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Mattarella: l’apertura dei mercati è un valore da mantenere
Ascolta la versione audio dell’articolo1′ di letturaTra Italia e Giappone c’è una «collaborazione piena basata sul rispetto e la fiducia reciproca. Sono principi e valori che auspichiamo vengano mantenuti e sviluppati nella comunità internazionale: sono quelli dell’apertura dei mercati, l’apertura alle cooperazioni vicendovoli nella consapevolezza di reciproco arricchimento e della interdipendenza che si crea e che sottolinea le condizioni per cui la pace è garantita nel mondo». Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al termine della sua partecipazione ad un evento alla sede di Confindustria Giappone a Tokyo alla presenza dei responsabili di imprese italiane e giapponesi.«Bene rapporti Ue-Tokyo grazie a eliminazione dazi»Il capo dello Stato ha poi sottolineato: «Oggi la integrazione tra i due mercati è sempre più stretta, grazie all’accordo di partenariato economico (Epa), siglato nel 2019 tra Tokyo e Bruxelles, che ha eliminato i dazi delle esportazioni europee verso il Giappone e viceversa, lontano da protezionismi di ritorno. L’economia giapponese, che si colloca tra le prime al mondo, si conferma così sempre più per il nostro continente interlocutore strategico, impegnata com’è anche nella costruzione di rapporti intercontinentali che sostengono la pace, la stabilità, la prosperità».Loading… LEGGI TUTTO
Caso Visibilia, Santanché cambia legale: possibile rinvio nell’udienza per truffa all’Inps
L’udienza del caso Visibilia fissata per domani, 26 marzo, e dedicata al filone della presunta truffa all’Inps che vede coinvolta la ministra del Turismo Daniela Santanchè, potrebbe finire con un rinvio. Nel collegio difensivo della senatrice di FdI infatti – accanto a Nicolò Pelanda – entra l’avvocato Salvatore Pino, che sostituisce il legale Salvatore Sanzo e ha preannunciato al giudice una richiesta di “termini a difesa” per studiare il procedimento. Un’istanza su cui domani dovrà decidere la Gup Tiziana Gueli e che, quindi, potrebbe portare a un rinvio.
Cosa potrebbe succedere all’udienza
Domani, dunque, la Gup Tiziana Gueli dovrebbe limitarsi ad accogliere la richiesta dell’avvocato Pino di rinvio dell’udienza preliminare per studiare gli atti, preannunciata oggi alla giudice, e poi fissare un’altra data per la prosecuzione del procedimento, anche perché l’altro legale, Pelanda, ha un altro impegno difensivo. I pm Marina Gravina e Luigi Luzi, comunque, valuteranno se l’istanza sia formalmente corretta e se ci sia possibilità nel caso di opporsi. Nell’udienza, fissata per domani mattina alle 11 al settimo piano del Palazzo di Giustizia, comunque non si sarebbe arrivati alla decisione sul rinvio a giudizio o meno della ministra del Turismo e degli altri imputati. Dopo che la Cassazione ha stabilito che il procedimento resta a Milano per competenza territoriale, infatti, è ancora aperta la fase delle questioni preliminari e i difensori potrebbero sollevarne altre. Poi, la parola passerà ai pm Marina Gravina e Luigi Luzi che ribadiranno la richiesta di processo e infine parleranno la parte civile Inps, con il legale Aldo Tagliente, e le difese. Serviranno, dunque, almeno altre due udienze prima di arrivare a decisione. La Gup è passata, intanto, ad altro incarico in Tribunale ed è stata, però, prorogata all’ufficio Gip fino al 31 marzo e potrebbe, comunque, rimanere applicata per concludere questa udienza preliminare. LEGGI TUTTO
Migranti, ritardo per i centri in Albania: non apriranno prima di novembre
Il ministero della Difesa ha ufficialmente comunicato che i lavori relativi ai centri per migranti in Albania – iniziati lo scorso 23 marzo – non termineranno prima del 10 novembre 2024. Migranti, salvataggio Ocean Viking – Nanopress.itQuesto smentisce la propaganda messa in atto dal governo Meloni, nella quale si era affermato con certezza che i centri sarebbero stati avviati entro il 20 maggio 2024.Il governo si smentisce sull’apertura dei centri per migranti in AlbaniaLo scorso 23 marzo sono dunque iniziati ufficialmente i lavori per la costruzione dei centri per migranti in Albania. Nati – attraverso un accordo tra il governo italiano e quello albanese – con l’intento di alleggerire l’Italia rispetto la gestione dei migranti, i centri dovevano essere operativi a partire dal 20 maggio 2024.Nelle ultime ore però – come riportato da Repubblica – il ministero della Difesa ha comunicato che i centri, in realtà, saranno pronti per la consegna precisamente 233 giorni dopo l’inizio dei lavori, ossia non prima del 10 novembre.I lavori, dunque, stanno muovendo i primi passi e, visti i ritmi e le diverse problematiche che si stanno riscontrando a livello territoriale, sarà praticamente impossibile terminarli entro il mese prossimo.Non solo, a quanto pare, i primi documenti confermano ulteriormente il flop dell’intero progetto proposto dal governo Meloni.Migranti a Porto Empedocle -Nanopress.itIn particolare, i costi – che inizialmente dovevano ammontare già alla cifra da capogiro di 150 milioni di euro all’anno moltiplicati per cinque anni – potrebbero facilmente raggiungere la cifra di un miliardo di euro.Questo perché vanno calcolate tutte le spese aggiuntive. Ad esempio, quelle per la sanità e i trasporti o anche quelli che riguardano i subappalti delle tre strutture.A questi vanno aggiunti i costi per la realizzazione del centro di detenzione per richiedenti asilo da 880 posti, diviso in due aree, una adibita a Cpr e un’altra che fungerà da vero e proprio carcere.I nuovi risvolti non hanno fatto altro che accentuare le numerose critiche della classe politica (e non solo) rispetto al controverso progetto Italia-Albania proposto dalla premier Meloni.“In un decreto di marzo hanno aggiunto altri 65 milioni di euro, sfondando il tetto dei 700 milioni totali. Una cifra spropositata per fare una cosa completamente inutile”.Afferma il deputato del Pd Matteo Mauri.Le caratteristiche dei nuovi centriIl ministero dell’interno ha, dunque, pubblicato il bando di gara per la gestione delle tre strutture. La prima sorgerà nei dintorni del porto di Shengjin, a circa 70 chilometri a nord di Tirana. Le altre due, invece, saranno allestite a Gjader, nell’entroterra.I tre complessi potranno accogliere circa mille persone (escluse le donne incinta, i minori e le persone fragili).Secondo il bando, il centro del porto di Shengjin sarà dotato di un ambulatoria medico, una stanza per le visite e una stanza di isolamento. A Gjader vi saranno invece tre sale per le visite, un laboratorio di analisi, una stanza per radiografie ed ecografie e una sala per visite psicologiche e psichiatriche. LEGGI TUTTO
Decadenza Todde, entro lunedì presentazione ricorso
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaLa presentazione del ricorso contro l’ordinanza ingiunzione per la decadenza della presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde annunciata per i giorni scorsi, dovrebbe avvenire entro lunedì. Oggi a Cagliari la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. Nello stesso luogo, la presidente della Regione e la presidente della Corte d’Appello Gemma Cucca che è anche presidente della Commissione elettorale di garanzia istituita presso la Corte d’Appello. L’organismo che ha emesso l’ordinanza ingiunzione di decadenza e comminato la sanzione da 40 mila euro, nei confronti della governatrice, per irregolarità nella rendicontazione delle spese elettorali. E inoltre trasmesso la documentazione alla procura per la verifica delle dichiarazioni rese dalla Governatrice.Procedura a rilentoVa a rilento la procedura che riguarda la decadenza. Una volta presentato il ricorso con la richiesta di sospensiva gli atti saranno acquisiti dalla Giunta per le elezioni che dovrà predisporre, su richiesta della Presidenza, un pronunciamento che prende atto dell’impugnazione ai fini del rinvio della convocazione del Consiglio per la decisione di competenza. Quindi la comunicazione formale del presidente all’Assemblea. Il resto sarà legato all’evoluzione del procedimento con cui si è impugnato l’atto. La votazione per la decadenza potrà avvenire, come sottolineano negli ambienti del centrosinistra, solamente dopo il pronunciamento definitivo della Cassazione in caso di una conferma del provvedimento. La presidente ha poi ribadito anche che «la legislatura proseguirà fino a quando si pronunceranno gli organi competenti come i magistrati, piuttosto che il Consiglio regionale».Loading…Le reazioni politicheNon mancano le critiche da parte dell’opposizione che sollecita chiarimenti rapidi anche in Consiglio regionale (dove la presidente della Regione riferirà i primi giorni di febbraio febbraio) oltre alla dimissioni della stessa governatrice. Critiche (partite dai dirigenti regionali e nazionali del centrodestra) respinte al mittente dalla coalizione che sostiene Alessandra Todde.La presidente va avantiLa presidente, come ribadito in più occasioni, «è in carica a tutti gli effetti e, in virtù della legittimazione, porta avanti l’attività». Compresa l’approvazione del Piano regionale di sviluppo (Prs) 2024-2029, il documento di programmazione pluriennale che contiene le strategie e linee progettuali attraverso cui la Regione intende raggiungere gli obiettivi per lo sviluppo economico, sociale, ambientale prefissati nel programma di governo che vale oltre 20,6 miliardi di euro. «Un importante documento di programmazione che declina le dichiarazioni programmatiche in azioni misurabili che orientano e ispirano l’operato della Giunta e della legislatura, rendendo trasparenti le priorità di questa amministrazione – fa sapere la governatrice-. Il Prs, per la prima volta, contiene l’indicazione di obiettivi che ispirano le politiche da attuare, misurano i risultati e conseguentemente i finanziamenti assegnati e da assegnare. Tutto il Prs, infatti, è uno strumento dinamico che ogni anno si aggiorna». LEGGI TUTTO
Caso Almasri, Nordio prepara una lettera alla Corte dell’Aja. Cosa succede adesso – Chi è Lo Voi
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaRapporti ancora molto tesi tra il Governo italiano e la Corte penale internazionale sul caso Almasri. Il confronto tra l’Esecutivo e i giudici della Cpi si gioca su un piano squisitamente procedurale in una vicenda costata l’iscrizione nel registro degli indagati del ministro della Giustizia Carlo Nordio (insieme alla premier Giorgia Meloni, al ministro dell’Interno Piantedosi e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano) per favoreggiamento e omissioni di atti di ufficio dopo un esposto trasmesso dalla Procura di Roma al tribunale dei ministri.La difesa del GuardasigilliVia Arenula nei prossimi giorni, così come annunciato dallo stesso capo del dicastero nell’informativa al Parlamento, invierà all’Aja un documento per chiedere alla Cpi spiegazioni sulle incongruenze nelle procedure attivate per il mandato di arresto del generale libico. Il 5 febbraio in Parlamento, Nordio ha parlato di errori e di “nullità” del mandato di arresto spiccato il 18 gennaio dalla Corte. «E’ arrivato in lingua inglese senza essere tradotto, con una serie di criticità che avrebbero reso impossibile l’immediata adesione del ministero alla richiesta arrivata dalla Corte d’appello» di Roma ha detto. Un atto – a detta del ministro che è tornato a ribadire la ferma volontà del governo di “andare avanti” sulla riforma della giustizia – caratterizzato da “incertezza assoluta” a cominciare, ha sottolineato, «dalla data in cui sarebbero avvenuti i crimini: si dice a partire dal marzo 2015 ma nel preambolo si parlava del febbraio 2011, quando Gheddafi era ancora al potere». Nell’atto che verrà trasmesso all’Aja, il ministero potrebbe fare riferimento agli “incomprensibili salti logici” presenti a dire del ministro nel dispositivo della pre-trial Chamber della Corte penale internazionale. «Le conclusioni del mandato di arresto risultavano differenti rispetto alla parte motivazionale», ha riferito il ministro davanti ai parlamentari.Loading…Detto e contraddetto: le polemiche sul caso AlmasriPossibili altre denunce alla Cpi su AlmasriMa all’attenzione dei magistrati di stanza all’Aja potrebbero arrivare anche altre denunce dopo quella presentata da un cittadino sudanese vittima delle torture del generale libico e in cui si tirano in ballo, oltre al ministro della Giustizia, anche la premier Meloni e il ministro Piantedosi. Secondo la segnalazione, non consegnando il generale alla Cpi, il presidente del Consiglio e i ministri «hanno abusato dei loro poteri esecutivi per disobbedire ai loro obblighi internazionali e nazionali». «Stiamo valutando di presentare altre denunce alla Corte», annuncia l’avvocato Omer Shatz, direttore di Front-Lex.Le condotte omissive contestate a NordioSul fronte interno, intanto, muove i primi passi l’indagine del tribunale dei Ministri dopo l’invio degli atti da piazzale Clodio. I giudici procederanno in primo luogo all’acquisizione e all’analisi degli atti in attesa della memoria difensiva da parte degli indagati. Favoreggiamento e peculato i reati contestati a Meloni, Piantedosi e al sottosegretario Mantovano. Per Nordio il procuratore della Capitale, Francesco Lo Voi, individua anche condotte omissive. Fattispecie che sarebbero legate alle “mancate interlocuzioni” con la Corte d’Appello di Roma e anche al non avere firmato la richiesta di un nuovo mandato di cattura per il generale libico. Una iniziativa che gli uffici di via Arenula avevano suggerito di fare inviando al ministro Nordio una bozza il 20 gennaio, 24 ore prima della liberazione del cittadino libico. Del profilo penale previsto dall’articolo 328 del codice, non citato nella denuncia presentata dall’avvocato Luigi Li Gotti, è stato lo stesso Nordio a parlarne nel corso dell’informativa. LEGGI TUTTO