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Molestava le pazienti durante i trattamenti: finto massaggiatore in arresto, tra le vittime anche una minorenne
A far scattare le indagini, culminate con l’arresto, sono state le denunce delle due presunte vittime. L’uomo non aveva alcuna qualifica professionale. Molestava le pazienti durante i trattamenti – Nanopress.itLa Procura ha chiesto e ottenuto dal gip la misura degli arresti domiciliari. Finto massaggiatore arrestato per violenza sessualeSenza nessuna qualifica professionale, si spacciava per massaggiatore. È con questo escamotage che un 60enne residente a Reggio Emilia avrebbe abusato di due donne, di cui una minorenne, nonché figlia della sua compagna. Stando a quanto riferisce l’Unione Sarda, l’uomo avrebbe pubblicato un annuncio su una piattaforma online in cui offriva massaggi gratuiti.Una signora ha risposto all’annuncio e si è recata nell’appartamento dell’uomo. A quel punto, il sedicente massaggiatore l’ha fatta spogliare e l’ha costretta ad atti sessuali contro la sua volontà. Stesso trattamento riservato anche alla figlia della compagna, una ragazza minorenne, a cui ha offerto un massaggio alla schiena, culminato con un abuso sessuale. Il tutto approfittando dell’assenza della sua compagna.A far scattare le indagini sono state le denunce presentate ai carabinieri dalle due presunte vittime. L’uomo è stato quindi arrestato con l’accusa di violenza sessuale. A seguito degli accertamenti e delle indagini condotte dai carabinieri, la Procura ha richiesto e ottenuto dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Reggio Emilia l’applicazione nei confronti del sedicente massaggiatore degli arresti domiciliari. LEGGI TUTTO
Terzo mandato, Cdm impugna legge della Provincia di Trento. Fugatti: “Atto pesante”
Questa mattina a Palazzo Chigi si è svolto un Consiglio dei ministri. La riunione, convocata alle 11, è durata circa un’ora e mezza. Da quanto emerso, il Cdm ha deliberato di impugnare alla Corte costituzionale la legge della Provincia autonoma di Trento che ha portato da due a tre il limite dei mandati consecutivi per il presidente della Provincia. La delibera è arrivata dopo un confronto tra i ministri piuttosto dibattuto, e con il voto contrario di quelli della Lega. Sono intervenuti, fra gli altri, il ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli e quello dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. All’ordine del giorno della riunione, tra le altre cose, anche il decreto Infrastrutture e il disegno di legge delega sui Livelli essenziali di assistenza (Lep) legati all’Autonomia differenziata.
Cosa prevede la legge trentina impugnata dal Cdm
La legge trentina, impugnata dal Consiglio dei ministri, è stata approvata il 9 aprile dal Consiglio provinciale del Trentino Alto Adige. Presentato dal capogruppo della Lega Mirko Bisesti, il testo, passato con 19 sì e 16 voti contrari, modifica la legge elettorale provinciale del 2003 e si compone di un unico articolo, che introduce la possibilità per il presidente della Provincia di svolgere un terzo mandato. Grazie alla sua approvazione, il leghista Maurizio Fugatti potrebbe, nel 2028, ricandidarsi per la terza volta consecutiva alla presidenza della Provincia autonoma, possibilità vietata dalla legge nazionale che, nel 2004, ha introdotto il limite di due mandati consecutivi per i governatori. L’approvazione della legge trentina ha provocato una spaccatura interna alla maggioranza e all’interno del gruppo locale di Fratelli d’Italia. Due consiglieri FdI, Francesca Gerosa e Daniele Biada, hanno infatti votato contro la legge; gli altri due, Carlo Daldoss e Christian Girardi, si sono pronunciati a favore, in contrasto alle indicazioni del partito. Daldoss e Girardi hanno poi lasciato il partito. La decisione del Consiglio provinciale di Trento è stata presa nello stesso giorno in cui la Corte costituzionale ha ritenuto incostituzionale la legge della Campania che avrebbe consentito al presidente della Regione Vincenzo De Luca, del Partito Democratico, di candidarsi per un terzo mandato consecutivo. Era stato il Consiglio dei ministri a impugnare di fronte alla Corte la legge regionale della Campania, che era stata approvata lo scorso novembre con l’intento di permettere la terza candidatura di De Luca nel 2025, nonostante la legge ne preveda al massimo due consecutivi. Ora la Consulta dovrà pronunciarsi anche sul caso del Trentino-Alto Adige, che è a statuto speciale e, a differenza di quelle a statuto ordinario come la Campania, gode di diverse forme di autonomia su come può governarsi.
Fugatti: “Impugnazione Governo è un atto contro il Trentino”
“Lo riteniamo un atto istituzionale molto pesante contro le prerogative dell’autonomia trentina, con una chiara valenza politica”, ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. “Le autonomie speciali – ha aggiunto – come la Corte costituzionale ha detto tra le righe nella sentenza della Campania, hanno potere legislativo esclusivo su questa materia. Quindi riteniamo questo un atto contro l’autonomia del Trentino”.
Lega: “Impugnativa è una scelta politica”
Le parlamentari della Lega, Vanessa Cattoi ed Elena Testor, in una nota rimarcano quanto al terzo mandato che “l’impugnativa è una scelta politica. In linea con il principio autonomista, la Lega sottolinea che tra le competenze primarie figurano anche quelle in materia elettorale. Contestare la legge sul terzo mandato in Trentino equivale a violare i principi statutari della nostra autonomia e a equiparare la nostra regione alle altre, trascurando il valore distintivo delle regioni a statuto speciale. Queste ultime detengono una competenza legislativa esclusiva in tale ambito, come indirettamente riconosciuto dalla Corte costituzionale nella sentenza relativa alla Campania. L’autonomia del Trentino è un valore non negoziabile e fondamentale. Questo sia chiaro anche ai colleghi di maggioranza”. LEGGI TUTTOLegato con una catena, lasciato senza acqua né cibo: il cane Bruce non ce l’ha fatta
A condividere il drammatico epilogo è stata una delle volontarie che ha tentato di strappare il cucciolo da un destino inesorabile. Legato con una catena, lasciato senza acqua né cibo: il cane Bruce non ce l’ha fatta – Nanopress.it (Foto di Teresa Salsano)Per più di un mese, Bruce è stato accudito, coccolato e nutrito, ma il suo cuore non ha retto. Le condizioni dell’animale erano troppo precarie, perché riuscisse a riprendersi.Legato con una catena e denutrito: il cane Bruce non ce l’ha fattaHa lottato con tutte le sue forze, ma le condizioni in cui era stato ritrovato erano troppo gravi perché riuscisse a farcela. Dopo poco più di un mese da quando i volontari del Canile di Cava de’ Tirreni lo hanno preso in carico, il cane Bruce non ce l’ha fatta. Il mastino era tenuto legato con una catena, senza acqua né cibo.Alcuni residenti di San Valentino Torio (Salerno), dove l’animale viveva con il padrone, hanno segnalato la vicenda. Il canile di Cava de’ Tirreni lo ha prontamente accolto, ma nonostante l’amore e le cure, il mastino non ce l’ha fatta. Sulla pagina Facebook del canile sono state condivise le foto delle condizioni terribili in cui è stato trovato l’animale, ridotto ormai a uno scheletro quando i volontari lo hanno salvato. Poi, nei giorni scorsi, una di loro ha condiviso la notizia che mai avrebbe voluto dare. Il cuore di Bruce non ha retto.Troppo gravi le condizioni in cui versava l’animale, che – nonostante la stazza – era ormai ridotto pelle e ossa. Al momento non è stato reso noto se il padrone dell’animale sia stato individuato e/o denunciato. In Italia, esistono diverse normative che vietano il maltrattamento degli animali. La Legge n. 189 del luglio 2004 dispone il divieto di maltrattamento degli animali e punisce anche l’impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate. Inoltre, la Legge n. 281 del 14 agosto 1991 stabilisce disposizioni quadro per gli animali di affezione e prevenzione del randagismo. Chiunque commetta atti di crudeltà verso gli animali domestici o d’affezione può essere punito con pene che vanno fino a 18 mesi di reclusione. LEGGI TUTTO
Incidente nel cantiere della metro a Napoli, un morto e due feriti
Gli operai sarebbero stati travolti dal cedimento del terreno durante i lavori per la nuova metro tra Capodichino e Poggioreale.Incidente nel cantiere della metro a Napoli – Nanopress.itI feriti sono un uomo di 54 anni, ricoverato al Cardarelli di Napoli in codice rosso, e un uomo di 59 anni. Un terzo operaio risulta tuttora disperso. Incidente nel cantiere della metro a NapoliUn incidente sul lavoro si è verificato in un cantiere della metropolitana di Napoli in zona Capodichino: secondo le prime informazioni un operaio sarebbe morto, un altro disperso e due sarebbero feriti. Entrambi sono ricoverati in ospedale in codice rosso. Gli operai sarebbero stati travolti dal cedimento del terreno durante i lavori per la nuova metropolitana tra Capodichino e Poggioreale. Sul posto la polizia e i vigili del fuoco.Notizia in aggiornamento. LEGGI TUTTO
Como, 17enne si tuffa nel lago e non riemerge, recuperato dopo 20 minuti: non ce l’ha fatta
L’adolescente è deceduto questa mattina all’ospedale Sant’Anna di Como, nonostante i tentativi dei medici di salvarlo con l’ECMO, l’Ossigenazione Extracorporea a Membrana. Vigili del fuoco – Nanopress.itIl ragazzo si era tuffato intorno alle 21 da un pontile del porto di via Geno mentre si trovava con il fratello e alcuni amici. Tragedia al lago di ComoUn tuffo serale tra le acque del lago di Como è costato la vita a un ragazzo di appena 17 anni di origini turche.Nella serata di venerdì, 27 maggio, il ragazzo si è tuffato da un pontile del porto di via Geno, ma da quelle acque non è più riemerso.Il fratello e gli amici che erano con lui hanno quindi lanciato l’allarme. Sul posto è giunta una squadra di vigili del fuoco, che hanno estratto il corpo del ragazzo dalle acque del lago, mentre si attendeva l’arrivo dei sommozzatori.Trasferito d’urgenza all’ospedale Sant’Anna di Como, questa mattina è giunta la notizia del suo decesso.I medici hanno tentato di tutto per salvarlo, senza riuscirci. I sanitario del capoluogo loriano hanno sottoposto il ragazzo all’ECMO, la procedura di Ossigenazione Extracorporea a Membrana, ma neppure questo è bastato a salvargli la vita.Il fratello del ragazzo, che ha assistito alla scena, ha accusato un malore durante le operazioni di soccorso. LEGGI TUTTO
Molestava le pazienti durante i trattamenti: finto massaggiatore in arresto, tra le vittime anche una minorenne
A far scattare le indagini, culminate con l’arresto, sono state le denunce delle due presunte vittime. L’uomo non aveva alcuna qualifica professionale. Molestava le pazienti durante i trattamenti – Nanopress.itLa Procura ha chiesto e ottenuto dal gip la misura degli arresti domiciliari. Finto massaggiatore arrestato per violenza sessualeSenza nessuna qualifica professionale, si spacciava per massaggiatore. È con questo escamotage che un 60enne residente a Reggio Emilia avrebbe abusato di due donne, di cui una minorenne, nonché figlia della sua compagna. Stando a quanto riferisce l’Unione Sarda, l’uomo avrebbe pubblicato un annuncio su una piattaforma online in cui offriva massaggi gratuiti.Una signora ha risposto all’annuncio e si è recata nell’appartamento dell’uomo. A quel punto, il sedicente massaggiatore l’ha fatta spogliare e l’ha costretta ad atti sessuali contro la sua volontà. Stesso trattamento riservato anche alla figlia della compagna, una ragazza minorenne, a cui ha offerto un massaggio alla schiena, culminato con un abuso sessuale. Il tutto approfittando dell’assenza della sua compagna.A far scattare le indagini sono state le denunce presentate ai carabinieri dalle due presunte vittime. L’uomo è stato quindi arrestato con l’accusa di violenza sessuale. A seguito degli accertamenti e delle indagini condotte dai carabinieri, la Procura ha richiesto e ottenuto dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Reggio Emilia l’applicazione nei confronti del sedicente massaggiatore degli arresti domiciliari. LEGGI TUTTO
Terzo mandato, Cdm impugna legge della Provincia di Trento. Fugatti: “Atto pesante”
Questa mattina a Palazzo Chigi si è svolto un Consiglio dei ministri. La riunione, convocata alle 11, è durata circa un’ora e mezza. Da quanto emerso, il Cdm ha deliberato di impugnare alla Corte costituzionale la legge della Provincia autonoma di Trento che ha portato da due a tre il limite dei mandati consecutivi per il presidente della Provincia. La delibera è arrivata dopo un confronto tra i ministri piuttosto dibattuto, e con il voto contrario di quelli della Lega. Sono intervenuti, fra gli altri, il ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli e quello dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. All’ordine del giorno della riunione, tra le altre cose, anche il decreto Infrastrutture e il disegno di legge delega sui Livelli essenziali di assistenza (Lep) legati all’Autonomia differenziata.
Cosa prevede la legge trentina impugnata dal Cdm
La legge trentina, impugnata dal Consiglio dei ministri, è stata approvata il 9 aprile dal Consiglio provinciale del Trentino Alto Adige. Presentato dal capogruppo della Lega Mirko Bisesti, il testo, passato con 19 sì e 16 voti contrari, modifica la legge elettorale provinciale del 2003 e si compone di un unico articolo, che introduce la possibilità per il presidente della Provincia di svolgere un terzo mandato. Grazie alla sua approvazione, il leghista Maurizio Fugatti potrebbe, nel 2028, ricandidarsi per la terza volta consecutiva alla presidenza della Provincia autonoma, possibilità vietata dalla legge nazionale che, nel 2004, ha introdotto il limite di due mandati consecutivi per i governatori. L’approvazione della legge trentina ha provocato una spaccatura interna alla maggioranza e all’interno del gruppo locale di Fratelli d’Italia. Due consiglieri FdI, Francesca Gerosa e Daniele Biada, hanno infatti votato contro la legge; gli altri due, Carlo Daldoss e Christian Girardi, si sono pronunciati a favore, in contrasto alle indicazioni del partito. Daldoss e Girardi hanno poi lasciato il partito. La decisione del Consiglio provinciale di Trento è stata presa nello stesso giorno in cui la Corte costituzionale ha ritenuto incostituzionale la legge della Campania che avrebbe consentito al presidente della Regione Vincenzo De Luca, del Partito Democratico, di candidarsi per un terzo mandato consecutivo. Era stato il Consiglio dei ministri a impugnare di fronte alla Corte la legge regionale della Campania, che era stata approvata lo scorso novembre con l’intento di permettere la terza candidatura di De Luca nel 2025, nonostante la legge ne preveda al massimo due consecutivi. Ora la Consulta dovrà pronunciarsi anche sul caso del Trentino-Alto Adige, che è a statuto speciale e, a differenza di quelle a statuto ordinario come la Campania, gode di diverse forme di autonomia su come può governarsi.
Fugatti: “Impugnazione Governo è un atto contro il Trentino”
“Lo riteniamo un atto istituzionale molto pesante contro le prerogative dell’autonomia trentina, con una chiara valenza politica”, ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. “Le autonomie speciali – ha aggiunto – come la Corte costituzionale ha detto tra le righe nella sentenza della Campania, hanno potere legislativo esclusivo su questa materia. Quindi riteniamo questo un atto contro l’autonomia del Trentino”.
Lega: “Impugnativa è una scelta politica”
Le parlamentari della Lega, Vanessa Cattoi ed Elena Testor, in una nota rimarcano quanto al terzo mandato che “l’impugnativa è una scelta politica. In linea con il principio autonomista, la Lega sottolinea che tra le competenze primarie figurano anche quelle in materia elettorale. Contestare la legge sul terzo mandato in Trentino equivale a violare i principi statutari della nostra autonomia e a equiparare la nostra regione alle altre, trascurando il valore distintivo delle regioni a statuto speciale. Queste ultime detengono una competenza legislativa esclusiva in tale ambito, come indirettamente riconosciuto dalla Corte costituzionale nella sentenza relativa alla Campania. L’autonomia del Trentino è un valore non negoziabile e fondamentale. Questo sia chiaro anche ai colleghi di maggioranza”. LEGGI TUTTO