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    Trovato senza vita nel parco dei Trecento Scalini: Enrico Viggi è morto di freddo, la conferma dal medico legale

    La Procura di Bologna ha affidato la consulenza medico-legale al dottor Paolo Fais, che ha concluso che la morte del 47enne scomparso nel marzo scorso sia sopraggiunta per ipotermia. Enrico Viggi è morto di freddo, la conclusione del medico legale – Nanopress.itNonostante il 47enne fosse risultato positivo ad alcol e antidepressivi, secondo il medico legale, la quantità assunta non era sufficiente da causarne la morte.Caso Enrico Viggi, la conclusione del medico legaleSarebbe morto di freddo Enrico Viggi, il 47enne trovato senza vita il 14 marzo scorso, nel parco dei Trecento Scalini a Bologna. A confermarlo è l’autopsia affidata dalla Procura al dottor Paolo Fais, che ha accertato la morte per ipotermia. La denuncia di scomparsa era stata fatta dal fratello di Enrico, Fabio Viggi, e del caso si era occupata anche la trasmissione ‘Chi l’ha visto?’. Nonostante il 47enne fosse risultato positivo ad antidepressivi e alcol, secondo quanto accertato dal medico legale, la morte non sarebbe scaturita dalla loro assunzione. A tre settimane di distanza dalla scoperta del cadavere, da parte di un passante, era stato trovato il giubbotto del 47enne, gettato fra le sterpaglie, in una zona impervia dello stesso parco.Ritrovato il giubbotto che Enrico Viggi indossava quando è scomparso a #Bologna. Era a una cinquantina di metri dal corpo. Qualche giorno fa rinvenuta la sua bicicletta, mancano ancora le scarpe e lo zaino. Atteso esito dell’autopsia.#chilhavisto→https://t.co/7AO3nUfGvp pic.twitter.com/HVMpiPMbv7— Chi l’ha visto? (@chilhavistorai3) April 4, 2024Qualche settimana dopo era stata ritrovata la bicicletta appartenuta a Viggi. Secondo quanto accertato dall’esame autoptico, la morte sarebbe sopraggiunta qualche ora dopo la scomparsa. Sul cadavere, in avanzato stato di decomposizione, non erano stati riscontrati traumi né segni di violenza che facessero ipotizzare il coinvolgimento di una terza persona. Il medico legale ritiene più probabile l’ipotesi di un suicidio di una persona con problemi psichiatrici e con una storia di tossicodipendenza alle spalle. Il caso è ora affidato alla pm della Procura di Bologna, che dovrà fare le proprie valutazioni, alla luce di quanto emerso dall’autopsia. LEGGI TUTTO

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    Il mese di nascita influenza i risultati nella vita?

    Caricamento playerLa correlazione tra il mese di nascita e il successo negli sport è un fenomeno studiato da diversi decenni e noto come “effetto dell’età relativa” (Relative Age Effect, RAE). Fa riferimento a una distribuzione sbilanciata delle date di nascita dei giovani atleti selezionati dalle squadre di club nel professionismo, tra cui i nati nel primo semestre di ogni anno, e in particolare a gennaio e febbraio, sono spesso nettamente di più rispetto ai nati nel secondo semestre.
    Una delle più condivise spiegazioni di questo fenomeno è che selezionatori e talent scout tendono in molti casi a interpretare le buone prestazioni dei giovani atleti come un segno di abilità particolari anche quando quelle prestazioni sono banalmente l’effetto di uno sviluppo fisico più avanzato. Di conseguenza privilegiano nella selezione, anche senza volerlo, gli atleti nati prima all’interno di una stessa classe d’età. Effetti simili a quello dell’età relativa – che riguardano anche lo sviluppo psicologico e cognitivo, oltre a quello fisico – sono presenti in ambito scolastico, dove nei primi anni di formazione sono stati osservati risultati migliori tra i bambini nati prima o molto prima dei loro coetanei.
    La legge che regola le iscrizioni scolastiche, in Italia come in diversi altri paesi, prevede che siano iscritti alla scuola primaria i bambini e le bambine che compiono il sesto anno di età entro il 31 dicembre dell’anno di riferimento. Nella pratica significa che in una stessa classe di prima elementare possono capitare bambini che compiono sei anni a gennaio e altri che li compiono undici mesi dopo, a dicembre. Diversi studi mostrano come gli scolari più giovani, cioè nati alla fine dell’anno, abbiano maggiori probabilità di essere ripetenti e di avere risultati scolastici peggiori in più fasi della formazione scolastica (quarto, ottavo e decimo anno) rispetto ai compagni di classe più grandi.
    Gli effetti dell’età relativa tendono poi a dissiparsi man mano che emergono quelli più ampi della scolarizzazione e di altri fattori, che riducono gli svantaggi presenti nelle fasi iniziali. Gli svantaggi si riducono nel tempo anche perché le capacità fisiche e cognitive negli esseri umani aumentano molto rapidamente nei primi anni di vita, e sempre meno dopo: vale a dire che la differenza tra bambini di cinque e sei anni è generalmente molto maggiore di quella tra persone di 25 e 26 anni.
    Se non correttamente soppesate, le differenze iniziali di maturità e sviluppo possono tuttavia riflettersi in effetti residui a lungo termine sul rendimento scolastico. Gli alunni più giovani ottengono punteggi inferiori del 4-12 per cento rispetto ai più anziani al quarto anno di scuola, e del 2-9 per cento all’ottavo anno, secondo uno studio condotto in diversi paesi dell’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), inclusa l’Italia, e pubblicato nel 2006 sul Quarterly Journal of Economics, una rivista della casa editrice dell’università di Oxford.
    Tre giocatori delle giovanili della squadra Auckland Rugby Union a Auckland, in Nuova Zelanda, il 5 agosto 2017 (Phil Walter/Getty Images)
    Durante la fase della pubertà gli effetti dell’età relativa possono combinarsi con quelli dovuti allo sviluppo biologico sfasato. A parità di classe d’età, un ragazzo nato prima può mostrare prima rispetto ai suoi coetanei più giovani gli effetti dell’incremento della produzione di testosterone e della conseguente accelerazione della crescita fisica e dello sviluppo della massa muscolare. Secondo una ricerca della Scuola universitaria federale dello sport di Macolin, in Svizzera, la differenza relativa nei maschi raggiunge l’apice poco prima dei 14 anni: dopodiché le differenze si riducono, perché i ragazzi dallo sviluppo tardivo iniziano a recuperare lo svantaggio. E a 20 anni la differenza nell’età biologica tra i ragazzi dallo sviluppo precoce e quelli dallo sviluppo tardivo è praticamente scomparsa.

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    Stabilire con precisione l’influenza degli effetti dell’età relativa sui risultati ottenuti nel corso della vita è complicato, perché diventa via via più difficile all’aumentare dell’età del campione di popolazione studiato. Gli effetti tendono infatti a sovrapporsi ad altri complessi fattori biologici, psicologici, sociali e culturali, generalmente trascurati negli studi che mostrano una correlazione tra il successo e le nascite nei primi mesi dell’anno (o nei primi mesi del periodo di selezione pertinente). E in alcuni casi la correlazione scompare del tutto, per via di quei fattori, o addirittura diventa una correlazione inversa: i più giovani vanno meglio dei coetanei più anziani.
    Una ricerca del 2017 dell’università di Sydney su oltre 6mila nuotatrici e nuotatori professionisti, che avevano partecipato ai campionati nazionali dal 2000 al 2014, concluse che nelle classi comprese tra i 12 e i 14 anni diversi atleti mostravano vantaggi significativi associati all’età relativa. Vantaggi che però si dissipavano entro i 15-16 anni, con poche eccezioni. E verso i 17-18 anni emergevano anzi effetti inversi dell’età relativa: a ottenere risultati migliori rispetto ai coetanei erano cioè nuotatrici e nuotatori relativamente più giovani.
    In altri casi, in ambito sportivo ma non solo, la correlazione tra i risultati positivi e le nascite nei primi mesi dell’anno – almeno in parte spiegabile con gli effetti dell’età relativa – prosegue invece anche dopo la pubertà. La distribuzione anomala delle date di nascita nei primi mesi dell’anno tra i calciatori professionisti negli Stati Uniti, per esempio, è un fatto noto. Fu descritto in particolare da un libro divulgativo di grande successo, uscito nel 2005: Freakonomics, scritto dall’economista Steven Levitt e dal giornalista Stephen Dubner. Ma diverse ricerche in altri paesi del mondo hanno riscontrato nel tempo dati simili a quelli statunitensi.
    Un’analisi condotta nel 2015 dai ricercatori in statistica e studi economici Luca Fumarco e Giambattista Rossi mostrò una presenza anomala di nati a gennaio in un gruppo rappresentativo di calciatori di Serie A in attività nelle sette stagioni consecutive tra il 2007-2008 e il 2013-2014. Erano circa il 70 per cento in più di quanto ci si sarebbe potuto attendere sulla base dei normali livelli di nascita mensili italiani. E rispetto a quegli stessi livelli i calciatori nati a dicembre erano invece circa il 50 per cento in meno. L’analisi mostrò anche che i salari dei calciatori nati negli ultimi tre mesi dell’anno erano in media più bassi rispetto a quelli dei loro coetanei nati nei primi tre mesi dell’anno.
    Un gruppo di calciatori delle giovanili della squadra australiana Pendle Hill assistono a un allenamento al Wanderers Football Park a Sydney, in Australia, il 13 maggio 2022 (Mark Evans/Getty Images)
    La presenza degli effetti dell’età relativa anche in età adulta può dipendere da prassi e meccanismi di selezione – spesso contestati – che in età giovanile anziché ridurli amplificano quegli effetti, in contesti in cui esiste una competizione tra i bambini. Può capitare che gli studenti considerati più bravi dai loro insegnanti, per esempio, siano selezionati per partecipare a progetti o programmi che permettono loro di acquisire ulteriori conoscenze rispetto ai coetanei, come scritto da Fumarco e Rossi sul sito lavoce.info. E può capitare che a causa di questi meccanismi si attivino circoli viziosi dall’altra parte, per cui bambini con risultati peggiori si sentono demotivati e sono portati a impegnarsi di meno.

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    Gli effetti dell’età relativa sono stati utilizzati per spiegare distribuzioni anomale delle date di nascita anche in altri campioni molto specifici della popolazione adulta. Uno studio uscito nel 2016 su una delle riviste scientifiche pubblicate dalla Royal Statistical Society, uno dei più antichi e importanti istituti di statistica al mondo, mostrò che rispetto alla popolazione statunitense generale i senatori e i deputati hanno il 50 per cento in più di probabilità di essere tra le persone relativamente più giovani nelle loro rispettive classi di età. L’entità dell’effetto dell’età relativa era persino maggiore di quella riscontrata in altri studi, ma in generale coerente con i dati che emergono dalla ricerca nello sport professionistico.
    Gli autori dello studio, i ricercatori Daniel Muller e Lionel Page, cercarono di capire anche se l’età relativa fosse correlata alla qualità dei politici eletti al Congresso. Pur premettendo che «tutte le misure sono imperfette» e che «in definitiva la qualità di un politico rimane non osservabile», utilizzarono come indicatori pertinenti il livello di istruzione e l’età in cui ciascun politico era entrato in carica. Ma tra la qualità definita in questi termini e l’età relativa non trovarono correlazioni: i politici relativamente meno giovani non erano migliori dei loro colleghi.
    Una possibile spiegazione proposta nello studio riguardo all’effetto dell’età relativa sul successo in politica è che essere relativamente più anziani tra coetanei durante la giovinezza può aiutare a sviluppare capacità di leadership e spirito di intraprendenza. A piccole differenze presenti in quella fase della formazione potrebbero man mano aggiungersene altre, perché le persone che prendono l’iniziativa tra coetanei potrebbero acquisire più fiducia nelle loro capacità. Muller e Page conclusero che l’effetto dell’età relativa è probabilmente troppo piccolo per essere influente nella popolazione adulta generale, ma può essere evidente «in contesti competitivi in cui piccoli vantaggi iniziali possono avere effetti critici a lungo termine».
    Un bambino e due bambine ucraine in una scuola elementare a Berlino, in Germania, il 28 aprile 2022 (Maja Hitij/Getty Images)
    Un’altra ricerca di Page e delle due economiste comportamentali Dipanwita Sarkar e Juliana Silva-Goncalves, condotta nel 2019 su oltre mille adulti australiani di età compresa tra 24 e 60 anni, mostrò che in compiti che richiedevano semplici calcoli matematici le persone relativamente più anziane nelle loro rispettive classi d’età avevano più fiducia nelle proprie capacità rispetto a quelle relativamente più giovani. Erano inoltre più disposte a partecipare a qualche forma di competizione, e affermavano di essere più inclini a correre rischi in una serie di ambiti della loro vita.

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    La consapevolezza dell’effetto dell’età relativa è piuttosto condivisa negli Stati Uniti, dove nel tempo è emersa – soprattutto tra le classi sociali benestanti – una tendenza dei genitori a cercare di compensare preventivamente lo svantaggio che i loro figli potrebbero avere nelle rispettive classi, nei casi in cui siano molti mesi più giovani dei loro coetanei. Uno dei “rimedi” più comuni è una prassi che è il contrario della primina, chiamata redshirting (dal nome di una prassi equivalente diffusa negli sport universitari): consiste nell’attendere un anno in più prima dell’iscrizione alla scuola materna. In questo modo, nelle classi di età subito successive alla loro età anagrafica, i bambini “redshirt” risultano essere non i più giovani ma i più anziani.
    Gli effetti della pratica del redshirting sono però molto dibattuti. La discussione in ambito scientifico riflette peraltro un’incertezza che riguarda in generale gli studi sull’età relativa quando si concentrano non sugli effetti immediati ma su quelli a lungo termine, e sugli ambiti diversi da quello sportivo. Da una parte i risultati di molte ricerche hanno rafforzato nel corso del tempo l’idea che essere da piccoli più grandi dei propri coetanei – quindi in molti casi più veloci, più intelligenti e più forti fisicamente – produca una serie di vantaggi iniziali. Ma dall’altra parte ricerche dello stesso tipo che si concentrano su fasi della formazione successive indicano che dopo una certa età le disparità si attenuano, e che in alcuni casi sono anzi gli studenti relativamente più giovani a ottenere risultati migliori in ambito universitario.
    Da uno studio del 2011 su un campione di studenti dell’Università Bocconi a Milano, condotto dall’economista Michele Pellizzari e dallo statistico Francesco Billari, emerse che gli studenti relativamente più giovani andavano meglio rispetto ai loro coetanei più grandi, in particolare nelle materie tecniche. Una delle ipotesi formulate da alcuni psicologi, tra cui la statunitense Angela Duckworth, per spiegare perché la correlazione tra età relativa e risultati può diventare inversa nel corso del tempo è che gli svantaggi iniziali possono stimolare, tra le persone del sottogruppo inizialmente svantaggiato, una maggiore grinta e una costante predisposizione a cercare di superare i propri limiti.
    L’idea condivisa da Duckworth e da altri è che i bambini imparino a competere in alcuni ambiti, tra cui la scuola, in cui possono avere successo indipendentemente da fattori che invece li limitano in altri ambiti, per esempio lo sport. Di conseguenza acquisiscono rispetto ai loro coetanei più grandi una maggiore consapevolezza del fatto che, laddove non possono contare su un vantaggio iniziale assoluto, possono provare a raggiungere gli obiettivi tramite le motivazioni, la perseveranza e la dedizione.
    Altre ricerche suggeriscono in generale come gli effetti dell’età relativa non siano sufficienti a influenzare la vita delle persone sul lungo termine, e di come quegli effetti iniziali siano mitigati nel corso dello sviluppo da fattori ambientali e genetici che finiscono per essere molto più influenti dell’essere leggermente più giovani o meno giovani dei propri coetanei. Un gruppo di ricercatrici e ricercatori finlandesi, per esempio, condusse nel 2017 una ricerca sui politici nazionali molto simile allo studio di Muller e Page sui senatori e sui deputati statunitensi, ma riscontrò un fattore significativo. Scoprì che l’effetto dell’età relativa era presente anche nel parlamento finlandese, in cui molti politici erano effettivamente nati nei primi mesi dell’anno, ma valeva soltanto per gli uomini e non per le donne. LEGGI TUTTO

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    La Cina ha annunciato che un suo lander senza equipaggio è atterrato sul lato nascosto della Luna

    Sabato sera l’Agenzia spaziale cinese (CNSA) ha annunciato che un lander (cioè un robot costruito per compiere un atterraggio) della missione Chang’e 6 è riuscito ad atterrare sul lato nascosto della Luna, dove preleverà alcuni campioni di terreno e roccia da portare sulla Terra: se la missione verrà completata la Cina sarà il primo paese a riuscire a riportare sulla terra dei campioni della parte nascosta della Luna, cui si sa pochissimo.Si pensa che il lato nascosto possa avere una composizione chimica diversa da quella del lato meglio conosciuto, che è principalmente composto da rocce vulcaniche, e che contenga del ghiaccio: l’area non è mai visibile dalla Terra e già qualche anno fa erano state trovate tracce di ghiaccio in alcuni crateri costantemente in ombra sul lato visibile della Luna. Chang’e è il nome della dea della Luna in diverse mitologie cinesi.
    La Chang’e 6, partita dalla Terra il 3 maggio, è una delle missioni senza equipaggio più complesse e ambiziose della CNSA, a cui la Cina si preparava da molti anni: l’atterraggio sulla parte nascosta della Luna è particolarmente difficile poiché la comunicazione fra la Terra e il lander è disturbata dai profondi crateri presenti.
    Nel 2019, con la missione Chang’e 4 aveva portato sul lato nascosto della Luna un piccolo robot per studiarne la composizione del suolo e gli effetti del vento solare sulla sua superficie, ma senza riuscire a portare niente indietro. L’anno successivo la missione Chang’e 5 aveva raccolto e riportato sulla Terra dei campioni del lato visibile della Luna: la Cina era diventata così il terzo paese a riuscirci dopo gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica.

    – Leggi anche: La Cina fa sul serio con la Luna LEGGI TUTTO

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    Trovati i corpi di Patrizia e Bianca, le due ragazze disperse nel Natisone: si cerca ancora Cristian

    Si cerca ancora Cristian Casan Molnar, 25 anni, residente in Romania e fidanzato di Bianca Doros. Trovati i corpi di Patrizia e Bianca – Nanopress.itI corpi delle due ragazze sono stati rintracciati a 700 metri e a un chilometro a valle.Trovati i corpi di Patrizia e Bianca, le ragazze disperse nel NatisoneIndividuati due corpi nelle acque del Natisone. A trovarli sarebbero stati i volontari della Protezione civile. Si tratterebbe dei corpi delle due ragazze – Patrizia Cormos, di 20 anni, residente a Basaldella di Campoformido e Bianca Doros, di 23 anni, in Italia da pochi giorni per fare visita alla famiglia – dispersi dallo scorso venerdì pomeriggio, quando i tre amici si erano recati su un isolotto per trascorrere qualche ora di svago. I corpi sono stati individuati a centinaia di metri dal greto dove si erano fermati. La notizia è stata confermata da fonti ufficiali e le operazioni di recupero sono in corso. Vigili del fuoco e Protezione civile hanno lavorato instancabilmente per tre giorni consecutivi nelle attività di ricerca. ❌ #Udine, continua a Premariacco il lavoro dei #vigilidelfuoco per la ricerca dei 3 ragazzi dispersi nel Natisone. In azione elicottero e droni per sorvolo zona dall’alto, mentre sommozzatori e soccorritori fluviali ispezionano forre e cavità in acqua [#1giugno 19:30] pic.twitter.com/58xJ1AyFMS— Vigili del Fuoco (@vigilidelfuoco) June 1, 2024I corpi sono stati ritrovati non lontano dal ponte Romano, dove erano stati avvistati l’ultima volta. I vigili del fuoco avevano tentato invano di calare delle funi per aiutare i ragazzi, trascinati dalla corrente impetuosa del Natisone in piena. Gli esperti ritengono che la morte delle due ragazze sia avvenuta pochi istanti dopo il loro passaggio sotto il ponte, quando sono scomparse alla vista. Probabilmente, a causa della forza delle acque e della bassa temperatura, i corpi sono finiti in un anfratto o sono rimasti impigliati nella vegetazione. Oggi, con il livello delle acque tornato alla normalità, i corpi sono affiorati, e i familiari delle vittime sono stati immediatamente avvertiti.Si cerca ancora Cristian Casan Molnar, 25 anni, residente in Romania e fidanzato di Bianca Doros. LEGGI TUTTO

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    Weekly Beasts

    Ogni anno a fine maggio nel Münsterland, in Germania, si tiene un evento in cui decine di giovani cavalli selvatici vengono separati dalla loro mandria e messi all’asta, per tenere sotto controllo la grandezza del gruppo e prevenire litigi tra stalloni. È in quell’occasione che è stata scattata la foto di un uomo aggrappato a un cavallo che trovate nella raccolta delle immagini di animali della settimana, completata poi da un’ara di Spix, un uccello che raccoglie materiale per il suo nido e una chinkara sotto la coda di un pavone; ma anche un capriolo tra i papaveri e pecore al pascolo davanti a Mont Saint-Michel. LEGGI TUTTO

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    Trovato un cadavere tra le sterpaglie ad Agrigento

    A lanciare l’allarme è stato un cittadino, che ha scoperto il corpo – in avanzato di decomposizione – nel quartiere di Bonamorone ad Agrigento.Trovato un cadavere tra le sterpaglie ad Agrigento – Nanopress.itI carabinieri stanno cercando di risalire all’identità della vittima.Trovato un cadavere tra le sterpaglie ad AgrigentoDrammatico ritrovamento questa mattina in via Gramsci, nel quartiere Bonamorone ad Agrigento. Tra le sterpaglie a ridosso del guard-rail, è stato rinvenuto un cadavere in avanzato stato di decomposizione. A lanciare l’allarme è stato un cittadino, che ha sentito un tanfo insopportabile e ha deciso di dare un’occhiata. A quel punto ha scoperto il corpo celato dalle sterpaglie. I militari dell’Arma stanno cercando di risalire all’identità della vittima. Secondo le prime informazioni, potrebbe trattarsi di Balahouane Mohamed, il 69enne algerino scomparso all’inizio del mese scorso e per il quale erano stati lanciati diversi appelli, anche a Chi l’ha visto?“Aiutateci a ritrovare Mohamed”: Appello dei vicini e della Caritas di #Argigento per il 69enne scomparso il 20 aprile. Nemmeno familiari e amici in #Algeria hanno più avuto sue notizie e sono molto preoccupati. Qualcuno lo ha incontrato?#chilhavisto→ https://t.co/2AjyiLj8mr pic.twitter.com/Cv6ToypBhm— Chi l’ha visto? (@chilhavistorai3) May 20, 2024Non è chiaro se avesse con sé oggetti personali o altro. Il decesso dovrebbe essere avvenuto per cause naturali, ma occorreranno ulteriori accertamenti per dirlo con certezza. Nei prossimi giorni sarà effettuato l’esame autoptico. LEGGI TUTTO

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    Si tuffano in mare nonostante la bandiera rossa, due turisti salvati a Jesolo

    I bagnini avevano cercato di farli desistere, ma i due turisti dell’est Europa, in gruppo con altre 15 persone, hanno ignorato gli avvertimenti. Due turisti salvati a Jesolo – Nanopress.itA un certo punto, due di loro sono stati visti in difficoltà, e i bagnini si sono prontamente tuffati per salvarli.Due turisti salvati a JesoloEroico salvataggio questa mattina nel mare di Jesolo, Venezia. Due turisti dell’est Europa hanno deciso di tuffarsi, nonostante la bandiera rossa e le segnalazioni dei bagnini, che gli avevano sconsigliato di avventurarsi in mare. Il gruppo era composto da una quindicina di persone. A un certo punto, due di loro sono stati visti in difficoltà e gli addetti al salvataggio si sono prontamente tuffati per tirarli fuori dall’acqua. Uno di loro si è ripreso subito, per il secondo si è reso necessario il massaggio cardiaco, in attesa che arrivassero gli operatori del Suem. Trasferito al pronto soccorso, le sue condizioni non destano particolare preoccupazione. Sul posto era presente anche il presidente Aja (e vice presidente Jesolo Turismo), Pierfrancesco Contarini, che ha elogiato il lavoro dei bagnini, che non hanno mai perso di vista il gruppo di bagnanti, viste le condizioni proibitive del mare.Bloccati in un isolotto sul Ticino, salvati dai pompieriIl nucleo SAF (speleo-alpino-fluviale) del Comando di Milano ha tratto in salvo quattro ragazzi di Vanzago rimasti bloccati in un isolotto del Ticino nel comune di Cuggiono. Le due ragazze e i due ragazzi si erano avventurati a un paio di chilometri dalla riva, decidendo di sfruttare la bella giornata di sole. Tuttavia, a causa delle forti correnti del fiume, non riuscivano a raggiungere la sponda. Fortunatamente, sono riusciti a lanciare l’allarme, e le squadre del soccorso acquatico dei Vigili del Fuoco, supportate dal personale del distaccamento volontario di Inveruno, sono intervenute prontamente. Utilizzando uno specifico gommone rafting, i Vigili del Fuoco hanno riportato i quattro ragazzi a riva. LEGGI TUTTO

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    La Ocean Viking sbarca ad Ancona con 67 naufraghi

    Tra i migranti ci sono sette minori, di cui tre non accompagnati, che saranno trasferiti in diverse strutture delle Marche.La Ocean Viking sbarca ad Ancona con 67 naufraghi – Nanopress.itSI tratta del nono approdo nel porto di Ancona, con circa mille migranti arrivati nel capoluogo.La Ocean Viking sbarca ad Ancona con 67 naufraghiQuesta mattina, la nave Ocean Viking ha trasportato a bordo 67 naufraghi, tra cui sette minorenni, di cui tre non accompagnati. Le procedure per lo sbarco al porto di Ancona sono tuttora in corso, e al momento non sono stati segnalati casi di emergenza sanitaria particolare. Dopo l’accoglienza, i controlli sanitari e l’identificazione, i tre minori non accompagnati verranno temporaneamente accolti in diverse strutture delle Marche, mentre gli altri migranti, compresi i minori accompagnati, saranno trasferiti in località tra la Basilicata e l’Emilia Romagna. L’imbarcazione umanitaria ha già effettuato otto approdi precedenti con circa mille persone sbarcate. Il coordinamento delle operazioni di soccorso coinvolge diverse istituzioni, associazioni e forze dell’ordine, tra cui il prefetto Saverio Ordine, il vicesindaco Giovanni Zinni e il questore Cesare Capocasa.Tra i naufraghi, la nazionalità siriana risulta nettamente prevalente, con circa 40 profughi. Nonostante la riduzione rispetto a uno sbarco precedente sulla stessa nave, le sfide rimangono costanti: garantire sicurezza, assistenza sanitaria e riconoscimento a chi ha bisogno.La nave Ocean Viking, gestita dall’organizzazione umanitaria SOS Méditerranée, è nata nel 1986 come nave di supporto per l’industria del petrolio e del gas nel Mare del Nord, ed è stata successivamente riconvertita per operazioni umanitarie. La sua missione è quella di soccorrere barconi in difficoltà e assistere i migranti che si trovano in situazioni pericolose in mare. LEGGI TUTTO