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    È stato eseguito il primo trapianto di un bulbo oculare completo

    Aaron James, un uomo che nel 2021 perse l’occhio sinistro in un grave incidente con un cavo elettrico, è diventato il primo uomo a ricevere un trapianto di un intero bulbo oculare. L’operazione è stata eseguita a maggio dai medici dell’NYU Langone Health, un centro ospedaliero dell’Università di New York, ma la sua riuscita è stata annunciata solo giovedì 9 novembre. È stata guidata dal dottor Eduardo Rodriguez, e ha coinvolto 140 sanitari. Mentre il trapianto di cornea, la membrana trasparente che sta davanti all’occhio, è una procedura relativamente comune, il trapianto dell’intero bulbo oculare, assieme ai muscoli, ai vasi sanguigni e al nervo ottico, non era mai stato fatto con successo sugli esseri umani.A diversi mesi di distanza l’occhio trapiantato è in buona salute, e anche se al momento non permette a James di vedere dall’occhio sinistro i medici non escludono questa possibilità (quello destro era comunque rimasto illeso). James, che nell’incidente ha perso anche il braccio sinistro e ha subito lesioni gravissime al volto, ha anche ricevuto un trapianto parziale del volto, un’altra procedura rara e complessa: è il diciannovesimo paziente a riceverlo negli Stati Uniti.Al momento gli effetti della procedura su James sono essenzialmente estetici, ma è possibile che col tempo la sua visione dall’occhio sinistro venga parzialmente ripristinata. L’operazione è comunque considerata dagli esperti un grande passo avanti, che avvicina la possibilità di ripristinare la vista di milioni di persone cieche.– Leggi anche: Storia del mio occhio di vetro Aaron James, che ha ricevuto il trapianto, con sua moglie Megan (AP Photo/Joseph. B. Frederick) LEGGI TUTTO

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    Omicidio Giulia Tramontano, Alessandro Impagnatiello punta sulla perizia psichiatrica

    La difesa legale di Alessandro Impagnatiello – il barman accusato dell’omicidio di Giulia Tramontano – sta valutando anche un eventuale percorso di giustizia riparativa. Giulia Tramontano – Nanopress.itIl processo prenderà il via il 18 gennaio prossimo. L’imputato rischia una condanna all’ergastolo.La difesa di Alessandro Impagnatiello punta sulla perizia psichiatricaI legali di Alessandro Impagnatiello, il barman accusato di aver ucciso la fidanzata Giulia Tramontano, incinta al settimo mese di gravidanza, il 27 maggio scorso nella loro casa di Senago (Milano), puntano a chiedere una perizia psichiatrica. Il processo che lo vede imputato per omicidio inizierà il 18 gennaio prossimo. Per Impagnatiello è previsto il giudizio immediato, quindi si salterà l’udienza preliminare e si arriverà dritti al dibattimento. I legali di Alessandro Impagnatiello stanno anche valutando di avviare un percorso di giustizia riparativa.La difesa valuterà questa ulteriore possibilità e semmai ne farà richiesta ai giudici della Corte d’Assise. Sarà, poi, nel caso, il Centro per la giustizia riparativa del Comune di Milano a dover dare il via libera definitivo al programma, se ne individuerà uno adatto per il 31enne.Al via il processo immediatoAlessandro Impagnatiello è accusato di omicidio volontario aggravato, interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento di cadavere. Giulia Tramontano è stata uccisa con 37 coltellate, nove prima di morire e le altre 28 quando era già morta. Per questo il gip Angela Minerva contesta all’indagato anche l’aggravante della crudeltà.La giudice Minerva, che ha accolto la richiesta del pm di giudizio immediato, ha riconosciuto le quattro aggravanti contestate ad Alessandro Impagnatiello: crudeltà, premeditazione, futili motivi e rapporto di convivenza.L’indagato avrebbe cercato su internet, già nel dicembre dello scorso anno,  gli “effetti del veleno per topi sull’uomo” e avrebbe fatto “ingerire per alcuni mesi alla vittima del bromandiolone, un topicida.” Negli ultimi mesi pare avesse aumentato le dosi della somministrazione, tanto che il veleno aveva raggiunto anche il feto. LEGGI TUTTO

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    Dramma della disperazione a Brescia, coppia si suicida con il gas di scarico dell’auto: li hanno trovati abbracciati

    La tragedia è avvenuta giovedì sera in via Bartolomeo Montagna, a pochi passi dal Villaggio Ferrari di Brescia. Il padre della donna ne aveva denunciato la scomparsa due giorni fa, quando la 39enne non si era presentata a prendere i figli piccoli che aveva avuto una precedente relazione. Gas di scarico – Nanopress.itSembra che la coppia soffrisse da tempo di depressione, tanto che negli ultimi giorni avevano assunto una massiccia dose di antidepressivi.Dramma della disperazione a Brescia: coppia si suicida con il gas di scaricoDramma nella serata di ieri a Brescia, dove una coppia – 39 anni lei, 57 lui – si è tolto la vita respirando il gas di scarico dell’auto. Stando a quanto riferisce l’Ansa, non ci sarebbero dubbi da parte degli inquirenti che si tratti di suicidio. Pare che i due coniugi soffrissero da tempo di depressione. A lanciare l’allarme è stato il padre di lei, preoccupato dal fatto che la figlia non aveva ripreso i figli piccoli (avuti da una precedente relazione) che erano rimasti con l’ex marito.Una volta in casa, un’abitazione in via Bartolomeo Montagna, nell’auto sono stati scoperti i corpi dei due. Gli operatori del 118 li hanno trovati abbracciati. Le vittime hanno collegato un tubo allo scarico dell’auto, e il gas in pochi minuti ha invaso l’abitacolo, provocando la morte per asfissia. LEGGI TUTTO

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    È morto a 95 anni l’astronauta statunitense Frank Borman, comandante della prima missione spaziale con a bordo persone a orbitare intorno alla Luna

    È morto a 95 anni Frank Borman, astronauta statunitense che fu il comandante della missione spaziale Apollo 8, la prima con a bordo un equipaggio di esseri umani a orbitare intorno alla Luna. La missione Apollo 8 – di cui facevano parte anche i piloti James Lovell e William Anders – partì il 21 dicembre del 1968 e impiegò tre giorni per raggiungere la Luna. Orbitò intorno al satellite per dieci volte nel corso di 20 ore, durante le quali l’equipaggio effettuò una breve trasmissione in diretta televisiva e scattò una famosissima fotografia della Terra vista dallo Spazio. Gli astronauti tornarono sulla Terra il 27 dicembre, ammarando nell’Oceano Pacifico.– Leggi anche: La storia della foto scattata dall’Apollo 8 (Larry Mayer/The Billings Gazette via AP) LEGGI TUTTO

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    Coppia intossicata dopo una cena in pizzeria, nessuna traccia di botulino: Gerardina forse morta per un pesticida

    Si fa strada l’ipotesi di un avvelenamento da pesticida per la morte di Gerardina Corsano, la 45enne di Ariano Irpino deceduta il 31 ottobre scorso dopo essere stata ricoverata due volte in ospedale per fortissimi dolori gastrointestinali.Gerardina Corsano e Angelo Meninno – Nanopress.itL’ipotesi iniziale dell’intossicazione da botulino è stata messa da parte, dato anche l’esito degli esami di laboratorio su alcuni alimenti della pizzeria in cui i due avevano cenato prima di accusare il malessere, che ha portato alla morte della 35enne e al ricovero del marito, dimesso tre giorni fa.Coppia intossicata ad Ariano Irpino: nessuna traccia di botulinoGerardina Corsano, la 45enne di Ariano Irpino deceduta il 31 ottobre scorso, dopo due ricoveri in ospedale per dolori all’addome, spasmi e vomito, potrebbe essere stata uccisa da un pesticida. È l’ipotesi che si sta facendo strada nelle ultime ore tra chi indaga sulla morte della donna. Inizialmente si era ipotizzata un’intossicazione da botulino, che però sembra essere stata definitivamente accantonata dopo gli esami effettuati sul marito della donna, Angelo Meninno, 52 anni, anche lui ricoverato in ospedale.La sera prima di sentirsi male i due avevano cenato in una pizzeria della zona, da qui l’ipotesi del botulino killer.Come riferisce Tgcom24, la Procura di Benevento, che si sta occupando delle indagini, aveva disposto il sequestro di alcuni campioni di alimenti nella pizzeria, ma dagli esami non sarebbero emerse tracce di botulino. Si fa strada ora l’ipotesi del contatto con sostanze chimiche, nello specifico un pesticida che potrebbe essere stato utilizzato nell’azienda in cui lavora il marito, ma sarà l’esame autoptico sul corpo della 45enne a confermare quella che al momento è solo un’ipotesi, ancora da verificare. Intanto, questa mattina sono stati celebrati i funerali di Gerardina Corsano nella chiesa di Maria Santissima Addolorata di Ariano Irpino, dove la donna viveva con il marito. LEGGI TUTTO

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    Emanuela Orlandi – Mirella Gregori: arriva l’ok definitivo del Senato alla commissione d’inchiesta

    Il voto è avvenuto per alzata di mano. Al termine della votazione è scattato un lungo applauso. Presenti in aula al Senato anche Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, e altri componenti della famiglia. Emanuela Orlandi e Mirella Gregori – Nanopress.itLe due ragazze, entrambe 15enne all’epoca dei fatti, scomparvero a un mese e mezzo di distanza nel maggio e nel giugno del 1983.Orlandi – Gregori: ok del Senato alla commissione d’inchiestaSui casi di scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori è arrivato il via libera definitivo del Senato all’istituzione di una commissione d’inchiesta. Il voto è avvenuto per alzata di mano, sotto gli occhi di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, e altri componenti della famiglia.Ornella Gregori scomparve a Roma il 7 maggio del 1983, circa un mese e mezzo prima di Emanuela Orlandi, di cui si persero le tracce il 22 giugno di quello stesso anno.“Sono convinto che arriveremo alla verità, non potrà essere occultata per sempre” le parole di Pietro Orlandi, dopo l’ok del Senato.Emanuela Orlandi scomparve nel nulla mentre rientrava a casa, nella Città del Vaticano, da una lezione di flauto presso il conservatorio di musica della capitale. Un rapimento a scopo di estorsione fu l’ipotesi iniziale di chi indagava, ma ben presto la vicenda fece emergere intrighi e omissioni ben più importanti. LEGGI TUTTO

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    Si spaccia per il figlio e truffa un’anziana, 29enne arrestato a Roma

    Spacciandosi per il figlio dell’anziana, l’indagato ha telefonato alla vittima, riferendole l’immediato arrivo di un pacco da pagare in contrassegno. Donna anziana – Nanopress.itNon disponendo dei contanti richiesti, la donna ha consegnato al finto corriere monili e oggetti d’oro, dal valore di oltre 1 milione di euro. Quando si è resa conto di essere stata truffata, la vittima ha sporto denuncia alla Squadra Mobile di Roma, che questa mattina ha notificato un’ordinanza d’arresto per il 29enne di origine campana.Anziana truffata a Roma: arrestato un uomo di 29 anniEnnesima truffa ai danni di un’anziana quella avvenuta nel luglio scorso a Roma e per la quale questa mattina un 29enne di origini campane è finito in carcere. Il modus operandi è sempre lo stesso: una telefonata alla vittima prescelta, spacciandosi per il figlio. L’uomo ha raccontato all’anziana di dover ricevere un pacco da pagare in contrassegno. Dopo pochi minuti dalla prima telefonata, l’anziana è stata contattata dal finto corriere che le ha annunziato la consegna del pacco, per il quale pagare 5.300 euro in contanti. Una cifra che la donna non aveva a disposizione, così è stata invitata a consegnare oggetti e monili d’oro.A quel punto è arrivata un’altra telefonata da parte del 29enne che si era spacciato per il figlio, che rassicurava la vittima riguardo la consegna dei preziosi. Quando il finto corriere ha raggiunto la donna, ha ricevuto in cambio monili in oro e orologi per un valore di oltre un milione di euro.La denuncia e l’arrestoQuando si è resa conto di essere stata raggirata, l’anziana ha sporto denuncia alla polizia. Dopo mesi d’indagine, grazie anche al supporto delle immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nei pressi dell’abitazione della vittima, è stato identificato l’indagato, che questa mattina è stato arrestato dagli agenti. Il lavoro della polizia non è però concluso, perché si cercano ancora i complici del 29enne. LEGGI TUTTO

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    Ricercato per terrorismo in Algeria, fermato in metro a Milano

    Si tratta di un algerino di 37 anni, che è stato arrestato su mandato di cattura internazionale. L’uomo ha gridato “Allah Akbar” e ha cercato di estrarre un coltello dal suo zaino quando è stato fermato dagli agenti.Auto della Polizia – Nanopress.itL’uomo era ricercato in Algeria. Il fermo è avvenuto in metro a Milano.Ricercato per terrorismo in Algeria, fermato in metro a MilanoGli agenti della Polizia di Milano hanno arrestato un algerino di 37 anni su mandato di cattura internazionale accusato di associazione terroristica. Durante un controllo in metro, l’uomo si è mostrato aggressivo con gli agenti che lo stavano controllando. Al grido di “Allah Akbar” ha provato a estrarre un coltello di 12 centimetri che aveva nello zaino, ma è stato prontamente fermato.Gli agenti della Divisione investigazioni generali e operazioni speciali hanno scoperto che il 37enne, sconosciuto alle forze di polizia italiane, era ricercato nel suo Paese perché ritenuto appartenente alle milizie dello Stato Islamico, e impiegato sul fronte siroiracheno.Trasferito nel carcere di “San Vittore”, sarà presto estradato in Algeria. LEGGI TUTTO