«Il risparmio degli italiani ha continuato a crescere, arrivando oggi a superare 5mila miliardi, attestando l’Italia tra primi posti tra i paesi della Ue per propensione al risparmio, pur se con una distribuzione non omogenea sul territorio e tra classi di età». È quanto ha sottolineato il presidente dell’Acri, Giovanni Azzone, aprendo a Roma le celebrazioni della 100sima Giornata mondiale del Risparmio alla presenza del presidente della Repubblica, .
Innanzitutto, ha detto Azzone, «dobbiamo continuare a lavorare sul fronte dell’educazione finanziaria delle giovani generazioni. Il dato sull’alfabetizzazione finanziaria degli italiani, seppur in crescita negli ultimi anni, ci pone ancora al di sotto della media dei Paesi Ocse». La direzione però è corretta, ha sottolineato, riferendosi al Mese dell’educazione finanziaria promosso da MEF, Banca d’Italia, Abi e Feduf (cui partecipa anche l’Acri) e alla recente introduzione dell’educazione finanziaria nei programmi della scuola a partire dalla primaria.
Azzone si è concentrato anche sul tema dell’inclusione finanziaria delle donne e delle persone anziane. «In Italia una donna su tre non ha un conto corrente intestato a proprio nome. Inoltre, le donne, scontando un grave divario salariale, accedono con più difficoltà a prestiti e forme di previdenza complementare».
Allo stesso tempo, la transizione tecnologica e digitale rischia di escludere dall’accesso a servizi essenziali una fascia importante e crescente della popolazione, quella delle persone anziane.
«La rivoluzione digitale ha, peraltro, generato molteplici opportunità legate al risparmio: l’emergere di nuovi intermediari finanziari la diffusione di criptovalute e di monete elettroniche, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per la gestione degli investimenti». Opportunità che, ha osservato, «sono però, accompagnate da complessità e rischi crescenti e che rafforzano ulteriormente la rilevanza dell’educazione finanziaria».
Ultima questione affrontata è la cosiddetta immobilità del risparmio. «Nel nostro Paese è prevalentemente fermo sui conti correnti. Solo una minima percentuale viene investita in aziende che operano sul territorio nazionale e che possono generare occupazione e creare valore condiviso. Il Governo ha allo studio alcune misure per incentivare e accompagnare una radicale inversione di tendenza in questo campo, che potrebbe rivelarsi un potente volano di crescita per il sistema economico nazionale», ha detto Azzone.
Risparmio privato che crea valore collettivo
Il risparmio, infatti, non è neutro. Può rimanere circoscritto, allargando di fatto 1e disuguaglianze esistenti, o può essere investito e creare valore per la comunità, trasformarsi in bene collettivo: finanziando infrastrutture energetiche, di telecomunicazione e di trasporto per rendere più attrattivo il nostro territorio, sostenendo la crescita delle imprese per creare nuovi posti di lavoro.
«Chi opera nelle strutture di governo delle Fondazioni ha quindi la grande responsabilità di assicurare che il
patrimonio generato in decenni venga conservato, tutelato e che i frutti di questo risparmio siano indirizzati alla crescita economica e alla coesione sociale delle nostre comunità», ha concluso.