In uno scenario internazionale in cui le incertezze geopolitiche lasciano presagire un ritorno alla volatilità dei mercati azionari, i «certificates» rappresentano una soluzione per contenere i rischi assunti dall’investitore, senza pregiudicare i rendimenti.
Nell’ambito della strutturazione ed emissione di certificati di investimento, una delle realtà bancarie con maggior esperienza sul campo è il Gruppo Banco Bpm, le cui prime emissioni sul mercato primario risalgono al 2006. Oggi il Gruppo si avvale delle competenze di Banca Akros, la Investment Bank del Gruppo, per l’ideazione dei prodotti e per l’attività successiva di commercializzazione, divulgazione e formazione. «L’emissione di certificati rappresenta un’importante opportunità per gli investitori alla ricerca di strumenti finanziari flessibili e innovativi. Grazie alla vasta gamma di prodotti offerti, alla protezione del capitale e alla costante innovazione finanziaria, i certificati di Banco Bpm sono destinati a giocare un ruolo sempre più centrale nei portafogli degli investitori italiani», ha dichiarato al riguardo Nicola Scapillati, responsabile Corporate & Investment Products di Banca Akros.
Un carattere distintivo per Banco Bpm è l’emissione di certificati con protezione integrale a scadenza del capitale investito, adatti soprattutto alle esigenze degli investitori con una propensione al rischio contenuta.
Per chi è alla ricerca di rendimenti più elevati, e ha la possibilità di assumere rischi commisurati, da quasi tre anni il gruppo è attivo anche nell’emissione di certificati in Direct Listing, con un’ampia offerta di strumenti finanziari a protezione «condizionata». Tali prodotti offrono rendimenti potenziali maggiori rispetto ai certificati a capitale protetto e si adattano quindi anche alle esigenze di investitori con una maggior propensione al rischio e un orizzonte temporale più contenuto. In particolare, Banco Bpm emette prodotti di tipo Cash Collect, apprezzati per il pagamento di proventi mensili o trimestrali.
La peculiarità è che Banco Bpm emette certificati anche su una singola azione. Questi, pur in presenza di un livello di barriera a scadenza, sono di norma meno rischiosi per l’investitore rispetto a certificati su un basket di più azioni, nei quali è sufficiente che una di queste ultime scenda sotto il livello di barriera per realizzare una performance negativa. Nell’ambito dei prodotti finanziari strutturati e in particolare dei certificati, Banco Bpm punta anche sul ruolo fondamentale della formazione, per consentire all’investitore di effettuare scelte consapevoli e di individuare gli strumenti più adatti a sé.
«Nell’arco dell’anno, prevediamo numerose giornate di formazione destinate alla rete commerciale curate da Banca Akros, durante le quali si affrontano gli elementi di base della teoria delle opzioni, entrando nel dettaglio del funzionamento dei certificati presenti sul mercato», prosegue Scapillati, evidenziando come il team di Investment Products di Banca Akros «si ponga come obiettivo l’ascolto delle esigenze degli investitori e la successiva ideazione di prodotti in grado di soddisfarle».
Un esempio di questo «ascolto» è rappresentato dall’emissione dei certificati di tipo «Accelerator» e «Coupon Plus», che attribuiscono all’investitore un vantaggio in caso di rimborso anticipato. I primi prevedono infatti che, nel momento del rimborso anticipato, siano corrisposte all’investitore non solo la cedola in corso, ma anche tutte le cedole future che avrebbe incassato se lo strumento non fosse stato rimborsato; i secondi prevedono, all’atto del rimborso anticipato, il pagamento del doppio della cedola prevista.
Per questo tipo di certificati è possibile prevedere anche un effetto «memoria» sulle cedole: nel momento in cui una cedola non viene pagata, perché il sottostante ha un valore inferiore alla soglia predefinita, viene tenuta in memoria e corrisposta alla prima data di valutazione in cui l’evento si verifichi.
È un’ulteriore prova di come «i Certificates siano
strumenti estremamente flessibili, che possono essere adattati a ogni contesto di mercato, rispondendo alla richiesta degli investitori di ridurre il rischio di mancato pagamento dei proventi periodici», ha concluso Scapillati.