto in piscina a Orosei, chiesta condanna per i proprietari dell’hotelIl pubblico ministero di Nuoro ha chiesto una condanna a un anno di reclusione per la proprietaria e l’amministratore dell’albergo nella cui piscina morì il piccolo Riccardo Mulas, il bambino di 7 anni che rimase intrappolato nel bocchettone di scolo della piscina. La tragedia si verificò il 2 settembre del 2018.Per i due imputati l’accusa è di omicidio colposo. Il magistrato ha imputato ai due “la responsabilità della manutenzione della piscina, per il quale avevano l’obbligo giuridico di evitare che diventasse un rischio per le persone, inserendo la grata sul bocchettone di scolo.” I legali di parte civile si sono associati alla richiesta del pubblico ministero, ma hanno anche chiesto una provvisionale immediatamente esecutiva di 100mila euro per i genitori della vittima.L’amministratore della società comproprietaria dell’albergo è già stato condannato con rito abbreviato a 5 mesi per omicidio colposo. Il ritorno in aula è previsto per il 3 novembre prossimo. LEGGI TUTTO