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Dazi, Fitto: sono ottimista, intesa auspicabile tra UE e Usa
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Sovraffollamento carceri, dall’edilizia alla detenzione domiciliare: le misure del governo
Secondo l’Associazione Terra Dorea, impegnata nella tutela dei diritti dei detenuti e nella promozione di politiche penitenziarie rispettose della dignità umana “la crisi del sistema penitenziario italiano non può essere risolta unicamente attraverso un mero ampliamento della capienza carceraria”, per non rischia di perpetuare un modello “basato sulla marginalizzazione e l’esclusione”, sottolinea la presidente Claudia Majolo. “È invece indispensabile agire su più fronti, favorendo l’applicazione delle alternative al carcere, potenziando la magistratura di sorveglianza, rafforzando i servizi sociali, sanitari e di reinserimento, nonché coinvolgendo attivamente il Terzo Settore”, conclude Majolo, che chiede inoltre un incontro con la premier Giorgia Meloni per sbloccare il protocollo di intesa con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
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Pier Silvio Berlusconi: «Ius Scholae non è priorità. Discesa in politica? No, per ora»
Ascolta la versione audio dell’articoloLa risposta arriva dalla Cina dove è in visita istituzionale il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini: sullo Ius Scholae «partita chiusa, tema archiviato, se ne occuperà semmai la sinistra fra trent’anni se vincerà».Sapeva, Pier Silvio Berlusconi, che sarebbero state parole pesanti sull’argomento le sue sullo Ius Scholae, dette nel corso del’incontro con i giornalisti nella tradizionale serata di presentazione dei palinsesti di Mediaset. «So che dicendo questo do un colpetto a Tajani, ma è quello che penso. Non mi sembra che fra le priorità degli italiani ci sia lo Ius scholae». Il numero uno del gruppo Mediaset si è detto convinto che la proposta di legge «non sia mal formulata», ma possa «essere migliorata»: in ogni caso «i diritti delle persone vanno difesi sempre, a prescindere: l’ho imparato da mio padre».Loading…Forza Italia e Matteo RenziUn giudizio che non va, come detto, nella stessa direzione di un partito. Che è vecchio gli viene chiesto? «Onestamente sì». Di certo c’è un centro politico, «che è una prateria e in cui Forza Italia è preponderante». Anche Matteo Renzi ambirebbe a coprire quello spazio, gli si fa notare. «Ho grande stima, ma ha perso credibilità politica». Quanto invece alla premier Giorgia Meloni l’endorsement è chiaro: ««È il miglior presidente del Consiglio in Europa. Sta agendo, bene, da primo ministro quindi mirando all’interesse generale, non della sua parte politica».Tajani: «Sullo Ius Scholae in sintonia con Berlusconi»Sullo Ius Scholae nel corso della giornata arriva il commento dello stesso leader di Fi, Antonio Tajani che nonostante tutto si dice «in sintonia» con il numero uno di Mfe-Mediaforeurope. «Ho sempre detto – sottolinea Tajani – che la nostra priorità si chiama riforma della giustizia, riduzione della pressione fiscale e tutela della salute del cittadino. Non ho mai detto che (lo Ius Scholae, ndr) era una priorità; ho detto qual è soltanto la nostra posizione. Da questo punto di vista siamo in perfetta sintonia. Andremo avanti nel sostenere e difendere le nostre idee. Certamente non sono altri partiti che decidono quando, come e dove parlare».Discesa in politica? «No» (per ora)La politica è stato un argomento forte della serata di presentazione dei palinsesti a Cologno. Con Pier Silvio Berlusconi – domanda evergreen – che può scendere in politica? La porta chiusa, ancora con maggiore convinzione rispetto al passato, rispetto a una discesa in campo perché «amo questa azienda». Anche se una postilla Pier Silvio Berlusconi non la risparmia: «Mio padre è sceso in politica a 58 anni. Io ne ho 56. Oggi non ho nessuna intenzione e non penso alla politica. Guardando al futuro non lo escludo, ma così come non escludo tante altre cose nella mia vita, ossia che a un certo punto io possa dire “sai che c’è, una sfida completamente nuova, perché no?”. Ma è sciocco parlarne oggi, perché oggi non ha alcuna concretezza». La sua vera passione, confessa, sta nel rapporto con le persone, nei bagni di folla: «Mi travolge, mi piace quando mi fermano, mi abbracciano, mi salutano». LEGGI TUTTO
Giustizia, separazione delle carriere: secondo ok del Senato. L’opposizione protesta
Secondo via libera del Parlamento alla riforma della giustizia. Infatti, con 106 voti favorevoli, 61 contrari e 11 astensioni, l’aula del Senato ha approvato il disegno di legge di revisione costituzionale sulla separazione delle carriere della magistratura, tra pm e giudici. Ora lo stesso tornerà alla Camera, che lo aveva approvato il 16 gennaio, per il terzo step e successivamente ancora al Senato. In aula era presente, tra gli altri, anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha subito espresso il proprio commento: “La seconda lettura dovrebbe essere rapida, poi andremo al referendum, che io auspico, perché una materia così delicata va sottoposta al giudizio degli italiani”.
Meloni: “Passo verso una giustizia più equa e trasparente”
“L’approvazione in seconda lettura al Senato della riforma costituzionale della giustizia, segna un passo importante verso un impegno che avevamo preso con gli italiani e che stiamo portando avanti con decisione”. Lo ha scritto sui social la premier Giorgia Meloni. “Il percorso – ha aggiunto – non è ancora concluso, ma oggi confermiamo la nostra determinazione nel dare all’Italia un sistema giudiziario sempre più efficiente, equo e trasparente”.Le proteste dell’opposizione
La scelta del Senato ha fatto scattare le prosteste dell’opposizione. I senatori del Pd, al momento del voto della riforma della separazione delle carriere, hanno tutti esposto un frontespizio della Costituzione rovesciata. I deputati del M5s hanno invece alzato un cartello con le immagini di Borsellino e Falcone con la scritta “non nel loro nome”. Obiettivo quello di “dire alla maggioranza di non portare avanti questa legge in nome di Falcone e Borsellino, tirati in ballo dal centrodestra continuamente, in maniera impropria e offensiva nei confronti dei due simboli dell’antimafia”. Nella protesta del Movimento 5 Stelle in aula, oltre a cartelli gialli con la scritta “Non nel loro nome” esposti anche altri cartelli con la scritta “nel loro” affiancata alle immagini di Gelli e Berlusconi. LEGGI TUTTO
Emergenza caldo, il Pd chiede ammortizzatori sociali strutturali estesi agli autonomi
Ascolta la versione audio dell’articoloAmmortizzatori sociali strutturali – una sorta di Cassa clima ispirata all’esperienza della Cassa Covid – per i lavoratori dipendenti e gli autonomi costretti a interrompere il loro lavoro nei campi, nei cantieri e nelle città a causa delle ondate di calore che rendono rovente l’estate italiana. È la proposta che arriva dal Pd, che ha appena depositato alla Camera una proposta di legge in due articoli con “Disposizioni in materia di cassa integrazione ordinaria in casi di eccezionali condizioni di lavoro determinate dai cambiamenti climatici in atto”. «Serve una legge che istituisca la Cassa clima, come fu ad esempio durante la fase del Covid, lo ricorderanno in molti, la cosiddetta Cassa Covid, che intervenne per difendere i lavoratori e le imprese durante la fase delle chiusure straordinarie a causa della pandemia, spiega a Parlamento 24 Arturo Scotto, capogruppo dem in Commissione Lavoro alla Camera, che della Pdl è primo firmatario. A fronte di ondate di caldo sempre più estese e prolungate, che rendono impossibili le condizioni di lavoro, Scotto auspica «questo tipo di intervento, con una soglia precisa al di sotto della quale nessuno deve lavorare. E ovviamente un ripensamento dei tempi a partire dai turni,a partire dalla sorveglianza sanitaria, a partire dall’informazione e dalla formazione dei lavoratori».Loading…La proposta di legge dem tiene conto anche dei lavoratori autonomi, come «i cosiddetti raider, i corrieri, quelli che ci portano la pizza a casa piuttosto che il libro di Amazon a casa e che non hanno nessuna tutela perché sono lavoratori a partita Iva, lavoratori autonomi», al momento non considerati dai provvedimenti allo studio del Governo. «Noi pensiamo che debbano essere tutelate anche le figure del lavoro autonomo, perché molto spesso, come è noto, il lavoro autonomo è in realtà lavoro subordinato mascherato», sottolinea Scotto: «È anche questa una delle piaghe principali del precariato». LEGGI TUTTO
POLITICA
Mattarella su Gaza: perseverare è diabolico
Governo: si riconoscimento Palestina, ma non ora. PD: tra poco non ci sarà più niente da riconoscere
Ex Ilva di Taranto, verso l’accordo sui tre forni. Sindaco Bitetti assente al tavolo Mimit
Decreto flussi, Mantovano: evidenti i limiti del click day, riformeremo il sistema