Banco Bpm, Giorgetti gela Unicredit
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«Bruxelles ha delle competenze in materia bancaria sotto il profilo della concorrenza. Sulla sicurezza nazionale decide lo Stato italiano e non l’Europa fino a a prova contraria». Con queste parole, nette e prive di ambiguità, Giancarlo Giorgetti rimette al proprio posto la Commissione europea. Il ministro dell’Economia, parlando da Tirano a margine di un evento sulle Olimpiadi, ha ribadito la linea del governo sull’uso del Golden Power contro l’offerta pubblica di scambio lanciata da Unicredit su Banco Bpm. All’inizio delle scorso aprile, infatti, gli animi si erano infiammati per la lettera inviata da Almorò Rubin De Cervin, dirigente della Commissione Ue, che criticava duramente l’uso del golden power. Una mossa giudicata illegittima e contraria ai principi del Mercato unico dei capitali. Ma da Via XX Settembre la replica è stata immediata: «Sulla sicurezza nazionale decide lo Stato italiano», ha chiarito Giorgetti, irritato anche dall’avvio della procedura Eu Pilot da parte della commissaria Ribera.«Penso che il golden power è stato valutato nell’interesse del Paese. È una decisione assunta dal Consiglio dei ministri ha spiegato Adesso, come dice il golden power, c’è il monitoraggio. Gli interessati devono fare delle cose e dimostrare delle cose e noi valuteremo quelle». Un messaggio diretto al mercato e, soprattutto, a Piazza Gae Aulenti. Dove il ceo Andrea Orcel a questo punto potrebbe compiere una marcia indietro sull’istituto di Piazza Meda. Proprio oggi, nel cda sulla trimestrale, potrebbe arrivare la decisione finale: abbandonare almeno per ora la scalata.Dopo settimane di incertezza, il puzzle si sta ricomponendo. L’assenza del cosiddetto Danish Compromise sull’operazione Anima, la rigidità dei paletti imposti dal governo e la forza dei risultati di Piazza Meda hanno reso l’operazione sempre meno conveniente per Unicredit. Il Banco, infatti, ha chiuso il primo trimestre con un utile netto record da 511 milioni, in crescita del 38% sullo stesso periodo del 2024. Se si includesse già l’integrazione di Anima, i profitti sfiorerebbero i 550 milioni, proiettando l’utile annuo ben oltre quota 2,2 miliardi. «I risultati del trimestre sono il punto di riferimento per ogni valutazione stand alone della banca», ha affermato l’ad del Banco, Giuseppe Castagna, lasciando intendere che l’offerta di Unicredit giudicata a sconto non è più sufficiente. Orcel, che attendeva segnali di debolezza per affondare il colpo, si ritrova invece con un target forte, redditizio e sempre più convinto di restare indipendente.Oltre al caso Unicredit-Bpm, c’è anche un’altra operazione sul tavolo: l’Ops di Bper su Popolare di Sondrio. «Tutti chiamano in ballo il governo su tutte le vicende. Il governo interviene quando la legge lo chiama a intervenire», ha spiegato Giorgetti. «Certo, la Sondrio su questo territorio significa moltissimo e questo non può essere ignorato. Il mio auspicio è che questa operazione tenga conto delle specificità del territorio», ha aggiunto. Un messaggio che suona come un avviso a Bper, impegnata in un confronto non facile con i vertici della popolare valtellinese. L’ad di Bper, Gianni Franco Papa, ha però escluso rilanci, ribadendo che il prezzo già esprime il valore intrinseco dell’istituto, ma la partita è tutt’altro che chiusa. «È come un tango, si balla in due. Se l’altro non vuole ballare non possiamo fare niente», ha ammesso. LEGGI TUTTO