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Dazi Usa, dalle imprese alla Ue alla visita di JD Vance a Roma: la roadmap del governo
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaIl Governo è alla ricerca di una strategia dopo la scure dei dazi imposti all’Unione europea (e quindi all’Italia) dall’amministrazione Trump. Diverse le mosse previste nei prossimi giorni.L’incontro con le categorie produttiveDissolta la speranza, coltivata a lungo ai piani alti del governo, che gli Usa potessero fare eccezioni, la prima mossa dopo che sono state rese note le tariffe commerciali degli Usa sui prodotti stranieri è stata annunciata ieri dalla premier Giorgia Meloni al Tg1: la prossima settimana ci sarà un incontro con rappresentanti delle categorie produttive che hanno subito lanciato il grido d’allarme per il duro colpo sferrato dall’amministrazione Trump destinato a tradursi in un calo dei volumi e a mette a rischio migliaia di posti di lavoro a rischio. Vino, motocicli, gioielleria, ma soprattutto agricoltura, tessile e piccola manifattura sono i settori più colpiti, come emerso nelle riunioni di governo. Il presidente di Confindustria Emanuele Orsini ha ricordato che il valore stimato dal rapporto del Centro Studi Confindustria «è una perdita per le imprese italiane tra i 7 e i 14 miliardi, che è equivalente allo 0,3-0,5% del Pil». Andranno cercate «le soluzioni migliori» ha detto Meloni.Loading…La risposta dell’EuropaC’è poi la diplomazia da metter in campo in una cornice europea (anche se la Lega Lega spinge per negoziati bilaterali). «Ci sono scelte che possono essere diverse» ha avvertito però Meloni che ha spiegato che rispondere a dazi con altri dazi» non è la strada giusta.Lunedì in Lussemburgo ci sarà una riunione dei ministri Ue del Commercio estero che esamineranno il pacchetto di misure di “controdazi” su acciaio e alluminio che scatterà dal 15 aprile. In seguito dovrà tenersi un Consiglio Ue straordinario dei 27 per concordare una posizione comune. «Bisogna aprire una discussione franca, nel merito, con gli americani con l’obiettivo di rimuoverli, non di moltiplicarli» ha detto Meloni. Un punto di caduta considerato positivo potrebbe essere dimezzarli al 10%.La visita di JD Vance a RomaPrima però la premier vedrà il vicepresidente americano JD Vance ed è scontato che il tema verrà affrontato con il vicepresidente degli Stati Uniti nel corso della sua visita programmata a Roma nei giorni di Pasqua, fra il 18 e il 20 aprile. Un’occasione per valutare gli spazi di manovra per trattare con gli Usa. Ma non è escluso che Meloni sarà ancor prima a Washington per un faccia a faccia con Trump. LEGGI TUTTO
Meloni: evitare fratture dell’Occidente o saremo tutti più deboli. «Non manderemo i soldati italiani»
Ascolta la versione audio dell’articolo4′ di lettura«Sono convinta che questo sia un momento nel quale prima di fare una scelta bisogna ponderarla, bisogna cercare di mantenere la calma, ragionare nel modo più lucido possibile, guardando sempre all’obiettivo e alla priorità: per me la priorità è sempre difendere l’interesse nazionale italiano e credo che sia nell’interesse nazionale italiano evitare qualsiasi frattura nell’Occidente perché una divisione ci renderebbe solamente tutti più deboli». Lo ha ribadito la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ospite di XXI Secolo, il programma ideato e condotto da Francesco Giorgino in onda questa sera su Rai1.«In un momento in cui c’era molta emotività ho chiesto un incontro per parlarsi in modo franco non solo dell’Ucraina ma delle grandi sfide che Europa e Stati Uniti hanno di fronte: credo che alla fine al di là di quello che può sembrare, i toni danno l’impressione che le posizioni siano molto distanti ma in realtà non lo sono perché tutti hanno lo stesso obiettivo, l’obiettivo condiviso è portare pace in Ucraina, una pace giusta e stabile duratura, definitiva».Loading…Non manderemo i soldati italiani in Ucraina«L’Italia partecipa con la sua franchezza. Ho espresso varie perplessità sulla proposta franco-britannica pur ringraziando i colleghi perché penso che in questo momento chiunque faccia delle proposte fa una cosa comunque utile. Sulla proposta di invio di soldati europei avanzata dalla Francia alla Gran Bretagna l’Italia ha espresso le sue perplessità, secondo me è molto complessa nella realizzazione, non sono convinta dell’efficacia, è la ragione per la quale, come si sa, abbiamo detto che non manderemo i soldati italiani in Ucraina», aggiunge Meloni per la quale «sicuramente è un momento nel quale tutti coloro che fanno delle proposte stanno facendo una cosa utile nel tentativo di cercare una soluzione».Pressione fiscale aumenta perché più gente lavora«Ho sentito dire anche da diversi esponenti di opposizione che noi abbiamo aumentato le tasse, perché hanno letto che aumenta la pressione fiscale: io mi trovo in imbarazzo a spiegare a dei parlamentari della Repubblica una cosa del genere. Quando aumenta la pressione fiscale, non è necessariamente perché aumentano le tasse». Nel ragionamento della premier «la pressione fiscale misura le entrate dello Stato in rapporto al Pil. Significa – ha aggiunto – che ad esempio se c’è un percettore di reddito di cittadinanza che trova un posto di lavoro e paga le tasse, aumenta la pressione fiscale. Aumentano i dati della pressione fiscale perché c’è più gente che lavora, perché questo governo ha portato al record storico di proventi dalla lotta all’evasione».Priorità ora è abbassare tasse al ceto medio«La prossima priorità deve essere il ceto medio, la nostra riforma fiscale prevede come obiettivo finale abbassare le tasse a tutti». Così Meloni rispondendo al conduttore Francesco Giorgino che le domandava se il suo governo ha fatto tutto il possibile per ridurre la pressione fiscale sul ceto medio. «No, sul ceto medio no – ha risposto Meloni -. Ho fatto tutto il possibile per ridurre la pressione fiscale con le risorse che avevo, concentrandomi su quella che, con le poche risorse che avevo, era la priorità: difendere il potere d’acquisto dei redditi più bassi. Abbiamo concentrato le risorse soprattutto sui più fragili». LEGGI TUTTO
Ius scholae, solo il 30% dei minori stranieri ha la cittadinanza italiana
Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaSi terrà, presso la sala della Regina di Palazzo Montecitorio, l’incontro “Ius Scholae: tempi nuovi per l’Italia?”, un dibattito di alto profilo sul tema della cittadinanza e dei diritti civili. L’evento metterà al centro la possibile riforma dello Ius Scholae e dello Ius Italiae, attualmente al centro del confronto politico in Parlamento. «L’obiettivo dell’incontro – si legge in una nota – è stimolare una riflessione costruttiva sull’inclusione e l’integrazione, superando le divisioni ideologiche per individuare soluzioni concrete e sostenibili. Il dibattito rappresenterà un’occasione di confronto interdisciplinare sullo Ius Scholae, non solo come riforma giuridica, ma anche come strumento per ripensare il rapporto tra identità, cittadinanza e partecipazione in una società in continua evoluzione».Due alunni stranieri su 3 sono nati in ItaliaQuella che l’Idos definisce «una generazione invisibile», secondo i dati dell’Istat all’inizio del 2024 era pari a 1,9 milioni di residenti italiani con un background migratorio (1 ogni 30 abitanti in Italia) e 1,3 milioni di minorenni di origine straniera (il 13% di tutti i minori residenti nel Paese), dei quali più di un milione senza la cittadinanza italiana, pur essendo nati in Italia o essendovi arrivati in tenerissima età. Nelle scuole 2 alunni stranieri su 3 sono nati in Italia, ma restano esclusi dai pieni diritti di cittadinanza. «L’attuale legge (n. 91 del 1992) – spiega la ricerca – impone un percorso lungo e tortuoso per ottenere la cittadinanza, penalizzando soprattutto i giovani, che possono acquisirla o per naturalizzazione (10 anni di residenza ininterrotta cui se ne aggiungono mediamente altri 3-4 per le pratiche burocratiche), o per elezione ai 18 anni d’età (con una finestra temporale di soli 12 mesi) o per trasmissione dai genitori divenuti italiani». Ne deriva che il numero di acquisizioni di cittadinanza da parte di minori è «sorprendentemente basso rispetto alla loro presenza quantitativa nel Paese»: nel quinquennio 2019-2023 i minorenni stranieri che hanno ottenuto la cittadinanza italiana sono stati in totale solo 295.000, una media di 59.000 all’anno, a fronte di oltre 1 milione di loro che risiedono in Italia.Loading…L’80% dei giovani di origine straniera si sente «anche italiano»Quindi i giovani con background migratorio restano per la maggior parte stranieri anche ben oltre la maggiore età. Uno studio Istat del 2023, ricorda Idos, rivela che oltre l’80% dei giovani di origine straniera si sente «anche italiano», un dato che sale all’85% tra quelli nati in Italia ma la difficoltà di ottenere la cittadinanza può influenzare le loro prospettive future: solo il 45% di questi giovani prevede di vivere in Italia da adulti, mentre il 34% preferirebbe trasferirsi all’estero. «È un dato che dovrebbe far riflettere: un Paese che disconosce il contributo, l’attaccamento e il valore delle nuove generazioni – conclude Idos – rischia di compromettere le proprie speranze di ripresa e di sviluppo».Referendum sulla cittadinanzaL’Italia «è a un bivio cruciale: il referendum dell’8-9 giugno che propone di ridurre da 10 a 5 anni il tempo di residenza continuativa necessario a ottenere la cittadinanza italiana per naturalizzazione, rappresenta il primo passo verso un’inclusione più equa e strutturale, ma non è sufficiente. La vera sfida è garantire ai figli degli immigrati nati e/o cresciuti in Italia un riconoscimento giuridico e identitario». A sostenerlo è il Centro studi e ricerche Idos presentando a Roma la ricerca “Orizzonti condivisi. L’Italia dei giovani immigrati con background migratorio”. «È il momento di superare un impianto normativo obsoleto e di gettare le basi per una società italiana più aperta e ancorata al tessuto multiculturale del Paese – affermano Luca Di Sciullo e Antonio Ricci, presidente e vicepresidente di Idos e curatori della ricerca -. Consentire il pieno esercizio dei diritti di cittadinanza ai giovani con background migratorio, nati o arrivati presto in Italia e qui cresciuti, significa investire in capitale umano, rafforzare il senso di appartenenza e promuovere la coesione sociale. È nell’interesse di tutta la comunità nazionale e dell’intero sistema Paese, e quindi dovere della politica, rimuovere gli ostacoli alla partecipazione piena e attiva di tutte le componenti della società».Il dibattito sullo Ius ScholaeAll’incontro “Ius Scholae: tempi nuovi per l’Italia?” Interverranno il Ministro Anna Maria Bernini, Monsignor Vincenzo Paglia, Giuseppe Fioroni, l’avvocato Hilarry Sedu, il direttore de Il Tempo Tommaso Cerno e la Professoressa Maria Rita Parsi. A moderare il dibattito sarà Diego Antonio Nesci, ideatore del think tank, mentre i saluti istituzionali saranno affidati a Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera dei Deputati. «Il nostro progetto – afferma Dalila Nesci, organizzatrice dell’evento – nasce dalla convinzione che la parola abbia un potere trasformativo. Attraverso il confronto tra esperti, politici e cittadini, vogliamo generare riflessioni e azioni concrete per un cambiamento positivo. Lo Ius Scholae può rappresentare un passo significativo verso un’Italia più inclusiva, fondata sul valore della relazione con l’altro come pilastro di una convivenza consapevole e giusta». LEGGI TUTTO
Elly Schlein: «Dazi, imprese e lavoro: ecco le proposte del Pd»
Pensi il paradosso: Trump sta stravolgendo l’ordine mondiale e la legalità internazionale per allontanare la Russia dalla Cina fino al punto da assumere le ragioni dell’aggressore e da umiliare in modo inaccettabile l’Ucraina, e probabilmente ha pure l’obiettivo con questa guerra commerciale di allontanare l’Ue dalla Cina: rischia invece di ottenere l’effetto opposto. Perché è chiaro che il mondo non finisce con gli Stati Uniti. Credo che sia giusto che la Commissione Ue si prepari al vertice di luglio dando un segnale di cauta ripresa di dialogo con la Cina, e sottolineo cauto, purché si tengano ben saldi i nostri valori: questo vale per l’inaccettabile sostegno alla Russia nella guerra contro l’Ucraina, così come per le tutele rispetto al dumping sociale e salariale.Il governo ha messo in campo l’ipotesi di 25 miliardi di aiuti alle imprese dalla rimodulazione di fondi dal Pnrr. Quali sono le proposte del Pd?Sul livello europeo serve, anche a prescindere dai dazi, un grande piano di investimenti comuni europei, un nuovo Next Generation Ue di almeno 800 miliardi, finanziato da debito comune, con l’obiettivo di sostenere le imprese europee nella doppia transizione ecologica e digitale. Se saranno confermati i dazi, poi, serve un Fondo per le imprese e lavoro e la riattivazione dello strumento Sure. Aprire a nuovi mercati, abbattere le barriere interne al mercato unico e semplificare. Per quanto riguarda l’Italia, va notato che il governo spagnolo ha messo subito in campo un decreto di 14 miliardi di cui almeno la metà è costituito da risorse fresche. Per carità, fermo restando che per noi i fondi di coesione non vanno toccati perché si toglierebbero risorse a zone e settori fragili, quando si tratta di rimodulare i fondi messi male da questo governo su Transizione 5.0 siamo d’accordo: troppi passaggi burocratici e troppo complicati, come ha ribadito in queste ore anche Confindustria. Ma servono anche risorse fresche. Oggi ho sentito una cosa che mi ha lasciato basita: il ministro dell’Economia Giorgetti ha detto che è l’Europa che ci ha impedito di fare Industria 4.0. Non c’è impresa che non dica che quelle misure funzionavano bene, ma il governo ha voluto usare fondi europei senza voler trovare risorse per rifinanziare quelle misure. L’impressione è che su Industria 4.0, così come sull’attuazione del Pnrr, abbiano fin qui prevalso più le bandierine ideologiche che l’interesse del Paese di preservare quanto di buono hanno fatto i governi precedenti. La nostra proposta riguarda anche l’energia: facciamo un disaccoppiamento di fatto del prezzo dell’energia elettrica da quello del gas, o con un tetto al prezzo del gas come in Spagna e Portogallo o con i contratti power purchase agreement. Servono infine misure di sostengo nell’accesso al credito e misure per rilanciare i consumi interni: va affrontata la questione salariale con il rinnovo dei contratti per 5 milioni di lavoratori e, per quanto ci riguarda, serve il salario minimo.Su questi temi non dovrebbe esserci collaborazione tra maggioranza e opposizione?Le nostre proposte sono pronte e sono a disposizione delle parti politiche. Siamo sempre disponibili a collaborare su queste grandi questioni nell’interesse del Paese, ma a differenza di quanto avvenuto altrove in Europa il governo Meloni non ci ha ancora convocato per discutere la questione dazi. LEGGI TUTTO
Precipita sugli scogli da oltre cinque metri d’altezza, 20enne in gravi condizioni
Al momento sono in corso le indagini per accertare le cause del drammatico incidente. Il giovane aveva trascorso una serata in compagnia di alcuni amici in una discoteca di Livorno. Precipita sugli scogli da oltre cinque metri d’altezza, 20enne in gravi condizioni – Nanopress.itQuando i compagni non l’hanno più visto, hanno intuito che gli fosse successo qualcosa e hanno allertato i soccorsi. Precipita sugli scogli da oltre cinque metri, 20enne in gravi condizioniUn incidente la cui dinamica è ancora tutta da chiarire quello che si è registrato all’alba di questa mattina a Livorno. Un ragazzo di 20 anni è stato ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Cisanello di Pisa dopo essersi ferito precipitando sugli scogli da un’altezza di almeno 5 metri. L’incidente è avvenuto nei pressi di una nota discoteca di Livorno.Secondo una prima ricostruzione dei fatti, stando a quanto riferisce Tgcom24, il giovane avrebbe trascorso la notte nel locale insieme ad alcuni amici. Quando la comitiva non lo ha visto all’uscita del locale, ha allertato il 112, immaginando gli fosse accaduto qualcosa di grave. I soccorsi sono stati effettuati sia via terra che via mare. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, la guardia costiera, gli agenti della polizia di Stato, l’automedica e l’elisoccorso regionale Pegaso, con cui il giovane è stato trasferito all’ospedale Cisanello. Si sta cercando di ricostruire i dettagli dell’incidente per comprendere le cause della caduta dagli scogli. Il 20enne avrebbe riportato un grave trauma facciale e politrauma. . Le autorità stanno indagando per capire cosa abbia portato al tragico incidente. LEGGI TUTTO
Dazi Usa, dalle imprese alla Ue alla visita di JD Vance a Roma: la roadmap del governo
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaIl Governo è alla ricerca di una strategia dopo la scure dei dazi imposti all’Unione europea (e quindi all’Italia) dall’amministrazione Trump. Diverse le mosse previste nei prossimi giorni.L’incontro con le categorie produttiveDissolta la speranza, coltivata a lungo ai piani alti del governo, che gli Usa potessero fare eccezioni, la prima mossa dopo che sono state rese note le tariffe commerciali degli Usa sui prodotti stranieri è stata annunciata ieri dalla premier Giorgia Meloni al Tg1: la prossima settimana ci sarà un incontro con rappresentanti delle categorie produttive che hanno subito lanciato il grido d’allarme per il duro colpo sferrato dall’amministrazione Trump destinato a tradursi in un calo dei volumi e a mette a rischio migliaia di posti di lavoro a rischio. Vino, motocicli, gioielleria, ma soprattutto agricoltura, tessile e piccola manifattura sono i settori più colpiti, come emerso nelle riunioni di governo. Il presidente di Confindustria Emanuele Orsini ha ricordato che il valore stimato dal rapporto del Centro Studi Confindustria «è una perdita per le imprese italiane tra i 7 e i 14 miliardi, che è equivalente allo 0,3-0,5% del Pil». Andranno cercate «le soluzioni migliori» ha detto Meloni.Loading…La risposta dell’EuropaC’è poi la diplomazia da metter in campo in una cornice europea (anche se la Lega Lega spinge per negoziati bilaterali). «Ci sono scelte che possono essere diverse» ha avvertito però Meloni che ha spiegato che rispondere a dazi con altri dazi» non è la strada giusta.Lunedì in Lussemburgo ci sarà una riunione dei ministri Ue del Commercio estero che esamineranno il pacchetto di misure di “controdazi” su acciaio e alluminio che scatterà dal 15 aprile. In seguito dovrà tenersi un Consiglio Ue straordinario dei 27 per concordare una posizione comune. «Bisogna aprire una discussione franca, nel merito, con gli americani con l’obiettivo di rimuoverli, non di moltiplicarli» ha detto Meloni. Un punto di caduta considerato positivo potrebbe essere dimezzarli al 10%.La visita di JD Vance a RomaPrima però la premier vedrà il vicepresidente americano JD Vance ed è scontato che il tema verrà affrontato con il vicepresidente degli Stati Uniti nel corso della sua visita programmata a Roma nei giorni di Pasqua, fra il 18 e il 20 aprile. Un’occasione per valutare gli spazi di manovra per trattare con gli Usa. Ma non è escluso che Meloni sarà ancor prima a Washington per un faccia a faccia con Trump. LEGGI TUTTO
Meloni: evitare fratture dell’Occidente o saremo tutti più deboli. «Non manderemo i soldati italiani»
Ascolta la versione audio dell’articolo4′ di lettura«Sono convinta che questo sia un momento nel quale prima di fare una scelta bisogna ponderarla, bisogna cercare di mantenere la calma, ragionare nel modo più lucido possibile, guardando sempre all’obiettivo e alla priorità: per me la priorità è sempre difendere l’interesse nazionale italiano e credo che sia nell’interesse nazionale italiano evitare qualsiasi frattura nell’Occidente perché una divisione ci renderebbe solamente tutti più deboli». Lo ha ribadito la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ospite di XXI Secolo, il programma ideato e condotto da Francesco Giorgino in onda questa sera su Rai1.«In un momento in cui c’era molta emotività ho chiesto un incontro per parlarsi in modo franco non solo dell’Ucraina ma delle grandi sfide che Europa e Stati Uniti hanno di fronte: credo che alla fine al di là di quello che può sembrare, i toni danno l’impressione che le posizioni siano molto distanti ma in realtà non lo sono perché tutti hanno lo stesso obiettivo, l’obiettivo condiviso è portare pace in Ucraina, una pace giusta e stabile duratura, definitiva».Loading…Non manderemo i soldati italiani in Ucraina«L’Italia partecipa con la sua franchezza. Ho espresso varie perplessità sulla proposta franco-britannica pur ringraziando i colleghi perché penso che in questo momento chiunque faccia delle proposte fa una cosa comunque utile. Sulla proposta di invio di soldati europei avanzata dalla Francia alla Gran Bretagna l’Italia ha espresso le sue perplessità, secondo me è molto complessa nella realizzazione, non sono convinta dell’efficacia, è la ragione per la quale, come si sa, abbiamo detto che non manderemo i soldati italiani in Ucraina», aggiunge Meloni per la quale «sicuramente è un momento nel quale tutti coloro che fanno delle proposte stanno facendo una cosa utile nel tentativo di cercare una soluzione».Pressione fiscale aumenta perché più gente lavora«Ho sentito dire anche da diversi esponenti di opposizione che noi abbiamo aumentato le tasse, perché hanno letto che aumenta la pressione fiscale: io mi trovo in imbarazzo a spiegare a dei parlamentari della Repubblica una cosa del genere. Quando aumenta la pressione fiscale, non è necessariamente perché aumentano le tasse». Nel ragionamento della premier «la pressione fiscale misura le entrate dello Stato in rapporto al Pil. Significa – ha aggiunto – che ad esempio se c’è un percettore di reddito di cittadinanza che trova un posto di lavoro e paga le tasse, aumenta la pressione fiscale. Aumentano i dati della pressione fiscale perché c’è più gente che lavora, perché questo governo ha portato al record storico di proventi dalla lotta all’evasione».Priorità ora è abbassare tasse al ceto medio«La prossima priorità deve essere il ceto medio, la nostra riforma fiscale prevede come obiettivo finale abbassare le tasse a tutti». Così Meloni rispondendo al conduttore Francesco Giorgino che le domandava se il suo governo ha fatto tutto il possibile per ridurre la pressione fiscale sul ceto medio. «No, sul ceto medio no – ha risposto Meloni -. Ho fatto tutto il possibile per ridurre la pressione fiscale con le risorse che avevo, concentrandomi su quella che, con le poche risorse che avevo, era la priorità: difendere il potere d’acquisto dei redditi più bassi. Abbiamo concentrato le risorse soprattutto sui più fragili». LEGGI TUTTO
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