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Stupro, l’alt della maggioranza sul Ddl consenso spiazza le opposizioni. I sospetti sulla premier

Veemente la reazione del centrosinistra, spiazzato: le opposizioni hanno lasciato la commissione Giustizia del Senato e alla Camera hanno chiesto invano la sospensione dei lavori sul Ddl femminicidio. Il presidente dei senatori dem, Francesco Boccia, ha parlato di «grave arretramento rispetto a un accordo politico»; l’omologa a Montecitorio, Chiara Braga, ha chiesto conto della situazione alla ministra Eugenia Roccella, presente in Aula: «Non possiamo credere che Meloni sia stata sfiduciata dalla sua maggioranza».

La dem Di Biase: «Premier sbugiardata dalla sua maggioranza»

Dura la relatrice per il Pd del provvedimento alla Camera, Michela Di Biase, che insieme con la collega Fdi Carolina Varchi, aveva costruito la rete bipartisan. La maggioranza – ha detto intervenendo in Aula – «ha sbugiardato la presidente del Consiglio Meloni con un «inspiegabile e gravissimo voltafaccia: a farne le spese, saranno ancora una volta le donne». Per Di Biase, le «impronte digitali sono chiare» e portano alla Lega, ha detto intervenendo a Montecitorio. Sarebbe davvero grave se polemiche e diatribe interne alla maggioranza – o veri e propri messaggi politici, tutti interni alla destra – impedissero al nostro Paese di compiere un passo così importante verso la tutela dei diritti e della dignità delle donne».

La contrarietà della Lega e le perplessità di meloniani e azzurri

La leghista Giulia Bongiorno, a capo della commissione Giustizia, chiamata in causa dal presidente del Senato Ignazio La Russa che si era detto favorevole al sì alla legge sul consenso, si è difesa: «L’impegno è migliorarla un po’. Preferisco che si voti il 31 anziché farla il 25 e con una lacuna». Indiscutibile la contrarietà della Lega, che pure a Montecitorio aveva votato sì. Ma anche meloniani e azzurri hanno fatto macchina indietro. A Palazzo Madama si è in compenso celebrato un minuto di silenzio per tutte le vittime e ogni settimana, come richiesto in conferenza dei capigruppo dalle opposizioni, saranno ricordate le eventuali donne uccise.

Istat: il 91,4% delle 116 uccisioni di donne nel 2024 è stato un femminicidio

Intanto, l’Istat ha diffuso i dati sulla scia di sangue del 2024: il 91,4% delle 116 uccisioni di donne è riconducibile a una matrice «di genere». In 106 hanno perso la vita per mano di uomini che rientrano nella cerchia delle loro più strette relazioni. Soprattutto nella coppia. Sono 62 le donne uccise da un partner o un ex, quasi tutti (61) uomini. Che sono più vittime di omicidio in generale (211), ma per lo più commesso da altri uomini nell’ambito di risse o criminalità. Il rapporto segnala anche come più esposte al rischio di essere uccise siano le anziane tra i 75 e gli 85 anni: i partner non riescono a sopportare il carico della cura. Il rapporto sfata anche un mito, quello del nemico straniero: il 93,4% delle donne italiane è vittima di italiani. Per la prima volta viene inoltre calcolato il numero di orfani di femminicidi: sono stati 25, 17 dei quali hanno perso anche il padre. Femminicida e poi suicida.


Fonte: http://www.ilsole24ore.com/rss/notizie/politica.xml


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