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Campania, ok allo scambio: De Luca junior leader del Pd regionale e Fico candidato presidente
Ascolta la versione audio dell’articoloSembra chiuso l’accordo in Campania nel centrosinistra. Con il patto siglato dalla segretaria Elly Schlein con il “governatore-sceriffo” Vincenzo De Luca. Il pentastellato Roberto Fico sarà il candidato presidente in cambio del via libera al ruolo di segretario regionale per Piero De Luca, figlio del potente presidente campano (non più ricandidabile), che avrebbe chiesto anche una lista a suo nome per far rientrare in Consiglio regionale almeno una parte della sua classe dirigente.Fico candidato Campania, Conte atteso per annuncio a NapoliL’annuncio ufficiale di Fico candidato presidente dovrebbe arrivare nei prossimi giorni quando a Napoli è atteso il leader pentastellato Giuseppe Conte. Gli incontri avuti dal commissario del Pd campano Antonio Misiani con Fico e con il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, e la strada spianata a Piero De Luca verso la segreteria regionale del Pd rendono ormai sicura la candidatura dell’ex presidente della Camera dei Deputati, in una campagna elettorale che sarà lanciata in città dal leader del M5s.Loading…Verso De Luca jr candidato unico segreteria Campania Schlein ha incontrato questa mattina i componenti campani della segreteria nazionale Sandro Ruotolo e Marco Sarracino. La segretaria ha fatto appello all’unità del partito e della coalizione verso una elezione unitaria del nuovo segretario dem in Campania che dovrebbe essere Piero De Luca. A questo punto Ruotolo e Sarracino stanno consultando i sostenitori della mozione Schlein per arrivare già questa settimana all’indicazione della candidatura unitaria di Piero De Luca segretario regionale del Pd, elemento essenziale nell’intesa con il governatore uscente a sostegno della candidatura di Roberto Fico.I malumori dem L’incontro al Nazareno della segretaria Schlein con Sarracino e Ruotolo è servita a superare in chiave unitaria i malumori registrati in una parte dei dem campani di fronte all’ipotesi di eleggere il deputato Piero De Luca alla segreteria regionale del partito, da tempo commissariata nelle mani del senatore Antonio Misiani. Si era ipotizzata una candidatura a segretario di Sandro Ruotolo, sostenuta da Sarracino, ipotesi poi rientrata nelle ultime ore a sostegno della scelta unitaria. A parte l’irritazione Ruotolo, che era pronto a candidarsi e che si è dovuto piegare alla “ragion di Stato”, c’è da registrare però la protesta di una pasdaran della minoranza riformista come Pina Picierno («pongo alcune domande semplici alla mia comunità politica: dopo anni di commissariamento, è dignitoso che il congresso regionale della Campania diventi solo moneta di scambio per accordi decisi altrove?»). La scelta del figlio di Vincenzo De Luca alla guida del partito campano è del resto elemento cruciale nell’intesa che si sta cercando di costruire da mesi per indurre il governatore uscente a sostenere la candidatura del Cinquestelle Roberto Fico alla sua successione.Calenda: prima di consegnarla a Fico mi taglio maniCosì come in Toscana, Marche e Calabria, Azione si sfila però subito dal campo progressista. «Azione non c’è. Io prima di mettere la Campania in mano a Fico mi taglio le mani. Non ha mai avuto nessuna responsabilità gestionale, tranne quella di aver preso l’autobus da primo giorno da presidente della Camera, poi era con la scorta. Ci sono dei consiglieri regionali che lo supportano, li perderò: io non lo supporto». Così il leader di Azione Carlo Calenda intervenendo al Caffè della Versiliana. More






Caso Santanchè, oggi si decide sulla sospensione per la presunta truffa all’Inps
Ascolta la versione audio dell’articoloDopo oltre tre mesi si torna in aula stamattina per l’udienza preliminare a Milano a carico della ministra Daniela Santanchè, imputata con il compagno Dimitri Kunz, una terza persona e Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria per la vicenda della presunta truffa aggravata ai danni dell’Inps sulla cassa integrazione nel periodo Covid.Il nodo della sospensioneL’udienza dovrebbe essere tutta dedicata a due questioni procedurali e, dunque, la ministra che avrebbe dovuto essere presente, da programma, per rendere interrogatorio o dichiarazioni non sarà in aula, proprio perché, per la difesa, non è necessaria la sua presenza.Loading…A tenere banco sarà verosimilmente il nodo della sospensione o meno del procedimento, in attesa della decisione della Consulta sul conflitto di attribuzione sollevato dal Senato. Già nell’udienza del 9 luglio la difesa Santanchè, coi legali Salvatore Pino e Nicolò Pelanda, aveva sollevato la questione dell’inutilizzabilità in particolare di una serie di registrazioni di conversazioni private tra la senatrice di FdI ed Eugenio Moschini, ex direttore di Pc Professionale, e di messaggi di posta elettronica in cui compariva come messa in copia per conoscenza. Inutilizzabilità perché, per la difesa, non venne chiesta dai pm per l’acquisizione l’autorizzazione a procedere del Parlamento.Il 24 settembre, poi, il Senato ha approvato la proposta di aprire davanti alla Corte costituzionale un conflitto di attribuzione con la Procura milanese su quegli atti. E a questo punto le difese dovrebbero chiedere al gup di sospendere il procedimento in attesa della Consulta. Questioni, dunque, che dovranno essere risolte dalla gup Tiziana Gueli e in caso di stop dell’udienza preliminare si profilerebbe un rinvio di diversi mesi.Santanché in Senato: “Campagna di odio nei miei confronti”La memoria dei PmI pm Marina Gravina e Luigi Luzi, invece, depositeranno una memoria per replicare alla questione della difesa sulla inutilizzabilità, che ritengono infondata in quanto non si tratta intercettazioni disposte dalla Procura, ma di conversazioni registrate da ex dipendenti e di mail da loro depositate nel fascicolo. E che vanno trattate alla stregua di documenti, senza necessaria richiesta di autorizzazione a procedere. La Procura si opporrà anche alla richiesta di sospensione del procedimento, perché il conflitto di attribuzione non è stato sollevato dall’autorità giudiziaria come nel “caso Open”, ma dal Senato. E quando non fu aperto dalla magistratura ma dal Parlamento, come nella vicenda “trattativa Stato-mafia”, non ci fu alcuno stop del procedimento. Secondo l’accusa, le due società del gruppo Visibilia, fondato dalla ministra, avrebbero richiesto e ottenuto “indebitamente” la Cig in deroga, “a sostegno delle imprese colpite dagli effetti” della pandemia, per 13 dipendenti e per oltre 126mila euro, l’ammontare della presunta truffa, tra maggio 2020 e febbraio 2022. E anche Santanchè, all’epoca presidente del Cda di Visibilia Editore e amministratore unico di Concessionaria, e Kunz, ex consigliere ed ex ad di Editore, secondo i pm, sarebbero stati “consapevoli” del presunto raggiro e del fatto che quelle 13 persone in realtà lavoravano, anche se formalmente erano in Cig. “La dottoressa Santanchè si è sempre occupata un po’ della parte vendite (…) non è mai entrata nella gestione amministrativa (…) del lato amministrativo-finanziario non si è mai occupata e ho sempre avuto autonomia io e non ho mai chiesto”, aveva messo a verbale in aula il terzo imputato, Paolo Giuseppe Concordia, ex collaboratore esterno. More






Oggi Meloni riceve Abu Mazen: «Con la pace a Gaza l’Italia riconoscerà la Palestina»
Ascolta la versione audio dell’articoloIl pieno sostegno all’azione dei mediatori per la cessazione delle ostilità a Gaza. L’impegno dell’Italia «a lavorare a una soluzione politica duratura basata sulla prospettiva dei due Stati, in cui Israele e Palestina coesistano fianco a fianco in pace, con sicurezza per entrambi». La volontà del Governo «di svolgere un ruolo di primo piano nella stabilizzazione e nella ricostruzione della Striscia». Le tre garanzie cardine che quasi un anno fa, il 13 novembre 2024, la premier Giorgia Meloni offriva al presidente palestinese Mahmoud Abbas, noto come Abu Mazen, saranno le stesse che rinnoverà oggi alle 15, accogliendolo di nuovo a Palazzo Chigi. Con una differenza sostanziale: una tregua, seppur ancora fragile, c’è. E la prospettiva del riconoscimento dello Stato della Palestina da parte dell’Italia non è più così lontana come appariva allora.Sul tavolo la bozza di risoluzione Onu targata TrumpL’incontro avviene proprio nelle ore in cui prende forma la bozza di risoluzione proposta dagli Usa sulla base del piano Trump, che dovrebbe essere votata nei prossimi giorni dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Secondo quanto anticipato da Reuters, prevede il via libera al Board of Peace come amministrazione transitoria della Striscia e il dispiegamento di 20mila soldati, autorizzati a «usare tutte le misure necessarie», ovvero anche l’uso della forza, per portare a termine il mandato.Loading…La denuncia di Abu Mazen: nessuna comunicazione con IsraeleMeloni ha già sottolineato come, se richiesto, l’Italia entrerebbe volentieri nel Board e la capacità di dialogo mostrata con tutte le parti – l’Anp e Israele – e con Donald Trump potrebbe giocare a favore, ma è presto per dirlo. Il leader, ormai novantenne, ha rilasciato ad Avvenire proprio oggi un’intervista in cui si duole dell’assenza di dialogo con Israele: «Le comunicazioni politiche dirette tra noi e il Governo israeliano sono pressoché inesistenti». Le priorità dell’Anp? Insieme con la stabilizzazione del cessate il fuoco, indica anche quella di «fermare tutte le misure unilaterali in Cisgiordania e a Gerusalemme, comprese le colonie, il terrorismo dei coloni e le aggressioni contro i luoghi santi islamici e cristiani, nonché liberare tutte le nostre entrate finanziarie trattenute».La disponibilità italiana per formazione e addestramentoAl tempo stesso, la premier rilancerà la disponibilità italiana a partecipare al piano con la formazione e l’addestramento delle forze di polizia dell’Autorità nazionale palestinese e il rafforzamento delle loro capacità operative. «Siamo pronti a contribuire con i nostri Carabinieri da anni presenti a Gerico, per la formazione della polizia palestinese, e nella missione Ue per Rafah, il cui numero siamo pronti ad aumentare», dirà ad Abu Mazen, come ha anticipato alla Camera il 22 ottobre nelle comunicazioni alla vigilia del Consiglio europeo.L’incognita dell’impegno diretto nella forza di stabilizzazionePiù delicato da assicurare l’impegno a partecipare all’eventuale forza di stabilizzazione: nonostante l’apertura fatta in Parlamento, il Governo aspetta di comprendere meglio quale sarà il mandato, anche per verificare politicamente la praticabilità dell’invio di militari italiani sul campo. Lo schema di risoluzione Onu contemplerebbe la collaborazione della forza con «una nuova forza di polizia palestinese addestrata e selezionata» per «smilitalizzare la Striscia», distruggere le «infrastrutture militari, terroristiche e offensive» e «impedirne la ricostituzione», nonché di disarmare in modo permanente «i gruppi armati non statali» come Hamas. More






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