Non cedere alle tentazioni di “anacronistici ritorni a un mondo di blocchi contrapposti”. Non “alzare ingiustificati steccati”, come vuole “il senso del multilateralismo”, fondato su “regole certe, condivise e per tutti vincolanti”. Su tutte, “la norma che vieta l’uso – e anche la sola minaccia – della forza nei rapporti tra gli Stati”. Con questo chiaro messaggio il capo dello Stato Sergio Mattarella ha concluso il suo intervento alla Grande Sala del Popolo di Pechino, dopo l’incontro con il presidente cinese Xi Jinping. Era questo l’appuntamento più importante del viaggio di Mattarella nel Paese del Dragone. Duplice l’obiettivo. Da un lato “infondere energia più dinamica per un nuovo punto di partenza” tra Italia e Cina, come ha detto Xi. Dall’altro lavorare insieme a “risolvere le divergenze attraverso il dialogo”: nel mondo “ci sono cambiamenti non visti in un secolo” e lo scopo è “arrivare a una coesistenza armoniosa”. Specie dopo la vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti, salutata da Xi come l’inizio di “una nuova era”, e guardando agli effetti che avrà sui dossier internazionali aperti, a partire dalla guerra in Ucraina. In giornata Cina e Italia hanno firmato 10 accordi e memorandum alla presenza dei rispettivi capi di Stato, nell’ambito della loro partecipazione al Forum culturale Italia-Cina. Si tratta di accordi che spaziano dalla cooperazione cinematografica a quella in materia di concorrenza.
Mattarella: “Lavoro di conciliazione di fronte a sfide globali”
Il richiamo di Mattarella alla “convivenza costruttiva” – che sia di “impulso a un comune lavoro di conciliazione di fronte alle sfide globali” – è arrivato al termine di un discorso che ha inizialmente messo in luce “la reciproca fascinazione dei popoli cinese e italiano per le rispettive, straordinarie, tradizioni culturali ha radici lontane, nell’arte, nella musica, nel teatro, nella letteratura”. Un rapporto cresciuto “attraverso i secoli”, tra due “culle di civiltà millenarie, centri culturali cosmopoliti”, sempre “sulla base di un naturale rispetto mutuo”. Ne è un esempio la figura di Marco Polo, “della cui morte ricorre quest’anno il settecentesimo anniversario”, celebrato nella mostra ‘Viaggio di conoscenze. Il Milione di Marco Polo e la sua eredità fra Oriente e Occidente’, al Word Art Museum di Pechino, visitata da Mattarella prima dell’incontro con Xi Jinping.
“Puntare su cultura per solidificare crescita economica”
Nell’ambito della terza riunione plenaria del Forum Culturale Italia-Cina, a cui ha partecipato il vicepremier e capo della Farnesina Antonio Tajani, Mattarella ha parlato della prospettiva di sviluppare “legami duraturi in ambito culturale”, dagli “scambi tra università allo studio delle rispettive lingue, dalla cooperazione tra istituzioni museali, tra teatri ed enti lirici e sinfonici fino alla promozione di un turismo sostenibile sempre più consapevole, valorizzando anche il comune impegno per la tutela dei siti Unesco”. Anche perché, ha aggiunto, “dispiegare pienamente il potenziale dei rispettivi patrimoni artistici e delle industrie culturali e creative, contribuisce anche a rendere più solida la crescita economica”. Per Mattarella il dialogo interculturale ha un “ruolo fondamentale” per “la creazione di solidi e duraturi rapporti non soltanto tra gli Stati, ma anche, e soprattutto, tra i popoli”: la cultura “accresce la dignità delle persone”.
Xi: “Mattarella è un mio buon amico”
“Dopo sette anni, lei è il benvenuto a fare un’altra visita di Stato in Cina” come “vecchio amico del popolo cinese e un mio buon amico”, ha detto il presidente Xi Jinping, incontrando Mattarella. “Negli ultimi anni, lei ed io ci siamo scambiati con successo visite e abbiamo mantenuto una stretta comunicazione tramite telefonate e lettere. Ogni scambio può approfondire l’amicizia e rafforzare la fiducia reciproca”.
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Tra guerra in Ucraina e relazioni commerciali
La visita di Mattarella si è inserita nel solco del recente viaggio istituzionale della premier Meloni: dopo il mancato rinnovo della partecipazione italiana alla via della Seta si cerca di dare nuova linfa alla cooperazione tra i due Paesi. Ma, come detto, centrali sono anche altri temi: la guerra in Ucraina, con l’alleanza tra Putin e Xi che si fa sempre più stretta, e i rapporti commerciali, con l’Italia che cerca di aumentare le esportazioni in Cina. Il saldo import-export è infatti per ora sbilanciato dalla parte di Pechino, 50 miliardi a poco meno di 20 miliardi. Il terreno è comunque scivoloso: alla Cina non è andata giù la decisione dell’Europa di imporre nuovi dazi sull’importazione di e-car prodotte dal Dragone. Nell’incontro tra i due capi di Stato si è infatto parlato anche della necessità di arrivare a un mercato mondiale più libero, senza barriere. LEGGI TUTTO