Pier Silvio Berlusconi lo dice precisando poi, in risposta a precisa domanda, che lo sbarco in politica non è all’ordine del giorno («non è un tema che oggi esiste»), ma «come imprenditori non possiamo essere lontani dalla politica, disinteressati».
«Il Governo sta facendo bene»
Il numero uno del gruppo Mediaset non lo è disinteressato e non si nasconde parlando con i giornalisti. In qjuesto quadro non nasconde neanche il suo giudizio, positivo, sull’Esecutivo. «Penso che il Governo, in una situazione super complicata, stia facendo bene: tutti gli indicatori economici rimangono positivi in una situazione macroeconomica europea e mondiale complicatissima. Quindi il mio giudizio è positivo. Poi guardiamoci intorno. Secondo me abbiamo il miglior primo ministro in circolazione in Europa».
Il Governo, secondo Pier Silvio Berlusconi, sta facendo bene «anche sulla manovra», ma «la parola patrimoniale non mi piace per niente e mi sembra onestamente fuori posto. Che in certi momenti storici particolari dell’economia di particolare fragilità ci possano essere delle imposte una tantum che vengono legate al livello di profitto delle aziende, questo non lo ritengo sbagliato. Ma la parola patrimoniale secondo me non va bene. Come era sbagliatissima l’espressione extra-profitti. Cosa vuol dire extra? Non vuol dire niente».
«L’Europa deve riuscire a difendersi»
Un passaggio anche sull’Europa, anche in virtù dell’essere un’azienda che ha abbracciato un’ottica transnazionale. «Di sicuro ciò che è stato fatto fino ad oggi non è sufficiente, ma l’Europa deve riuscire ad esistere, ad agire e a difendersi. Di questo sono certo. Prima di tutto da cittadino italiano ed europeo, e ancora di più da imprenditore italiano ed europeo».
«La Repubblica e La Stampa vendute a imprenditore estero? Un po’ dispiace»
Durante l’incontro non è mancato un riferimento alla partita del momento sul versante editoriale, con la possibilità che La Repubblica e La Stampa, così come le radio, del gruppo Gedi possano essere venduti dalla Exor della famiglia Agnelli-Elkann al gruppo internazionale Antenna. «È una notizia che mi trova stranito, peccato. Il mercato è il mercato, ma da italiano il fatto che un pezzo di storia dell’editoria, del giornalismo, dell’informazione del nostro Paese vada in mani straniere un po’ dispiace. Magari chi arriva è bravissimo e mantiene una linea coerente con la storia delle testate e crea occupazione», precisa. Ma «il pluralismo, l’indipendenza, l’occupazione sono i valori del giornalismo in Italia».
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