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Corteo pro-Gaza, a Roma attese 50mila persone. Allerta per blitz dei movimenti
Ascolta la versione audio dell’articoloUn corteo al centro di Roma per «fermare il massacro» a Gaza. Una mobilitazione, lanciata da Pd-M5S-Avs, in cui confluiranno le diverse anime pro Pal: dalle associazioni fino a gruppi spontanei di cittadini. È massima l’attenzione per la manifestazione di oggi nella Capitale a cui sono attesi circa 50mila partecipanti. Sotto la lente le frange più estreme della protesta. Allerta, in particolare, per possibili blitz e azioni dimostrative che potrebbero essere messi a segno durante il percorso.Deviazioni al traffico e strade chiuseTutto il tragitto sarà, quindi, monitorato attentamente dalle forze dell’ordine. Controlli anche ad ampio raggio in città: dalle fermate metro lungo la direttrice che porta a piazza Vittorio fino ai caselli autostradali dove transiteranno decine di pullman con a bordo manifestanti in arrivo dalle altre regioni. Soltanto dalla Toscana ne sono previsti 13 organizzati dal Pd regionale. Il piano di sicurezza è stato messo a punto in un Comitato per l’ordine in Prefettura e perfezionato dal tavolo tecnico in Questura. L’appuntamento è per le 14 a piazza Vittorio. Da lì il corteo partirà diretto a porta San Giovanni. Previste deviazioni al traffico e chiusure di strade al passaggio dei manifestanti.Loading…L’appello degli ebrei italianiSul palco, oltre agli interventi dei leader dei partiti promotori, Angelo Bonelli, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Elly Schlein, si alterneranno le testimonianze di attivisti e giornalisti. Tra questi Rula Jebreal, Gad Lerner, Anna Foa. Interverranno anche Abubaker Abed, giornalista palestinese; Iddo Elam, giovane israeliano che ha rifiutato il servizio militare; Atef Abu Saif, ex-ministro palestinese di Al-Fatah e Feroze Sidhwa, medico chirurgo che ha operato a Gaza e testimoniato all’Onu. Alla vigilia della manifestazione l’Unione delle Comunità ebraiche italiane ha espresso preoccupazione «per la scelta di difendere solo un popolo, quello palestinese, e non anche quello israeliano». Per questo, sottolineando di «non riconoscersi in chi annuncia piani di svuotamento di Gaza dai suoi naturali abitanti», gli ebrei italiani lanciano l’appello a «mostrare sempre entrambe le bandiere, mai una sola».Respinte le accuse di antisemitismoIn piazza ci saranno palestinesi «a titolo personale» anche perchè il Movimento degli studenti palestinesi si è smarcato dalla mobilitazione giudicando tardiva la manifestazione. «Questa piazza non è la nostra. È la piazza dei complici, non dei solidali – hanno attaccato – È la piazza della finta opposizione, non della liberazione, è stata organizzata perché sono partiti che vanno al ballottaggio e hanno bisogno di recuperare consenso». Il presidente di uno dei partiti promotori, Giuseppe Conte, rivendica la scelta di schierarsi con la manifestazione «per non essere partner di un genocidio» e respinge ogni possibile accusa di antisemitismo: «contro un genocidio è solo un espediente retorico». Anche Nicola Fratoianni (Avs) respinge ogni tentativo di addebitare agli organizzatori sentimenti anti ebraici: «Mobilitarsi per Gaza non è antisemitismo, è un’accusa infamante». LEGGI TUTTO
«Si vis pacem, para bellum»: che vuol dire la sentenza latina usata da Meloni
Ascolta la versione audio dell’articoloPer spiegare il suo approccio sulla difesa improntato alla deterrenza la premier Giorgia Meloni ha rispolverato nella replica alle sue comunicazioni per il prossimo Consiglio europeo al Senato un detto degli antichi romani: si vis pacem, para bellum, vale a dire “se vuoi la pace prepara la guerra”.Meloni su riarmo: “La penso come i romani: si vis pacem, para bellum”Non è la prima volta che la premier fa ricorso a questa sentenza latina: l’aveva citata un paio di anni fa durante la sua visita al contingente italiano alla base di Adazi in Lettonia. «Penso – disse in quell’occasione nel luglio del 2023 – che chi fa una certa propaganda anti militarista non capisce o fa finta di non capire, chi vorrebbe che noi smobilitassimo, che non spendessimo, fa finta di non capire la più antica delle leggi: si vis pacem para bellum. La deterrenza è la più straordinaria forma di diplomazia, la capacità di difendersi è il più straordinario strumento per garantire pace».Loading…Il precedente di BerlusconiLa stessa frase fu usata sempre a Palazzo Madama nel 2003 dall’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Al tempo la crisi era quella irachena.Il significatoSi tratta di una sentenza anomima presente in vari autori, tra cui lo scrittore militare tardo-antico Flavio Vegezio: viene citata per affermare che uno dei mezzi più efficaci per assicurare la pace è quello di essere armati e in grado di difendersi, in modo da scoraggiare eventuali propositi aggressivi degli avversari. LEGGI TUTTO
Maggioranza presenta bozza fine vita, critiche opposizioni
Maggioranza presenta bozza fine vita, critiche opposizioni | Video Sky TG24 LEGGI TUTTO
Cos’è Casa Cervi e perché è diventato il ritrovo del Pd
Ascolta la versione audio dell’articolo2′ di letturaUna casa colonica ai Campi Rossi di Gattatico nella bassa pianura reggiana come ritrovo annuale per il Partito democratico. Un luogo di ritiro per riflettere sulle posizioni e sulle attività nei confronti dei mutamenti che stanno stravolgendo la politica estera e non solo. È casa Cervi, il luogo dove nel dicembre 1943 vennero uccisi i sette figli maschi di Genoeffa e Alcide.Perché si sceglie Casa CerviLa scelta – da un’idea del responsabile esteri del Pd Giuseppe Provenzano – non è di certo casuale e non priva di simbologie antifasciste e di Resistenza. La famiglia Cervi (composta da sette fratelli insieme alle loro mogli ed i loro figli) viveva nella media pianura reggiana dal 1934. Dopo l’8 settembre 1943 la casa dei Cervi divenne luogo d’accoglienza per prigionieri di guerra fuggiti dal campo di concentramento di Fossoli. Con la costituzione della Repubblica di Salò al servizio degli occupanti nazisti, i Cervi si gettarono nella lotta armata. Nella notte del 25 novembre 1943 la casa dei Cervi è circondata da militi fascisti che sparano verso le finistre e incendiano il rustico. Quello dei sette fratelli Cervi e della loro fuciliazione divenne da subito un nome simbolo della Resistenza.Loading…Un ritiro per parlare di politica esteraDue giorni “conclave” a porte chiuse, un opportunità per il Partito Democratico per riflettere sugli impegni parlamentari in programma fino alla pausa estiva. Nella seconda parte della giornata si darà spazio ai temi sugli ultimi avvenimenti in campo internazionale: prima tra tutti dazi e il dinamismo di Trump nella sua politica estera; le destre mondiali; le guerre e la concretizzazione della difesa europea. In queste due giornate, strutturate come una vera e propria assemblea di gruppo della Camera, sono previsti anche ospiti esterni all’ambito politico, personalità legate al mondo delle relazioni internazionali e della diplomazia. La segretaria Elly Schlein dovrebbe prendere la parola per il discorso conclusivo.Gli incontri dem negli anniIl ritiro dei parlamentari è una tradizione con radici democristiane. Nel 1959 la corrente “Iniziativa democratica” maggioritaria della Dc, in una riunione presso il convento delle suore di santa Dorotea a Roma, decise di togliere l’appoggio al segretario Fanfani e di affidare il partito a Moro.La tradizione fu ripresa da Romano Prodi: nel 1997, ai tempi del suo primo governo, il Professore porterà nel castello medievale di Gargonza (Arezzo) ex comunisti ed ex democristiani per «trovare le ragioni di fondo della coalizione». Nel 2006 con il suo secondo Esecutivo per un “ritiro” di maggioranza Prodi sceglierà villa di San Martino in Campo (Perugia). Pochi mesi dopo sarà la volta di Villa Pamphilj a Roma e, infine, alla Reggia di Caserta. LEGGI TUTTO
Il decreto Pnrr scuola è legge. Assunzioni, stop ai diplomifici e affitti ai fuorisede: ecco le novità
Ascolta la versione audio dell’articoloVia libera finale della Camera dei deputati al ddl di conversione in legge del decreto Pnrr con 155 voti favorevoli, 78 voti contrari e 4 astenuti. Il provvedimento, sul quale a metà giornata il governo aveva incassato la questione di fiducia, è stato approvato in seconda lettura senza modifiche rispetto al testo approvato dal Senato e diventa quindi legge. Il decreto sarebbe scaduto il 6 giugno.Il testo era stato già approvato dal Senato. Molte le novità previste dal testo: un credito d’imposta per incentivare le imprese all’assunzione di ricercatori e dottori di ricerca. Un incremento di 9,5 milioni del Fondo affitti per gli studenti fuorisede, con particolare attenzione ai più meritevoli e ai diversamente abili. Nuove opportunità contrattuali per i ricercatori. Garanzia di prosecuzione delle attuali procedure concorsuali per i professori ordinari e associati in attesa del via libero definitivo della riforma del reclutamento dei docenti universitari, già approvata in Consiglio dei ministri.Loading…In arrivo 150 milioni per assunzione ricercatori in impreseSi rafforzano gli incentivi per l’assunzione stabile di ricercatori e dottori di ricerca attraverso un credito d’imposta maggiorato di 10.000 euro esteso a tutte le imprese e senza limiti numerici di assunzione per azienda. La misura è finanziata con un Fondo da 150 milioni di euro del Pnrr. L’obiettivo è creare fino a 15.000 posti di lavoro a tempo indeterminato nel settore privato e favorire l’innovazione di aziende e imprese.Più risorse al Fondo alloggiÈ incrementata di 9,5 milioni di euro la dotazione del Fondo affitti per gli studenti fuori sede. Le risorse sono destinate a sostenere i ragazzi con un ISEE sotto i 20.000 euro e che non godono di altri contributi pubblici per l’alloggio. Cambiano anche i criteri di accesso per valorizzare il merito ed evitare le inefficienze registrate negli anni passati: per accedere al beneficio, lo studente non deve aver accumulato più di un anno di fuoricorso.Contrasto ai diplomificiCapitolo scuola. Il provvedimento, su impulso del ministro Giuseppe Valditara, prevede interventi volti a contrastare il fenomeno dei diplomifici. Nello specifico, si introducono limiti più stringenti per l’attivazione delle classi terminali collaterali. Si vieta di sostenere, nello stesso anno, due differenti esami anche in istituti di tipo diverso e si dispone l’obbligo, per tutte le scuole statali e paritarie, di adottare la pagella elettronica, il registro online e il protocollo informatico. LEGGI TUTTO
Corteo pro-Gaza, a Roma attese 50mila persone. Allerta per blitz dei movimenti
Ascolta la versione audio dell’articoloUn corteo al centro di Roma per «fermare il massacro» a Gaza. Una mobilitazione, lanciata da Pd-M5S-Avs, in cui confluiranno le diverse anime pro Pal: dalle associazioni fino a gruppi spontanei di cittadini. È massima l’attenzione per la manifestazione di oggi nella Capitale a cui sono attesi circa 50mila partecipanti. Sotto la lente le frange più estreme della protesta. Allerta, in particolare, per possibili blitz e azioni dimostrative che potrebbero essere messi a segno durante il percorso.Deviazioni al traffico e strade chiuseTutto il tragitto sarà, quindi, monitorato attentamente dalle forze dell’ordine. Controlli anche ad ampio raggio in città: dalle fermate metro lungo la direttrice che porta a piazza Vittorio fino ai caselli autostradali dove transiteranno decine di pullman con a bordo manifestanti in arrivo dalle altre regioni. Soltanto dalla Toscana ne sono previsti 13 organizzati dal Pd regionale. Il piano di sicurezza è stato messo a punto in un Comitato per l’ordine in Prefettura e perfezionato dal tavolo tecnico in Questura. L’appuntamento è per le 14 a piazza Vittorio. Da lì il corteo partirà diretto a porta San Giovanni. Previste deviazioni al traffico e chiusure di strade al passaggio dei manifestanti.Loading…L’appello degli ebrei italianiSul palco, oltre agli interventi dei leader dei partiti promotori, Angelo Bonelli, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Elly Schlein, si alterneranno le testimonianze di attivisti e giornalisti. Tra questi Rula Jebreal, Gad Lerner, Anna Foa. Interverranno anche Abubaker Abed, giornalista palestinese; Iddo Elam, giovane israeliano che ha rifiutato il servizio militare; Atef Abu Saif, ex-ministro palestinese di Al-Fatah e Feroze Sidhwa, medico chirurgo che ha operato a Gaza e testimoniato all’Onu. Alla vigilia della manifestazione l’Unione delle Comunità ebraiche italiane ha espresso preoccupazione «per la scelta di difendere solo un popolo, quello palestinese, e non anche quello israeliano». Per questo, sottolineando di «non riconoscersi in chi annuncia piani di svuotamento di Gaza dai suoi naturali abitanti», gli ebrei italiani lanciano l’appello a «mostrare sempre entrambe le bandiere, mai una sola».Respinte le accuse di antisemitismoIn piazza ci saranno palestinesi «a titolo personale» anche perchè il Movimento degli studenti palestinesi si è smarcato dalla mobilitazione giudicando tardiva la manifestazione. «Questa piazza non è la nostra. È la piazza dei complici, non dei solidali – hanno attaccato – È la piazza della finta opposizione, non della liberazione, è stata organizzata perché sono partiti che vanno al ballottaggio e hanno bisogno di recuperare consenso». Il presidente di uno dei partiti promotori, Giuseppe Conte, rivendica la scelta di schierarsi con la manifestazione «per non essere partner di un genocidio» e respinge ogni possibile accusa di antisemitismo: «contro un genocidio è solo un espediente retorico». Anche Nicola Fratoianni (Avs) respinge ogni tentativo di addebitare agli organizzatori sentimenti anti ebraici: «Mobilitarsi per Gaza non è antisemitismo, è un’accusa infamante». LEGGI TUTTO
«Si vis pacem, para bellum»: che vuol dire la sentenza latina usata da Meloni
Ascolta la versione audio dell’articoloPer spiegare il suo approccio sulla difesa improntato alla deterrenza la premier Giorgia Meloni ha rispolverato nella replica alle sue comunicazioni per il prossimo Consiglio europeo al Senato un detto degli antichi romani: si vis pacem, para bellum, vale a dire “se vuoi la pace prepara la guerra”.Meloni su riarmo: “La penso come i romani: si vis pacem, para bellum”Non è la prima volta che la premier fa ricorso a questa sentenza latina: l’aveva citata un paio di anni fa durante la sua visita al contingente italiano alla base di Adazi in Lettonia. «Penso – disse in quell’occasione nel luglio del 2023 – che chi fa una certa propaganda anti militarista non capisce o fa finta di non capire, chi vorrebbe che noi smobilitassimo, che non spendessimo, fa finta di non capire la più antica delle leggi: si vis pacem para bellum. La deterrenza è la più straordinaria forma di diplomazia, la capacità di difendersi è il più straordinario strumento per garantire pace».Loading…Il precedente di BerlusconiLa stessa frase fu usata sempre a Palazzo Madama nel 2003 dall’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Al tempo la crisi era quella irachena.Il significatoSi tratta di una sentenza anomima presente in vari autori, tra cui lo scrittore militare tardo-antico Flavio Vegezio: viene citata per affermare che uno dei mezzi più efficaci per assicurare la pace è quello di essere armati e in grado di difendersi, in modo da scoraggiare eventuali propositi aggressivi degli avversari. LEGGI TUTTO