La partita all’interno del Movimento sembra tutt’altro che chiusa. L’ormai ex Garante ha ancora molte carte da giocare, e il futuro dei Cinque stelle rimane sospeso in un equilibrio precario, tra logoramento interno e nuove strategie per riconquistare il terreno perduto
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Svolta storica nel M5s: Beppe Grillo, il co-fondatore del Movimento, è costretto a lasciare la sua creatura dopo la doppia sconfitta subita nell’elezione per l’Assemblea Costituente. Ma, in realtà, questa più che una resa sembra l’inizio di una nuova battaglia. I 46.747 “vaffa” raccolti nei recenti voti rappresentano, secondo alcuni analisti, il “preludio” a un conflitto interno che si annuncia lungo e complesso. Grillo aveva già prefigurato l’esito di questa sconfitta quando, in un video diffuso nei giorni scorsi, aveva chiesto ai militanti di astenersi dal voto. Ora emergono retroscena che lo vedono ironizzare sul rivale Giuseppe Conte: “Oz (come è stato soprannominato Conte dall’ex comico, ndr” ha preso più voti ora che alle Europee”. Nel frattempo, l’entourage di Grillo sembrerebbe pronto a una controffensiva a Roma, con l’ipotesi di nuove mosse politiche o un ulteriore video per commentare i risultati. Si parla anche di liste locali di disturbo e dello spettro di una terza votazione online.
Il simbolo al centro dello scontro: Grillo vuole riprenderselo
Uno dei punti nevralgici della disputa è il controllo del simbolo del Movimento. Grillo è stato chiaro: “Adesso mi riprendo il simbolo”. L’ex Garante potrebbe optare per un’azione legale, oppure tentare di invalidare il voto che nel 2022 ha sancito la leadership di Conte. Per questa seconda opzione, Grillo potrebbe affidarsi a uno degli aventi diritto al voto, come primo passo per ribaltare la situazione. Secondo l’avvocato Lorenzo Borrè, esperto di controversie legali legate al M5S, Grillo potrebbe anche chiedere una terza votazione online. “Ogni volta che delibera l’assemblea, Grillo può chiedere il rinnovo della votazione”, ha spiegato Borrè, evidenziando che l’attuale statuto prevede ancora la figura del garante, ruolo che sarà eliminato solo dopo l’approvazione del nuovo testo statutario.
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La prossima mossa, quindi, spetta a Grillo, e in molti avvertono di non sottovalutarlo: “Lui è imprevedibile e anche Conte dovrebbe saperlo”. Una strategia di logoramento, con votazioni ripetute ad ogni tornata, potrebbe rappresentare un modo per mantenere alta la tensione, ma comporterebbe anche il rischio di ulteriori sconfitte per “l’Elevato”. Alcune voci riportate dal Fatto Quotdiano suggeriscono che Grillo potrebbe fondare a un’altra associazione. Dal fronte degli scontenti, però, iniziano a emergere distinguo significativi rispetto alla linea del fondatore. Alessandro Di Battista, per esempio, ha escluso un ritorno al fianco di Grillo, e Virginia Raggi ha smentito ogni coinvolgimento in eventuali cordate organizzate dall’ex Garante. LEGGI TUTTO