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Eletti i quattro giudici della Consulta. Sono Marini, Cassinelli, Luciani e Sandulli
Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaIl Parlamento in seduta comune ha eletto quattro giudici della Corte costituzionale. Si tratta di Francesco Saverio Marini (500 voti), Massimo Luciani (505), Maria Alessandra Sandulli (502), Roberto Cassinelli (503). Tutti hanno raggiunto il quorum dei tre quinti necessario all’elezione. A proclamarli è stato il presidente della Camera Lorenzo Fontana.Il via libera arriva con l’intesa tra i partiti, di maggioranza e opposizione, dopo 14 votazioni per un giudice e cinque per gli altri tre. Costante è stato nel tempo il pressing del Quirinale affinché finalmente il Parlamento eleggesse i componenti che impedivano alla Consulta di riunire il plenum.Loading…Torna il plenum dopo 460 giorniDopo 460 giorni la Corte costituzionale ritrova dunque il plenum, anche se ne trascorrerà ancora qualcun altro prima che i nuovi giudici prestino giuramento dinanzi al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ed entrino formalmente in carica. Tanti ne sono passati infatti dalla fine del mandato di Silvana Sciarra, l’11 novembre del 2023, prima che il 21 dicembre scorso concludessero il loro ruolo anche Augusto Barbera, Franco Modugno e Giulio Prosperretti. Una vacatio ampia ma non la più lunga. Il record infatti è di 626 giorni, che trascorsero dalle dimissioni di Giuseppe Frigo, il 7 novembre 2016, e il giuramento del successore Luca Antonini, il 26 luglio 2018. Tre giorni in più rispetto ai 623 registrati tra il 23 ottobre 1995 e il 9 luglio 1997, dalla fine del mandato di Vincenzo Caianiello e il giuramento del suo successore Annibale Marini. In entrambi casi complice della lunga attesa anche il passaggio di legislatura. Non si tratta comunque di casi sporadici, soprattutto quando ad essere nominati debbono essere i giudici scelti dal Parlamento. Trascorsero infatti 541 giorni prima che il 21 dicembre 2015 giurassero i tre giudici tra i quali era compreso anche il sostituto di Luigi Mazzella, arrivato a fine mandato il 28 giugno dell’anno precedente (l’11 novembre del 2014 aveva giurato Silvana Sciarra, in base agli accordi tra i partiti destinata a succedere a Gaetano Silvestri, anche lui uscito dalla Corte con Mazzella). 524 invece i giorni dalla cessazione del mandato di Cesare Mirabelli e Francesco Guizzi, il 21 novembre 2000, e il giuramento di Romano Vaccarella e di Ugo De Siervo, il 29 aprile 2002.Tajani: in Forza Italia legittime aspirazioni ma nessuna lite«Avete raccontato cose che non esistevano. Non so perché. Non c’è mai stato un problema sul candidato che doveva esprimere il centrodestra. Il problema era sul nome indipendente che la sinistra doveva proporci. Quando ce l’hanno dato, ieri o l’altro ieri – Sandulli – abbiamo detto va bene e abbiamo detto domani si vota. Non c’è mai stato un problema dentro Forza Italia: che ci fossero legittime aspirazioni sì, ma non abbiamo mai litigato, abbiamo sempre detto fin dall’inizio – e i parlamentari lo sapevano – che c’era un accordo di tutti i partiti di non mettere parlamentari in carica». Così il ministro degli Esteri e leader di Fi, Antonio Tajani. Con la scelta di Roberto Cassinelli «abbiamo depistato tutti, nessuna ha indovinato. È un giurista, ha i requisiti, era uno dei nomi in valutazione. Ho sempre detto che alla fine FI avrebbe espresso un nome», aggiunge il capogruppo azzurro al Senato, Maurizio Gasparri, parlando con i cronisti in Transatlantico a Montecitorio.Conte: nostre idee più chiare che in maggioranzaAnche l’opposizione plaude per il passo in avanti da tanto atteso. «Abbiamo trovato un accordo, siamo finalmente giunti a una soluzione. Alla fine noi avevamo le idee più chiare delle forze di maggioranza che sono arrivate all’ultimo» ha commentato, a margine di un’iniziativa sull’autonomia, il presidente M5S Giuseppe Conte, parlando del voto del Parlamento in seduta comune. LEGGI TUTTO
M5S, la linea anti Conte si organizza: nasce l’associazione «Figli delle stelle»
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaNasce l’Associazione ’Figli delle Stelle’, con l’obiettivo di «garantire la sopravvivenza e la diffusione dei valori del vero Movimento». A pochi giorni dalla costituente pentastellata e in vista della ripetizione del voto online sulle modifiche statutarie – chiesta da Beppe Grillo – gli attivisti contrari all’abolizione del ruolo del garante e della regola del doppio mandato si organizzano, dando vita a una nuova realtà associativa «per rendere onore ai temi e ai principi che ci hanno accomunato»: così si legge nel comunicato che annuncia la fondazione di “Figli delle Stelle”, accompagnato dal simbolo che richiama le 5 stelle del Movimento.La “mission” dei contestatori«La nostra missione – viene spiegato – sarà quella di promuovere la partecipazione alla vita democratica e culturale del Paese in particolare tra i giovani. Noi ci poniamo come obiettivo quello di incentivare e incoraggiare l’avvio e lo sviluppo della partecipazione democratica e della tutela dei diritti umani, civili e politici nel territorio nazionale». L’Associazione è presieduta da Alessia De Caroli, che insieme ad altri attivisti ha contestato al Palazzo dei congressi i vertici pentastellati durante la costituente, lo scorso weekend. Parlando all’Adnkronos, De Caroli spiega: «Il 23 novembre abbiamo deciso di contestare l’assemblea costituente anche per dar voce a tanti attivisti che non potevano partecipare. Vogliamo essere un punto di riferimento per chi, ad oggi, si è sentito tradito». A chi le chiede se dietro ’Figli delle Stelle’ ci sia lo zampino del garante, De Caroli risponde: «Non abbiamo nessun contatto con Beppe Grillo ma lo ringraziamo per aver difeso i nostri pilastri e saremmo onorati di poterlo incontrare».Loading…Indicazione per il non voto“Figli delle Stelle” ha «un consiglio di facilitatori, che aiuta tutti i ragazzi soci a portare avanti le attività culturali associative. La democraticità è un principio concreto, da noi davvero ognuno vale uno», prosegue De Caroli. Quando manca poco più di una settimana alla nuova consultazione, gli attivisti pro-Grillo rinnovano l’indicazione del non voto: «La Costituente è stata un processo poco trasparente e senza una efficace e completa partecipazione. Non si può votare. Avevamo previsto i numeri già dall’inizio e infatti siamo stati tra i primi a spingere per il non voto», dice ancora la militante.No all’abolizione del limite dei due mandatiSempre nel comunicato di lancio dell’Associazione viene rimarcata la netta contrarietà all’abolizione della regola del doppio mandato: «L’Associazione intende promuovere tutte le forme di cittadinanza attiva e impegno sociale che ripudiano il mantenimento di cariche politiche a lungo termine, ponendo quale condizione irrinunciabile il ricambio generazionale e di personale nelle rappresentanze della collettività, a tutela dell’interesse delle comunità ed in contrasto con ogni visione carrieristica, individualistica e clientelare della gestione della cosa pubblica». Tra le finalità, c’è anche quella di «coinvolgere sempre più la cittadinanza in attività e progetti tesi a sviluppare un senso critico e un’attenzione alle idee nel solco del pensiero di Gianroberto Casaleggio». LEGGI TUTTO
Procreazione assistita, pubblicate le linee guida dal ministero della Salute
Dopo un giorno dall’edizione 2024 degli Stati Generali della Natalità, il ministero della Salute ha pubblicato le linee guida che definiscono il procedimento per accedere e usufruire della procreazione assistita.Ospedale – Nanopress.itAll’interno del documento vi sono tutte le indicazioni che determinano l’applicazione della legge 40 del 2004. Una delle principali specificazioni è che la donna potrà usufruire della pratica anche senza più il partner.Le linee guida sulla procreazione assistita pubblicate dal ministero della SaluteDopo un giorno dallo svolgimento degli Stati Generali della Natalità e dai conseguenti disordini scaturiti durante l’evento, in un contesto interno particolare rispetto al tema della natalità, il ministero della Salute ha pubblicato le linee guida per la procreazione assistita. Queste in applicazione della legge numero 40 del 2004. Numerose le disposizioni tecniche e legislative contenute all’interno del documento, tra cui alcune norme sul consenso di entrambe le parti, la specifica delle cause di infertilità, la necessità di dar vita ad un’indagine approfondita sulla condizione psicofisica della donna, così da poter prevenire ed evitare danni alla salute. Sede del Ministero della Salute – Nanopress.itInoltre, all’interno del documento viene espressamente stabilito che la fecondazione assistita è legittima unicamente “in riferimento al caso in cui sia accertata l’esistenza di una patologia che sia causa irreversibile di sterilità o infertilità assolute”.Tra le direttive, contenute nel decreto ministeriale, che maggiormente sono saltate all’occhio vi è quella che stabilisce che dopo la fecondazione assistita, il consenso per svolgere l’intero procedimento non può essere revocato. Viene stabilito, inoltre, che la donna ha il diritto di proseguire la procedura anche in caso di decesso del partner o di rottura del rapporto.In cosa consiste la fecondazione artificialeLa pratica della fecondazione artificiale viene utilizzata con l’intento di aiutare il concepimento per coloro che non possono farlo in modo spontaneo.Le tecniche maggiormente utilizzate a livello medico prevedono una manipolazione di ovociti, embrioni o spermatozoi. Limite importante a questa pratica – oltre a particolari patologie che possono coinvolgere sia l’uomo che la donna – è rappresentato dall’età della donna. Secondo i dati presenti sul sito del ministero della Salute, infatti, il successo dell’operazione sarà “garantito” fino ai 32 anni di età. Dopo questo limite è possibile che le probabilità di riuscita diminuiscano gradualmente. LEGGI TUTTO
Piantedosi nel mirino del luogotenente di Musk in Italia: i sospetti su Salvini e la strategia del caos
Ascolta la versione audio dell’articolo4′ di letturaTutto è cominciato martedì, quando Andrea Stroppa, il referente di Elon Musk in Italia, pubblica e poi cancella un post in inglese su X, il social di proprietà del magnate statunitense, che recita: «In un quartiere di Roma controllato da una gang, da febbraio ci sono state quattro aggressioni fisiche contro la polizia. Ieri con un coltello. In molti chiedono il ritorno di Matteo Salvini come ministro dell’Interno».I sondaggi incriminatiTroppo diretto? Forse. Tanto che mercoledì il 31enne informatico, voluto come consulente nel 2017 dallo stesso Matteo Renzi in quanto ex collaboratore dell’imprenditore Marco Carrai, lancia un sondaggio che esplicito è dire poco. «Da quando è ministro Piantedosi mi sento per me e i miei cari più o meno sicuro?», la domanda data in pasto ai circa 120mila follower. Rispondono in 1.129. E il commento di Stroppa è netto: «Preoccupante. Risultato finale su sondaggio operato del Ministro degli interni Piantedosi: 67% si sente meno sicuro da quando è ministro». Ieri nuovo round: «Quale ministro dell’Interno ha gestito meglio la sicurezza negli ultimi anni?». La scelta è tra Marco Minniti, Luciana Lamorgese, Matteo Salvini e Matteo Piantedosi. In poche ore 4mila risposte, oggi saranno resi noti gli esiti. Scontati, a giudicare dal precedente. Un attacco in piena regola: ma sferrato perché?Loading…I sospetti su SalviniImmediatamente i sospetti si concentrano sul vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, per due ragioni: la sintonia con Musk e il non aver mai fatto mistero, dopo l’assoluzione nel processo Open Arms, di gradire un ritorno al Viminale. Anche se Piantedosi è stato suo capo di gabinetto nel Governo Conte 1 (2018-2019) proprio all’Interno. In quel ruolo ha elaborato i decreti Sicurezza 1 e 2. Un tecnico, insomma, non certo tenero nei confronti dell’immigrazione irregolare, come dimostrano i provvedimenti approvati dal Governo Meloni, dalla stretta sulle Ong al Dl Cutro, e la stessa operazione Albania. Soltanto lunedì a Genova, interpellato a margine di un sopralluogo alle ferrovie, Salvini aveva negato ogni ambizione ed elogiato Piantedosi: «Ho tanti cantieri da accompagnare e poi c’è un ministro degli Interni che sta facendo bene il suo lavoro e che è anche un amico, se glielo fanno fare il suo lavoro i giudici e i geni di Bruxelles».Il vicepremier cita Trump e rivendica la sua azione al ViminaleIeri ha tagliato corto: «Non ho tempo di seguire i sondaggi». Ma poco prima aveva rivendicato la sua azione al Viminale, condividendo le «parole di sacrosanto buonsenso» di Donald Trump sull’Europa che deve «occuparsi di immigrazione con più intelligenza e con più forza, prima che sia troppo tardi». «Come ribadisce la Lega da anni e secondo i principi che ho applicato come ministro dell’Interno (con le conseguenze anche giudiziarie ben note) – ha scritto sui social – l’Europa, lenta e in alcuni casi complice, non può più far finta di niente davanti all’emergenza dell’immigrazione clandestina».La guerriglia contro MeloniAnche se dal Carroccio si espone soltanto il deputato Rossano Sasso, che rivela il suo voto («Sono di parte e dico Salvini»), sono in molti a leggere l’offensiva di Stroppa come un puntello all’azione di disturbo nei confronti di Giorgia Meloni che Salvini sta ostinatamente conducendo da settimane. Una guerriglia (si veda Il Sole 24 Ore dell’11 febbraio) che è andata dalla difesa d’ufficio della ministra del Turismo Daniela Santanchè al colloquio con Netanyahu in Israele, fino alla partita della rottamazione fiscale. Tanto che dalla maggioranza si azzarda una lettura audace, ossia che i sondaggi di Stroppa non farebbero altro che blindare Piantedosi perché mai Meloni cederebbe a un rimpasto dopo la pressione esibita del luogotenente di Musk. La premier – fanno notare – lunedì ha voluto essere presente accanto al titolare del Viminale alla Conferenza dei prefetti e dei questori, da dove ha rinnovato la lotta senza quartiere all’immigrazione illegale e, implicitamente, la piena fiducia al suo ministro dell’Interno. LEGGI TUTTO
Omicidio Giulia Tramontano, Impagnatiello in aula: “Sono annegato in un castello di bugie. Oggi sono cambiato”
Alessandro Impagnatiello, il barman accusato di aver ucciso – esattamente un anno fa – la compagna Giulia Tramontano, incinta al settimo mese di gravidanza, ha parlato in aula al processo che lo vede imputato per omicidio. Alessandro Impagnatiello a processo – Nanopress.itIn aula erano presenti anche i familiari della vittima, ma qualche minuto dopo l’inizio del dibattimento, la madre di Giulia è uscita fuori, visibilmente provata.Alessandro Impagnatiello in aulaA un anno esatto dall’omicidio di Giulia Tramontano, Alessandro Impagnatiello – killer reo confesso – è stato ascoltato dai giudici della Corte d’Assise di Milano.“La persona che ero un anno fa non è più quella che sono ora. Oggi sono cambiato. Questo processo mi sta aiutando a mettere a posto dei punti che avevo sparsi, dei tasselli confusi. Sono annegato nel castello di bugie che io stesso avevo costruito”. Con questa parole il barman Alessandro Impagnatiello ha esordito al cospetto dei giudici. Alessandro Impagnatiello ha ammesso di aver ucciso la compagna, incinta al settimo mese di gravidanza, e di averne occultato il corpo. L’imputato ha ripercorso gli istanti in cui ha accoltellato la vittima. “Sono andato verso la cucina, ho visto un coltello con cui stava tagliando delle verdure. Giulia era andata in soggiorno per prendere un cerotto, perché si era tagliata. Quando è tornata in cucina, mi sono messo immobile alle sue spalle e l’ho colpita al collo. Lei prima si è girata verso di me” così l’imputato ha raccontato gli istanti in cui si è accanito sul corpo della compagna, uccidendo con lei anche il piccolo Thiago, il bambino che Giulia portava in grembo.Quel pomeriggio, dopo aver incontrato la collega con cui il suo fidanzato aveva una relazione parallela, Giulia comunicò ad Alessandro che la loro storia era terminata e che il bambino, che di lì a poco sarebbe nato, non avrebbe mai conosciuto suo padre. “Cercai di esprimere la mia totale vergogna per quello che era accaduto. Lei mi disse che la relazione era terminata e che quel bambino che da lì a poco sarebbe arrivato, non avrei mai avuto modo di conoscerlo. Così ha distrutto la mia àncora di salvataggio. Feci una doccia per ripulirmi da tutta questa realtà, la distruzione del mio posto di lavoro, della relazione con Giulia e pure della futura paternità.”A proposito del nascituro, Impagnatiello ha confermato di aver falsificato il test del Dna per convincere la sua amante che il bambino che Giulia portava in grembo non fosse figlio suo.Questa mattina in aula erano presenti anche i familiari della vittima, ma qualche minuto dopo l’inizio del dibattimento, la madre di Giulia è uscita fuori, visibilmente provata dal racconto dell’imputato. LEGGI TUTTO