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    Meloni rientra in scena, prima volta da premier al Meeting di Rimini: tra guerre e dazi

    Ascolta la versione audio dell’articoloGiorgia Meloni è ospite oggi al Meeting di Rimini. E’ la sua prima “uscita pubblica” dopo la pausa estiva, che la leader di Fdi ha trascorso tra le isole greche e gli ulivi della Puglia, con in mezzo la missione a Washington per i colloqui sull’Ucraina con Donald Trump e i leader europei. Per la premier si tratta della prima volta al Meeting nelle vesti di capo del governo. L’ultima partecipazione risale all’estate 2022, durante la campagna elettorale per le politiche, in un panel con gli altri leader di centrodestra e centrosinistra: all’epoca il segretario del Pd era Enrico Letta, principale sfidante di Meloni nella corsa che portò il centrodestra al governo.L’intervento della premierL’intervento della premier è previsto alle 12, introdotto dal presidente della Fondazione Meeting, Bernhard Scholz. Dal suo discorso ci si attendono riferimenti alla difficile situazione internazionale – Ucraina, Gaza, dazi e rapporti con gli Usa – oltre ai dossier interni, in particolare le misure della prossima manovra su ceto medio e famiglie, temi particolarmente cari alla platea riminese.Loading…Atteso anche SalviniLa giornata di oggi sarà anche quella di Matteo Salvini. Il vicepresidente del Consiglio e leader della Lega interverrà alle 17.30 su infrastrutture e “deserti” della modernità, insieme ad Alfredo Maria Becchetti, presidente di Infratel, e Stefano Antonio Donnarumma, Ad e Dg del Gruppo Fs, in un panel moderato dal direttore della Fondazione Meeting, Emmanuele Forlani. Il ministro dei Trasporti è stato protagonista di alcuni dei passaggi più movimentati dell’estate politica, dalla polemica con Emmanuel Macron – sfociata in una mini-crisi diplomatica – al botta e risposta con Antonio Tajani sul dossier banche.I nodi da sciogliereSul tavolo della maggioranza, però, non ci sono soltanto i temi del Meeting. Restano aperte questioni spinose: dal caso vaccini, con la revoca della Commissione Nitag da parte del ministro della Salute Orazio Schillaci dopo le polemiche sulla presenza di medici considerati critici sulle immunizzazioni – decisione non concordata con Palazzo Chigi e che avrebbe irritato la premier – al complicato puzzle delle regionali. Dopo l’investitura del sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi come candidato governatore in Toscana, mancano ancora diversi tasselli. La partita più delicata è quella del Veneto. Nonostante alcune aperture da Fdi sull’ipotesi di un candidato leghista, la scelta resta congelata in attesa di un vertice dei leader del centrodestra. Restano da definire anche Campania e Puglia: in Campania tra i nomi più accreditati restano quelli di Edmondo Cirielli e Giosy Romano, mentre in Puglia Forza Italia spinge per il deputato Mauro D’Attis. LEGGI TUTTO

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    Campania, ok allo scambio: De Luca junior leader del Pd regionale e Fico candidato presidente

    Ascolta la versione audio dell’articoloSembra chiuso l’accordo in Campania nel centrosinistra. Con il patto siglato dalla segretaria Elly Schlein con il “governatore-sceriffo” Vincenzo De Luca. Il pentastellato Roberto Fico sarà il candidato presidente in cambio del via libera al ruolo di segretario regionale per Piero De Luca, figlio del potente presidente campano (non più ricandidabile), che avrebbe chiesto anche una lista a suo nome per far rientrare in Consiglio regionale almeno una parte della sua classe dirigente.Fico candidato Campania, Conte atteso per annuncio a NapoliL’annuncio ufficiale di Fico candidato presidente dovrebbe arrivare nei prossimi giorni quando a Napoli è atteso il leader pentastellato Giuseppe Conte. Gli incontri avuti dal commissario del Pd campano Antonio Misiani con Fico e con il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, e la strada spianata a Piero De Luca verso la segreteria regionale del Pd rendono ormai sicura la candidatura dell’ex presidente della Camera dei Deputati, in una campagna elettorale che sarà lanciata in città dal leader del M5s.Loading…Verso De Luca jr candidato unico segreteria Campania Schlein ha incontrato questa mattina i componenti campani della segreteria nazionale Sandro Ruotolo e Marco Sarracino. La segretaria ha fatto appello all’unità del partito e della coalizione verso una elezione unitaria del nuovo segretario dem in Campania che dovrebbe essere Piero De Luca. A questo punto Ruotolo e Sarracino stanno consultando i sostenitori della mozione Schlein per arrivare già questa settimana all’indicazione della candidatura unitaria di Piero De Luca segretario regionale del Pd, elemento essenziale nell’intesa con il governatore uscente a sostegno della candidatura di Roberto Fico.I malumori dem L’incontro al Nazareno della segretaria Schlein con Sarracino e Ruotolo è servita a superare in chiave unitaria i malumori registrati in una parte dei dem campani di fronte all’ipotesi di eleggere il deputato Piero De Luca alla segreteria regionale del partito, da tempo commissariata nelle mani del senatore Antonio Misiani. Si era ipotizzata una candidatura a segretario di Sandro Ruotolo, sostenuta da Sarracino, ipotesi poi rientrata nelle ultime ore a sostegno della scelta unitaria. A parte l’irritazione Ruotolo, che era pronto a candidarsi e che si è dovuto piegare alla “ragion di Stato”, c’è da registrare però la protesta di una pasdaran della minoranza riformista come Pina Picierno («pongo alcune domande semplici alla mia comunità politica: dopo anni di commissariamento, è dignitoso che il congresso regionale della Campania diventi solo moneta di scambio per accordi decisi altrove?»). La scelta del figlio di Vincenzo De Luca alla guida del partito campano è del resto elemento cruciale nell’intesa che si sta cercando di costruire da mesi per indurre il governatore uscente a sostenere la candidatura del Cinquestelle Roberto Fico alla sua successione.Calenda: prima di consegnarla a Fico mi taglio maniCosì come in Toscana, Marche e Calabria, Azione si sfila però subito dal campo progressista. «Azione non c’è. Io prima di mettere la Campania in mano a Fico mi taglio le mani. Non ha mai avuto nessuna responsabilità gestionale, tranne quella di aver preso l’autobus da primo giorno da presidente della Camera, poi era con la scorta. Ci sono dei consiglieri regionali che lo supportano, li perderò: io non lo supporto». Così il leader di Azione Carlo Calenda intervenendo al Caffè della Versiliana. LEGGI TUTTO

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    Puglia, i dem stringono sul candidato: oggi la segreteria regionale

    Ascolta la versione audio dell’articoloDomani i leader di Pd, M5S e Avs si ritroveranno di nuovo faccia a faccia, dopo la pausa estiva, sul palco del Monk di Roma. Per quella data la speranza è che le due grane del centrosinistra per le prossime regionali, le candidature in Puglia e Campania, siano alle spalle. Nella Regione guidata da Michele Emiliano, il suo successore in pectore Antonio Decaro per scendere in campo ha messo un pesante veto sulle candidature in consiglio dello stesso Emiliano (giocando sul terreno dem) e dell’ex governatore Nichi Vendola (sconfinando in casa Avs). Una mossa che da un lato ha irritato profondamente l’Alleanza Verdi Sinistra, dall’altro ha creato un vero e proprio caso all’interno del Pd: come convincere un big del calibro di Emiliano a farsi da parte?Il nodo dei tempi per il NazarenoFino ad ora Elly Schlein ha lavorato nelle retrovie, affidando la patata bollente al fidato Igor Taruffi, ma se la vicenda non verrà risolta in ambito locale in tempi ragionevoli, potrebbe essere necessario un coinvolgimento più diretto del Nazareno. Politicamente ancor più spinoso è il no a Vendola che Avs non è intenzionata ad accettare: in questo caso il messaggio che i democratici avrebbero recapitato a Decaro è che l’alleanza con i rossoverdi – considerata solida e affidabile in tutta Italia – non può essere messa in discussione e che, se è intenzionato a candidarsi, sarà suo compito dirimere la matassa: convincere personalmente l’ex governatore a non correre o accettarne la corsa. Oggi è prevista la riunione di una segreteria del partito regionale, che prelude ad un tavolo di coalizione. Obiettivo esplicitato: «Tenere un confronto per tutelare l’unità del centrosinistra nel percorso verso le elezioni regionali». «A noi sta la responsabilità, all’interno dei nostri organismi, di lavorare per una composizione di un quadro unitario», afferma il segretario Domenico De Santis. Se poi la composizione non riuscirà, la palla passerà di nuovo, ufficialmente, al Nazareno. Che, comunque, è già al lavoro con i suoi pontieri. «Spero che il Pd o Decaro risolvano velocemente una questione che loro hanno creato, noi siamo degli alleati che non possono ricevere dei veti», dice lapidario Angelo Bonelli (Avs).Loading…Verso una schiarita in CampaniaIl tempo stringe e lo sanno benissimo anche i dem: «Qual è la deadline pugliese? Ieri…», risponde chi sta lavorando al dossier. Una battuta che sintetizza efficacemente la preoccupazione per una vicenda che si sta rivelando più lunga del previsto, alimentando gli scenari più disparati, conditi da qualche veleno: tra chi ipotizza, tra le altre strade percorribili, una candidatura in Parlamento per Emiliano e chi intravede in Decaro un futuro sfidante per Schlein. «Chi tra Elly e Antonio, alla fine di questa giostra, perderà la testa, o meglio la poltrona?», punge Fratelli d’Italia. In Campania, invece, si andrebbe verso una schiarita sulla scelta di Roberto Fico. Giornata di incontri per il commissario regionale del Pd Antonio Misiani, che vede prima l’ex presidente della Camera e poi il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. Dal dialogo con il primo cittadino emerge l’accordo per la candidatura di Fico che dovrebbe essere annunciata ufficialmente nei prossimi giorni. Qui si attende la convocazione del congresso regionale che servirà ad eleggere il prossimo segretario: se la scelta cadesse su Piero De Luca, deputato campano e figlio del presidente della Regione uscente, anche le ultime resistenze su Fico potrebbero venire meno. La sfida che si profila è tra De Luca jr e il parlamentare dem Sandro Ruotolo. LEGGI TUTTO

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    Toscana, centrodestra ufficializza il candidato: è il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi

    Ascolta la versione audio dell’articoloAlessandro Tomasi, sindaco di Pistoia, è il candidato Presidente della Regione Toscana per il centrodestra: lo afferma una nota dopo la riunione odierna dei vertici regionali dei partiti della coalizione per le Regionali. «La coalizione, composta da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati, ha indicato in maniera unanime e convinta il nome di Alessandro Tomasi come candidato alla presidenza della Regione Toscana – si legge – Alla riunione, che ha sancito la sintesi di un lavoro proficuo avviato da tempo, hanno preso parte il vicecoordinatore regionale di FdI e deputato Francesco Michelotti, il sottosegretario Patrizio La Pietra, il coordinatore della Lega Luca Baroncini, l’eurodeputato Roberto Vannacci, il coordinatore regionale di Forza Italia Marco Stella e il deputato di Noi Moderati Alessandro Colucci col suo vice Luca Briziarelli.Patto Pd-M5s con 23 puntiIn Toscana si voterà il 12 e 13 ottobre. Tomasi se la vedrà con il governatore uscente Eugenio Giani. Il tavolo della coalizione di centrosinistra comprende, oltre al Pd, M5s Avs, Iv, +Europa, Socialisti. Per volontà del suo leader Carlo Calenda, Azione invece si è sfilata accusando il Pd di aver stretto con il M5s un patto «con tanti desiderata ideologici». Il 18 agosto Partito Democratico e Movimento 5 Stelle hanno siglato oggi a Firenze il patto di coalizione in 23 punti a sostegno della ricandidatura di Eugenio Giani a presidente della Regione Toscana. Fra i punti contenuti nel patto, un sistema di reddito di cittadinanza regionale; interventi per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario e la riduzione della settimana lavorativa; il raddoppio ferroviario della linea Firenze-Pisa; la chiusura del rigassificatore Snam di Piombino; revisione del piano rifiuti e del piano cave, con il recupero dei principi della legge Marson sul governo del territorio; no alla base Nato di Firenze e all’ipotesi di insediamento militare nell’area di San Rossore. Nei 23 punti avanzati dal M5s viene inoltre ribadita la contrarietà al Masterplan di potenziamento dell’aeroporto di Firenze, e la volontà di trovare soluzioni di gestione in house per la Multiutility.Loading…Il no di CalendaIl tavolo della coalizione di centrosinistra comprende, oltre al Pd, M5s Avs, Iv, +Europa, Socialisti. Per volontà del suo leader Carlo Calenda, Azione invece si è sfilata accusando il Pd di aver stretto con il M5s un patto «con tanti desiderata ideologici». «Non sosterremo in nessun modo Giani, e non mi importa di che cosa faranno i vertici locali di Azione, il partito nazionale non sarà di questa partita e i nostri elettori sono liberi di fare quello che credono. La scena umiliante di Giani che si inchina a Taverna è una cosa che non si può vedere» ha dichiarato Calenda. Dopo la decisione di Azione di non appoggiare il campo largo alle prossime elezioni regionali, il segretario regionale di Azione, contrario alla scelta, si è dimesso LEGGI TUTTO

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    Tajani si smarca da Salvini: «I rapporti con la Francia li teniamo io e Meloni. Ma non invieremo le nostre truppe a Kiev»

    Ascolta la versione audio dell’articoloLa tensione tra Francia e Italia dopo l’attacco del vicepremier e leader leghista Matteo Salvini al presidente Emmanuel Macron sulle truppe in Ucraina («Macron s’attacca al tram, si metta l’elmetto e ci vada lui»)? «La politica estera la fanno il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri. Se si devono far valere delle ragioni, si vince con la forza delle idee, non con la violenza delle parole». La proposta del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti di utilizzare i profitti delle banche derivanti dal calo dello spread per aiuti alle famiglie? «La caccia alla banca significa dare la caccia al sistema industriale e imprenditoriale italiano. No a blitz o operazioni strane». Salvini continua a parlare genericamente di pace sorvolando sulle garanzie per Kiev? «In queste ore con i miei colleghi del G7 abbiamo dato un forte segnale politico di sostegno al ministro degli Esteri ucraino per raggiungere una pace giusta e duratura, fondata sulle decisioni sovrane ucraine. Lavoriamo per solide garanzie di sicurezza, che dovranno favorire la pace e la stabilità in Europa».Ucraina e banche, a Rimini duello a distanza tra Forza Italia e LegaAntonio Tajani si presenta al Meeting di Rimini, come ormai da tradizione, con la ferma intenzione di ribadire tutti i paletti di Forza Italia nei confronti dell’alleato leghista. E il duello a distanza tra i due vicepremier è destinato a durare ancora, visto che Salvini è atteso a Rimini per martedì. Il tutto mentre la premier Giorgia Meloni, che fonti di Palazzo Chigi descrivono irritata dalle nuove uscite antifrancesi di Salvini a pochi giorni dal vertice di Washington sull’Ucraina e in generale dai toni del dibattito politico all’interno della maggioranza, resta ancora qualche giorno nel suo buen retiro pugliese prima di riprendere le attività chiudendo a sua volta la sfilata dei politici al Meeting mercoledì sera.Loading…I paletti di Tajani: no a truppe in Ucraina ma aiuto per lo sminamentoPartiamo dalla politica estera, di cui Tajani è responsabile. I distinguo da Salvini non arrivano naturalmente, in linea con la strategia della stessa Meloni, a sposare la linea di Macron. Il no alle truppe italiane in Ucraina resta, ma resta anche la proposta di estendere all’Ucraina l’articolo 5 della Nato e dunque la disponibilità a intervenire con gli alleati in caso di attacco. «Si stanno facendo dei passi in avanti anche nella proposta italiana di avere una garanzia modello art.5 della Nato, con la presenza americana – dice Tajani -. Noi non siamo per inviare truppe ma potremmo dare un contributo importante vista la grande esperienza che abbiamo per lo sminamento sia marittimo che terrestre. Poi si vedrà come andranno le cose. Si sono fatti dei passi in avanti anche dal punto di vista del coordinamento su questo tipo di ipotesi». Quanto all’incidente con Macron, che dopo l’attacco di Salvini ha convocato l’ambasciatrice italiana a Parigi, Tajani prova a gettare acqua sul fuoco: «Non c’è nessuna crisi diplomatica con la Francia, con il mio omologo Jean-Noël Barrot mi sono parlato a lungo ieri, abbiamo preparato il G7 degli Esteri. Mi pare sia giusto ricordare che le relazioni di politica estera le tengono presidente del Consiglio e ministro degli Esteri e i colloqui tra la premier e il presidente francese così come i miei con il ministro degli Esteri francese sono frequenti».Lo stop a Giorgetti: giù le mani dalle banche e dalle casse di previdenzaSul fronte economico, così come già accaduto nei mesi scorsi di fronte alle ipotesi di una tassa sugli extraprofitti delle banche, il muro di Tajani è altrettanto alto. «Le banche sono imprese, non credo serva dare “pizzicotti” alle banche ma serve parlare con loro, perché un Paese come il nostro non può fare a meno di un sistema bancario forte. Devono pagare le tasse come tutti gli altri, ma sono contrario al principio degli extraprofitti». E ancora: «Attenzione: la caccia alla banca significa dare la caccia al sistema industriale e imprenditoriale italiano». Lo stesso vale «per le casse di previdenza» dei professionisti che «finché ci sarà Forza Italia al governo non entreranno mai nell’Inps». Un progetto che al momento non sarebbe nei piani, mentre starebbe maturando sul fronte previdenziale la sterilizzazione dell’età pensionabile, che senza alcun intervento aumenterebbe di tre mesi nel 2027. «Ne ho parlato con Giorgetti, c’è la sua disponibilità a inserire il provvedimento nella legge di Bilancio», fa sapere il sottosegretario leghista al Lavoro Claudio Durigon, anche lui alla kermesse di Cl. LEGGI TUTTO

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    Dopo il Leoncavallo nel mirino altre 128 occupazioni abusive, attenzione Viminale su Casapound e Spin Time a Roma

    Ascolta la versione audio dell’articoloDopo lo sgombero del centro sociale Leoncavallo a Milano resta ancora ampia la galassia delle occupazioni abusive di immobili, sia privati che pubblici, di area anarco-antagonista, all’interno dei quali sono attivi collettivi che organizzano iniziative di vario genere: se ne contano almeno 126 in tutta Italia.Le occupazioniLe occupazioni riconducibili all’estrema destra italiana sono invece due: CasaPound a Roma nella sede di via Napoleone III e Spazio Libero Cervantes a Catania. E proprio su Casapound, oltre che sullo Spin Time, sempre a Roma, a quanto risulta all’Adnkronos, negli scorsi mesi era caduta l’attenzione del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Il titolare del Viminale, che già da prefetto di Roma, aveva inserito nella lista degli stabili da sgomberare i due immobili, ha chiesto di procedere a un censimento nelle due strutture per verificare chi effettivamente vi risieda.Loading…Il censimentoIl censimento di norma viene utilizzato come strumento per individuare le persone in situazioni di vulnerabilità che vengono poi ricollocate in altri alloggi. Non si esclude quindi che il dossier nel breve periodo venga ripreso in mano.La ripartizione regionaleA quanto risulta dalla mappatura delle occupazioni non conformi, ovvero senza titolo, dei 126 casi di area anarco-antagonista, il numero maggiore si trova nel Lazio e in particolare a Roma, dove sono 48 gli immobili occupati, 25 si trovano in Lombardia, 15 in Campania, sette in Piemonte e sette in Sicilia. Liguria, Veneto e Puglia contano tre occupazioni a regione. In Emilia Romagna le occupazioni di questo tipo sono due mentre in Sardegna, Calabria e Abruzzo ce n’è una a regione. Nella totalità dei casi si tratta di occupazioni risalenti nel tempo. Infatti, tutti i nuovi tentativi degli ultimi anni sono stati sventati dall’intervento delle forze dell’ordine in base alle indicazioni contenute in un’apposita direttiva di Piantedosi, che prevede lo sgombero immediato di ogni nuova occupazione. LEGGI TUTTO

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    Draghi: «Trump sveglia brutale, Ue impari a andare d’accordo»

    Ascolta la versione audio dell’articolo«Per anni l’Unione Europea ha creduto che la dimensione economica, con 450 milioni di consumatori, portasse con sé potere geopolitico e nelle relazioni commerciali internazionali. Quest’anno sarà ricordato come l’anno, in cui questa illusione è evaporata». Così l’ex presidente del Consiglio Mario Draghi nel suo intervento al Meeting di Rimini dal titolo “Quale orizzonte per l’Europa”. «Abbiamo dovuto rassegnarci – ha spiegato – ai dazi imposti dal nostro più grande partner commerciale e alleato di antica data, gli Stati Uniti. Siamo stati spinti dallo stesso alleato ad aumentare la spesa militare, una decisione che forse avremmo comunque dovuto prendere – ma in forme e modi che probabilmente non riflettono l’interesse dell’Europa».Draghi: Ue marginale e spettatrice, dall’Ucraina a Gaza«L’Unione Europea, nonostante abbia dato il maggior contributo finanziario alla guerra in Ucraina, e abbia il maggiore interesse in una pace giusta, ha avuto finora un ruolo abbastanza marginale nei negoziati per la pace» ha aggiunto Draghi nel suo intervento al Meeting di Rimini. «Nel frattempo la Cina ha apertamente sostenuto lo sforzo bellico della Russia» e «le proteste europee hanno avuto poco effetto: la Cina ha chiarito che non considera l’Europa come un partner alla pari e usa il suo controllo nel campo delle terre rare per rendere la nostra dipendenza sempre più vincolante». In più L’Ue «è stata spettatrice anche quando i siti nucleari iraniani venivano bombardati e il massacro di Gaza si intensificava», ha detto ricevendo un ungo applauso. «Questi eventi hanno fatto giustizia di qualunque illusione che la dimensione economica da sola assicurasse una qualche forma di potere geopolitico»Loading…Picchi di scetticismo per la Ue, ora deve cambiare  Per Draghi «non è quindi sorprendente che lo scetticismo nei confronti dell’Europa abbia raggiunto nuovi picchi. Ma è importante chiedersi quale sia veramente l’oggetto di questo scetticismo. Non è a mio avviso uno scetticismo nei confronti dei valori su cui l’Unione Europea era stata fondata: democrazia, pace, libertà, indipendenza, sovranità, prosperità, equità» e «la protezione sociale, noi abbiamo un sistema di social welfare probabilmente il più sviluppato al mondo». «Credo piuttosto – ha aggiunto l’ex premier – che lo scetticismo riguardi la capacità dell’Unione Europea di difendere questi valori. Ciò è in parte comprensibile. I modelli di organizzazione politica, specialmente quelli sopra-statuali, emergono in parte anche per risolvere i problemi del loro tempo. Quando questi cambiano tanto da rendere fragile e vulnerabile l’organizzazione preesistente, questa deve cambiare».Debito comune per grandi progetti Ue come la difesaDi qui il monito. «Soltanto forme di debito comune possono sostenere progetti europei di grande ampiezza che sforzi nazionali frammentati insufficienti non riuscirebbero mai ad attuare. Questo vale: per la difesa, soprattutto per ciò che riguarda la ricerca e lo sviluppo; per l’energia, per gli investimenti necessari nelle reti e nell’infrastruttura europea; per le tecnologie dirompenti, un’area in cui i rischi sono molto alti ma i potenziali successi sono fondamentali nel trasformare le nostre economie». Draghi ha ricordato il suo discorso di qualche anno fa sempre a Rimini su «debito buono e debito cattivo», sottolineando che oggi «in alcuni settori il debito buono non è più possibile a livello nazionale poiché gli investimenti fatti in isolamento non possono raggiungere la dimensione necessaria per aumentare la produttività e giustificare il debito». LEGGI TUTTO

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    Parlamento chiuso, la politica riparte in piazza tra feste e kermesse

    Ascolta la versione audio dell’articoloIl Parlamento ha chiuso i battenti per le ferie d’agosto. E li riaprirà solo a settembre. L’appuntamento per la ripresa dei lavori di Camera e Senato è l’1 nelle Commissioni e la settimana successiva nelle aule. Ma con le candidature da definire per le elezioni regionali e i primi passi per la manovra finanziaria, ministri e leader di partito non rinunciano a occasioni di dibattito, spostando l’arena politica dai palazzi istituzionali alle piazze italiane. Come da tradizione, le vacanze della politica finiscono con il Meeting di Comunione e liberazione a Rimini.Il Meeting di RiminiE, sempre come da tradizione, il Meeting coinvolge anche quest’anno i maggiori esponenti di governo. Infatti a partecipare alla kermesse, che si terrà dal 22 al 27 agosto, ci saranno quasi tutti i ministri, da Urso a Valditara, passando per Foti, Piantedosi, Pichetto Fratin, Lollobrigida, Schillaci, Giuli, Giorgetti e Locatelli. Nella giornata conclusiva l’incontro con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Né mancheranno i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, attesi anche all’ottava edizione del festival di Affaritaliani.it, in programma a Ceglie Messapica dal 28 al 30 agosto. A intervenire nel corso delle varie giornate pugliesi ci saranno anche il segretario di Azione Carlo Calenda, il leader di Italia Viva Matteo Renzi e il presidente del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte.Loading…Fdi tra Fenix e AtrejuMa oltre alle kermesse più istituzionali ci sono le feste di partito a movimentare l’estate della politica. Fratelli d’Italia dovrebbe organizzare la sua “Atreju” come ogni anno a dicembre. Ma fervono i preparativi per “Fenix” la festa nazionale di Gioventù Nazionale arrivata alla sua quinta edizione. L’evento è in programma dal 18 al 21 settembre presso il laghetto dell’EUR, a Roma. Il movimento giovanile di Fratelli d’Italia ha scelto come titolo “Senza Filtri – Il coraggio di essere in un tempo nuovo”. Lungo la vasta area del Prato Centrale verrà allestito un grande villaggio della gioventù, destinato ad ospitare dibattiti e mostre. Con una postilla degli organizzatori: «Non mancherà il dialogo e il confronto con personalità provenienti da differenti sensibilità politiche e culturali».Le kermesse della LegaNumerosi gli appuntamenti per la Lega. Si va dalla Bolgher Fest (dal 22 al 31 agosto) alla Festa de Erdel (dal 21 al 25), entrambe in provincia di Bergamo, alla festa provinciale di Monza e Brianza a Brugherio (28 agosto-8 settembre). Il tutto in vista dell’appuntamento clou sul “Sacro pratone” di Pontida il 21 settembre per il tradizionale raduno.Gli appuntamenti di Forza ItaliaForza Italia, che ha già aperto la sua stagione estiva a inizio agosto con gli Stati generali del Mezzogiorno in Calabria, ritornerà sulle scene con la festa dei giovani di partito a San Benedetto Del Tronto dal 12 al 14 settembre. Una tre giorni di dibattiti nelle Marche alla presenza dei big di partito. Luogo e data non sembrano casuali, visto che le elezioni per il futuro governatore delle Marche si terranno dopo due settimane dall’evento LEGGI TUTTO