La guerra commerciale tra e l’Ue non intende fermarsi. Anzi, tutto il contrario. Nelle scorse ore, infatti, il numero uno americano ha minacciato, con un post sul suo social Truth, di imporre dei dazi del 200% su “tutti i vini, i champagne e i prodotti alcolici provenienti dalla Francia e dagli altri paesi membri”. Una mossa chiaramente vendicativa che il tycoon non imporrà solo in un caso: qualora l’Ue, “costituita al solo scopo di trarre profitto degli Usa”, decida di non applicare l’“l’odioso dazio del 50% sul whisky”.
Una misura stile ‘occhio per occhio, dente per dente”, che secondo Trump creerà “un grande vantaggio per le aziende di vino e champagne negli Stati Uniti”. Ipotesi, peraltro, smentita categoricamente da Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Unione italiana vini (Uiv), che ha tenuto a precisare “che per ogni euro di vino d’importazione se ne generano 4,5 in favore dell’economia statunitense”.
Gli effetti sul mercato italiano ed europeo
È inutile dire che l’impatto nei confronti dell’economia europea e italiana sarebbe rilevante. Stiamo parlando, secondo di Uiv, di una potenziale perdita per tutta l’Ue di circa 4,9 miliardi di euro. Cifra che per l’Italia, secondo l’analisi di Coldiretti/Filiera Italia si attesta 1,94 miliardi di euro. Questo è infatti il valore generato dalle esportazioni di bottiglie tricolori negli Usa, area dove “le vendite sono quasi triplicate in valore, con un incremento del 162%”, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Istat. Si parla di circa il 25% delle esportazioni totali di vino italiano. “Bisogna fermare questa pericolosa escalation che sta conducendo a una guerra commerciale globale dove le prime vittime saranno i cittadini statunitensi che pagheranno di più i prodotti e, con essi, gli agricoltori, mettendo in atto tutte le azioni diplomatiche necessarie per scongiurare lo stravolgimento dei flussi commerciali”, sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. “Qualcuno deve cominciare a mostrare un po’ di buon senso. Sia l’Europa a farlo per prima”, aggiunge l’ad di Filiera Italia Luigi Scordamaglia.
La risposta di Francia, Italia e Spagna
Tra i vari paesi chiamati in causa, non si è fatta attendere la risposta della Francia, citata direttamente nel post del presidente americano. “Restiamo determinati a rispondere, insieme alla Commissione europea e i nostri partner. Non cederemo alle minacce e proteggeremo sempre le nostre filiere”, tuona su X il ministro francese del Commercio estero e per i francesi all’estero, Laurent Saint-Martin. Sulla stessa scia anche le dichiarazioni del ministro degli Esteri Antonio Tajani dal G7 degli Esteri in Canada. “Domani mattina vedrò il Segretario di Stato americano, Marco Rubio, al quale dirò soltanto che una guerra commerciale non conviene a nessuno”. In allerta anche Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del made in Italy. “Siamo preoccupati di un’escalation, di una guerra commerciale, che dividerebbe l’Occidente”. Parole forti anche di Luis Planas, ministro spagnolo dell’Agricoltura. “La nostra volontà è quella di parlare e negoziare. Difenderemo i nostri interessi qualora effettivamente si imporranno”.
Infine, profondamente preoccupata” anche SpiritsEUROPE, associazione che rappresenta gli interessi dei produttori di bevande alcoliche dell’Ue. “Queste misure, stile ‘occhio per occhio’ devono finire ora! Esortiamo entrambe le parti a smettere di usare il nostro settore come merce di scambio in conflitti che non hanno nulla a che fare con noi”.